5 Maggio 2025

Il cardinale De Donatis in visita a Regina Coeli

Sarà una «visita privata senza grande ufficialità»: così padre Vittorio Trani, cappellano di Regina Coeli, definisce la visita che il cardinale vicario Angelo De Donatis compirà domani (11 aprile 2019) mattina nella struttura detentiva di Trastevere.

Il porporato, anticipa padre Trani, «incontrerà la direzione e i responsabili e poi si fermerà in un salone con circa settanta-ottanta detenuti, in rappresentanza di tutti i settori». Durante l’incontro verranno letti quattro brani di altrettanti pontefici, pronunciati durante le loro visite nel carcere di Regina Coeli. «Li leggeremo e commenteremo insieme», fa sapere il sacerdote che appartiene all’ordine dei Frati minori conventuali.

«Concluderemo la visita con un canto in romanesco – dice ancora padre Trani –: vogliamo lasciare nelle orecchie del cardinale un senso di gioia affidato alle note».

Per l’occasione, la ditta Fiasconaro di Castelbuono ha donato delle colombe a mille detenuti.

10 aprile 2019

Il cardinale De Donatis ha preso possesso del titolo di San Marco (video all’interno)

«Gesù intende mostrare a tutti noi come la necessità di seguirlo richiede il rinnegamento di noi stessi. Siamo chiamati veramente tutti a prendere la croce perché la nostra sequela sia vissuta in maniera profonda». Il cardinale Angelo De Donatis ha esordito con queste parole l’omelia in occasione del solenne pontificale per la presa presa di possesso del titolo di San Marco, domenica 7 ottobre. Ad accogliere il cardinale al suo ingresso in basilica, presentandogli il crocifisso per il bacio, è stato il parroco monsignor Renzo Giuliano.

Nella sua omelia, commentando il brano del Vangelo di Marco «che qui, oggi, ha un sapore speciale», il cardinale De Donatis (come riportato su Romasette.it) ha evidenziato la differenza tra l’atteggiamento dei farisei, «desiderosi di sapere che cosa sia lecito e giusto fare secondo la Legge», e quello di Gesù, che «ci riporta al piano della promessa di Dio». Sarebbe infatti «riduttivo guardare a questo testo solo come a un insieme di indicazioni rispetto all’indissolubilità del matrimonio poiché a unire l’uomo e la donna non è solo un atto giuridico ma una particolare qualità dell’amore».

Si tratta invece – ha continuato il Vicario – «dell’occasione per istruire i discepoli sul senso della sequela autentica, fatta di fedeltà, di rinnegamento di se stessi per vivere realmente in maniera feconda, che equivale a prendere la croce non come stoica accettazione della sofferenza ma come capacità di vivere l’amore fino alla fine, nonostante la sofferenza». Il cardinale ha espresso infine gratitudine «per consacrati e laici: sono debitore verso ciascuno perché sento il vostro affetto e la vostra preghiera e ogni persona che mi è stata messa accanto mi ha fatto diventare più forte».

 
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8 ottobre 2018

Il cardinale De Donatis dimesso dal Policlinico Gemelli

E’ stato dimesso dal Policlinico Universitario Fondazione Agostino Gemelli IRCCS nella mattinata di oggi, venerdì 10 aprile, il cardinale vicario Angelo De Donatis. Era stato ricoverato lunedì 30 marzo in quanto positivo al coronavirus.

Continua la sua convalescenza a casa, riconoscente e grato al Signore, e unisce la sua preghiera a quella di tutta la comunità cristiana in questo triduo pasquale. Prima di congedarsi, ha salutato e ringraziato medici, infermieri e operatori sanitari che lo hanno accompagnato in questi giorni.

10 aprile 2020

Il cardinale De Donatis concelebra la Messa di apertura del Sinodo

Concelebra la Messa sul Sagrato della Basilica Vaticana in occasione dell’apertura della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei vescovi.

Il cardinale De Donatis apre il corso su Matrimonio e famiglia

«Il discernimento è quella sapienza pratica che abilita a elaborare e formulare prudenti giudizi di azione da compiere. Esso è opera della coscienza (…) Il discernimento porta all’agire». Così il cardinale vicario Angelo De Donatis ha aperto stamattina il corso di formazione su “Matrimonio e famiglia” nella basilica di San Giovanni in Laterano. Aperto a parroci, diaconi, sposi e operatori della pastorale familiare della diocesi, il percorso formativo è promosso dal Vicariato di Roma e dal Tribunale della Rota Romana e si concluderà giovedì 27, con l’udienza del Santo Padre sempre nella cattedrale di Roma.

