Ritiro spirituale per i dipendenti del Vicariato guidato da S.E. Mons. Daniele Salera – Cappella “Charles de Foucauld” del Pontificio Seminario Romano Maggiore
Corso “Un di più di Speranza” – Sala Conferenze del Pontificio Seminario Romano Maggiore (Uff. past. sanitaria)
Corso “Un di più di Speranza” – Sala Conferenze del Pontificio Seminario Romano Maggiore (Uff. past. sanitaria)
Nella parrocchia di San Giuseppe Cafasso, interviene alla presentazione del report “I nuovi italiani nella Diocesi di Roma”
Nella parrocchia di San Giuseppe Cafasso, interviene alla presentazione del report “I nuovi italiani nella Diocesi di Roma”
E’ entrato nella luce della Resurrezione padre Italo Colombini
Il Vicario Baldassare Reina,
il Consiglio Episcopale
e il Presbiterio della Diocesi di Roma
annunciano che il 31 ottobre u.s.
è entrato nella luce della Resurrezione
il Rev.do
Padre Italo Colombini, C.S.I.B.P.
di anni 84
Parroco della Parrocchia Assunzione di Maria dal 1992 al 2008
e, ricordandone il generoso e fecondo servizio pastorale,
lo affidano all’abbraccio misericordioso di Dio
e alla preghiera di suffragio dei fedeli,
invocando la pace e la gioia del Signore.
I funerali sono stati celebrati sabato 2 novembre 2024,
presso la Parrocchia di Santa Maria del Rosario a Ladispoli (RM)
Partecipa agli esercizi spirituali con i sacerdoti ad Ariccia
Partecipa agli esercizi spirituali con i sacerdoti ad Ariccia
“Il cuore di tutti”: screening gratuiti per gli ospiti Caritas
Uno screening cardiologico gratuito per gli ospiti della Caritas di Roma. È l’iniziativa “Il cuore di tutti” promossa dall’Associazione nazionale dei Medici cardiologi ospedalieri (Anmco) e dalla Fondazione “Per il tuo cuore” in collaborazione con l’organismo della diocesi di Roma. Nei giorni 5, 6 e 7 novembre le persone accolte presso l’Ostello “Don Luigi Di Liegro” e presso il Poliambulatorio, strutture della Caritas alla Stazione Termini, potranno usufruire di uno screening e della consulenza dei cardiologi ospedalieri.
L’iniziativa rientra in un programma più ampio che le due organizzazioni promuovono in ambito nazionale. Dai dati Istat più recenti risulta, infatti, un non ottimale stato di salute cardiovascolare della popolazione italiana soprattutto in quegli strati rappresentati da persone indigenti, a rischio di indigenza e con fragilità biologica o sociale. L’accesso al Servizio Sanitario Nazionale, pur garantito per legge, non è agevole per queste persone e per i migranti in condizioni di irregolarità o comunque di scarsa inclusione sociale.
Il progetto di “spot screening cardiovascolare” è rivolto a questi strati di popolazione, che volontariamente si sottoporrà alle attività sanitarie. Un programma che si articolerà in varie fasi, la prima delle quali si terrà nel mese di novembre nelle città di Roma e Bari grazie alla collaborazione con le due Caritas diocesane. Successivamente nel corso del 2025 si terranno ulteriori azioni programmate, anche in altre città e in altri siti di aggregazione.
Il Progetto trova quali partner, con un contributo incondizionato, Cardioline, Bruno Farmaceutici S.p.A. e l’Università Campus Biomedico per la disponibilità di cardiologi in formazione.
«Tra le nostre case, tra le strade, tra la gente, c’è una città invisibile e spesso dimenticata. Sono italiani e stranieri poveri, senza tetto, senza una comunità intorno a loro. Ce ne accorgiamo nell’emergenza, quando danno fastidio perché occupano i “nostri” spazi, quando stanno male e non possono curarsi. La tutela della salute è efficace nei percorsi di prevenzione, nell’ordinario, o nell’attenzione a segni e sintomi nascosti che possono essere attivamente cercati per avviare precocemente una reale presa in carico di tutti, a partire dalle persone più deboli. Questo è il senso della medicina, parte di una comunità che cura. Un diritto per ognuno, soprattutto per i più fragili, che purtroppo viene spesso disatteso per l’indifferenza e la cattiva organizzazione. Il valore di questa iniziativa è, oltre all’assistenza diretta per coloro che ne hanno bisogno, quello di avvicinare queste persone alle istituzioni sanitarie». È quanto ha detto Giustino Trincia, direttore della Caritas diocesana di Roma, nel presentare il progetto che si svolgerà nei centri presso la Stazione Termini.
«Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di invalidità e mortalità nel nostro Paese e ancora oggi detengono un triste primato che deve indurre tutti noi a uno sforzo rilevante attraverso la prevenzione che è la principale arma per combatterle. La Fondazione per il Tuo cuore dell’ANMCO, da sempre in prima linea nella ricerca e prevenzione cardiovascolare, desidera con questa importante iniziativa realizzata insieme alla Caritas rivolgere l’attenzione ai più fragili, spesso dimenticati e poco considerati, offrendo loro la possibilità di sottoporsi ad uno screening cardiologico completo e gratuito. Grazie all’utilizzo della nuova carta del rischio cardiovascolare è possibile dividere le persone, in basso, medio, alto ed altissimo rischio potendo in tal modo calcolare la probabilità di eventi cardiovascolari della persona in esame e prescrivere, laddove necessario, la migliore strategia individualizzata da adottare: stile di vita, esercizio fisico, dieta, terapia farmacologica». Così il dottor Domenico Gabrielli, presidente Fondazione per il Tuo cuore ANMCO e direttore Cardiologia dell’ospedale San Camillo di Roma.
4 novembre 2024
I 1.700 anni della basilica lateranense: la conclusione delle celebrazioni
Si concludono ufficialmente sabato 9 novembre le celebrazioni per i 1.700 anni della basilica di San Giovanni in Laterano. Alle ore 17.30 il vicario del Papa per la diocesi di Roma nonché arciprete della basilica, l’arcivescovo Baldassare Reina, presiederà il solenne pontificale. Sarà il Coro della Diocesi di Roma diretto da monsignor Marco Frisina ad animare la celebrazione, con dei canti appositamente composti proprio dal direttore e fondatore del Coro. «L’intero libretto è stato accuratamente pensato per celebrare questo anniversario così significativo – spiega il sacerdote –. Ho voluto scrivere una Messa per la festa della dedicazione di San Giovanni, ma ho scritto anche un inno alla Chiesa, perché la cattedrale è un simbolo, un segno della Chiesa fatta di pietre vive».
Il giorno prima, venerdì 8 novembre, alle ore 19.45, inoltre, nella basilica di San Giovanni in Laterano si terrà il primo incontro del percorso “Ascoltando i maestri”, con la partecipazione di monsignor Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio per la catechesi della diocesi di Roma, di don Fabio Rosini, direttore dell’Ufficio per la pastorale universitaria della diocesi di Roma, e di don Gabriele Vecchione, addetto dell’Ufficio per la pastorale universitaria della diocesi di Roma. «L’iniziativa riparte celebrando i 1.700 anni della basilica lateranense – sottolinea Francesco d’Alfonso, che modererà la serata –. Raccontare 1.700 anni di storia in un’ora e mezzo è complesso, quindi parleremo solo di alcuni eventi e personaggi che hanno avuto a che fare con la basilica. Partiremo naturalmente da Costantino, per passare poi a san Francesco, che arrivò al Laterano per chiedere l’approvazione della regola. Ancora, parleremo di Borromini che ne ha curato il grande restauro e l’ha concepita così come la vediamo oggi. Per quanto riguarda il Novecento, ci soffermeremo su un evento molto significativo celebrato nella cattedrale di Roma, cioè il funerale di Aldo Moro». Il dialogo tra i tre sacerdoti sarà intervallato da alcuni momenti artistici che vedranno protagonisti l’organista Leonardo Coen, il Coro Musicanova diretto da Fabrizio Barchi e l’attore Davide Fasano.
Ancora, con la celebrazione dell’anniversario si concluderà anche il concorso indetto un anno fa dall’Ufficio per la pastorale scolastica e l’insegnamento della religione cattolica della diocesi di Roma, dal titolo “La basilica lateranense tra fede e storia”, per le scuole di ogni ordine e grado del territorio diocesano. «In questi diciassette secoli – osserva il direttore dell’Ufficio Rosario Chiarazzo – la basilica lateranense è stata ed è al centro di numerosi eventi che hanno segnato e segnano il tessuto civile e religioso della città di Roma e dell’intera cristianità. Agli studenti è stato affidato il compito di esprimere con la propria sensibilità attraverso le nuove tecnologie, alcuni aspetti caratteristici di questa lunga storia».
