16 Agosto 2025

Il saluto alla diocesi dal vescovo Palmieri

Foto di Cristian Gennari

L’arcivescovo Gianpiero Palmieri, finora vicegerente della diocesi di Roma e ausiliare del settore Est, lo scorso 29 ottobre è stato chiamato alla guida della diocesi di Ascoli Piceno. Martedì 23 novembre alle ore 19, nella parrocchia di San Giovanni Bosco (piazza omonima), presiederà una celebrazione di saluto a tutta la diocesi, e in modo particolare al settore di cui ha avuto la cura pastorale dal maggio 2018, poiché per motivi legati alla pandemia i fedeli e i sacerdoti romani non potranno partecipare alla celebrazione nelle Marche. L’ingresso nella diocesi di Ascoli Piceno è previsto domenica 28 novembre, alle ore 16.30, nella cattedrale di Sant’Emidio.

19 novembre 2021

Il Rotary Club Eur dona un nuovo ecografo al Poliambulatorio Caritas

«La malattia è di per se una condizione emarginante e quando si presenta in persone fragili, povere, in condizioni sociali deprivate, può divenire una esperienza devastante. Ma può anche essere occasione di incontro, di relazione, di accoglienza e di cura. Per fare ciò servono persone formate e motivate, strumenti tecnici adeguati e il sostegno della Comunità. Oggi questi elementi si incontrano e testimoniano impegno e professionalità». Queste le parole pronunciate da monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma, durante la cerimonia di consegna di un nuovo ecografo, donato dal Rotary Club Eur al Poliambulatorio dell’organismo cattolico che si trova nei pressi della Stazione Termini (via Marsala, 97), allo scopo di assicurare continuità di diagnosi e assistenza a quanti rimangono ai margini del Servizio Sanitario Nazionale.

La partecipazione e l’energia positiva manifestate da tutti, hanno commosso il presidente del Rotary Club Eur, Carla Lendaro, la quale ha voluto sottolineare come «l’impegno profuso dai medici volontari e dalla Caritas per la tutela della salute di tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla loro provenienza sociale, economica o geografica, sia la più nobile affermazione del diritto alla dignità dell’essere umano».

Con il nuovo ecografo, potrà essere incrementata l’attività di diagnosi integrata con l’attività clinica di cura e prevenzione, con la possibilità di assistere tempestivamente quanti sono in condizione di marginalità e bisogno.

30 maggio 2018

Il Rosario via social nel mese mariano

Dopo la Via Crucis on line durante la Quaresima, ecco il Rosario via social. La proposta arriva dall’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi e dal Servizio diocesano per la pastorale giovanile, in collaborazione con LabOratorium, che hanno deciso di rispondere insieme all’invito lanciato da Papa Francesco di pregare il Rosario per chiedere la fine della pandemia. Ogni sabato del mese di maggio, a partire da domani, quindi, alle ore 19, sarà possibile partecipare alla preghiera mariana sul canale YouTube della diocesi (clicca qui per il link), sulla pagina Facebook della Pastorale giovanile e sulla pagina Facebook della parrocchia di Santa Maria in Portico in Campitelli, che ospita l’iniziativa.

«Ogni settimana pregheremo i cinque misteri, cominciando da quelli gaudiosi – illustra don Stefano Cascio, addetto dell’Ufficio comunicazioni sociali e parroco di San Bonaventura da Bagnoregio –. Il Rosario sarà animato da diversi gruppi di giovani della diocesi; i primi saranno i ragazzi del Cor, Centro oratori romani».

La scelta della parrocchia di Santa Maria in Portico in Campitelli non è casuale: nella chiesa del centro storico è custodita un’icona della Vergine con il bambino in braccio molto cara ai romani, che si recarono qui fin dai secoli scorsi a pregare per la fine delle pestilenze.

7 maggio 2021

Il Rosario per la pace delle comunità etniche

L’Ave Maria recitato in lingue diverse, intervallato da canti devozionali della tradizione ucraina, rumena, filippina, latino-americana, nigeriana. Sarà molto suggestivo il “Rosario per la pace” promosso dall’equipe pastorale Migrantes all’interno dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma, in programma domenica 5 maggio, dalle ore 17, nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, in piazza della Repubblica. A guidare la recita del Rosario sarà don Pietro Guerini, parroco della basilica e direttore dell’Ufficio diocesano. «Ma verranno coinvolti laici, sacerdoti, religiose e religiosi dell’equipe che animeranno il Rosario», anticipa il sacerdote, che coglie l’occasione per presentare il nuovo gruppo di lavoro.

