Nella solennità del Corpus Domini i fedeli devono far tesoro della memoria, «facoltà unica che il Signore ci ha dato, oggi piuttosto indebolita» facoltà utile per ricordare che l’Eucarestia può guarire l’uomo dall’ingordigia e dall’ambizione di prevalere. Papa Francesco durante la Messa celebrata ieri sera, domenica 18 giugno, sul sagrato della basilica San Giovanni in Laterano, cattedra del vescovo di Roma, ha puntato l’attenzione su quanto gli uomini di oggi, presi «dalla frenesia in cui sono immersi, si fanno scivolare addosso tante persone e tanti fatti» invece di «rimanere nell’amore, di ri-cordare, cioè di portare nel cuore, di non dimenticare chi ci ama e chi siamo chiamati ad amare».
La celebrazione Eucaristica ha preceduto la tradizionale processione del Santissimo Sacramento che, attraverso via Merulana, ha raggiunto la basilica di Santa Maria Maggiore seguita da migliaia di fedeli. Per la prima volta la solennità è stata celebrata la domenica successiva alla Santissima Trinità e non il giovedì per decisione dello stesso Bergoglio che ha voluto uniformare la data della festa a quella della Chiesa italiana e per permettere a maggior numero di fedeli di partecipare. Presenti cardinali, tra i quali Agostino Vallini, l’arcivescovo Angelo de Donatis, nuovo vicario della diocesi di Roma, i vescovi ausiliari e numerosi sacerdoti e religiose.
Per Francesco oggi «si gira pagina in fretta, voraci di novità ma poveri di ricordi. Così, bruciando i ricordi e vivendo all’istante, si rischia di restare in superficie, nel flusso delle cose che succedono, senza andare in profondità, senza quello spessore che ci ricorda chi siamo e dove andiamo. Allora la vita esteriore diventa frammentata, quella interiore inerte». In questo contesto si inserisce la solennità del Corpo e Sangue di Cristo attraverso la quale si ricorda che «nella frammentazione della vita» il Signore va incontro ai suoi fedeli «con una fragilità amorevole» visitando i loro cuori «facendosi cibo umile che con amore guarisce la nostra memoria, malata di frenesia».
L’Eucarestia, memoriale dell’amore del Padre, diventa quindi «la nostra forza, il sostegno del nostro camminare – ha proseguito Francesco -. Ecco perché ci fa tanto bene il memoriale eucaristico: non è una memoria astratta, fredda e nozionistica, ma memoria vivente e consolante dell’amore di Dio». È dall’Eucarestia che scaturisce «una memoria grata» nel momento in cui il fedele si riconosce figlio di Dio; «una memoria libera» quando l’amore e il perdono di Cristo «risanano le ferite del passato e pacifica il ricordo dei torti subiti e inflitti»; una memoria «paziente», quando si è consapevoli che lo Spirito di Gesù non abbandona mai.
Rivolgendosi ai numerosi bambini che nelle scorse settimane hanno ricevuto il sacramento della prima Comunione, il pontefice ha ribadito che attraverso l’Eucarestia «si imprime nel nostro cuore la certezza di essere amati da Gesù». È inoltre il sacramento dell’unità. «Chi la accoglie non può che essere artefice di unità, perché nasce in lui, nel suo “DNA spirituale”, la costruzione dell’unità – ha aggiunto Bergoglio -. Questo Pane di unità ci guarisca dall’ambizione di prevalere sugli altri, dall’ingordigia di accaparrare per sé, dal fomentare dissensi e spargere critiche; susciti la gioia di amarci senza rivalità, invidie e chiacchiere maldicenti». Al termine della Messa un lungo corteo di fedeli ha seguito il Santissimo Sacramento che in processione, con canti e preghiere, ha raggiunto Santa Maria Maggiore dove il Papa ha impartito la benedizione finale della celebrazione del Corpus Domini e ha reso omaggio all’icona della Salus populi romani con il canto del Salve Regina.
19 giugno 2017