Nel suo intervento, il cardinale vicario si è soffermato su “I fondamenti teologici del discernimento nei primi cinque paragrafi dell’Amoris laetitia. E ha toccato temi quali la sacramentalità del matrimonio e il compito educativo dei genitori, senza tralasciare di mettere in evidenza «le ombre, che oscurano il bene», e che pure «concorrono a riconoscere e avvalorare il bene del matrimonio e della famiglia».

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Il cardinale De Donatis al Convegno nazionale degli economi: «Il nostro punto di pareggio è la carità»

Bisogna «tutelare e gestire i beni della Chiesa alla luce della missione evangelizzatrice, con un’attenzione particolare ai bisognosi». Lo ha affermato il cardinale vicario Angelo De Donatis nell’omelia della Messa celebrata questa mattina (28 febbraio 2019) per i partecipanti al Convegno nazionale degli economi e dei responsabili degli uffici amministrativi. Chiamati tutti a essere, ha sottolineato il porporato «servi dei disegni della Provvidenza, esperti esecutori dei progetti di carità che dalla relazione con Dio attingono la visione profetica dell’economia diocesana». Ancora, il cardinale ha chiesto loro di «gestire le diocesi come se fossero delle famiglie, in una relazione di scambio e di dono», di «non confidare nella ricchezza», e di seguire l’esempio di tre economi citati dalla Bibbia: Noè, Giuseppe e il servo fedele descritto nel Vangelo di Luca.

«Se applichiamo la logica del pareggio di bilancio alle diocesi il cui business sono le parrocchie, dovremmo chiuderle e metterle a reddito», ha osservato il cardinale De Donatis. Invece, ha rimarcato, «il nostro punto di pareggio è la carità! Per cui una parrocchia, un ospedale cattolico, una scuola cattolica possono perdere denaro, ma nell’economia della salvezza essere abbondantemente in positivo, perché quella parrocchia con le entrate inferiori alle uscite sta salvando giovani, sta ridando speranza a dei coniugi, sta aiutando a morire santamente i malati, sta accompagnando alla vita eterna gli anziani».

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28 febbraio 2019

Il cardinale De Donatis al Ceis per la Messa di Natale

Il cardinale vicario Angelo De Donatis presiederà la messa di Natale nel Centro italiano di solidarietà don Mario Picchi Onlus, martedì 18 dicembre alle 18, nella sede di via Attilio Ambrosini 129. Parteciperanno i ragazzi delle comunità terapeutiche, le ragazze madri vittime di violenza, i migranti e i rifugiati politici ospiti del Centro insieme con i loro familiari e gli operatori delle diverse strutture.

«Il cardinale De Donatis ha scelto di vivere questo suo primo Natale da porporato insieme con la grande famiglia del Ceis – sottolineano dal Centro – per testimoniare la vicinanza della diocesi di Roma verso tutti coloro che spesso la società considera gli ultimi, ma che invece sono al primo posto nel cuore di Papa Francesco. Ma anche per rendere omaggio a don Mario Picchi, un prete della diocesi di Roma che con il suo “Progetto Uomo” è stato un pioniere, quasi mezzo secolo fa, nel contrasto a ogni tipo di dipendenza accogliendo chiunque bussasse alla sua porta senza alcuna discriminazione».

Ancora, «la presenza del cardinale De Donatis – afferma il presidente del Ceis Roberto Mineo – ci fa sperimentare ancora una volta la vicinanza della diocesi di Roma nella nostra lotta quotidiana contro i ‘trafficanti di morte’, come li ha giustamente definiti recentemente Papa Francesco, che vogliono distruggere le vite di tanti giovani e delle loro famiglie. Il nostro è un lavoro quotidiano per prevenire il disagio giovanile e familiare e per contrastare ogni tipo di fragilità e difficoltà sociale, per aiutare gli ‘ultimi’ a ritagliarsi un posto e un ruolo in questa società».

14 dicembre 2018

Il cardinale De Donatis ai sacerdoti: «Il dono della verginità, chiamata all’amore fecondo»

Foto di Cristian Gennari

Ricorre il 4 agosto la memoria liturgica di san Giovanni Maria Vianney, il “curato d’Ars”, protettore dei sacerdoti. E proprio in questa giornata il cardinale vicario Angelo De Donatis scrive ai presbiteri romani, condividendo con loro una riflessione sul senso profondo del sacerdozio, lanciando la proposta di un “cantiere” dei sacerdoti, «un invito cioè a riflettere insieme – spiega il vicario del Papa – sul nostro ministero in questo tempo, sulle gioie e le sofferenze, sulle speranze che ci muovono e le difficoltà che incontriamo».

