Il cammino di Pietro: il carcere di Pietro- Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami al Foro Romano
Il cammino di Pietro, il via a Santa Cecilia
In una Roma opulenta, corrotta e sfrontata, giunge l’apostolo Pietro per compiere il volere di Gesù fino a subire il martirio per decisione di Nerone, ma non prima di realizzare la sua missione: la fondazione della Roma cristiana. I luoghi che recano nell’Urbe un segno tangibile delle vicende umane e spirituali del Pescatore di Galilea disegnano una vera e propria geografia con le tappe della sua permanenza e del suo ministero. Il parroco della basilica di San Pietro in Vaticano, fra Agnello Stoia, sostenuto dalla volontà di camminare insieme all’insegna dell’apostolo Pietro dei due vicari del Santo Padre, l’uno per la diocesi di Roma, il cardinale De Donatis, l’altro per il Vaticano, il cardinale Gambetti, ha sviluppato con la collaborazione di altri confratelli presbiteri della diocesi un pellegrinaggio in sette tappe dal titolo “Il Cammino di Pietro”. Obiettivo del percorso, che è iniziato il 29 dicembre scorso nella basilica di Santa Cecilia in Trastevere, è quello di riscoprire le tracce dell’apostolo e, come suggerito da monsignor Marco Frisina, di «restituire alla nostra epoca, e soprattutto ai romani, una maggiore consapevolezza della figura di Pietro per ispirare una vera e propria identificazione nel suo messaggio e nella sua vicenda umana».
Monsignor Frisina, che di Santa Cecilia è rettore, ha così spiegato il senso dell’evento: «Pietro arrivò a Roma con la nave al Porto di Ripa Grande, a pochi passi da Santa Cecilia, in un quartiere all’epoca abitato dagli ebrei. Abbiamo voluto ricostruire il significato che Pietro ha avuto per la Città Eterna, come patrono e come martire insieme a san Paolo, ma anche ciò che l’apostolo visse nella Capitale. Un legame miliare per tutta la Chiesa».
Ha poi proseguito: «I due brani di Matteo 16 e di Giovanni 21 ci aiutano a comprendere il legame tra l’Apostolo e la sua Chiesa, in essi possiamo vedere tematiche fra loro complementari: da una parte la radicalità della sequela di Cristo, dall’altra l’amore assoluto nei suoi confronti. Nello stesso tempo questi temi ci allontanano da una visione trionfalistica della Chiesa per sottolineare invece il significato dinamico del suo cammino, di cui Pietro è segno di unità e fondamento; egli infatti è chiamato a sostenere la fede dei credenti e a testimoniare con il suo amore la risurrezione di Gesù».
«Il pellegrinaggio chiede ai fedeli e a chiunque desideri avvicinarsi alla Chiesa di mettersi in cammino per scoprire la volontà di Dio – ha concluso monsignor Frisina –, nel rispetto del cammino sinodale della Chiesa». Le tappe successive di questo straordinario percorso, suggellato dalla lettera scritta a quattro mani dai due cardinali, toccheranno il 29 gennaio alle 19.30 la basilica di San Giovanni in Laterano, martedì 28 febbraio la basilica di Santa Francesca Romana, mercoledì 29 marzo la chiesa di San Giuseppe dei Falegnami al Carcere Mamertino, sabato 29 aprile la basilica di Santa Pudenziana, lunedì 29 maggio la chiesa del Domine Quo Vadis sull’Appia Antica e infine mercoledì 28 giugno, alla vigilia della solennità degli Apostoli Pietro e Paolo, piazza San Pietro per la preghiera della veglia finale.
di Onelia Onorati
3 gennaio 2023
Il cammino di Pietro fa tappa a San Giovanni in Laterano
Entrando nella basilica di San Giovanni in Laterano lo sguardo è subito attratto dall’altare papale, sovrastato dal ciborio in stile gotico di Giovanni Di Stefano. Al suo interno sono conservate reliquie del cranio dei due patroni di Roma, Pietro e Paolo, nei due busti dorati che sembrano benedire i fedeli. In pochi, però, sanno che anche all’interno dell’altare è custodita una preziosa reliquia: la mensa di legno sulla quale celebrò l’Eucaristia san Pietro in persona. A volerla lì, nella cattedrale di Roma, fu Papa Silvestro. A questa straordinaria storia è dedicata la seconda tappa de “Il cammino di Pietro”, domenica 29 alle 19.30 a San Giovanni in Laterano.
