5 Maggio 2025

Il cammino sinodale per le comunità religiose: le lettere del cardinale De Donatis

Foto di Cristian Gennari

Il cardinale vicario Angelo De Donatis scrive ai religiosi e alle religiose di Roma per invitarli a prendere parte attivamente al cammino sinodale, a «prendere contatto con i parroci mettendovi a disposizione, secondo le vostre disponibilità e capacità, per partecipare alla consultazione sinodale che occuperà le parrocchie per i prossimi mesi».

«Il Santo Padre, in questo tempo così complesso, ci ha invitato con forza a metterci tutti in ascolto dello Spirito Santo, perché la Chiesa riceva da Lui luce e ispirazione – scrive il porporato –. Questo potrà avvenire attraverso l’ascolto della sua Parola e attraverso l’ascolto umile gli uni degli altri e di quanti incontriamo abitualmente in ragione del nostro lavoro e delle attività quotidiane, sforzandoci poi di allargare il più possibile la cerchia delle nostre relazioni fino ad abbracciare anche le persone che appaiono lontane o indifferenti e forse, in qualche caso, ostili. Anche attraverso di loro lo Spirito ci parla».

Un ascolto di cui le comunità religiose sono, in qualche modo, già esperte: «Il vostro impegno pastorale – si legge ancora nella lettera del vicario – rivolto a ogni categoria di persone, specialmente le più disagiate, vi mette accanto a tutti in modo singolare; spesso siete proprio voi a raccogliere le confidenze e a ricevere le richieste di aiuto».

La lettera per i religiosi

La lettera per le religiose

2 novembre 2021

Il cammino sinodale nelle carceri romane

Foto di Cristian Gennari

Il cammino sinodale tocca e coinvolge anche le carceri, dove gli operatori della pastorale penitenziaria hanno svolto in questi mesi un percorso di particolare ascolto della realtà in cui operano.

«Conviene sottolineare che l’attività dei cappellani, delle suore e dei volontari che vivono le strutture carcerarie, dove è visibilmente presente la sofferenza quanto meno per la mancanza della libertà e della possibilità di contatto con i familiari e le figure del mondo esterno, è sempre primariamente un’attività di ascolto da fare con il cuore perché le persone hanno bisogno di esprimersi – spiega don Marco Fibbi, coordinatore dei 7 cappellani del carcere di Rebibbia –. Tuttavia il cammino sinodale ha motivato i diversi operatori pastorali ad una sollecitazione specifica di quelle persone che potevano risultare più disponibili al dialogo e allo scambio sui temi proposti dal Sinodo».

Da qui il coinvolgimento «di quanti partecipano settimanalmente agli incontri di catechesi che si svolgono nei diversi reparti della struttura di detenzione – spiega ancora il sacerdote, che opera nel nuovo complesso della casa circondariale –. Si tratta di piccoli gruppi se riferiti alla totalità del carcere e di quanti partecipano con una certa assiduità alla celebrazione eucaristica, ma si è scelto di coinvolgerli per garantire una continuità e una sistematicità all’attività di ascolto». Don Fibbi riscontra come durante gli incontri settimanali «i partecipanti si sono mostrati disponibili e aperti nel rispondere alla domanda relativa alla loro esperienza di Chiesa, testimoniando vissuti diversi ma allo stesso tempo ricchi». Un primo elemento comune emerso è «un’esperienza di Chiesa e di fede tramandata da figure parentali – sono ancora le parole del cappellano –, che riguardano soprattutto l’età dell’infanzia e dell’adolescenza, cui ha fatto seguito un periodo di graduale allontanamento dalla pratica religiosa». Nonostante la frequentazione giovanile, «è emersa una sostanziale difficoltà a comprendere le espressioni tipiche della pratica religiosa – continua Fibbi – tanto da chiedere un cambiamento di linguaggio perché sia i battezzati possano riscoprire il valore di essere cristiani, che i non battezzati possano accedere con acceso desiderio al nuovo cammino offerto». Ad emergere è stata poi la constatazione che «la sofferenza vissuta nel carcere permette loro di fare esperienza di Dio e di sperimentare una solidarietà nella difficoltà – aggiunge il sacerdote –. Ancora, il valore del sacramento della riconciliazione che permette di avviare il processo per cambiare lo sguardo su se stessi e vedersi con gli occhi di Dio e non con quelli della condanna».

Anche don Andrea Carosella, da luglio cappellano al carcere femminile di Rebibbia, constata come il cammino sinodale avviato negli incontri di catechesi con le detenute «è stato accolto con piacere per il fatto di essere state coinvolte in questo processo e perché è stata data importanza dalla Chiesa». Il sacerdote riflette su come «per noi che ci chiediamo come lo Spirito Santo in questo tempo in particolare ci parla è evidente la gioia di chi sente che può leggere la propria vita alla luce della misericordia di Dio» e che «la Parola è detta e letta anche per loro, per offrire una prospettiva di vita fatta di nuova fiducia».