L’Arcibasilica del Santissimo Salvatore e di San Giovanni Battista ed Evangelista, comunemente detta San Giovanni in Laterano, è la più antica tra le quattro principali basiliche della città. Costruita nel IV secolo sul Monte Celio, nei terreni che appartenevano alla famiglia patrizia dei Laterano. Originariamente consacrata da Papa Silvestro I nel 324, fu dedicata, per volontà dell’imperatore Costantino, al Santissimo Cristo il Salvatore. Nel secolo IX Papa Sergio III la dedicò anche a San Giovanni Battista; nel XII secolo Papa Lucio II aggiunse anche San Giovanni Evangelista. Numerosi gli artisti che hanno lavorato a diverse ristrutturazioni. Il pavimento in stile cosmatesco e il soffitto ligneo dorato furono realizzati da Giacomo della Porta su disegno del suo patrocinatore, Michelangelo. Francesco Borromini intervenne sugli interni per volere di Papa Innocenzo X.
4 novembre 2024
E’ entrata nella luce della Resurrezione Serafina, mamma di don Angelo Compagnoni
Il Vicario Baldassare Reina,
Il Consiglio Episcopale
e il Presbiterio della Diocesi di Roma
sono vicini al dolore di Don Angelo Compagnoni,
Parroco della Parrocchia di San Timoteo,
per la morte della sua cara mamma
Serafina
di anni 96
e assicurando preghiere di suffragio, invocano Dio Padre,
ricco di misericordia, perché conceda a Serafina
il premio della vita eterna e dia conforto ai suoi familiari
I funerali saranno celebrati lunedì 4 novembre 2024, alle ore 15.00,
presso la Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo Apostoli
a Verolavecchia (BS)
I nuovi italiani nella diocesi di Roma
«La crescita costante del numero di immigrati nel nostro Paese – con una incidenza sul totale della popolazione residente passata da meno dell’1% nel 1990 a più dell’8,7% nel 2023 (pari a 5.141.341 stranieri regolarmente residenti) – pone il tema dell’integrazione al centro del dibattito pubblico e del confronto politico. Dell’intero numero di stranieri residenti, circa il 29% appartiene alla classe demografica “giovane” (14-34 anni), producendo una categoria di cittadini che in Italia, tradizionalmente Paese di emigrazione anziché di immigrazione, era sostanzialmente inedita sino a una generazione fa: i “nuovi italiani”, su cui maggiormente si gioca la partita dell’integrazione».
Lo spiegano Fabrizio Battistelli e Francesca Farruggia, entrambi docenti alla Sapienza, rispettivamente presidente e segretaria generale dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo (Iriad), con il quale hanno curato, su commissione della diocesi di Roma, la ricerca su “I nuovi italiani nella diocesi di Roma”. Lo studio verrà presentato il 5 novembre alle ore 16 nella parrocchia di San Giuseppe Cafasso, a Torpignattara, uno dei quartieri più multietnici della Capitale. A presentarlo, oltre ai due studiosi, ci saranno – moderati da padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi – il vicario monsignor Baldo Reina, il vescovo Benoni Ambarus, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e l’assessora alle Politiche Sociali di Roma Capitale Barbara Funari. Porterà la sua testimonianza Veronica Kallarakkal.
L’analisi è basata su 119 rilevazioni faccia a faccia, tra interviste focalizzate a testimoni privilegiati e focus group aventi come protagonisti giovani residenti a Roma con background migratorio (sia nati e cresciuti in Italia, sia nati in un altro Paese) e originari di 21 Paesi diversi.
«Le traiettorie di vita dei nuovi italiani sono molto eterogenee e necessitano di percorsi di inclusione modulati sui differenti vissuti e sui codici culturali di provenienza – spiegano Battistelli e Farruggia –. Comune a tutti i giovani intervistati è tuttavia quella particolare condizione di “sospensione” che, a livello sia sociale sia culturale, rende questi giovani né totalmente parte del Paese di insediamento né totalmente parte della società di provenienza dei loro genitori. Tale condizione è il fil rouge della loro esistenza, che ne permea i diversi ambiti di vita, a cominciare dal rapporto con se stessi». Complesso il quadro educativo, per questi giovani, dove talvolta, grazie alla migliore conoscenza della lingua italiana e della tecnologia, si verifica «un paradossale rovesciamento dei ruoli – sottolineano gli autori della ricerca – per cui appaiono, per certi aspetti, come “genitori dei propri genitori”. Inoltre rischiano di apparire “troppo italiani” agli occhi della propria famiglia e “troppi stranieri” agli occhi degli autoctoni».
Osserva il vescovo Ambarus: «Finalmente come Chiesa iniziamo a vedere questi ragazzi, a capire che sono nostri futuri cittadini. La speranza è che questa ricerca, che faremo girare in diversi ambienti, possa innescare ulteriori spazi di dibattito, di riflessione e di confronto».
28 ottobre 2025
Presiede la riunione della Commissione per la tutela dei minori e persone vulnerabili
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Celebra la Messa nella parrocchia di San Gregorio VII
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