Cammino sinodale, tre esperienze di ascolto

Se nella sua etimologia il Sinodo richiama un cammino condiviso, dare voce ai racconti delle esperienze di riflessione sulla sinodalità stessa – cui la Chiesa è chiamata in questo speciale tempo, come auspicato da Papa Francesco –, può colorare e profumare la strada da percorrere, perché i semi che vengono gettati lasciano già intravedere nuove radici e piante pronte a sbocciare.

Sta fiorendo ad esempio «una singolare evangelizzazione che passa attraverso i piccoli» al centro di riabilitazione Casa Santa Maria della Provvidenza – Opera femminile Don Guanella, a via della Nocetta, come racconta la direttrice suor Michela Carrozzino. «Quando il vescovo Paolo Ricciardi mi ha comunicato che il cardinale vicario e la diocesi chiedevano il coinvolgimento della nostra struttura e delle nostre ospiti per pregare per il cammino sinodale – dice la religiosa – mi sono chiesta come e in che modo delle persone con disabilità fisica e cognitiva o con dei disturbi comportamentali avrebbero potuto partecipare, ma ho accolto piacevolmente la richiesta, felice che anche loro potessero sentirsi riconosciute, scelte e chiamate dalla Chiesa».

In particolare suor Michela ha «proposto questa sfida» ad un gruppo di giovani ospiti affette da un lieve disturbo cognitivo e comportamentale, introducendole all’esperienza del Sinodo. Così ogni pomeriggio Stefania, Claudia, Milva e Lucia guidano e animano la recita del Rosario, «facendo pregare con gioia ed entusiasmo le 148 ospiti del nostro centro e dimostrando che davvero nessuno può sentirsi escluso e può invece dare il proprio contributo – racconta ancora la direttrice –. Vedendo la bellezza di questa proposta, lo Spirito Santo mi ha poi suggerito un’altra iniziativa, per arrivare anche ai nostri 178 dipendenti ma non solo». Le ragazze, infatti, propongono un breve questionario con tre domande a chi frequenta il centro – dai medici e gli infermieri ai parenti in visita e fino ai fornitori –, «facendo così sapere a molti che è in corso un cammino sinodale e spiegando che cosa sia e che significato abbia, per far cogliere nella ferialità questo evento importante per la Chiesa».

Condivide questo aspetto della ferialità ed è infatti «aperto a tutte le realtà del territorio, anche quelle che lo vivono ogni giorno nell’impegno lavorativo», il cammino sinodale portato avanti dalla parrocchia Santissima Trinità a Lunghezza, come spiega il parroco don Juan Josè Arcilia Artega. «Alla celebrazione dello scorso 16 gennaio, che ha avviato il cammino sinodale anche per noi – dice il sacerdote di origine colombiana –, abbiamo invitato, andando ad incontrarli, quanti sono impegnati nei servizi della zona come la Asl o le scuole e i negozi. Ci hanno accolti piacevolmente, gradendo questo incontro personale. Per molti è stata una novità mentre altri erano già a conoscenza del Sinodo voluto dal Papa». In particolare la proposta parrocchiale, estesa pure «a coloro che hanno cultura o religione propria come cinesi o musulmani», prevede «un incontro assembleare mensile – dice don Arcilia Artega –, ogni secondo martedì del mese, in orario serale per favorire la partecipazione di un maggior numero di persone dopo gli impegni della giornata».

Anche alcuni dei 12 gruppi romani della Comunità di vita cristiana (Cvx), l’associazione laicale di ispirazione ignaziana, stanno vivendo il cammino sinodale della Chiesa «aderendo alla proposta diocesana fondata sull’ascolto, una scuola non estranea alla nostra realtà ma che si sposa invece benissimo con il nostro stile fatto di conversazione spirituale, condivisione e ascolto mai giudicante tanto che partecipano ai nostri incontri anche persone separate o divorziate e omosessuali», spiega Maria Letizia Damico, coordinatrice cittadina Cvx. «Nella mia comunità, per esempio – racconta – abbiamo cercato di leggere alcune esperienze di vita quotidiana alla luce della Parola, individuando ciascuno un brano biblico che potesse definire la nostra situazione», a dire che «per noi, sono le persone con le loro storie ed esperienze che fanno la comunità».

di Michela Altoviti da Roma Sette

21 febbraio 2022