Ascoltare «il grido della città», che non significa solo «la raccolta dolorosa delle tante sofferenze ed ingiustizie che dilaniano la vita degli abitanti di Roma». Ma fare un passo in più. Magari «programmare una visita nelle case del quartiere» o «individuare un referente-missionario per ogni scala dei palazzi del quartiere». Parrocchie in uscita, dunque, dando sempre la priorità ai giovani, alle famiglie, ai poveri. Il cardinale vicario Angelo De Donatis ha indicato le linee pastorali per il prossimo anno, al termine dei Secondi Vespri celebrati nella solennità della Natività di San Giovanni Battista, nella basilica di San Giovanni in Laterano. “Abitare con il cuore la città” il titolo dell’intervento del vicario.
Il pomeriggio di oggi (24 giugno 2019) si era aperto nella cattedrale di Roma con la Messa delle ore 17.30, durante la quale una quarantina di sacerdoti hanno celebrato il loro giubileo sacerdotale, vale a dire il venticinquesimo, cinquantesimo e sessantesimo anniversario di ordinazione; a presiederla il cardinale De Donatis. Quindi i Secondi Vespri, con la consegna delle linee pastorali.
«Per lasciare spazio alla guida dello Spirito Santo la Chiesa deve farsi piccola – ha detto il cardinale –: solo così riscoprirà la gioia di essere missionaria e di sperimentare insieme nuove vie di evangelizzazione. Non che siano mancate in questi anni esperienze anche molto positive di evangelizzazione, ma nel loro insieme le comunità cristiane della diocesi sentono una certa stanchezza, un calo di entusiasmo, e soprattutto non collaborano tra di loro, talvolta presumendo di bastare a se stesse. Di qui la necessità di un cammino sinodale. Questo significa un processo in cui si permette a Dio di parlarci».
Tra le novità accennate dal vicario del Papa per la diocesi di Roma, la «necessità di far nascere in ogni una piccola equipe pastorale. Il suo compito è fondamentale: animare dal di dentro la comunità parrocchiale, perché, nei suoi vari membri e livelli, possa realizzare l’ascolto del quartiere e delle storie di vita dei suoi abitanti».
Anche nell’omelia non sono mancati i riferimenti alla realtà romana e al compito che attende la Chiesa di Roma per il prossimo anno pastorale. «Che cos’è l’ascolto del grido della città che ci accingiamo a compiere il prossimo anno – ha domandato il porporato –? Non è soltanto la raccolta dolorosa ma doverosa delle tante sofferenze ed ingiustizie che dilaniano la vita degli abitanti di Roma. C’è qualcosa di più, che richiede uno sguardo contemplativo, ci ha detto il nostro Vescovo Papa Francesco. È riconoscere la presenza e la voce dello Sposo. Egli è al fianco dei piccoli e i poveri, e la loro carne sofferente è la carne stessa dello Sposo. Egli è nell’inquietudine dei giovani che cercano il senso della loro vita, “qualcosa di bello” per cui valga la pena di vivere, qualcosa di cui innamorarsi».
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Leggi l’omelia dei Secondi Vespri