«Il pellegrinaggio è ritrovare chi siamo»: i fedeli romani a Santiago de Compostela

Primo giorno di pellegrinaggio ieri, giovedì 26 agosto, tra Lisbona, Braga e Santiago de Compostela per un gruppo della diocesi di Roma, che aderisce all’iniziativa diocesana, organizzata dall’Opera Romana Pellegrinaggi, che avrà poi il suo momento centrale, dal 28 al 31 agosto, a Fatima, con il cardinale vicario Angelo De Donatis. Saranno in tutto circa 200 i partecipanti.

Nell’anno del Giubileo compostelano, i pellegrini hanno celebrato la Messa nel santuario del Buon Gesù, a Braga. A presiederla, il vescovo ausiliare monsignor Dario Gervasi. Nell’attesa di percorrere l’ultimo tratto del cammino di Santiago, nella giornata di oggi, il presule nell’omelia si è soffermato sul senso del pellegrinaggio.

«Il pellegrino è un uomo che cammina ma è diverso dal turista, che va, vede e conosce – ha detto -. Il pellegrino è spinto dall’arrivare a una meta ben precisa. Questo determina uno stile di vita». Nell’omelia monsignor Gervasi ha riflettuto sul pensiero diffuso oggi secondo cui «il cammino stesso in fondo è una meta».

«Ma – ha avvertito – è una mezza verità. Camminare senza una meta non ha senso. Siccome pochi riescono a dire che la vita ha uno scopo, allora ci si è persi nella bellezza del cammino. Il pellegrinaggio che abbiamo iniziato ci vuole aiutare a ritrovare la bellezza della vita considerata come cammino verso una meta, cioè tornare al Padre, riconoscersi figli di Dio e ritrovare la nostra vera identità di pellegrini che vivono su questa terra insieme agli altri, andando verso una meta ben precisa».

Infine, il vescovo ausiliare ha indicato le due dimensioni del pellegrinaggio cristiano: andare verso Dio con tutto il cuore e camminare verso i fratelli. «Non è una fuga, ma è ritrovare chi siamo».

27 agosto 2021