Esequie, la nota della Conferenza episcopale laziale

Accoglienza, attenzione, cura. Sono le parole d’ordine che un parroco o un sacerdote dovrebbero sempre ricordare durante la celebrazione di un funerale, come ribadisce la nota preparata dalla Conferenza episcopale laziale e diffusa oggi (giovedì 20 gennaio 2022). Ad accompagnarla una lettera del cardinale vicario Angelo De Donatis, indirizzata ai sacerdoti e ai diaconi permanenti della nostra diocesi.

«La preghiera di suffragio, che deve sempre essere raccomandata, sarà favorita da una predicazione e uno stile celebrativo particolarmente curati – scrive il porporato –, improntati alla semplicità e alla valorizzazione dei segni (luoghi liturgici, cero pasquale, aspersione, incenso) per esprimere la fede professata e rispondere a un preciso itinerario di evangelizzazione, che trova nell’ars celebrandi la forma più alta di annuncio della lex credendi della Chiesa. La preparazione della liturgia esequiale prevede anche l’accoglienza dei partecipanti, la cura per la proclamazione della Parola di Dio e il canto, l’esercizio dei ministeri. La sapienza celebrativa della Chiesa ci invita ad abbandonare tutte quelle prassi che non sono consone all’aula liturgica e che sviliscono il rito».

Nella nota preparata dalla Commissione regionale per la liturgia, infatti, si sottolinea come la celebrazione delle esequie debba sempre un’espressione di testimonianza della fede, un’occasione per testimoniare la visione cristiana della morte, annunciando la resurrezione. Il tutto, spiegano dalla Cel, va vissuto con i tratti più nobili dell’umanità, della gentilezza e della tenerezza. Non solo: può diventare anche occasione di evangelizzazione. «Il tempo del lutto – spiega il cardinale De Donatis – è una delle circostanze più opportune per rinvigorire la speranza dei credenti e testimoniare la fede nella Risurrezione. La vicinanza ai parenti e agli amici delle persone appena decedute e l’accompagnamento nel distacco sono occasioni pastorali preziose per un percorso di accoglienza anche verso chi partecipa saltuariamente alla vita della comunità. Infatti, l’esperienza della perdita di una persona cara offre l’opportunità alla Chiesa per consolare, ma anche per annunciare e testimoniare Cristo, che con la sua morte e risurrezione ci ha aperto la via al cielo».

Seguono una serie di disposizioni pratiche da tenere presenti durante il rito funebre, e non solo: meglio che una sola persona pronunci parole di commiato del defunto in chiesa, posticipando altri ricordi a un altro momento, ad esempio al termine della Messa, o al cimitero stesso. Inoltre «non è opportuno ricorrere a testi o immagini registrati, come pure all’esecuzione di canti o musiche estranei alla liturgia». Quanto alla cremazione, si ricorda che «la Chiesa non si oppone alla cremazione e prende atto di tale scelta, che si sta sempre più diffondendo e imponendo per ragioni di vario genere e spesso di tipo pratico (igienico, economico o sociale), con apposite indicazioni liturgiche e pastorali».

Leggi la lettera del cardinale e la nota della Cel

20 gennaio 2022