5 Maggio 2025

Il centro estivo gratuito della Caritas di Roma

Nell’ambito del progetto “L’isola che c’è” promosso nel Centro di prima accoglienza accoglienza minori di Via Venafro, la Caritas di Roma organizza dal 10 giugno al 12 luglio un centro estivo a sostegno delle famiglie del territorio di Ponte Mammolo. L’iniziativa, completamente gratuita, si chiama “E…state con noi” e si rivolge a ragazzi dai 9 ai 14 anni con attività di socializzazione, sport e laboratori artistici.

Un programma denso che si svolgerà dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 16.30. Le attività avranno luogo presso la struttura in via Venafro, 28 (Metro B “Santa Maria del Soccorso”). L’iniziativa è promossa dalla Caritas di Roma in collaborazione con le Acli di Roma, il Centro Elis, il Forum delle Associazioni familiari del Lazio con il sostegno dell’Impresa sociale “Con i bambini”.

Per informazioni e iscrizioni: Centro polifunzionale Caritas di Roma – via Venafro, 26 – martedì (ore 14-18) e giovedì (ore 9-13) – tel. 3357815718; e-mail: area.minori@caritasroma.it.

20 maggio 2019

Il catecumenato matrimoniale, un modello da esportare

Foto Gennari/diocesidiroma

Rinnovare la preparazione al matrimonio delle prossime generazioni, considerando le nozze non un punto di arrivo, ma una tappa lungo un percorso. Sono questi gli obiettivi degli “Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale. Orientamenti pastorali per le Chiese particolari”, un documento presentato nel corso della seconda giornata del Congresso teologico pastorale del X Incontro mondiale delle famiglie, presentato da Gabriella Gambino, sottosegretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, con il marito Giovanni Nuzzi.

«Non è un corso confezionato quello che presentiamo – ha spiegato Gambino –, ma uno strumento di riflessione pastorale che, a partire da alcuni principi generali, intende essere un aiuto alle Chiese particolari, affinché predispongano i loro percorsi, sulla scia di quanto suggerito dal Santo Padre, in base alle possibilità e alle caratteristiche pastorali di ogni luogo». L’obiettivo da raggiungere è delineato in modo chiaro: «Occorre puntare a modificare gradualmente l’impostazione della pastorale vocazionale, affinché contempli esplicitamente anche il matrimonio, accanto alla vita consacrata». Serve dunque un catecumenato, «un percorso di accoglienza – hanno sottolineato i relatori –, da parte di una comunità, che sa accompagnarti, custodirti e incoraggiarti». Il matrimonio è davvero una vocazione e pertanto «richiede un discernimento – hanno spiegato –. In quest’ottica, la celebrazione del rito nuziale non è in nessun modo un punto di arrivo, ma l’inizio di una vita sponsale, in cui marito e moglie acquisiranno una rinnovata identità cristiana, come accade per i sacerdoti e i religiosi».

Un percorso di questo tipo viene già portato nella diocesi di Roma, come hanno spiegato don Fabio Rosini, direttore della Pastorale vocazionale diocesana, con Angelo Carfì ed Elisa Tinti. «Noi costituiamo dal 2012 l’équipe per il discernimento vocazionale della diocesi di Roma – hanno spiegato – ed in questa veste negli ultimi dieci anni abbiamo proposto un duplice corso di preparazione al sacramento del matrimonio: uno per la preparazione remota ed uno per la preparazione prossima al sacramento. Hanno usufruito di questi corsi molte centinaia di fidanzati». Il catecumenato matrimoniale non va impostato «come un corso “istruttivo” composto di belle cose da capire – hanno ribadito –, altrimenti noi falliremo nella nostra missione di dare sostanza alla formazione al matrimonio. È necessario invece tornare alla prima sensibilità cristiana, quella dei primi secoli, quella che ha generato il catecumenato battesimale, che implicava un sentiero pratico, esperienziale, liturgico».

La giornata era stata aperta dalla Messa nella basilica di San Pietro, celebrata dal cardinale Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma. «Qui, stamattina, con il Cuore di Cristo buon pastore, battono i cuori di tutto il mondo – aveva detto il cardinale –: sono cuori felici di avere risposto di Sì a Dio; sono cuori feriti dalle prove della storia e del mondo; sono cuori aperti alla novità del Vangelo, per poter testimoniare la perenne presenza di Cristo Sposo in questa nostra storia. Non è vero che la famiglia è ormai perduta, tramontata. È ancora sulle spalle del Pastore che con forza e tenerezza attraversa le vie del mondo e ci richiama a riscoprire la via della santità».

