8 Maggio 2025

Sabato a San Giovanni le ordinazioni dei diaconi permanenti

Danilo Defant, Gino Cappannini, Giuseppe Caviglia, Marco Campanelli saranno i nuovi diaconi permanenti della diocesi di Roma. Saranno ordinati sabato dal cardinale vicario Angelo De Donatis, durante la Messa delle ore 17 nella basilica di San Giovanni in Laterano.

Durante la liturgia, diversi saranno i gesti liturgici significativi, come la vestizione degli abiti diaconali – la stola diaconale e la dalmatica – e la consegna del libro dei Vangeli. «Tra i diversi impegni dei diaconi si pone al primo posto l’annunzio del Vangelo – sottolinea il direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, padre Giuseppe Midili –, perché raggiunga ogni persona nel suo ambiente naturale di vita, con particolare riguardo alla guida delle varie comunità domestiche e alla evangelizzazione dei lontani. Perciò un impegno costante di catechesi diffusa ha nel diacono un suo speciale animatore. In tale contesto acquista pieno rilievo nell’ordinazione il gesto liturgico esplicativo della consegna dei Vangeli».

È impegnato nella catechesi dei ragazzi Danilo Defant, il più giovane tra gli ordinandi, che condivide questo servizio con la moglie Sabrina. «La mia vocazione ha basi molto lontane – racconta –; sono sempre stato impegnato in parrocchia, che per me è stata sempre la mia famiglia allargata. Frequento San Giuseppe Moscati fin da adolescente, e lì il Signore mi ha dato gioie e dolori, lì ho vissuto sia momenti bellissimi che drammatici… Con mia moglie abbiamo tre figli in Cielo, e la comunità parrocchiale ci è stata sempre vicino. Non ci siamo mai sentiti soli e in noi è nato il desiderio di essere fecondi a livello spirituale».

18 novembre 2021

“Ascoltando i maestri”, incontri al via dal 19 novembre

Dai romanzi di Dostoevskji al Piccolo Principe ed Harry Potter, passando per le canzoni di Battiato e le riflessioni di Ildegarda di Bingen. È un programma trasversale quello di “Ascoltando i maestri”, un nuovo ciclo di incontri promossi dall’Ufficio per la cultura e l’università della diocesi.

«Visto che il tema dell’anno pastorale è l’ascolto, come Ufficio abbiamo pensato di declinare questo tema attraverso “Ascoltando i maestri”, perché nella nostra attività ordinaria con il mondo della cultura e dell’università, notiamo che i giovani, cercando il senso della vita, cercano qualcosa di bello per cui valga la pena vivere, e soprattutto dei maestri che possano accompagnarli». A spiegarlo è Francesco d’Alfonso, coordinatore dell’Area Alta Formazione artistica, musicale e coreutica dell’Ufficio, che farà da moderatore durante le serate, organizzate tutte come conversazioni.

Il primo incontro è in programma venerdì 19 novembre alle 19.45 nella basilica di San Lorenzo in Damaso e sarà dedicato a Fedor Dostoevskij. “La bellezza salverà il mondo” è il tema dell’appuntamento, che vedrà la partecipazione di monsignor Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio per la cultura e l’università della diocesi di Roma, e di Piero Boitani, professore emerito di Letterature comparate alla Sapienza. La serata sarà arricchita da alcuni passi recitati dall’attore Davide Panizza, e da alcuni brani di musica russa dell’Ottocento eseguiti dal Coro giovanile Iride diretto da Fabrizio Barchi.

Monsignor Lonardo sarà presente a ciascuna delle serate in programma, accompagnato di volta in volta da diversi personaggi della cultura; e differenti saranno anche le chiese che ospiteranno gli appuntamenti. Ci sarà il giornalista e scrittore Pierangelo Buttafuoco, ad esempio, il 10 dicembre, nell’incontro dedicato a Franco Battiato nella basilica dei Santi Apostoli, e il tema che farà da filo conduttore è tratto dalla bellissima “E ti vengo a cercare”.