In particolare, prosegue il porporato, «credo che siamo invitati a riscoprire insieme il dono della verginità, come chiamata all’amore fecondo e come dono da ricevere da Dio e da accogliere con l’apertura totale del cuore». Non si tratta «solo di rimanere casti», spiega il cardinale De Donatis. Piuttosto di «diventare vergini donando la vita agli altri e, dopo averla passata, lasciare serenamente che le persone si allontanino da noi. Verginità è anche sganciare, è vivere contenti del fatto che qualcuno possa essere felice grazie a me, e senza di me! Si può essere celibi senza diventare mai casti, si può essere casti senza diventare mai vergini».

L’invito a «diventare vergini», in questo cammino sinodale, è allora «una chiamata affinché la Chiesa di Roma sia rigenerata nell’Amore e nei tempi difficili che stiamo vivendo risplenda un rinnovato segno di bellezza, nella consapevolezza che non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me e ha dato la vita per me. E, attraverso di me, sacerdote, continua a dare la vita a tutti».

Il testo integrale della lettera del cardinale De Donatis

3 agosto 2022

Il cardinale De Donatis a Sant’Egidio: «Siate sempre segno di unità e comunione»

«La gioia che si respira nelle vostre case e nei vostri incontri è la risposta più bella alla proposta di gettare le reti che vi ha un giorno rivolto Gesù». Per il cardinale vicario Angelo De Donatis è palpabile il clima di festa e serenità, nella Messa per il cinquantunesimo anniversario di fondazione della Comunità di Sant’Egidio. Sabato 9 febbraio, in una gremita basilica di San Giovanni in Laterano, il porporato ha presieduto la celebrazione che ha festeggiato “il compleanno” dell’associazione.

Commentando il Vangelo della “pesca miracolosa”, il cardinale De Donatis ha ringraziato il Signore, che 51 anni fa aveva invitato dei giovani romani a «gettare le reti» sulla sua Parola. Quei giovani avevano scelto di vincere l’indifferenza, aprendo gli occhi e il cuore alla sofferenza degli altri. «Nel rendere grazie al Signore, voglio consegnarvi un ulteriore impegno – ha detto ancora il vicario –: siate in questa amata Chiesa di Roma un segno di unità e di comunione con tutti coloro che, come voi e insieme a voi, sentono la passione per il Vangelo e operano per annunciare che il Signore Gesù è risorto e offre a ciascuno di noi la speranza della vita. Non perdete occasione per lavorare in comunione con tutta la Diocesi, accogliete ogni opportunità per essere strumenti di pace e di fraternità anche qui, nella nostra Roma in trasformazione, nella città di Pietro che è assetata di verità e di solidarietà».

Il saluto di Marco Impagliazzo, al termine della celebrazione, ha ripreso le parole del cardinale: «Sant’Egidio – ha detto il presidente della Comunità – ama molto Roma, la sua gente, le sue periferie, soprattutto i suoi abitanti più poveri e vulnerabili. Giovanni Paolo II ci confidò che ogni volta che incontrava Sant’Egidio nel mondo, riconosceva uno spirito romano. E cioè uno spirito di apertura e di amicizia verso tutti, di realismo e di sogno. Il vero, grande, problema è che le nostre città sono popolate da molte, troppe solitudini; che la nostra società è malata di solitudine».

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11 febbraio 2019

Il cardinale De Donatis a Medjugorje: “Dio è fonte della vita”

«Lo Spirito vi renda sapienti come la Madre di Dio, che meditava ogni cosa nel cuore e come il grande dottore Sant’Alfonso de’ Liguori che nel Settecento rievangelizzò con intelligenza i cittadini della sua Napoli». Si è conclusa con questo augurio l’omelia del cardinale vicario Angelo De Donatis nella Messa che ha dato avvio, ieri primo agosto, alla 30ma edizione del Festival dei giovani. Nella sua edizione giubilare, il motto del festival di quest’anno è il motto evangelico “Seguimi”.

«Dio non è un reclutatore di personale – ha detto il cardinale De Donatis alla folla di giovani che hanno assistito alla celebrazione – ma la fonte della Vita e vuole che tutti vivano appieno. La sequela non ha età, non chiede di essere bravi o arrivati. Non ci sono curricula da presentare; nessuno può dire di non essere adatto alla santità in nome dei suoi errori e delle sue fragilità. La sequela teme le scorciatoie, non i peccati». Al Festival dei giovani parteciperanno due cardinali, quattro arcivescovi e due vescovi.

