13 Settembre 2025

Undici nuovi sacerdoti, la Messa con le ordinazioni celebrata dal cardinale De Donatis

Foto di Cristian Gennari

«Si celebra oggi la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che ha per tema “Chiamati a edificare la famiglia umana”. In ogni Continente, le comunità cristiane invocano dal Signore il dono delle vocazioni al sacerdozio, alla vita consacrata, alla scelta missionaria e al matrimonio. Questa è la giornata in cui sentirci tutti, in quanto battezzati, chiamati a seguire Gesù, a dirgli di sì, a imitarlo per scoprire la gioia di dare la vita, di servire con gioia e slancio il Vangelo. In questo contesto, desidero formulare i miei auguri ai nuovi presbiteri della diocesi di Roma, che sono stati ordinati questa mattina nella basilica di San Giovanni in Laterano». Al termine del Regina Caeli, Papa Francesco ha ricordato gli undici nuovi sacerdoti che sono stati ordinati ieri, domenica 8 maggio, dal cardinale vicario Angelo De Donatis.

Sono Emanuele Gargiulo, Luca Santacroce, Mattia Mirandola, Matteo Nistri, Gabriele Tomarelli, Ottavio Fiorentino, Alessio Bernesco, Fabio Josué Da Silva, Clebison Faustino Da Silva, Aleksander Chukwebuka Okoye e Matteo Francesco Ciuffreda. Don Okoye sarà incardinato in Africa, mentre don Ciuffreda è un missionario del Preziosissimo Sangue.

«Cari diaconi – ha detto loro il cardinale De Donatis nell’omelia – siete giunti alla soglia di un grande mistero, della via che l’amore di Dio ha percorso nel cuore di ciascuno di voi fin dal battesimo. Vi si apre davanti una meravigliosa mistagogia: da oggi iniziate a diventare sacerdoti, entrando nell’officina del presbiterio diocesano, in un processo di conformazione che si concluderà solo in Paradiso. Conservate sempre la voglia di crescere, ricordando che Dio – come a Cana – serve il vino buono alla fine. Coraggio dunque. Mai paura. Il meglio deve ancora venire».

La Messa nella basilica di San Giovanni è stata concelebrata dal cardinale Enrico Feroci, dai vescovi ausiliari della diocesi Paolo Selvadagi, Daniele Libanori, Paolo Ricciardi e Dario Gervasi, nonché dai rettori dei seminari diocesani e da decine di sacerdoti. Nella cattedrale erano presenti familiari e amici dei nuovi presbiteri e i fedeli appartenenti alle comunità dove già prestano servizio

Leggi l’omelia completa

9 maggio 2022

Il cammino sinodale nelle carceri romane

Foto di Cristian Gennari

Il cammino sinodale tocca e coinvolge anche le carceri, dove gli operatori della pastorale penitenziaria hanno svolto in questi mesi un percorso di particolare ascolto della realtà in cui operano.

«Conviene sottolineare che l’attività dei cappellani, delle suore e dei volontari che vivono le strutture carcerarie, dove è visibilmente presente la sofferenza quanto meno per la mancanza della libertà e della possibilità di contatto con i familiari e le figure del mondo esterno, è sempre primariamente un’attività di ascolto da fare con il cuore perché le persone hanno bisogno di esprimersi – spiega don Marco Fibbi, coordinatore dei 7 cappellani del carcere di Rebibbia –. Tuttavia il cammino sinodale ha motivato i diversi operatori pastorali ad una sollecitazione specifica di quelle persone che potevano risultare più disponibili al dialogo e allo scambio sui temi proposti dal Sinodo».

Da qui il coinvolgimento «di quanti partecipano settimanalmente agli incontri di catechesi che si svolgono nei diversi reparti della struttura di detenzione – spiega ancora il sacerdote, che opera nel nuovo complesso della casa circondariale –. Si tratta di piccoli gruppi se riferiti alla totalità del carcere e di quanti partecipano con una certa assiduità alla celebrazione eucaristica, ma si è scelto di coinvolgerli per garantire una continuità e una sistematicità all’attività di ascolto». Don Fibbi riscontra come durante gli incontri settimanali «i partecipanti si sono mostrati disponibili e aperti nel rispondere alla domanda relativa alla loro esperienza di Chiesa, testimoniando vissuti diversi ma allo stesso tempo ricchi». Un primo elemento comune emerso è «un’esperienza di Chiesa e di fede tramandata da figure parentali – sono ancora le parole del cappellano –, che riguardano soprattutto l’età dell’infanzia e dell’adolescenza, cui ha fatto seguito un periodo di graduale allontanamento dalla pratica religiosa». Nonostante la frequentazione giovanile, «è emersa una sostanziale difficoltà a comprendere le espressioni tipiche della pratica religiosa – continua Fibbi – tanto da chiedere un cambiamento di linguaggio perché sia i battezzati possano riscoprire il valore di essere cristiani, che i non battezzati possano accedere con acceso desiderio al nuovo cammino offerto». Ad emergere è stata poi la constatazione che «la sofferenza vissuta nel carcere permette loro di fare esperienza di Dio e di sperimentare una solidarietà nella difficoltà – aggiunge il sacerdote –. Ancora, il valore del sacramento della riconciliazione che permette di avviare il processo per cambiare lo sguardo su se stessi e vedersi con gli occhi di Dio e non con quelli della condanna».