Si tratta di un percorso promosso dal Vicariato di Roma e dal Vicariato della Città del Vaticano alla riscoperta dei luoghi abitati dell’apostolo nella Città Eterna, inaugurato lo scorso 29 dicembre nella basilica di Santa Cecilia, a ricordare l’approdo di Pietro al porticciolo dell’Urbe e l’ospitalità che ricevette presso la comunità ebraica. Domenica il vescovo Guerino Di Tora presiederà la Messa e offrirà una catechesi; al termine la teca dell’altare papale sarà aperta e ai presenti sarà possibile accostarsi alla reliquia della mensa petrina.
«Continuando il cammino di Pietro a Roma – osserva il vescovo Di Tora –, dopo l’incontro con la prima comunità di giudeo-cristiani, che si trovava nella zona del Porto, il secondo momento è a San Giovanni in Laterano, dove si conserva la mensa su cui l’apostolo e i suoi primi successori hanno, con la comunità cristiana di Roma, celebrato la fractio panis. Questo cammino ci deve far fare memoria dell’itinerario di Pietro a Roma per vivere e continuare il nostro cammino con il Pietro di oggi; la sinodalità deve essere per noi questo momento di profonda comunione con Papa Francesco e tutta la Chiesa».
«La tradizione vuole che Pietro sia vissuto a Roma per molti anni, da ospite e pellegrino – sottolinea padre Agnello Stoia, parroco della basilica di San Pietro in Vaticano e tra i promotori dell’iniziativa –. Un lunghissimo arco di vita e una densità di luoghi che hanno disegnato una geografia petrina della città, in cui ogni luogo è una “pietra tematica”: da Trastevere a San Giovanni in Laterano, dalla Via Sacra alla Suburra e all’Appia antica, fino al Colle Vaticano, Pietro ci parla di accoglienza, di giustizia, della forza verità sulle mistificazioni. Di testimonianza, fino a dare la vita. Vorremmo far sì che questo percorso, che in questi giorni nasce come un piccolo solco nelle vie e nei luoghi di Roma che hanno ospitato san Pietro fino al martirio e poi alla sepoltura, diventi un cammino per tutti. Che, una tappa dopo l’altra, i pellegrini, i visitatori, le parrocchie, i gruppi, le associazioni, possano seguire il cammino di Pietro e immergersi nella sua vicenda umana e spirituale, così attuale e autentica nei suoi aneliti e nelle sue cadute, e, attraverso la vita dell’apostolo, confrontarsi con i grandi temi che ci sfidano ogni giorno, proprio nei luoghi in cui egli ha vissuto e in cui noi oggi viviamo».
«I Romani – aggiunge il sacerdote – avevano grande sensibilità per le antiquitates: il senso, cioè, del conservare le memorie degli antichi. Per questo, è un gesto fortissimo quello di Papa Silvestro, che si lega alla tradizione e agli altri vescovi di Roma, di cui è successore, e afferma che è quello il luogo dove tutta la comunità si raduna attorno al suo vescovo, a partire da Pietro».
“Il Cammino di Pietro” proseguirà martedì 28 febbraio nella basilica di Santa Francesca Romana, al Foro, dove si conservano le due pietre su cui l’Apostolo Pietro si è inginocchiato nella disputa pubblica con Simon Mago.