Nella mattinata, tra i vari interventi, anche quello Massimo e Patrizia Paloni, «di una comunità neocatecumenale di Roma e missionari itineranti in Olanda da diciotto anni», come hanno raccontato loro stessi dal palco dell’Aula Paolo VI. I coniugi Paloni hanno presentato una nuova esperienza di post-Cresima: «Oggi tantissimi giovani vengono da famiglie ferite. Una sempre più alta percentuale di figli vive con un solo genitore, la maggioranza per la separazione dei genitori, un’altra parte per situazioni al di fuori del matrimonio. Davanti al fallimento di oltre il 50% dei matrimoni, senza il supporto e l’aiuto della scuola, molti giovani si ritrovano senza alcun punto fermo e si smarriscono. In una nuova esperienza di post-cresima, che molti parroci nel mondo, in comunione con i loro vescovi, hanno deciso di cominciare, si formano piccoli gruppi di giovani che si riuniscono con una famiglia di fede provata e adulta, capace di un’autentica testimonianza di servizio a questi ragazzi. Gli adolescenti sono attratti dalla famiglia cristiana in cui vedono una fede viva. In questi gruppi i giovani cominciano a leggere la Parola di Dio, riflettono sui comandamenti come cammino di vita, riscoprono il Sacramento della Riconciliazione e vengono a contatto con la vita cristiana di una famiglia concreta».

In serata i delegati delle Conferenze episcopali si sono poi spostati in diverse parrocchie romane, per proseguire lì i lavori del Congresso, incontrare le famiglie romane e vivere momenti conviviali.

24 giugno 2022

Il cardinale vicario invita alla preghiera per Benedetto XVI

«Accogliendo la richiesta di Papa Francesco al termine dell’udienza generale di ieri, invito tutte le comunità di Roma a unirsi in preghiera per Benedetto XVI, le cui condizioni di salute si sono aggravate, a motivo dell’avanzare dell’età». Inizia così la lettera inviata dal cardinale vicario Angelo De Donatis alla diocesi di Roma.

Nella celebrazione delle Messe di oggi e dei prossimi giorni, scrive ancora il cardinale, «accompagniamo il nostro caro vescovo emerito nel momento della sofferenza e della prova, invocando il Signore perché “lo consoli e lo sostenga in questa testimonianza di amore alla Chiesa fino alla fine”».

Con questa intenzione sarà celebrata anche la Messa di domani, 30 dicembre, alle 17.30 nella basilica di San Giovanni in Laterano, cattedrale di Roma, che sarà presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis. La celebrazione sarà trasmessa in diretta su Telepace (canale 75) e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma.

29 dicembre 2022

Il cardinale vicario Angelo De Donatis prende possesso del titolo presbiterale di San Marco

Domenica 7 ottobre, memoria liturgica di san Marco I Papa, alle ore 19, nella basilica parrocchiale di San Marco al Campidoglio (piazza omonima, nei pressi di piazza Venezia), il cardinale vicario Angelo De Donatis prenderà possesso del titolo presbiterale di San Marco. Gli fu assegnato da Papa Francesco in occasione della sua nomina cardinalizia, nel Concistoro dello scorso mese di giugno.

Il rito della presa di possesso «sottolinea il legame tra il vescovo di Roma e il suo clero», osserva il direttore dell’Ufficio liturgico del Vicariato di Roma, padre Giuseppe Midili. Simboleggia il fatto che «i più stretti collaboratori del Santo Padre hanno un incarico nella sua diocesi».

Il cardinale De Donatis prenderà possesso del titolo della parrocchia dove ha svolto il suo ministero di parroco per dodici anni, dal 2003 al 2015.

4 ottobre 2018

Il cardinale vicario Angelo De Donatis positivo al coronavirus: «Offro la mia preghiera per tutta la comunità diocesana e per gli abitanti della città»

Oggi, lunedì 30 marzo 2020, il cardinale Angelo De Donatis, vicario generale della diocesi di Roma, dopo la manifestazione di alcuni sintomi, è stato sottoposto al tampone per il Covid-19 ed è risultato positivo. È stato ricoverato al Policlinico Universitario Fondazione Agostino Gemelli IRCCS. Ha la febbre, ma le sue condizioni generali sono buone, ed ha iniziato una terapia antivirale. I suoi più stretti collaboratori sono in autoisolamento in via preventiva.