Lucetta Scaraffia, docente emerito alla Sapienza, parlerà invece di Ildegarda di Bingen nell’appuntamento del 14 gennaio, su “Conosci la via!”, nella basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio. Non solo personaggi storici, ma anche nati dal frutto della fantasia: il maestro che verrà ascoltato l’11 febbraio, a Sant’Ignazio, è Harry Potter, nato dalla penna di J. K. Rowling. Un celebra dialogo tra il maghetto e Voldemort guiderà gli interventi di monsignor Lonardo, di Roberta Tosi, scrittrice e storica dell’arte, e di Alessio Puccio, doppiatore di Harry nei film italiani.

Ancora, l’11 marzo una sera su Giovanna D’Arco con Amedeo Feniello docente di storia medievale all’Università dell’Aquila. A maggio la conclusione con una serata su Antoine de Saint-Exupéry: “È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa importante”. Nella Chiesa del Gesù interverranno Beatrice Masini, scrittrice, traduttrice e direttrice di divisione Bompiani; con Enzo Romeo, giornalista del Tg2 e autore di diversi testi dedicati al “Piccolo Principe”.

15 novembre 2021

“Un calcio all’esclusione”: al via il nuovo progetto della diocesi per favorire l’integrazione dei bambini gravemente emarginati

Foto di Emilio Garcia

Una partita di calcio per promuovere l’integrazione e lanciare un progetto per l’inclusione dei bambini emarginati. Domenica prossima, alle 14.30, si sfideranno in un’amichevole intitolata “Fratelli tutti” la World Rom Organization e la “Squadra del Papa. Fratelli tutti”; ad ospitarli sarà il campo del Training Center della Società Sportiva Lazio, a Formello, e l’arbitro sarà Ciro Immobile, capitano biancoceleste. Il giorno prima, sabato 20, i giocatori delle due squadre saranno ricevuti in udienza da Papa Francesco, mentre nel pomeriggio cinquanta bambini seguiti dal Coordinamento Rom della diocesi di Roma, accompagnati da don Stefano Meloni potranno accedere gratuitamente allo Stadio Olimpico, per assistere a Lazio-Juve. Prima dell’inizio della partita, due palloni firmati dai giocatori delle due squadre di serie A verranno simbolicamente donati alla diocesi di Roma: saranno infatti messi all’asta tramite una piattaforma on line, e il ricavato sarà il primo finanziamento del nuovo progetto diocesano “Un calcio all’esclusione”. L’iniziativa, promossa dal Coordinamento Rom della diocesi e dall’Ufficio diocesano per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport, si propone di favorire l’inclusione sociale dei più piccoli grazie allo sport praticato in parrocchia.

«Il progetto “Un calcio all’esclusione” – spiega il vescovo Benoni Ambarus, delegato diocesano per la Carità, per i Migranti e per la Pastorale dei rom e dei sinti – farà leva sul fatto che lo sport non guarda il colore, l’etnia, ma l’incontro tra le persone che si trovano a sfidarsi nel gioco. Vogliamo quindi poter dire ai bambini ed ai ragazzi rom e di altre nazionalità, che vivono in condizioni di grave emarginazione, che le squadre non sono al completo senza la loro partecipazione. Sfidiamo il pregiudizio e lo vogliamo smascherare con il divertimento e lo sport».

«Il calcio, riconosciuto come disciplina dall’alto valore formativo – riflette don Francesco Indelicato, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport – può rappresentare lo strumento ideale per la creazione di uno spazio educativo nel quale generare nuove opportunità di cambiamento. Un cambiamento che coinvolga i minori ma anche le rispettive famiglie che, nella città di Roma, vivono la periferia sociale ed esistenziale più estrema».