26 gennaio 2023
Il cammino di formazione dei sacerdoti per il 2019-2020
È stato presentato ieri, lunedì 24 giugno, il cammino per i sacerdoti per il 2019-2020. «La formazione permanente – spiega infatti l’incaricato del Servizio per la formazione permanente del clero della diocesi, don Paolo Asolan –, prima di essere un servizio organizzato dalla diocesi, è un’esigenza della vocazione: ogni mattina che ci svegliamo ci troviamo a dover interpretare la vita come una risposta e un coinvolgimento alla chiamata e nella vita di un Altro, che ci ha messi al mondo perché stessimo con Lui e per mandarci a predicare».
Ecco, allora, una serie di appuntamenti già programmati dal Servizio diocesano per il nuovo anno pastorale. Il via con gli incontri pastorali di inizio anno, al Divino Amore dal pomeriggio fino al pranzo del giorno dopo: per i sacerdoti dal primo al quinto anno di ordinazione le date stabilite sono il 24 e il 25 settembre; i sacerdoti dal sesto al decimo anno, invece, si ritroveranno al santuario mariano il 25 e il 26 settembre.
Ancor prima, all’inizio del mese di settembre (dal 2 al 7), per tutti i preti che lo desiderano sono in programma gli esercizi spirituali condotti dal vescovo ausiliare del settore Centro Daniele Libanori, presso la Casa dei Santi Giovanni e Paolo al Celio. Riservati a vescovi, prefetti e capiufficio gli esercizi spirituali dal 4 all’8 novembre, alla Casa di Spiritualità di Santa Maria Consolatrice, guidati da padre Marko Rupnik. Aperti a tutti i parroci gli esercizi di metà novembre (dall’11 al 15) con il cardinale vicario Angelo De Donatis, alla Fraterna Domus di Sacrofano. Sempre in tema di esercizi spirituali, previsti dal 18 al 23 novembre per i presbiteri dei primi dieci anni di Messa con padre Stefano Bittasi ad Ariccia; e dal 12 al 17 gennaio, aperti a tutti i sacerdoti che lo desiderano, al Monastero della Resurrezione di Montefiolo con monsignor Libanori.
Da ottobre, poi, partiranno dei laboratori su diversi temi, che avranno cadenza mensile; sono pensati in particolare per i sacerdoti dal sesto al decimo anno di ordinazione, ma anche per gli altri interessati al tema. Gli argomenti: “Ripensare il sacramento della Riconciliazione. Basi bibliche e teologiche”, con Bruna Costacurta e don Giuseppe Bonfrate; “Imparare Roma. Itinerari di bellezza e di fede nella città di Roma”, a cura di monsignor Marco Frisina; “La dimensione profetica del sacerdozio. Predicazione e catechesi”, tenuto da padre Marko Rupnik; “Il seminatore uscì a seminare. L’arte di generare per mezzo della Parola di Dio”, con don Fabio Rosini. Ancora, don Antonio Magnotta e il professor Carletti terranno un laboratorio residenziale, il 7 e 8 gennaio 2020, su “Abitare il cuore dei giovani. Esercizi di discernimento comunitario per ripensare le prassi di evangelizzazione”.
Da segnare in agenda pure gli incontri per i parroci di prima nomina: il 7 ottobre al Seminario Maggiore con i capi degli Uffici tecnici del Vicariato; e dal 6 al 9 gennaio con il cardinale vicario alla Casa di Preghiera Domus Aurea di Ponte Galeria. Ma il vicario incontrerà anche i sacerdoti dal primo al quinto anno di ordinazione, l’11 maggio 2020 al Divino Amore; e i sacerdoti dal sesto al decimo anno giovedì 14 maggio sempre al Divino Amore.
Previste anche settimane residenziali a Padova e a Torino, e pellegrinaggi in Terra Santa e in Libano, nonché una settimana estiva in Val di Fassa. Appuntamento per i giubilei sacerdotali come di consueto il 24 giugno, solennità della Natività di San Giovanni Battista.