«L’equipe è stata costituita di recente – spiega – ed è composta da persone che hanno una particolare formazione ed esperienza accreditati nel lavoro con i migranti. Il loro compito è quello di proporre iniziative di carattere formativo e spirituale, come appunto il Rosario di domenica prossima, ma anche fornire accompagnamento ai parroci e ai consigli pastorali affinché vi sia un vero processo di integrazione nel territorio diocesano».

Sono circa 120 le diverse etnie presenti a Roma, che rappresentano tutti e cinque i continenti e quasi tutti i Paesi del mondo. «Questo Rosario – prosegue don Guerini – nasce da una esigenza emersa in termini molto pressanti e intensi soprattutto da parte di alcune comunità etniche, provenienti da zone dove ci sono conflitti. L’esigenza, cioè, di condividere insieme la preghiera perché sia lenita la sofferenza». In tanti, tra i migranti che vivono a Roma, hanno perso parenti e amici a causa delle guerre o vengono da Paesi attualmente coinvolti in conflitti. «Testi biblici e brani tratti da discorsi di Papa Francesco accompagneranno la meditazione di ogni Mistero del Rosario – annuncia il sacerdote –. Questo percorso di preghiera vuole essere un’accorata invocazione del mondo riunito a Roma per il mondo che soffre la violenza della guerra. L’invocazione a Maria e al Signore aiuti un processo di pace che parte anche da noi».

29 aprile 2024

Il Rosario per la pace a Santa Maria Maggiore

La diocesi di Roma invita tutti i fedeli a partecipare al Rosario per la pace in Terra Santa che si terrà domenica 15 ottobre alle ore 21, sul sagrato della basilica di Santa Maria Maggiore, e sarà presieduto dal cardinale vicario Angelo De Donatis. L’immagine della Beata Vergine Maria Salus Populi Romani sarà posta sul sagrato e si chiederà la sua intercessione per la pace in Terra Santa e nel mondo intero.

10 ottobre 2023

Il Rosario per il Papa sul sagrato di Santa Maria Maggiore

Foto Gennari

Suonano le campane mentre il cardinale vicario Baldo Reina arriva sul sagrato della basilica di Santa Maria Maggiore. Tante le persone pronte a recitare il Rosario per Papa Francesco che il porporato ha guidato stasera, 23 aprile. Al centro è stata posizionata una riproduzione dell’icona di Maria Salus Populi Romani e sei candelabri accesi. Poco più avanti, sulla sinistra, una foto del pontefice. La stessa che in molti, durante tutto il giorno, si fermano a guardare prima di lasciare una preghiera sul quaderno che è stato lasciato davanti alla porta principale della basilica.

Insieme a Reina, tra gli altri, ci sono il vicegerente Renato Tarantelli Baccari e il cardinale Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore di Santa Maria Maggiore, a cui Francesco ha affidato la sua sepoltura nella basilica. Il luogo dove verrà tumulato è già pronto. Si trova nella navata sinistra, tra la Cappella Paolina e la Cappella Sforza. Nelle ultime ore, come protezione, sono stati posizionati dei pannelli di legno. In tanti, durante il pomeriggio, prima dell’inizio del Rosario, si fermano a dire una preghiera.

Le campane continuano a rintoccare, mentre sul sagrato inizia un lungo momento di silenzio. Gli occhi del cardinale vicario contemplano l’icona della Vergine. Dopo diversi minuti la musica dell’organo amplifica dolcemente il clima di meditazione. Le note di “Andrò a vederla un dì” si aggiungono al rumore del traffico che continua a scorrere. Chi non ha trovato posto, partecipa dalla piazza. Si intravedono telefoni alzati, mani giunte, braccia conserte. C’è chi si aggiunge con delicatezza al canto. Il cardinale si limita solamente a guidare il Rosario. Il suo raccoglimento è lo stesso di tutte le persone che affidano Papa Francesco alla Vergine. Un incontro intimo e sentito, che si conclude così come è iniziato. Con la musica dell’organo e il silenzio.

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23 aprile 2025

Il Rosario in diretta Facebook da Santa Maria sopra Minerva

Il Rosario in diretta Facebook dalla basilica di Santa Maria sopra Minerva, davanti alla tomba di santa Caterina da Siena. Questa l’iniziativa della comunità dei frati domenicani della basilica del centro storico, guidati da padre Antonio Cocolicchio, in programma per mercoledì 29 aprile alle ore 21. «Uniamoci a tutta la Famiglia domenicana, nella festa di santa Caterina, per implorare la grazia della liberazione da questa pandemia», è l’esortazione del religioso.