L’iniziativa è stata lanciato durante la conferenza stampa di presentazione della partita “Fratelli tutti”, che si è tenuta ieri mattina (martedì 16 novembre). La “Squadra del Papa. Fratelli tutti” è composta da guardie svizzere, dipendenti vaticani, sacerdoti; con loro anche tre giovani migranti accolti dalla Comunità di Sant’Egidio e un giovane con sindrome di Down che vive l’esperienza sportiva di Special Olympics. La World Rom Organization ha sede a Zagabria e si occupa dell’integrazione dei rom.

«Il Papa ha assegnato a noi questa iniziativa, come anche l’associazione Athletica vaticana – ha spiegato il cardinale Gianfranco Ravasi, intervenuto durante la mattinata – perché fin dalle origini lo sport rappresenta qualcosa di antropologicamente fondamentale: il gioco, che per sua natura è inutile, creativo, libero, e per questo si è intrecciato da subito con la cultura: basti pensare alla cultura greco-classica, in cui lo sport entrava in connessione con la letteratura, la poesia, il teatro, il mito».

Presente anche Ciro Immobile, che ha ringraziato Papa Francesco «per questa opportunità. Sono emozionato ed orgoglioso che abbia scelto me tra tanti, motivo di grande soddisfazione – ha commentato –. Sarà un piacere ospitarvi in nella nostra casa, dove noi di solito costruiamo i nostri sogni che mettiamo in campo ogni domenica. Siamo felici di dare una mano ai giovani, di avere questa responsabilità con tutti che ci guardano, di poter insegnare qualcosa che potrà servire per il futuro. Sono sicuro che ci divertiremo tanto».

Per sostenere il progetto “Un calcio all’esclusione” è possibile effettuare donazioni tramite bonifico bancario intestato a “Vicariato di Roma”, iban IT14Z0200805160000400677020, causale “Un calcio all’esclusione”.

17 novembre 2021

Corso “Un di più di misericordia” a cura del Centro per la pastorale sanitaria

Corso “Un di più di misericordia” a cura del Centro per la pastorale sanitaria.

Corso di formazione per le guide turistiche, a cura dell’Ufficio cultura e università

Corso di formazione per le guide turistiche, a cura dell’Ufficio cultura e università

Nella chiesa di Sant’Andrea al Quirinale partecipa all’evento celebrativo in occasione dei 40 anni di attività del Centro Astalli

Nella chiesa di Sant’Andrea al Quirinale partecipa all’evento celebrativo in occasione dei 40 anni di attività del Centro Astalli.

Una mostra per i 40 anni del Centro Astalli

In occasione dei 40 anni di attività il Centro Astalli, Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati in Italia, viene inaugurata questa mattina (16 novembre) la mostra “Volti al futuro. Venti ritratti di rifugiati accolti al Centro Astalli” realizzati da Francesco Malavolta nelle strade di Roma. La mostra, che fino al 28 novembre sarà esposta nella chiesa di Sant’Andrea al Quirinale, verrà inaugurata dal cardinale vicario Angelo De Donatis, dal cardinale Michael Czerny, sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati della Santa Sede, dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

Padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, commenta: «Non vogliamo celebrare il passato ma vogliamo impegnarci da oggi a costruire il futuro con i rifugiati. Per questo siamo qui, per rinnovare il nostro impegno nella costruzione di comunità aperte e solidali in cui i migranti vengano percepiti come una ricchezza, come un dono. Noi da 40 anni a Roma lo sperimentiamo ogni giorno. Operatori e volontari sono testimoni credibili della bellezza dell’incontro con i rifugiati. Siamo grati a Papa Francesco che ha voluto scrivere il saluto introduttivo della mostra fotografica del Centro Astalli».

16 novembre 2021

In Vicariato presiede il Consiglio Diocesano Affari Economici

In Vicariato presiede il Consiglio Diocesano Affari Economici.