25 giugno 2019
Il cammino dei catecumeni tra YouTube e videochiamate
Video-catechesi su YouTube e appuntamenti telefonici per la preghiera. Il coronavirus non ferma la preparazione dei catecumeni, che grazie alle iniziative messe in campo dall’Ufficio catechistico diocesano si sposta, semplicemente, su pc e cellulari. «In questo momento così doloroso per il nostro Paese – esordisce il direttore dell’Ufficio don Andrea Cavallini in una lettera –, vi scriviamo per annunciarvi con forza e convinzione che il Signore non ci ha lasciati soli nel cammino, ma è vivo e presente in mezzo a noi. E noi vogliamo essere testimoni di questa Presenza, ed è per questo che continueremo a camminare insieme verso la Pasqua del Signore. Poiché non possiamo incontrarci né celebrare in parrocchia gli scrutini e le consegne, vi invitiamo a proseguire la catechesi con regolarità tramite video chiamate o semplicemente telefonate».
Sul canale YouTube dell’Ufficio diocesano è disponibile il video sul primo scrutinio, con una catechesi e uno spazio per meditare il Vangelo: https://youtu.be/OHJzWmZco6U. Per la giornata di oggi, domenica 15 marzo, catecumeni eletti e catechisti sono poi invitati a sentirsi telefonicamente e parlare del video visto.
«Sappiamo che è un po’ strano, e forse difficile, vivere un momento di condivisione e preghiera al telefono – sottolineano don Cavallini e suor Pina Ester De Prisco, responsabile del catecumenato –, ma in questo momento ci sembra la soluzione migliore per proseguire la preparazione al battesimo. Mentre tutto intorno si sta fermando, la vita interiore procede, va avanti!».
Leggi il testo integrale della lettera
15 marzo 2020
Il business delle armi: se ne parla al corso di formazione missionaria
È in programma per sabato 22 febbraio il secondo appuntamento del corso di formazione missionaria 2025, “Facciamo pace. Umanità in cammino verso la fratellanza”, promosso dal Centro missionario diocesano. Protagonista dell’incontro, che come di consueto avrà inizio alle ore 9 e si terrà nell’Aula della Conciliazione del Palazzo Lateranense, sarà il professor Fabrizio Battistelli, che affronterà il tema: “Il business delle armi nell’attuale congiuntura internazionale. Una minaccia alla pace”.
Battistelli è presidente e cofondatore dell’Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo, nonché professore di sociologia presso il Dipartimento di Scienze sociali ed economiche dell’Università di Roma La Sapienza, che ha diretto dal 2009 al 2014 e dove ha insegnato anche Sociologia dell’organizzazione e Organizzazione internazionale. È membro della sezione di Sociologia Politica dell’Associazione italiana di sociologia (Ais) e dell’Inter-University Seminar on Armed Forces and Society.
«L’industria bellica – riflette padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio diocesano per la cooperazione missionaria tra le Chiese – è l’unica, in tempo di crisi, a non conoscere alcuna forma di recessione. Occorre, pertanto, alla luce anche delle coraggiose ammonizioni del magistero di Papa Francesco, affrontare il tema della corsa agli armamenti e degli effetti devastanti delle guerre – in primis le disuguaglianze che comportano l’esclusione sociale – giocando la carta della consapevolezza. È il Vangelo a richiederlo ed è il mondo missionario, impegnato nelle periferie geografiche ed esistenziali del mondo, ad invocarlo a squarciagola».
Il percorso formativo era iniziato il 18 gennaio con un incontro che aveva visto protagonista Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di Sant’Egidio. Dopo l’appuntamento con Battistelli, sono previsti altri tre incontri, il 15 marzo, il 12 aprile e il 17 maggio. La partecipazione agli incontri è libera e gratuita. Per ulteriori informazioni: cmdroma@diocesidiroma.it
17 febbraio 2025
Il battesimo dei catecumeni nella veglia di Pasqua
di Salvatore Tropea da Roma Sette
«Un’esperienza straordinaria, di avvicinamento e ingresso alla fede e alla famiglia della comunità cristiana di Roma». È la testimonianza che accomuna i sei catecumeni – cinque di origini nigeriane e un ragazzo romano – che questa notte, durante la veglia di Pasqua presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis, hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella basilica di San Giovanni in Laterano.
