Il cardinale vicario Angelo De Donatis presiederà, sabato 23 novembre alle ore 17 nella basilica di San Giovanni in Laterano, la Messa durante la quale saranno ordinati sette nuovi diaconi permanenti per la diocesi di Roma. Tra i concelebranti, il vescovo ausiliare monsignor Gianpiero Palmieri, delegato per il diaconato permanente; don Pierangelo Pedretti, prelato segretario del Vicariato di Roma; e don Walter Insero, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi e vice-delegato del Centro diocesano per il diaconato permanente. Animerà la celebrazione il Coro della diocesi di Roma. I nuovi diaconi si aggiungeranno agli altri 124 che già esercitano il ministero nelle parrocchie e nelle varie strutture della diocesi. Si tratta di sette uomini, sei dei quali sono sposati, ritenuti idonei dopo un percorso formativo durato cinque anni che ha coinvolto anche le loro famiglie: Ivo Candiolo, Massimo Di Marco, Angelo Riccobene, Alessandro Sciolari, Generoso Simeone, Massimo Tuninetti, Marcellus Okenwa Udugbor.
Il più giovane è Generoso Simeone, classe 1980, sposato da dieci anni con Valentina, padre di due bambine e con un terzo figlio in arrivo. «Questi anni di formazione al diaconato sono stati una grazia enorme per me e per il nostro matrimonio – commenta –; capire davvero cosa volesse dire diacono, e quindi servo, mi ha permesso di esserlo innanzitutto a casa, con mia moglie, le mie figlie e i miei genitori, e questo ha portato delle benedizioni incredibili». Da sempre impegnato in oratorio e nella pastorale giovanile nella parrocchia di Sant’Aurea a Ostia Antica, Generoso ha scoperto la sua vocazione «grazie al percorso sulle Dieci Parole di don Fabio Rosini», racconta.
Il decano del gruppo è invece Marcellus Udugbor, nato in Nigeria, docente di Diritto civile alla Pontificia Università Lateranense, sposato con Maria Chiara, della parrocchia di Sant’Ambrogio. Gli altri candidati al diaconato sono romani, tranne Angelo Riccobene, arrivato nella Città Eterna diciannove anni fa da Enna. «Sarei dovuto restare solo per tre mesi per un corso di preparazione all’esame di avvocato – ricorda –, ma poi ho trovato lavoro come agente immobiliare e sono rimasto qui». Celibe, frequenta la parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice, dove è impegnato con il progetto della Caritas di Roma “Quartieri Solidali”; «presto anche servizio – aggiunge – nel carcere di Regina Coeli, dove seguo in particolare i detenuti che hanno condizioni di salute precaria».
Impegnato nella pastorale sanitaria anche Alessandro Sciolari, sposato con Laura da quasi quarant’anni e padre di una figlia: «Presto servizio in un hospice dell’Università Cattolica e faccio accompagnamento al fine vita – spiega –; ho trovato all’interno di questo impegno pastorale la mia risposta vocazionale, e la mia famiglia mi è molto vicina in questo percorso». Sul fronte della pastorale sanitaria, con la vicinanza ai degenti dell’ospedale Sandro Pertini, anche Massimo Tuninetti, informatico, insieme alla moglie Daniela. «Nella parrocchia di Santa Maria del Soccorso ci occupiamo di pastorale familiare – sottolinea inoltre il futuro diacono –; seguiamo le coppie di fidanzati che si preparano al matrimonio e le giovani coppie di sposi».
Ivo Candiolo, marito di Gloria dal 1996, è attivo invece a San Tommaso Apostolo, mentre Massimo Di Marco, elettricista, e la moglie Patrizia, frequentano la comunità del Sacro Cuore di Gesù a Ponte Mammolo: «Organizziamo pranzi per gli anziani soli, li andiamo a trovare a casa e curiamo la preparazione al sacramento del Battesimo. La mia vocazione è nata gradualmente – confessa –; ho intrapreso questo viaggio bellissima in cui si impara a spogliarsi di tutte le cose superflue».
21 novembre 2019