Co-Living, un progetto per l’inclusione dei giovani

Foto di Cristian Gennari

Sta per partire il progetto “Co-Living: condividere spazi di vita e risorse”. L’iniziativa, grazie alla collaborazione tra Caritas di Roma e la Comunità dei Fratelli Maristi, mette a disposizione uno spazio abitativo per sei studenti e studentesse, italiani e stranieri (con particolare attenzione ai beneficiari di protezione internazionale), unendo all’offerta di un alloggio un’esperienza di vita comunitaria fondata sulla reciprocità e sul mutuo sostegno. «Una casa – sottolineano dalla Caritas – dove ciascuno possa sentirsi parte attiva e integrante del gruppo, stimato e valorizzato nelle proprie caratteristiche e specificità, condividendo uno “spirito di famiglia” che sostenga ciascuno nel proprio percorso di studi e di vita».

Tra gli obiettivi principali del progetto, c’è quello di offrire a giovani motivati l’opportunità di proseguire gli studi, potendo contare su un’opportunità di alloggio in un contesto umanamente e spiritualmente stimolante e formativo. Ai giovani accolti verrà richiesta la compartecipazione alle spese (bollette, costi di manutenzioni ordinaria, etc.), dovranno dimostrarsi responsabili nella gestione dell’alloggio e autonomi nella pulizia e nella cura degli spazi individuali e condivisi.

Verrà inoltre chiesto loro di dedicare tempo ad attività da svolgersi sul territorio presso, scuole, oratori, parrocchie, case-famiglia, centri anziani, gruppi giovanili, etc. da definirsi singolarmente in base alle attitudini, esperienze e capacità di ciascuno studente.

Destinatari del progetto saranno 6 ragazzi e ragazze con le seguenti caratteristiche di età compresa tra i 18 e i 29 anni, iscritti a un corso universitario in una delle Università romane (pubbliche o paritarie) oppure ad un corso di 2° livello per adulti per l’ottenimento del diploma di scuola secondaria superiore oppure ad un percorso formativo di lungo periodo (minimo 1 anno). In fase di selezione sarà data priorità ai non residenti, ai beneficiari di protezione internazionale, agli ex minori provenienti dal circuito dei centri per minori stranieri non accompagnati.

Maggiori informazioni sul sito della Caritas di Roma

15 novembre 2021

E’ entrato nella luce della Resurrezione Carlo, papà di padre Matteo Curina

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,
il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

sono vicini al dolore di Padre Matteo Curina, O.F.M.,
Vicario Parrocchiale della Parrocchia San Gregorio VII,
per la morte del suo caro papà

Carlo
di anni 76

e, assicurando preghiere di suffragio, invocano Dio Padre,
ricco di misericordia, perché conceda a Carlo
il premio della vita eterna e dia conforto ai suoi familiari.

I funerali si svolgeranno oggi, 15 novembre 2021, alle ore 14.30,
presso la Parrocchia Santa Maria del Porto a Pesaro

15 novembre 2021

Al via il cammino formativo 2021-2022 per le équipe pastorali

Il primo appuntamento di formazione per le équipe pastorali si è tenuto sabato 13 novembre. Questo primo incontro non è riservato solamente ai membri delle équipe, ma è rivolto a tutti gli operatori pastorali e ai parrocchiani, e rappresenta l’occasione per presentare a tutti il cammino sinodale. A coordinare gli incontri di formazione delle équipe sarà, per il 2021-2022, don Fabio Rosini, direttore del Servizio per le vocazioni della diocesi di Roma.

5 novembre 2021

La morte di Ayedi, la denuncia della Caritas

Foto di Stefano Montesi

In una città messa a lustro e blindata per accogliere i capi di stato e di governo del G20 si è consumato l’ennesimo dramma dell’emarginazione. Nel fine settimana tra il 29 e il 31 ottobre c’è stata la morte di Ayedi, un senza dimora di 52 anni, in circostanze che la Caritas di Roma definisce «non più tollerabili»: dimesso da un ospedale romano pur essendo gravemente malato e impossibilitato ad avere un riparo e cure adeguate.