Chiara D’Onofrio, membro dell’équipe sinodale e volontaria nella sezione femminile del carcere di Rebibbia dal 2018, auspica che «il processo che è stato avviato con il Sinodo possa diventare uno stile di ascolto mirato dei detenuti», constatando anche che «l’input fornito dalle attività del cammino sinodale ha permesso a noi che operiamo nelle carceri di focalizzarci sul camminare insieme». La volontaria, consacrata dell’Ordo Virginum, racconta che «in questo tempo particolare abbiamo svolto con le ragazze un percorso sulle Beatitudini, che loro hanno affrontato con grande serietà». Quello che maggiormente è emerso, «sia in chiave positiva che negativa – sono ancora le parole di D’Onofrio –, è il bisogno manifestato di fare esperienza di relazioni autentiche e di prossimità da parte della Chiesa, talvolta percepita soltanto come un’istituzione separata e lontana». Ecco allora che «c’è forte il bisogno e il desiderio di capire cosa sia davvero la Chiesa, anche rispetto al rapporto personale che è possibile instaurare con Dio – continua la volontaria –, che molte delle detenute riscoprono in carcere nel fermarsi a riflettere con loro stesse e perché messe di fronte alle proprie difficoltà, quando si riaccende quella luce che ci abita». Infine D’Onofrio riflette su come «ascoltare la voce delle detenute è stato per noi mettersi in ascolto anche della società», perché «ad interpellarci è il dopo e quello che vivranno e incontreranno una volta uscite».

di Michela Altoviti da Roma Sette

9 maggio 2022

Il cammino sinodale nella diocesi di Roma

Domenica prossima, con la Messa di Papa Francesco, si apre il sinodo straordinario sulla sinodalità. Mentre il 17 ottobre prenderanno il via i lavori nelle diocesi di tutto il mondo. A guidarli, i documenti scritti dalla Segreteria del Sinodo dei vescovi e dalle Conferenze episcopali. «Questa prima fase del processo sinodale – si legge del Manuale ufficiale per l’ascolto e il discernimento nelle Chiese locali preparato dalla Segreteria del Sinodo – fornisce le basi per tutte le fasi seguenti. Più che rispondere semplicemente a un questionario, la fase diocesana ha lo scopo di offrire al maggior numero possibile di persone un’esperienza veramente sinodale di ascolto reciproco e di cammino percorso insieme, sotto la guida dello Spirito Santo».

Nella diocesi di Roma, il cardinale vicario Angelo De Donatis inizierà lunedì con una serie di incontri con i sacerdoti e i diaconi nei diversi settori dedicati al cammino sinodale; con lui il vicegerente della diocesi, l’arcivescovo Gianpiero Palmieri. Il primo appuntamento sarà quello per il settore Sud, al Seraphicum; il giorno successivo è in programma invece al settore Nord, nella parrocchia di Santa Maria della Speranza; mercoledì 13 tocca al settore Centro, con riunione a Santa Croce in Gerusalemme; giovedì 14 saranno nel settore Ovest, a San Giuseppe al Trionfale; venerdì 15 nel settore Est, nella comunità di Ognissanti. Tutti gli incontri inizieranno alle ore 10. Alla stessa ora, lunedì 18, il vicario e il vicegerente incontreranno i cappellani della pastorale della salute, d’ambiente, universitaria e delle comunità etniche, al Pontificio Seminario Romano Maggiore. Per il cammino sinodale diocesano sarà preparato anche un video, che sarà disponibile su questo sito internet e sui social media diocesani.

«Il cuore dell’esperienza sinodale è l’ascolto di Dio attraverso l’ascolto reciproco, ispirati dalla Parola di Dio – si legge ancora nel testo della Segreteria del Sinodo –. Ci ascoltiamo fra noi per udire meglio la voce dello Spirito Santo che parla nel nostro mondo di oggi». Quasi le stesse parole pronunciate da Papa Francesco nell’udienza alla diocesi di Roma dello scorso 18 settembre: «Sono venuto qui per incoraggiarvi a prendere sul serio questo processo sinodale e a dirvi che lo Spirito Santo ha bisogno di voi – aveva detto –. E questo è vero: lo Spirito Santo ha bisogno di noi. Ascoltatelo ascoltandovi. Non lasciate fuori o indietro nessuno. Farà bene alla diocesi di Roma e a tutta la Chiesa».