Accolgono così l’appello lanciato nei giorni scorsi da padre Gerard Timoner, Maestro dell’Ordine dei Predicatori: «Esorto l’intera famiglia domenicana – frati, monache, suore, laici, istituti secolari, fraternità sacerdotali e giovani – nel mondo a pregare insieme il Rosario secondo le indicazioni di padre Lawrence Lew, promotore generale del Santo Rosario».

22 aprile 2020

Il Rosario delle comunità etniche

Sarà celebrato nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri il Rosario per la pace, promosso dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma. A presiedere il momento di preghiera, in programma domenica 18 maggio alle ore 17, sarà il cardinale Fabio Baggio, sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.

Saranno proposti i Misteri della Gloria, invocando la Pace come dono del Risorto, e chiedendo la docilità di cuore per accogliere questo dono. La preghiera dell’Ave Maria sarà recitata in lingue diverse, rappresentative dei cinque Continenti, con richieste di pace specifiche alle diverse aree di crisi. Canti mariani della tradizione ucraina, filippina, nigeriana, latino-americana, congolese, armena e rumena accompagneranno la celebrazione, scandita da testi evangelici, brani del Magistero e le riflessioni del cardinale Baggio.

«Tutte le comunità etniche romane – spiega don Pietro Guerini, direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma – sono coinvolte in questo momento di preghiera che vuole esprimere un’accorata domanda di pace al Signore, ma anche un impegno personale responsabile in favore della pace. Ciascuno, incluse le persone di nazionalità italiana, è invitato a partecipare con un segno distintivo del Paese d’origine, come bandiera e costumi tipici). Tale Rosario sarà recitato in 11 lingue e animato da 7 cori di nazionalità differente. Tutto questo a sottolineare che è veramente possibile la comunione delle diversità, realizzata nell’azione liturgica e nella vita quotidiana. Con il Rosario delle Comunità etniche – conclude – vogliamo vivere un’esperienza di Pace nel presente, perché la pace sia costruita e vissuta, in un futuro che speriamo prossimo, nei contesti segnati da conflitti».

12 maggio 2025

Il Rosario a piazza San Pietro per Papa Francesco

Foto Diocesi di Roma / Gennari

Raccogliendo i sentimenti del Popolo di Dio, da questa sera, lunedì 24 febbraio 2025, i cardinali residenti a Roma, i capi dei Dicasteri della Curia Romana e tutta la diocesi di Roma, si raccoglieranno in piazza San Pietro, alle ore 21, per la recita del Santo Rosario per la salute del Santo Padre. La preghiera, oggi, sarà presieduta dal cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin.

24 febbraio 2025

Il rococò romano di Santa Maria Maddalena

Articolo a cura delle Missionarie della Divina Rivelazione

Nel mese di luglio, oltre a altre belle ricorrenze, celebriamo la Festa di Santa Maria Maddalena che, in modo ancora più speciale, abbellisce il calendario liturgico. Il 22 luglio la Chiesa ricorda particolarmente l’Apostola degli Apostoli che in tutto il mondo è associata all’amore misericordioso di Cristo, che senza guardare il passato, perdona i peccati degli uomini e ridona la speranza.

Maria Maddalena, che la tradizione identifica con la pubblica peccatrice riportata dai Vangeli, ha una piccola chiesa dedicata a lei nel centro storico di Roma. La chiesa di Santa Maria Maddalena, situata nell’omonima piazza voluta da Papa Urbano VIII, non è molto grande, ma è un’importante gemma che compone l’immensa gamma di pietre preziose della tradizione architettonica romana. Si tratta di uno dei pochi esemplari dello stile rococò romano, che riempie lo sguardo dei pellegrini che la visitano in un concentrato di splendore tipico dell’eredità barocca del Seicento.

Di origini seicentesche, la chiesa, costruita su una cappella del Trecento, è stata affidata, come attestano i documenti, alla prestigiosa Arciconfraternita del Gonfalone. Nell’anno 1586 è stata concessa al sacerdote abruzzese Camillo de Lellis, fondatore del nascente Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, oggi conosciuti in tutto il mondo come i padri camilliani. Secoli dopo, questa chiesa diventerà anche il sacrario che conserva le spoglie di San Camillo, la cui memoria si celebra ugualmente nel mese di luglio.

La facciata, conclusa dall’architetto Giuseppe Sardi nel 1735, trasmette già l’idea della necessità di rendere visibile la gloria delle realtà divine attraverso la bellezza architettonica, in un periodo di grande contrasto con il progredito illuminismo. Con una decorazione inusuale per il contesto dell’epoca, ha ricevuto dai critici l’appellativo di “chiesa di zucchero” per lo stile, appunto, carico di elementi. Sotto la croce, che sta al centro della facciata, troviamo l’iscrizione: “O CRUX AVE SPES UNICA PIIS ADAUGE GRATIAM”: “Salve o Croce, unica speranza, accresci ai devoti la grazia”.