«Sto vivendo anche io questa prova, sono sereno e fiducioso – dichiara il cardinale De Donatis –! Mi affido al Signore e al sostegno della preghiera di tutti voi, carissimi fedeli della Chiesa di Roma! Vivo questo momento come un’occasione che la Provvidenza mi dona per condividere le sofferenze di tanti fratelli e sorelle. Offro la mia preghiera per loro, per tutta la comunità diocesana e per gli abitanti della città di Roma!».

30 marzo 2020

Il Cardinale Grech e l’arcivescovo Lazzaro You Heung sik scrivono ai sacerdoti di tutto il mondo

In occasione della festa di San Giuseppe, il cardinale Mario GrechSegretario Generale del Sinodo dei Vescovi, e l’arcivescovo Lazzaro You Heung sik, Prefetto della Congregazione per il Clero, scrivono ai sacerdoti di tutto il mondo circa il loro contributo come pastori in mezzo al Popolo di Dio al processo sinodale.

Con questa lettera, i due capi dicasteri vogliono incoraggiare i sacerdoti ad accogliere l’invito di Papa Francesco a “metterci in cammino, insieme, nell’ascolto reciproco, nella condivisione di idee e progetti, per far vedere il vero volto della Chiesa: una “casa” ospitale, dalle porte aperte, abitata dal Signore e animata da rapporti fraterni”.

Leggi la lettera

19 marzo 2022

Il cardinale Fitzgerald prende possesso di Santa Maria in Portico

Il cardinale Michael Louis Fitzgerald prenderà possesso della diaconia di Santa Maria in Portico, concessa da Papa Francesco durante il Concistoro dello scorso 5 novembre. La cerimonia si svolgerà durante i primi vespri di sabato primo febbraio, alle 18.30. Il rito della presa di possesso del cardinale titolare è l’incontro dei fedeli romani con il neo porporato che a pieno titolo è membro del clero romano. Il cardinale titolare sarà accolto sulla soglia d’ingresso dal parroco, padre Davide Carbonaro, che gli presenterà il crocifisso per il bacio.

In chiesa sarà letta la Bolla pontificia nella quale Papa Francesco affida al cardinale Fitzgerald la diaconia di Santa Maria De Porticu, eretta intorno al 590 da Papa Gregorio Magno, nei pressi del carcere Decemvirale. Il titolo fu trasferito a Santa Maria in Campitelli da Papa Alessandro VII il 26 giugno 1662. Papa Chigi fece erigere il santuario di Campitelli come compimento del voto rivolto alla Madonna dalla città di Roma, per la liberazione dalla peste del 1656. Traslò l’icona di Santa Maria in Portico nella nuova abside di Campitelli, invocandola con il titolo di Romanae Portus Securitatis e particolare protettrice della città di Roma. Ancora oggi il 1° febbraio la Chiesa di Roma assieme all’amministrazione capitolina rinnovano questa memoria della predilezione mariana per l’Urbe, compiendo l’omaggio floreale alla Madre di Dio.

27 gennaio 2020

Il cardinale De Donatis scrive ai fidei donum per la Pentecoste

Il cardinale De Donatis e Papa Francesco all'assemblea diocesana del 9 maggio 2019 (foto Cristian Gennari)

«Carissimo, la grande Solennità della Pentecoste mi fa pensare a tanti sacerdoti come te con maggiore intensità e affetto: voi siete i nostri preti che incarnano la missione “fino agli estremi confini della terra” (Mt 28,19), portate nel vostro cuore il fuoco dello Spirito che fece uscire gli Apostoli dal Cenacolo. Siete la nostra Chiesa che impara a “parlare lingue nuove” (cfr. Mc 16,17), rendendo comprensibile in culture diverse dalle nostre – per la medesima effusione dello Spirito – il Vangelo di Gesù e la comunione offerta in Lui». Così il cardinale vicario Angelo De Donatis scrive ai sacerdoti fidei donum, in occasione della Pentecoste.