Anche don Andrea Carosella, da luglio cappellano al carcere femminile di Rebibbia, constata come il cammino sinodale avviato negli incontri di catechesi con le detenute «è stato accolto con piacere per il fatto di essere state coinvolte in questo processo e perché è stata data importanza dalla Chiesa». Il sacerdote riflette su come «per noi che ci chiediamo come lo Spirito Santo in questo tempo in particolare ci parla è evidente la gioia di chi sente che può leggere la propria vita alla luce della misericordia di Dio» e che «la Parola è detta e letta anche per loro, per offrire una prospettiva di vita fatta di nuova fiducia».

Chiara D’Onofrio, membro dell’équipe sinodale e volontaria nella sezione femminile del carcere di Rebibbia dal 2018, auspica che «il processo che è stato avviato con il Sinodo possa diventare uno stile di ascolto mirato dei detenuti», constatando anche che «l’input fornito dalle attività del cammino sinodale ha permesso a noi che operiamo nelle carceri di focalizzarci sul camminare insieme». La volontaria, consacrata dell’Ordo Virginum, racconta che «in questo tempo particolare abbiamo svolto con le ragazze un percorso sulle Beatitudini, che loro hanno affrontato con grande serietà». Quello che maggiormente è emerso, «sia in chiave positiva che negativa – sono ancora le parole di D’Onofrio –, è il bisogno manifestato di fare esperienza di relazioni autentiche e di prossimità da parte della Chiesa, talvolta percepita soltanto come un’istituzione separata e lontana». Ecco allora che «c’è forte il bisogno e il desiderio di capire cosa sia davvero la Chiesa, anche rispetto al rapporto personale che è possibile instaurare con Dio – continua la volontaria –, che molte delle detenute riscoprono in carcere nel fermarsi a riflettere con loro stesse e perché messe di fronte alle proprie difficoltà, quando si riaccende quella luce che ci abita». Infine D’Onofrio riflette su come «ascoltare la voce delle detenute è stato per noi mettersi in ascolto anche della società», perché «ad interpellarci è il dopo e quello che vivranno e incontreranno una volta uscite».

di Michela Altoviti da Roma Sette

9 maggio 2022

Al Collegio San Bonaventura-Seraphicum incontra i sacerdoti del Settore Sud

Al Collegio San Bonaventura-Seraphicum incontra i sacerdoti del Settore Sud.

Nella basilica di San Giovanni in Laterano presiede le ordinazioni presbiterali

Nella basilica di San Giovanni in Laterano presiede le ordinazioni presbiterali.

Al Pontificio Seminario Romano Minore celebra la Messa in occasione della Festa della Madonna della Perseveranza

Al Pontificio Seminario Romano Minore celebra la Messa in occasione della Festa della Madonna della Perseveranza.

Nella chiesa rettoria di Santa Maria del Carmine preside l’atto di inaugurazione del Centro del Movimento dei Focolari

Nella chiesa rettoria di Santa Maria del Carmine preside l’atto di inaugurazione del Centro del Movimento dei Focolari.

Incontro di formazione per le équipe pastorali, in diretta su Nsl e sulla pagina Facebook della diocesi

Incontro di formazione per le équipe pastorali, in diretta su Nsl e sulla pagina Facebook della diocesi

“Ascoltando i maestri”: incontro su De Saint- Exupéry nella chiesa del Gesù, promosso dall’Ufficio per la cultura e l’università

“Ascoltando i maestri”: incontro su De Saint- Exupéry nella chiesa del Gesù, promosso dall’Ufficio per la cultura e l’università

E’ entrato nella luce della Resurrezione Giorgio, papà di don Bianchi

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,
il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

sono vicini al dolore di Don Matteo Bianchi,
Vicario cooperatore della Parrocchia San Giuseppe da Copertino,
per la morte del suo caro papà

Giorgio
di anni 70

e, assicurando preghiere di suffragio, invocano Dio Padre,
ricco di misericordia, perché conceda a Giorgio
il premio della vita eterna e dia conforto ai suoi familiari.