Un caso che l’organismo diocesano denuncia in occasione della Giornata mondiale del povero per far conoscere il fenomeno sempre più diffuso di persone gravemente malate che vivono in strada.

«È arrivato poco dopo 18.30 del venerdì sera – spiegano gli operatori del Poliambulatorio della Caritas alla Stazione Termini – preceduto da un suo amico, lo stesso che era venuto a chiedere per lui una sedia a rotelle qualche giorno prima». Il medici raccontano i momenti drammatici: «non riusciva a stare in piedi, emaciato e scavato in volto, itterico, tremante per il freddo, con una scarpa da gesso e una da ginnastica poggiate sui piedi, perché in entrambi aveva medicazioni fatte da solo per ulcere da diabete con amputazione di due dita». Ayedi era conosciuto da tempo nella struttura sanitaria per le sue varie patologie croniche non controllate, situazione che si era aggravata una volta uscito da ogni circuito di accoglienza. «È stato ricoverato per un mese – spiegano -, e, pure se in gravissime condizioni, da dieci giorni viveva in strada. L’infermiera della medicheria e la studentessa di medicina che la supportava non si sono tirate indietro di fronte alla richiesta di medicarlo». La situazione si presentava grave e i sanitari hanno subito chiamato il 112. Purtroppo, forse a causa degli imponenti mezzi dispiegati per il G20, l’ambulanza è arrivata dopo quattro ore. «Non ho paura di morire, ma di soffrire. Credo in Dio, ma non mi ascolta. Gli chiedo di morire, perché nella mia vita c’è troppo dolore, ma lui non mi ascolta» ha detto Ayedi ai volontari che attendevano con lui. «La domenica mattina chiamando il Pronto soccorso abbiamo saputo che era da poco deceduto».

A seguito di questo tragico evento, il direttore della Caritas, il diacono Giustino Trincia, ha chiesto un incontro urgente con la Regione Lazio e il Comune di Roma, scrivendo agli assessori competenti per la Sanità e le Politiche sociali.

Un testo per «denunciare, rappresentare e condividere le gravissime condizioni nelle quali con sempre maggiore frequenza vengono a trovarsi le persone fragili in generale e, nello specifico i senza dimora, una volta dimessi dalle strutture ospedaliere».

«La drammatica vicenda – scrive Trincia – ci obbliga ad alzare forte la nostra voce e ad affermare l’urgenza di una iniziativa da parte delle istituzioni pubbliche che hanno doveri e responsabilità non declinabili ad altri». «Non ci si può rassegnare alla perdita di una vita umana, al primato degli automatismi delle procedure e dei processi organizzativi e al primato del paradigma economico nella gestione di servizi essenziali».

La Caritas non chiede il prolungamento della degenza nelle strutture ospedaliere «anche se ribadiamo che in certi casi non è giusto dimettere senza alcuna considerazione» ma chiede un tavolo tecnico con la definizione di un Protocollo di gestione delle dimissioni delle persone socialmente fragili «che preveda con precisone le procedure da attuare ogni qual volta l’ente ospedaliero si trova a dover effettuare delle dimissioni protette di persone fragili». A questo va aggiunta l’individuazione e la realizzazione di strutture che mettano a disposizione l’accoglienza e la loro professionalità nell’accompagnare la persona fragile al superamento della malattia.

«Tra la fase acuta di una malattia e la guarigione ci sono tutta una serie di attenzioni verso la persona che non sono solo di natura farmacologica ma anche e soprattutto di natura umana. Dalle malattie non si guarisce all’improvviso, per questo bisogna garantire alle persone fragili la possibilità di poter trascorrere la cosiddetta convalescenza in strutture apposite che possano accoglierle e accompagnarle nella lenta riemersione dai fondali della sofferenza».

15 novembre 2021

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