Nella diocesi del Papa un percorso sull’ascolto è iniziato già qualche anno fa. «Al cuore del cammino sinodale c’è sempre l’ascolto», sottolinea l’arcivescovo Palmieri. «L’ascolto va fatto sia ad extra che ad intra», spiega. Il primo «va portato avanti nei confronti di tutti, sia delle persone credenti che magari non frequentano abitualmente le parrocchie, sia verso i non credenti – prosegue il vicegerente –; lo mettono in pratica gli insegnanti di religione nelle classi, il laico impegnato con il vicino di casa, tutti in ogni ambito della propria vita». Naturalmente c’è anche un ascolto interno alla Chiesa diocesana. «Sarà un momento di consultazione – illustra monsignor Palmieri – tra le comunità cristiane tutte, i sacerdoti, gli operatori pastorali, i laici praticanti. Per aiutare a far emergere le diverse esperienze, si partirà dai dieci nuclei tematici individuali dalla Segreteria del Sinodo nel documento preparatorio».

7 ottobre 2021

Il cammino sinodale nel tempo di Quaresima

Perché l’ascolto dell’altro sia l’ascolto di Dio. È questo il proposito da portare avanti in questo periodo di Quaresima, come sottolinea in una lettera il cardinale vicario Angelo De Donatis: «In questa prima Quaresima del cammino sinodale siamo invitati in particolare a chiedere a Dio il dono dell’ascolto di tutti: “l’elemosina dell’ascolto”», scrive infatti. Poi presenta il documento introduttivo e tre proposte di meditazione preparate dall’équipe sinodale diocesana per vivere al meglio la Quaresima.

Ascoltare gli altri, anzi almeno un altro, è dunque il compito da prefiggersi per la Quaresima 2022. Il primo passo da compiere è quello di intercettare alcune persone che si incontrano negli ambienti di vita e di lavoro, dai colleghi ai vicini di casa. Quindi, «scegliere alcuni di loro con cui si ha un minimo di conoscenza e di dialogo» e «chiedere in modo informale come stanno, com’è il loro rapporto con Dio, cosa si aspettano dalla Chiesa». Sarà bene poi trascrivere una sintesi del dialogo, ed evidenziarne i punti salienti; lo scritto sarà poi da consegnare ai sacerdoti della parrocchia o all’équipe pastorale.

«Non dobbiamo avere la pretesa di incontrare chissà quante persone – si legge nel sussidio –, forse saranno quattro o cinque, nell’arco della Quaresima, ma vorremmo che fossero incontri veri».

Sulla stessa linea la proposta di ritiro di quaresima, con le tre meditazioni: «Abbiamo iniziato il cammino sinodale nell’ottobre scorso – ricorda l’équipe sinodale diocesana –. Ora, dopo i primi mesi di avvio, con i momenti diocesani e parrocchiali, possiamo trovare l’occasione di “alzare il tiro” e di impegnarci maggiormente soprattutto nell’ascolto di tutti. La Quaresima è il tempo che il Signore ci concede anche quest’anno come propizio per la riconciliazione, con il passaggio dalla morte alla vita. È il momento favorevole, l’ora della salvezza».

Tre le schede proposte, con spunti di preghiera e meditazione. Il ritiro può essere personale o comunitaria, da vivere preferibilmente nell’arco dei primi dieci giorni della Quaresima, subito dopo le Ceneri. «È infatti il tempo privilegiato per fermarsi un attimo davanti al Signore, chiedendo anche il particolare dono dell’ascolto dei fratelli. Ognuno è libero di accogliere questa proposta a livello personale. Sarebbe comunque bello, in famiglia, con amici e nella comunità, trovare un momento per la condivisione spirituale».

Il sussidio

La proposta di ritiro

4 marzo 2022

Il cammino giubilare con i Beltrame Quattrocchi

 

Nel ricordo del fidanzamento dei Beati

Pellegrinaggio dei fidanzati a Roma

Percorso: da Via Depretis a S. Maria Maggiore

S. Messa nella Cappella di S. Caterina – Basilica di S. Maria Maggiore

 

Il cammino giubilare con i Beltrame Quattrocchi

Da venerdì 29 a domenica 31 agosto

Nel ricordo del transito della Beata Maria Corsini

Ritiro spirituale a Serravalle (AR) per giovani sposi e coppie di fidanzati

 

 

Il cammino giubilare con i Beltrame Quattrocchi

Nel ricordo della nascita della Beata Maria Corsini e del transito della Venerabile figlia Enrichetta

Premio di poesia per ragazzi a Roma

Santa Messa nella Basilica di S. Prassede e premiazione

Il cammino giubilare con i Beltrame Quattrocchi

“Nel ricordo delle nozze dei Beati”

Giubileo delle Famiglie

S. Messa nella Cappella di S. Caterina – Basilica di S. Maria Maggiore

Il cammino di Pietro: Pietro ospite del senatore Pudenzio- Basilica di Santa Pudenziana al Viminale

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Il cammino di Pietro: lo scontro tra Pietro e Simon Mago – Basilica di Santa Francesca Romana al Palatino

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Il cammino di Pietro: la mensa sulla quale Pietro celebrava l’Eucarestia – Basilica di San Giovanni in Laterano

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Il cammino di Pietro: l’incontro tra Cristo e Pietro – Chiesa del Domine Quo Vadis

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