Questi ragazzi, spiega suor Maria Rosaria Carpentieri, referente del Servizio per il catecumenato della diocesi, «hanno compiuto un cammino lungo due anni, all’interno dei quali è stato necessario “vivere” due quaresime, ed è stato un percorso di istruzione e avvicinamento alla fede cristiana, da qui il termine greco “katechúmenos”, “colui che viene istruito”». Un momento dal grande significato per i catecumeni, «ma anche per il resto della comunità, perché con i nuovi battezzati – racconta suor Carpentieri – tutta la comunità della Chiesa universale e locale fa memoria del suo passaggio pasquale e rinnova nelle promesse battesimali la propria fedeltà al dono ricevuto e agli impegni assunti, in un continuo processo di rinnovamento, di conversione e di rinascita».
Racconta Leonardo Di Vito, 19 anni, studente in un liceo scientifico della Capitale e uno dei sei catecumeni: «Ho scelto questo percorso grazie alla mia famiglia, da sempre credente e per la promessa fatta ad un amico fraterno di essere il suo padrino alla Cresima e quindi poter stare accanto il prima possibile alla confermazione del mio futuro figlioccio». Intraprendere il cammino che lo ha poi portato ai sacramenti «è stata anche una straordinaria scoperta – ci tiene a sottolineare –, perché sono stato accolto da una vera e propria famiglia, che mi ha fatto crescere, scoprire altri punti di vista e anche superare alcuni pregiudizi che avevo riguardo la spiritualità di ognuno di noi».
Per i sei neo battezzati, tutto è iniziato due anni prima di ricevere i sacramenti di questa notte, «con la fase di precatecumenato – spiega ancora la religiosa referente del Servizio diocesano – che serve per discernere sempre di più le proprie motivazioni e poi con l’anno di vero catecumenato, in ascolto della Parola». Durante l’ultima Quaresima, ogni catecumeno vive il rito dell’elezione, con il quale la comunità ecclesiale si assume la responsabilità dell’idoneità della persona a ricevere i sacramenti. Infine, dalla terza alla quinta Domenica del periodo quaresimale, i cosiddetti scrutini, il cui scopo «è di illuminare a poco a poco i catecumeni sul mistero del peccato». Fondamentale, per tutti i catecumeni, il rapporto con i padrini. «Devo tutto – riprende Leonardo – alla mia madrina che mi ha supportato per realizzare quello che era diventato al contempo un obiettivo e un sogno». Quello di stanotte è stato «un punto di inizio, non di certo la fine di un cammino», spiega Leonardo con l’emozione di chi «non ama avere i riflettori puntati addosso», ma l’agitazione della vigilia e l’ansia per una basilica colma di fedeli è stata superata dall’aver vissuto «un’esperienza che porterò con me per tutta la vita». Infine, Domenica prossima i sei giovani parteciperanno alla celebrazione eucaristica con il rito della deposizione della veste bianca indossata durante la veglia pasquale.
17 aprile 2022
Il 90° di dedicazione di Sant’Ippolito Martire
La parrocchia di Sant’Ippolito Martire, nel cuore del quartiere piazza Bologna a Roma, si appresta a celebrare un traguardo significativo: il 90° anniversario della sua erezione. Per l’occasione, la comunità parrocchiale ha organizzato tre giorni di eventi speciali, aperti a tutti, dal 4 al 6 ottobre.
Venerdì 4 ottobre, in concomitanza con la memoria liturgica di san Francesco d’Assisi, alle ore 19, il cardinale Enrico Feroci presiederà una solenne celebrazione eucaristica. A seguire, un momento di fraterna condivisione e convivialità attende tutti i parrocchiani presso il Salone Tiberiade.