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Il cardinale Camillo Ruini dimesso dal Gemelli

Il cardinale Camillo Ruini è stato dimesso nel pomeriggio di ieri, lunedì 15 luglio, dal Policlinico Agostino Gemelli e ha fatto rientro nella sua abitazione. Il ricovero del porporato, avvenuto nella serata di sabato 6 luglio, si era reso necessario a causa di una ischemia cardiaca. Nel corso del ricovero, informa una nota del Gemelli, si è reso necessario l’impianto di un pace maker per stabilizzare il ritmo cardiaco eseguito con successo da un team di cardiologi dell’ospedale. Il cardinale Ruini proseguirà la convalescenza presso il suo domicilio.

16 luglio 2024

Il cardinale Angelo De Donatis visita la comunità di San Stanislao, l’unica a Roma affidata a un diacono permanente

Domenica 11 novembre, alle ore 10.30, il cardinale vicario Angelo De Donatis presiederà la Messa nella chiesa di San Stanislao (viale Rolando Vignali, 15), che rappresenta un caso unico nella diocesi di Roma: la comunità di Cinecittà non è infatti affidata alle cure di un sacerdote ma del diacono Andrea Sartori, che dallo scorso settembre vive nella canonica con la moglie Laura e i quattro figli (tre ragazzi di 20, 19 e 17 anni e una bambina di 10). Collabora con loro una équipe di diaconi, tra cui anche il diacono Enrico Valletta, originario proprio di San Stanislao. Celebra l’Eucarestia e confessa don Roko Celent, che è viceparroco nella vicina San Giuseppe Moscati.

«San Stanislao vive una speciale vocazione – spiega il vescovo ausiliare del settore Est, monsignor Gianpiero Palmieri – che è quella di diventare una diaconia: una comunità cristiana che, in sinergia con le parrocchie del territorio della prefettura, diventa uno spazio di accoglienza e di accompagnamento dei poveri e delle persone ferite e sole, in vista del loro sviluppo umano integrale. L’idea che c’è dietro è quella di recuperare una prassi antica della Chiesa, che prevedeva il sorgere di diaconie a fianco alle parrocchie, per il servizio dei poveri del territorio. A Roma ne è documentata l’esistenza fin dal VII secolo».

«Papa Benedetto ha scritto di questa antica istituzione ecclesiale in “Deus Caritas est”, nei nn. 23-25 – aggiunge monsignor Palmieri –; Papa Francesco ha parlato spesso del primato diaconale nella Chiesa e della necessità di mettere i poveri al centro della vita ecclesiale. La diaconia di San Stanislao rappresenta l’inizio di un cammino che riguarda non solo la prefettura XX ma tutta la comunità diocesana».

Andrea Sartori, 49 anni, è sposato con Laura dal 1996. L’anno successivo i due si sono trasferiti in Togo, in Africa, dove hanno vissuto con i ragazzi di strada e fatto formazione per animatori sociali (1997-1998). Rientrati in Italia, Sartori ha iniziato a lavorare per il Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo), ong dei salesiani, curandone la parte tecnica. Nel 2003 ha intrapreso il percorso per diventare diacono; è stato poi ordinato nel 2008. Da settembre svolge il suo ministero a San Stanislao, a cui fanno capo seimila fedeli. «La cosa importante – commenta – è di non essere di intralcio alla volontà di Dio e fare quello che Dio vuole. Per me il diacono è un ministro dell’amore di Gesù. Carità è amore, e amore si declina in tanti modi». Sulla novità che sta vivendo la comunità di Cinecittà, aggiunge: «Questa è una comunità lanciata verso il futuro. Il popolo di Dio deve essere sempre più protagonista, è un’occasione per la comunità cristiana di prendere in mano la propria vita, per ciascun fedele di riscoprire il proprio posto».

Quanto all’impegno peculiare verso i bisognosi, Andrea Sartori sottolinea come a San Stanislao ci siano «varie forme di povertà. Non solo quella materiale, pure l’abbandono, la solitudine. Ci sono tante persone separate, madri sole con i figli. E io penso che questa sia anche una diaconia dell’ascolto, un portare speranza dove speranza non c’è». Se da un lato sono presenti tanti parrocchiani in difficoltà, dall’altro ce ne sono molti che si danno da fare: «Mi ha colpito tanto la generosità di queste persone. In passato c’era anche una mensa per i poveri, e adesso ce n’è una a livello di prefettura. È presente pure un centro di ascolto che segue una quarantina di famiglie. Stiamo pensando, con altri diaconi, anche a una sorta di ambulatorio medico. C’è un grande fermento».

8 novembre 2018

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