«Non abbiamo molte occasioni per sentirci e raccontarci come vadano le cose – si legge ancora – ma devi sapere che se anche la comunicazione scritta tra noi ha ampi margini di miglioramento, non cessa mai la mia intercessione per il tuo ministero». Una lettera affettuosa e partecipa, nella quale il porporato coglie anche l’occasione per «aggiornarti di come le cose vanno qui in diocesi», ricordando il cammino pastorale compiuto finora sulle malattie spirituali, il fare memoria, la riconciliazione e il perdono.

«Lo scorso 9 maggio – scrive il cardinale De Donatis – il Papa è tornato a San Giovanni per incontrare la sua diocesi e indicare le linee del prossimo anno, in continuità con il processo di rinnovamento avviato. Ci ha indicata come nuova tappa quella dell’“ascolto con il cuore” (così si è espresso) della città: come Mosè fu inviato al popolo di Dio tribolato in Egitto, così la Chiesa di Roma vorrebbe reimparare ad ascoltare e a capire – grazie a questo ascolto – a che cosa il Signore la chiama e la invia. Si tratterà di mettere al centro delle nostre attività non tanto quello che siamo abituati a organizzare da tempo, ma la creazione di rapporti di amicizia, presenza, fraternità, grazie i quali discernere la presenza di Dio tra noi, qui e ora».

Leggi il testo integrale della lettera

6 giugno 2019

Il cardinale De Donatis scrive ai fidei donum in occasione del Natale

«Con il Vostro ministero siete testimoni della luce di Dio che viene nel mondo per illuminare quelle periferie geografiche ed esistenziali che più hanno bisogno di essere raggiunte». Così il cardinale vicario Angelo De Donatis definisce i sacerdoti fidei donum, in una lettera indirizzata a loro in occasione del Natale ormai prossimo. Si tratta di una trentina di preti che operano all’estero grazie a una convezione stipulata tra la Cei e le Chiese locali; ai quali si aggiungono almeno un centinaio di presbiteri che comunque svolgono la loro missione all’estero (i cosiddetti “canone 271” e itineranti). Africa, America Latina e Asia i Paesi in cui sono maggiormente presenti.

Nella missiva, datata sabato 8 dicembre 2018, richiama la figura di san Giuseppe, la cui fede «si appoggia a qualcosa di solido», e il percorso che sta compiendo la Chiesa di Roma nel «fare memoria» per vivere una «conversione pastorale missionaria». «Certamente fa parte di questa memoria diocesana – sottolinea il cardinale De Donatis – il cammino percorso da tanti sacerdoti che, come Te, sparsi per il mondo, sono espressione della Chiesa di Roma che preside nella carità».

Leggi il testo completo della lettera

10 dicembre 2018

Il cardinale De Donatis ordina sette nuovi diaconi permanenti

Il cardinale vicario Angelo De Donatis presiederà, sabato 23 novembre alle ore 17 nella basilica di San Giovanni in Laterano, la Messa durante la quale saranno ordinati sette nuovi diaconi permanenti per la diocesi di Roma. Tra i concelebranti, il vescovo ausiliare monsignor Gianpiero Palmieri, delegato per il diaconato permanente; don Pierangelo Pedretti, prelato segretario del Vicariato di Roma; e don Walter Insero, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi e vice-delegato del Centro diocesano per il diaconato permanente. Animerà la celebrazione il Coro della diocesi di Roma. I nuovi diaconi si aggiungeranno agli altri 124 che già esercitano il ministero nelle parrocchie e nelle varie strutture della diocesi. Si tratta di sette uomini, sei dei quali sono sposati, ritenuti idonei dopo un percorso formativo durato cinque anni che ha coinvolto anche le loro famiglie: Ivo Candiolo, Massimo Di Marco, Angelo Riccobene, Alessandro Sciolari, Generoso Simeone, Massimo Tuninetti, Marcellus Okenwa Udugbor.

Il più giovane è Generoso Simeone, classe 1980, sposato da dieci anni con Valentina, padre di due bambine e con un terzo figlio in arrivo. «Questi anni di formazione al diaconato sono stati una grazia enorme per me e per il nostro matrimonio – commenta –; capire davvero cosa volesse dire diacono, e quindi servo, mi ha permesso di esserlo innanzitutto a casa, con mia moglie, le mie figlie e i miei genitori, e questo ha portato delle benedizioni incredibili». Da sempre impegnato in oratorio e nella pastorale giovanile nella parrocchia di Sant’Aurea a Ostia Antica, Generoso ha scoperto la sua vocazione «grazie al percorso sulle Dieci Parole di don Fabio Rosini», racconta.

