Don Attilio Nostro nominato vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea

Foto di Cristian Gennari

Papa Francesco ha nominato nuovo vescovo della diocesi di Mileto – Nicotera – Tropea don Attilio Nostro, sacerdote della diocesi di Roma, finora parroco della comunità di San Mattia. Succede a monsignor Luigi Renzo.

L’annuncio è stato dato proprio nella parrocchia di Monte Sacro dal vescovo ausiliare per il settore Ovest monsignor Paolo Selvadagi, davanti ai fedeli riuniti per la Messa appena terminata. «Sono felice di annunciarci questa notizia», ha detto il vescovo ausiliare. «Don Attilio – ha proseguito – ha passato momenti importanti del suo vissuto pastorale nella diocesi di Roma. Preghiamo per lui perché sia assisto dal Signore e accompagnato dalla Madonna». La celebrazione eucaristica per l’ordinazione episcopale si terrà sabato 25 settembre alle ore 17 nella basilica di San Giovanni in Laterano; la Messa per l’ingresso del vescovo nella nuova diocesi è prevista invece per la settimana dopo, sabato 2 ottobre alle 17 nella cattedrale di Mileto.

Nato a Palmi (Reggio Calabria) il 6 agosto 1966, don Attilio Nostro è stato alunno del Pontificio Seminario Romano Maggiore. Ha conseguito il Baccalaureato in Filosofia e Teologia alla Pontificia Università Gregoriana e la Licenza in Studi su Matrimonio e Famiglia presso la Pontificia Università Lateranense. È stato ordinato sacerdote da san Giovanni Paolo II il 2 maggio 1993 per la diocesi di Roma. Tra i servizi prestati nella diocesi del Papa, quelli di vicario parrocchiale a Santa Maria delle Grazie al Trionfale (1993-1995); di vicario parrocchiale a Gesù Divin Lavoratore (1995-2001); di parroco a San Giuda Taddeo (2001-2014); infine di parroco a San Mattia nonché di insegnante di religione cattolica presso l’Istituto scientifico Nomentano.

«Ho due riferimenti in cuore: uno per fedeli laici e uno per sacerdoti», ha detto don Attilio Nostro salutando la comunità che ha guidato per quasi sette anni. «Voi laici avete una grande responsabilità, quella di non farci sentire soli, di aiutarci nell’incredibile compito di instaurare il regno di Dio su questa terra. E poi una parola per i sacerdoti: un vescovo si deve sporcare le mani per liberare da tante fogne intasate nel nostro cuore. Ringrazio la parrocchia di San Mattia in particolare, e tutte le parrocchie in cui sono stato parroco e vice parroco: mi avete insegnato ad amare», ha proseguito commosso. «Mi sono sentito padre, fratello, sposo, ed è questo quello che voglio portare a questa comunità. Accompagnatemi con le vostre preghiere perché se il Papa mi ha voluto fortemente nella mia terra natìa, se ha scelto un parroco di Roma è un segno di fraternità e di ulteriore comunione. Ho imparato ad amare e desidero farlo ancora di più».

Nel messaggio per la comunità diocesana che è ora chiamato a guidare, il nuovo vescovo ha ricordato le sue origini calabresi. «Sono cosciente che il Signore mi sta innestando nella pianta di un territorio formato da gente laboriosa e dignitosa ma troppo spesso costretta a misurarsi con un tessuto sociale umiliato dalla piaga della disoccupazione che rende ancora più difficile il futuro di tante giovani famiglie costrette al doloroso distacco dell’emigrazione. Questo fu anche il destino della mia famiglia che 36 anni fa condusse i miei passi da Palmi verso la città di Roma». (Ha collaborato Mariaelena Iacovone)

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19 agosto 2021