Sabato 5 ottobre, alle ore 19, la comunità si riunirà nuovamente per la Santa Messa, presieduta da padre Ferruccio Bortoluzzi, già viceparroco sin da quando la parrocchia era affidata ai frati cappuccini.
Domenica 6 ottobre, giornata conclusiva dei festeggiamenti, saranno celebrate due Messe solenni: alle ore 12 presiederà il cardinale Angelo De Donatis, penitenziere Maggiore; alle ore 19 monsignor Marco Frisina, celebre compositore di musica sacra, e animata dal Coro della Diocesi di Roma. Al termine della celebrazione, alle ore 20, il Coro si esibirà in un concerto che impreziosirà ulteriormente la giornata.
«L’anniversario della erezione – dichiara il parroco don Manlio Asta – rappresenta un momento di profonda gioia e di ringraziamento per la comunità di Sant’Ippolito Martire. Un’occasione per ricordare il cammino di fede percorso insieme e per guardare al futuro con speranza, nella luce del Vangelo».
3 ottobre 2024
Il 9 ottobre una serata dedicata a Raffaello
“Raffaello, Roma e l’ideale del Rinascimento” è il tema della serata organizzata dall’Ufficio per la cultura e l’università del Vicariato di Roma per venerdì 9 ottobre, alle ore 19 all’Orto Botanico (largo Cristina di Svezia, 24), a cinquecento anni dalla morte di Raffaello Sanzio. Durante l’incontro verranno presentati alcuni video che raccontano i luoghi romani dell’artista urbinate, illustrati da monsignor Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio diocesano; mentre l’attore Giorgio Latini leggerà alcuni sonetti e brani della famosa lettera sulla conservazione delle antichità romane a Leone X, che però non fu mai né terminata né spedita.
«In generale in pochi collegano il Rinascimento a Roma – evidenzia monsignor Lonardo –, ma è sbagliato. Raffaello soggiornò a Villa Farnesina, dell’amico banchiere Agostino Chigi, a cinquanta metri dall’Orto Botanico. Possiamo quasi immaginarlo mentre passeggiava su via della Lungara… Raffaello rappresenta la bellezza ideale, l’armonia, eppure muore a 37 anni. Il suo amico Agostino morirà 4 giorni dopo. Si sperimenta così la fragilità della vita, la stessa che stiamo sperimentando in questi mesi con il coronavirus». L’artista, che fu anche architetto, «rappresenta un ponte tra il mondo classico e quello cristiano – prosegue il direttore dell’Ufficio diocesano –. Tutto quello che c’è di bello nell’antico trova in qualche modo compimento nel cristianesimo. Nonostante Raffaello stesso non fosse tipo da affetti stabili, come anche tanti artisti e non solo suoi contemporanei, volle essere seppellito al Pantheon. Su via dei Coronari, inoltre, affittò una palazzina per far celebrare messe in suo onore».
Pantheon, Santa Maria della Pace, Villa Farnesina, Santa Maria del Popolo, Sant’Eligio degli Orefici, Sant’Agostino… Sono tutti luoghi romani legati a Raffaello e verranno presentati, nell’incontro di venerdì, attraverso dei video realizzati dall’Ufficio per la cultura e l’università e dall’Ufficio per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport del Vicariato di Roma. Hanno partecipato alla realizzazione Alessandro Zuccari, ordinario di Storia dell’arte moderna alla Sapienza-Università di Roma e accademico dei Lincei; Antonio Sgamellotti, professore emerito dell’Università degli Studi di Perugia e accademico dei Lincei; Aldo Vitali, console camerlengo dell’Università e Nobil Collegio degli orefici, gioiellieri e argentieri dell’Alma Città di Roma; il quartetto vocale “Errar cantando”, che ha eseguito “In Te Domine speravi” di Josquin Desprez. Monsignor Lonardo è autore e narratore dei testi; don Francesco Indelicato, direttore dell’Ufficio per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport, ha curato riprese e montaggio; Francesco d’Alfonso è direttore di produzione e curatore delle musiche; Annalisa Maria Ceravolo ha curato la segreteria di produzione, le riprese e le fotografie; Claudio Tanturri la segreteria di produzione. I video verranno poi raccolti e ampliati in un unico documentario, che sarà disponibile on line nei giorni successivi all’incontro.
