“Andate da Giuseppe”: la lettera del cardinale De Donatis ai sacerdoti per la festa del 19 marzo

Foto Cristian Gennari

«Ite ad Ioseph, andate da Giuseppe». Così diceva il Faraone al popolo stremato dalla carestia (Gen. 41, 55). Lo stesso si legge ai piedi di tante statue che ritraggono lo sposo di Maria. E il medesimo invito fa il cardinale vicario Angelo De Donatis ai sacerdoti romani, in una lettera scritta in vista della festa del 19 marzo, la festa del papà. Scrive come un padre che si rivolge ai suoi figli, il cardinale. Medita, in particolare, sulla lettera di Papa Francesco “Patris corde”, pubblicata l’8 dicembre dello scorso anno, in coincidenza con l’inizio dell’anno dedicato proprio al padre terreno di Gesù. Su san Giuseppe il cardinale tornerà a riflettere in televisione, nel corso di tre meditazioni che andranno in onda su Tv2000 il 16, il 17 e il 18 marzo alle ore 12.20, subito dopo il telegiornale.

«Papa Francesco – scrive il porporato – ci ha donato la splendida lettera “Patris corde” su san Giuseppe. Leggendola e meditandola, ho creduto più di una volta che il Papa pensasse, oltre ai papà di famiglia, in particolare a noi sacerdoti. Ha scritto per noi, perché riscoprissimo il dono, la responsabilità e la gioia della paternità. In una “società senza padri”, la Chiesa infatti ha ancor più bisogno di riscoprire la paternità, che nella lettera è delineata in modo completo, indicando Giuseppe come padre nella tenerezza, nell’obbedienza, nell’accoglienza, padre lavoratore e padre nell’ombra. Inoltre, come scrive al numero 5, Giuseppe è padre “dal coraggio creativo”».

Il vicario si sofferma in particolare, su quest’ultimo aspetto, «significativo in tempo di pandemia». Durante quest’ultimo anno, riflette infatti il cardinale De Donatis, forte è stata «la tentazione di fermarci e di abbandonare il campo; abbiamo però avuto tante testimonianze di pastori capaci di avere il coraggio creativo, tirando fuori risorse che non si pensava neanche di avere». Da un anno a questa parte, aggiunge, «stiamo affrontando situazioni cui non eravamo preparati; i ritmi e le attività del nostro ministero sono cambiati. A volte abbiamo sperimentato momenti di prova, di aridità, di incertezza sul presente e sul futuro. Siamo stati chiamati a cambiare gli stili di vita, ma soprattutto a rimettere al centro il Signore, con la sua Parola, con la sua Presenza, ritrovandolo nei piccoli e nei poveri da amare e servire. In qualche modo è stata ferita la nostra paternità, come una potatura necessaria, affinché potessimo purificarla e portare più frutto». Ed ecco che sono moltiplicate le Messe celebrate on line, la catechesi tramite tutorial, le raccolte di cibo straordinarie. «Io sono grato al Signore – sono ancora le parole del cardinale vicario – per il coraggio creativo di voi sacerdoti e, con voi continuo a camminare anche in questo tempo incerto, certo della presenza del Signore che provvede. Prego per voi, vi sostengo con affetto, chiedo che questa Quaresima possa essere veramente un’occasione per riscoprire la nostra paternità».

Poi, un suggerimento: visto che gli esercizi spirituali “in presenza” sono stati giustamente cancellati per via delle disposizioni vigenti, il vicario del Papa per la diocesi di Roma invia una proposta di ritiro spirituale, con anche la traccia per la preghiera personale e per la condivisione. «Vuole essere un’opportunità – sottolinea – per fermarci un po’ di tempo davanti a Dio, da soli e con i fratelli, perché il Signore ci aiuti ad avere sempre più un cuore di padre». Per questo sono disponibili anche tre meditazioni, scaricabili dall’Archivio documenti del nostro sito internet. «Come è stato per i giorni in preparazione alla Pentecoste dell’anno scorso, questa è un’occasione da non perdere, un regalo che vogliamo farci per il nostro bene e per quello dell’intera diocesi di Roma – conclude –. Anche a noi è rivolta allora la stessa parola del faraone: Andate da Giuseppe! Da lui ci rechiamo fiduciosi, certi che, con cuore di padre, ci farà avere il Pane necessario per tutti».

Leggi il testo integrale della lettera

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12 marzo 2021