Il decano del gruppo è invece Marcellus Udugbor, nato in Nigeria, docente di Diritto civile alla Pontificia Università Lateranense, sposato con Maria Chiara, della parrocchia di Sant’Ambrogio. Gli altri candidati al diaconato sono romani, tranne Angelo Riccobene, arrivato nella Città Eterna diciannove anni fa da Enna. «Sarei dovuto restare solo per tre mesi per un corso di preparazione all’esame di avvocato – ricorda –, ma poi ho trovato lavoro come agente immobiliare e sono rimasto qui». Celibe, frequenta la parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice, dove è impegnato con il progetto della Caritas di Roma “Quartieri Solidali”; «presto anche servizio – aggiunge – nel carcere di Regina Coeli, dove seguo in particolare i detenuti che hanno condizioni di salute precaria».

Impegnato nella pastorale sanitaria anche Alessandro Sciolari, sposato con Laura da quasi quarant’anni e padre di una figlia: «Presto servizio in un hospice dell’Università Cattolica e faccio accompagnamento al fine vita – spiega –; ho trovato all’interno di questo impegno pastorale la mia risposta vocazionale, e la mia famiglia mi è molto vicina in questo percorso». Sul fronte della pastorale sanitaria, con la vicinanza ai degenti dell’ospedale Sandro Pertini, anche Massimo Tuninetti, informatico, insieme alla moglie Daniela. «Nella parrocchia di Santa Maria del Soccorso ci occupiamo di pastorale familiare – sottolinea inoltre il futuro diacono –; seguiamo le coppie di fidanzati che si preparano al matrimonio e le giovani coppie di sposi».

Ivo Candiolo, marito di Gloria dal 1996, è attivo invece a San Tommaso Apostolo, mentre Massimo Di Marco, elettricista, e la moglie Patrizia, frequentano la comunità del Sacro Cuore di Gesù a Ponte Mammolo: «Organizziamo pranzi per gli anziani soli, li andiamo a trovare a casa e curiamo la preparazione al sacramento del Battesimo. La mia vocazione è nata gradualmente – confessa –; ho intrapreso questo viaggio bellissima in cui si impara a spogliarsi di tutte le cose superflue».

21 novembre 2019

Il cardinale De Donatis ordina cinque nuovi diaconi permanenti

Il cardinale vicario Angelo De Donatis presiederà, sabato 24 novembre alle ore 17 nella basilica di San Giovanni in Laterano, la Messa durante la quale verranno ordinati cinque nuovi diaconi per l’esercizio permanente del ministero nella diocesi di Roma. Tra i concelebranti, il vescovo Daniele Libanori, delegato per il diaconato permanente, e don Walter Insero, vice delegato per il diaconato permanente. Animerà la celebrazione il Coro del santuario del Divino Amore.

I nuovi diaconi si aggiungeranno agli altri 125 che già esercitano il ministero nelle parrocchie e nelle varie strutture della diocesi. Si tratta di cinque uomini sposati, ritenuti idonei dopo un percorso formativo durato circa sette anni che ha coinvolto anche le loro famiglie: Marcello Ciampi, Marco Defelice, Pier Gianni Medaglia, Andrea Migani, Andrea Pennelli.

Marcello Ciampi ha 46 anni e da diciotto è sposato con Ilaria; hanno tre figli di 16, 11 e 6 anni. Lavora alla Libreria Paoline di via del Mascherino, mentre la moglie è insegnante. «Ci siamo conosciuti da bambini in parrocchia, a Verderocca – racconta – e abbiamo avuto la grazia di incontrare don Andrea Santoro, che allora era il nostro parroco. Abbiamo imparato da lui il grande amore per la Chiesa, per la Terra Santa, per la Scrittura, e soprattutto abbiamo imparato l’importanza del donare la propria vita». Attualmente presta servizio nella parrocchia di Sant’Agnese fuori le Mura.

Classe 1972, Marco Defelice è un tecnico di laboratorio all’Istituto superiore di Sanità, è sposato con LOREDANA e senza figli, della parrocchia di San Giuseppe Artigiano. «La mia vocazione è nata facendo il percorso dei Dieci Comandamenti – spiega –; il discernimento ha poi fatto sì che partisse questo treno! Adesso collaboro attivamente con il Servizio diocesano per la pastorale giovanile e con don Antonio Magnotta (che ne è il direttore, ndr)».