L’ingresso a “Raffaello, Roma e l’ideale del Rinascimento” può avvenire esclusivamente su prenotazione a ufficioculturaeuniversita@diocesidiroma.it. L’incontro sarà trasmesso in diretta streaming su www.radiopiu.eu. I giornalisti e operatori media che desiderano partecipare devono contattare l’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi: stampa@diocesidiroma.it.
5 ottobre 2020
Il 9 novembre a San Giovanni la consegna del mandato ai catechisti
«Quest’anno ho pensato di festeggiare in modo particolare con voi la solennità della nostra Cattedrale: a tutti rivolgo l’invito a celebrare insieme la dedicazione della basilica di San Giovanni in Laterano il prossimo martedì 9 novembre, alle ore 17.30. Durante la messa vi conferirò il mandato catechistico per l’anno pastorale che abbiamo iniziato». Il cardinale vicario Angelo De Donatis scrive ai catechisti della diocesi di Roma – circa ottomila persone – e annuncia che il prossimo 9 novembre conferirà loro il mandato. Un’occasione speciale per questi laici impegnati ad accompagnare piccoli e grandi verso i sacramenti, e non solo.
«Abbiamo diversi motivi per ringraziare il Signore, perché il 2021 è un anno speciale per i catechisti – sottolinea infatti il cardinale nella sua lettera –. A gennaio il nostro vescovo, Papa Francesco, ha incontrato l’Ufficio catechistico nazionale della Cei in occasione dei 60 anni dalla sua fondazione. Nell’udienza il Papa ha parlato della catechesi come di un’avventura straordinaria, l’avanguardia della chiesa, chiamata ad ascoltare le domande delle persone e a parlare la lingua della gente, per trasmettere all’uomo di oggi la gioia del vangelo». In quell’occasione, il Santo Padre scrisse a mano un messaggio ai catechisti: «Vi chiedo di non perdere entusiasmo. Come gli artigiani, anche voi siete chiamati a plasmare l’annuncio con creatività. Non cedete allo scoraggiamento e allo sconforto. Puntate sempre in alto, sostenuti dalla misericordia del Padre. Il Papa v’incoraggia e vi sostiene».
Qualche tempo dopo, il 10 maggio, Papa Francesco firmava il motu proprio “Antiquum ministerium”, con il quale istituiva il ministero laicale del catechista. Così il Pontefice «ha aperto la possibilità del ministero istituito – sottolinea il vicario –, riconoscendo che i catechisti rendono alla comunità cristiana un servizio fondamentale che merita di essere considerato “ufficiale” nella Chiesa». Infine, «domenica scorsa il Papa ha inaugurato il cammino sinodale – si legge ancora nella missiva di De Donatis –. Come catechisti, sarete direttamente impegnati in questo cammino, in particolare nell’ascolto della chiesa e della città, perché siete “in prima linea” nel rapporto con le persone e avete quindi molte occasioni di contatto profondo, sia dentro che fuori dalla comunità. Questo periodo che si apre è una occasione per riscoprire la sinodalità, cioè letteralmente il “camminare insieme”, come caratteristica di tutta la chiesa, ma in modo particolare del servizio di catechista. Siamo consapevoli che non si evangelizza da soli: il Signore Gesù, infatti, ha inviato i suoi discepoli “a due a due”. Camminiamo insieme, dunque – conclude –, e ringraziamo il Signore per come ci guida e ci accompagna».
Quella del catechista è «una delle più grosse e più belle esperienze di servizio nelle parrocchie romane – dice don Andrea Cavallini, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano –; è il primo grande servizio che i laici fanno, mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie energie. Trovo bellissimo che il cardinale scriva loro una lettera, li voglia incontrare e celebrare con loro». Per tre quarti donne, di età adulta, molti con figli ancora piccoli: eccoli i catechisti della diocesi, circa ottomila laici che preparano giovani e meno giovani a ricevere i sacramenti, o che fanno catechesi di accompagnamento.