La chiesa presenta un’unica navata, che ospita sei cappelle laterali armoniosamente disposte al suo interno e una notevole cupola di raffinata bellezza. Il fedele, quando entra, passa sotto lo splendido organo del Settecento, situato nella controfacciata e decorato in oro e figure di stucco. Il fedele che lo osserva sente già che la sua anima si eleva alla contemplazione.

Il soffitto ligneo, opera di Michelangelo Cerruti, è affrescato con la risurrezione di Lazzaro e la scena, sospesa in alto, sembra sostenuta dai diversi angeli che la toccano con delicatezza o la guardano con la dolcezza propria di questi spiriti celesti.

Subito a destra si trova la cappella di San Francesco di Paola che ospita il dipinto raffigurante il santo mentre risuscita un bambino. In seguito, si trova la cappella che contiene un bellissimo dipinto della Vergine col Bambino, di autore ignoto, che è molto venerata dai fedeli da quando, nel 1619, è stata intronizzata. In origine si trovava  nell’altare maggiore.

La terza cappella alla destra, dedicata originalmente alla Vergine Assunta, è il luogo scelto per ricevere le spoglie di San Camillo; si tratta di una cappella degna di stupore per la maestosità del suo complesso marmoreo riccamente decorata con elementi in lapislazzuli, alabastro e diaspro sanguineo, incoronati da un meraviglioso affresco attribuito a Sebastiano Conca che rappresenta la gloria di San Camillo fiancheggiato dalle virtù. L’altare di San Camillo, invece, è opera di G. Francesco Rosa e Franceso Nicoletti.

Prima di arrivare alla cappella del Crocifisso, che espone il miracoloso Crocifisso di San Camillo, passando davanti alla cappella delle reliquie, si trova il passaggio antistante dove si conserva la statua lignea della Maddalena del secolo XV. Una statua, anch’essa miracolosa e che mantiene vivo un racconto interessante: si dice che durante la piena del Tevere del 1598 la statua fu vista galleggiare nella chiesa invasa dalle acque e miracolosamente ha raggiunto l’altare maggiore conservandosi intatta, nonostante quella calamità. Molti sono i fedeli che per secoli hanno venerato questa immagine con grande devozione.

Di fronte all’altare maggiore il fedele contempla il grande quadro di Santa Maria Maddalena in preghiera e la croce camilliana portata in cielo dagli angeli, del giovanissimo artista Michele Rocca (all’epoca aveva solo ventitré anni). Questo bellissimo altare, scolpito in marmo e pietre preziose, invita a volgere lo sguardo verso l’alto e, mentre si guarda in alto, l’occhio incontra l’armonioso gruppo marmoreo composto da un angelo, un angioletto e putti che abbracciando e indicando la croce ricordano la sorgente dell’amore che ha chiamato sia Santa Maria Maddalena che San Camillo de Lellis a intraprendere una nuova strada. Ai lati dell’altare, due bassorilievi illustrano due dei momenti più importanti della vita della santa: la visita al sepolcro di Cristo e il Noli me tangere, l’incontro con Gesù risorto.

Le cappelle che si vedono sulla destra sono quelle dedicate a San Nicola da Bari, con la bella palla d’altare di Giovan Battista Gaulli, detto il Baciccio, a San Lorenzo Giustiniani e alla Vergine Maria Assunta in cielo, con il quadro che si trovava nella cappella che oggi è dedicata a San Camillo.

Uno speciale accenno va fatto alle statue messe in alto lungo le pareti della navata che hanno un notevole interesse iconografico in quanto raffigurano le virtù della buona Confessione: Humilis, Secreta, Simplex, Verecunda, Fidelis, Lacrymabilis. Queste statue propongono a chi le guarda l’opportunità di disporsi alla preghiera e alla scoperta dell’amore divino per mezzo del Sacramento.

La cupola della chiesa non è meno apprezzabile e suscita anche lei un sospiro di ammirazione quando la si guarda incastonata tra i quattro archi che compongono la crociera. Nella cupola, da molti attribuita a Carlo Fontana, sono affrescate la gloria della Santissima Trinità, la Vergine Maria e i Santi, nei pennacchi i dottori della Chiesa, opera del pittore Stefano Parrocel, conosciuto come “il romano”.