Insegna fisica all’Università di Tor Vergata, invece, Pier Gianni Medaglia, 48 anni, originario di Varese. «Osservando la grandezza, la complessità e le meraviglie della natura si scopre che dietro c’è il divino. La fede è un dono, qualunque sia la tua professione», dichiara. Con la moglie Maria Rosaria e con i quattro figli frequenta la parrocchia del Santissimo Sacramento a Tor de’ Schiavi. «Quella del diacono – riflette – è una chiamata a servire gli altri. La relazione con Dio porta alla relazione con l’altro».

ANDREA MIGANI ha 46 anni ed è sposato da 23 con GIOVANNA; hanno cinque figli e la più piccola «compirà 13 anni proprio sabato». Di professione informatore farmaceutico, racconta così la sua vocazione al diaconato: «È nata grazie a un sacerdote, don ANTONIO D’ERRICO, che ha intravisto in me qualcosa che io stesso non riuscivo a vedere». È stato assegnato alla parrocchia di San Carlo da Sezze.

Il decano del quintetto è Andrea Pennelli: è nato infatti a Roma nel 1960. Ufficiale dell’Esercito, è sposato con Laura dal 1986 e hanno quattro figli. «Sono sempre stato un cristiano praticante, frequento la parrocchia fin da bambino – ricorda –. Facevo il chierichetto, giocavo all’oratorio, cantavo nel coro. Poi sono stato catechista, animatore. Adesso presto servizio nella parrocchia di San Giuseppe da Copertino e sono ministro straordinario dell’Eucarestia».

20 novembre 2018

Il cardinale De Donatis incontra il clero diocesano

Il cardinale vicario Angelo De Donatis incontra il clero della diocesi di Roma per presentare il progetto pastorale diocesano e dare il via, così, al nuovo anno pastorale. L’appuntamento è per lunedì 17 settembre alle ore 10, nella basilica di San Giovanni in Laterano.

Nei giorni successivi il porporato incontrerà le diverse comunità parrocchiali, divise per settori: martedì 18, alle 19, per il settore Est sarà nella parrocchia di Ognissanti (via Appia Nuova, 244); mercoledì 19, per il settore Sud, sempre alle 19, si sposterà al Santuario del Divino Amore; giovedì 20, alle 18.30, per il settore Ovest sarà a San Giuseppe al Trionfale (via Bernardino Telesio, 4/b); lunedì 24, alle 18.30, per il settore Centro, assemblea nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme (piazza omonima); martedì 25, infine, appuntamento alle 19 a San Lorenzo fuori le Mura (piazzale del Verano, 3) per il settore Nord.

I colloqui concluderanno idealmente il percorso iniziato il 14 maggio scorso con l’assemblea diocesana a cui è intervenuto Papa Francesco. In quell’occasione il Santo Padre si soffermò sulle “malattie spirituali”, su cui nelle parrocchie della diocesi di Roma si era riflettuto a partire dalla Quaresima. Un percorso lungo e articolato, dunque, come il cardinale vicario ha sottolineato nella lettera di invito all’incontro di lunedì 17, mandata ai sacerdoti della diocesi lo scorso 25 giugno.

«Dopo l’incontro gioioso con il Santo Padre del 14 maggio scorso, sento il desiderio di proporti di fermarci un po’ per meditare insieme il discorso fatto da Papa Francesco – si legge nella missiva –. È un discorso molto bello, ricchissimo di spunti, che vuole orientare il cammino della Chiesa di Roma per i prossimi anni, ispirandosi all’Esodo biblico. Come passare dalla schiavitù legata alle malattie alla libertà dei figli? Come passare dalla condizione di non-popolo a quella di popolo di Dio? La verifica delle nostre malattie non puntava solo a farci fare “l’esame di coscienza”, ma a suscitare una comunione nuova tra di noi: uniti nella debolezza, uniti soprattutto nella comune esperienza della misericordia». E ancora: «La verifica delle nostre malattie non puntava solo a farci fare “l’esame di coscienza”, ma a suscitare una comunione nuova tra di noi: uniti nella debolezza, uniti soprattutto nella comune esperienza della misericordia. Meditare insieme questo testo del Papa ci aiuterà molto».

12 settembre 2018

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