18 ottobre 2021
Il 9 maggio la veglia ecumenica per i missionari martiri
Nella diocesi di Roma, le iniziative tradizionalmente previste il 24 marzo per la XXXIII Giornata dei missionari martiri confluiranno, in via eccezionale, nella veglia ecumenica giubilare che avrà luogo il pomeriggio del 9 maggio nella basilica di San Paolo fuori le Mura.
Si celebrerà così la memoria di quanti, cattolici, ortodossi, evangelici, hanno offerto la vita in fedeltà a Cristo e al Vangelo, sostenuti dalla fede, luce di speranza di fronte al male, spesso uccisi nell’esercizio della carità.
È l’ecumenismo del sangue più volte richiamato da Papa Francesco che già nell’Anno Santo del Duemila trovò espressione nella grande preghiera convocata al Colosseo da san Giovanni Paolo II.
20 marzo 2025
Il 7 dicembre il Concistoro: la lettera del vicario al popolo di Dio
Il 7 dicembre, nel Concistoro, il vicario di Sua Santità per la diocesi di Roma, monsignor Baldo Reina, sarà creato cardinale. Di seguito la lettera alla diocesi
Al popolo di Dio che è in Roma.
Riprendo le parole del Santo Padre indirizzate ai Cardinali eletti il 6 ottobre: “Occhi alti, mani unite, piedi nudi”. Desidero farle mie nell’impegno che mi attende da qui in avanti; a tutti chiedo di pregare affinché il Signore mi custodisca in questi tre atteggiamenti, rendendomi un pastore orante, generoso e povero.
L’appuntamento del prossimo Concistoro (7 e 8 dicembre) coinvolge in modo significativo la Diocesi di Roma; al Vicario sarà chiesto di collaborare con il Santo Padre all’interno del Collegio Cardinalizio, unendo il servizio alla Chiesa universale con quello alla Chiesa locale, all’interno di un paradigma di comunione. Tutto ciò che ha una valenza ecclesiale ha un orizzonte che supera il riferimento alla singola persona. Dal momento in cui ho appreso la notizia della mia creazione a Cardinale ho sentito che dentro il mandato di Vicario vi fosse un riferimento a tutti i cristiani di Roma; ed è per Voi che intendo svolgere la missione che mi è stata affidata.
Mi impegno ad essere come colui che serve, ad immagine di cui Colui che ha servito fino a dare la vita per tutti; servizio nella linea della comunione, del dialogo aperto, dello sguardo evangelico sulla città, dell’ascolto di ciò che lo Spirito dice alla Chiesa, della lettura dei segni dei tempi perché si realizzi, con maggiore efficacia, la pedagogia dell’Incarnazione.
Ho sperimentato personalmente che è il Signore a condurre la storia; coloro che sono scelti sono fedeli alla missione affidata solo se non smettono di vivere intimamente uniti a Lui con profonda umiltà.
Sento di avere bisogno di tutti, in particolare dei sacerdoti; desidero ascoltarvi e servirvi. Riconosco quanto sia prezioso il lavoro pastorale di ciascuno di voi, spesso nascosto e svolto in contesti difficili. Voi sacerdoti siete la cucitura primaria di questa Chiesa; il mio servizio non potrà che essere a favore della comunione e della fraternità che il Maestro ci richiede. E a voi laici, impegnati nelle varie realtà della nostra diocesi, assicuro la mia vicinanza, stima e gratitudine.
Affido alla materna protezione della Salus Populi Romani il mio ministero. In attesa di incontrarVi alla Santa Messa che presiederò l’8 dicembre alle 17.30 nella Basilica di San Giovanni in Laterano, a tutti giunga il mio fraterno abbraccio e la mia paterna benedizione.
2 dicembre 2024