Infine, questa chiesa si vanta di avere una sacrestia ritenuta tra le più belle di Roma ed è uno dei pochi esemplari del suo stile, il barocchetto romano. Situata dove prima era il refettorio dei padri camilliani, ha una bellezza speciale. Ha sei armadi di legno con dipinto marmorizzato e bordi dorati conclusi da bussole angolari. Il soffitto è affrescato con la gloria di san Camillo, insieme a san Filippo Neri, che contemplano la Vergine Santissima. Tutto l’ambiente appare gaio e armonioso, quasi fosse in continuità con la chiesa.

A colei che fu la prima testimone del Risorto e la prima messaggera che annunciò agli apostoli la risurrezione del Signore, chiediamo l’intercessione per essere anche noi annunciatori del Risorto con la vita e la parola.

 

22 luglio 2021

Il rito della Consecratio virginum sabato 25 a San Giovanni in Laterano

Foto diocesidiroma/Gennari

Danielle Domo, Maria Grazia Borgese, Rita Tomasi, Susanna Valotto. Quattro donne diverse per età, esperienza, storia, ma con la stessa fede e lo stesso proposito: sabato 25 marzo, alle 11, saranno consacrate secondo il rito della Consecratio virginum. Entreranno cioè a far parte dell’Ordo Virginum della diocesi di Roma. La celebrazione si terrà nella basilica di San Giovanni in Laterano e sarà presieduta dal vescovo ausiliare Paolo Ricciardi, delegato diocesano per l’Ordo Virginum.

Il rito della consacrazione delle vergini è l’azione liturgica con cui la Chiesa celebra la decisione (il propositum) di una vergine cristiana di consacrare a Cristo la propria verginità e, invocando su di lei il dono dello Spirito, la dedica per sempre al servizio del Signore e a una diaconia di amore in favore della comunità ecclesiale, pur restando nel suo ordinario contesto di vita. La consecratio virginum si caratterizza come solenne rito nuziale, in virtù del quale, la vergine «diventa persona consacrata, immagine della Sposa di Cristo», come precisano i Praenotanda al Rito di consacrazione.

Il carisma e l’impegno specifico della vergine è quindi anzitutto e al di sopra di tutto quello di tendere alla perfezione della santità (LG 40) nella castità perfetta, con la caratteristica della sponsalità che consente a quante sono chiamate in questo cammino di vivere, nella fede, quella realtà misteriosa che è la risposta all’amore nuziale e fecondo del Signore Gesù per la sua Chiesa e di anticipare così, nella fede e in un regime di segni, la vocazione ultima dell’umanità intera: la partecipazione alle nozze dell’Agnello. Nel senso più alto, l’unico servizio è quello a Cristo Signore; il servizio è lode, contemplazione, offerta, dedizione, imitazione, identificazione. Esso poi si specifica nelle diverse diaconie, nei vari ministeri. In una cultura spesso troppo presa dal fare piuttosto che dall’essere, la vergine consacrata ha come primo, fondamentale “obbligo”, quello di testimoniare nella vita la donazione totale a Colui nel quale possiede tutto, perché ha scelto Lui solo al di sopra di tutto, e che dev’essere per lei la gioia, l’onore e l’unico volere (Preghiera di consacrazione).

«Partecipare a questo sacramentale della Chiesa – dice il vescovo Ricciardi – nella solennità dell’Annunciazione del Signore, in cui contempliamo il concepimento del Verbo, l’Incarnazione di Dio nella nostra umanità, è gettare lo sguardo nella storia dell’alleanza fedele tra Dio e il suo popolo. Una relazione che ha radici lontane e che vuole sbocciare in una confessione pubblica di amore da far risuonare in ogni angolo della terra e da far risplendere in una vita consacrata al servizio di Dio e dei fratelli»

22 marzo 2023

Il rito degli Oli a San Giovanni in Laterano

Il Messale Romano prevede che il Giovedì Santo siano presentati e accolti in ogni parrocchia gli Oli benedetti dal vescovo durante la Messa Crismale. Anche quest’anno, come già nel 2020, potranno essere ritirati nella basilica lateranense (ingresso principale, Cappella del Crocifisso, lato destro del transetto, guardando l’altare) dalle ore 14 alle ore 17 di Giovedì Santo (portare i contenitori della parrocchia puliti).

Per evitare ogni forma di assembramento è raccomandabile che si presenti una sola persona per ogni parrocchia, munita di mascherina. Nei giorni successivi gli Oli potranno essere ritirati durante gli orari di apertura della basilica (entro le ore 17).

Il parroco può delegare per il ritiro anche una persona di sua fiducia: qui il link per il modulo di delega e lo schema di accoglienza degli Oli.

17 marzo 2021

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