I funerali si svolgeranno domani, sabato 7 maggio 2022, alle ore 15.30,
presso la Basilica San Biagio in Finalborgo
a Finale Ligure (SV)

6 maggio 2022

Cammino di Santiago per i giovani, iscrizioni entro il 30 maggio

C’è tempo fino al 30 maggio per iscriversi al Cammino di Santiago per i giovani, promosso dal Servizio diocesano per la pastorale giovanile in collaborazione con l’Opera romana pellegrinaggi. Un’esperienza di viaggio e di fede da non perdere, di cui è già pronto il programma.

I ragazzi partiranno il 29 luglio alle ore 18 in pullman da Roma, da piazza San Giovanni in Laterano, e arriveranno a Civitavecchia dove si imbarcheranno sulla nave Grimaldi e, attorno a mezzanotte, partiranno alla volta di Barcellona. La sistemazione è prevista in cuccette da quattro.

Il giorno seguente arriveranno a Barcellona, dove si trasferiranno in albergo. Potranno anche partecipare alla Messa alla Sagrada Familia. Sarà di nuovo il pullman, poi, a condurli a Ferrol, da cui, il primo di agosto, inizieranno il Cammino di Santiago. Percorreranno il cosiddetto Cammino Inglese, a piedi.

I giovani pellegrini toccheranno Pontedeume, Betanzos, Mesón do Vento, Ordes, Sigüeiro e infine Santiago. Prevista anche una escursione a Finisterre. L’8 agosto sarà di nuovo il pullman a condurli fino a Lourdes, dove trascorreranno un giorno e una notte. Il rientro a Roma è previsto il 10 agosto, nel tardo pomeriggio.

5 maggio 2022

Il 14 maggio l’assemblea diocesana dei catechisti

Foto di Cristian Gennari

di Michela Altoviti da Roma Sette

Guardando ai santi Aquila e Priscilla è stato scelto il tema che orienterà i lavori dell’assemblea diocesana dei catechisti, in programma per sabato 14 maggio dalle 9.30 alle 13 nella basilica di San Giovanni in Laterano. Nella lettera ai Romani, infatti, al capitolo 16 san Paolo definisce i due coniugi convertiti al Cristianesimo “miei collaboratori in Cristo Gesù” e proprio l’elemento «della collaborazione e della corresponsabilità tra i catechisti stessi vuole essere il nucleo centrale su cui riflettere in questa occasione», spiega don Andrea Cavallini, direttore dell’Ufficio catechistico del Vicariato. In particolare il sacerdote sottolinea come «vogliamo partire proprio dal primo livello di collaborazione, quello che interessa coloro che sono impegnati nel medesimo servizio – che pure svolgono e rivolgono con e a persone di età diverse – condividendo tuttavia un’unica responsabilità, che è appunto corresponsabilità».

In concreto, questo aspetto emerge già dalla modalità di partecipazione pensata dall’Ufficio diocesano: «Sapendo che il mese di maggio è un periodo intenso per la celebrazione dei sacramenti – sono ancora le parole di Cavallini –, e che per questo non tutti i catechisti di ogni parrocchia potranno intervenire, chiediamo di individuare d’intesa con il parroco almeno due tra i catechisti così che possano partecipare e poi riportare agli altri quanto vissuto». L’assemblea, come specifica il sacerdote, «è aperta a tutti i catechisti di ciascun gruppo e non specificatamente a quelli impegnati nella iniziazione al sacramento della Prima Comunione, ossia i gruppi più presenti nelle parrocchie». Infatti l’appuntamento «tradizionale e ordinario dell’assemblea diocesana – sottolinea Cavallini – si inserisce quest’anno nel cammino sinodale che stiamo vivendo come Chiesa e come Chiesa di Roma in particolare», e per questo «sarà anche l’occasione per presentare e condividere i risultati di una prima fase di ascolto che è stata vissuta mediante la somministrazione di un questionario rivolto a tutti i 5mila catechisti che stimiamo essere in attività in totale nelle parrocchie della diocesi».

Nella mattinata, «dopo un primo momento di introduzione e di riflessione del cardinale vicario Angelo De Donatis – illustra Cavallini –, verranno condivisi i risultati raccolti a partire dalle domande date dai catechisti ai tre quesiti somministrati e relativi a comunione, partecipazione e missione, proprio per partire dal quadro reale e concreto che si è andato delineando e per rilanciare poi degli spunti sul tema della corresponsabilità».

Anticipando una sintesi delle 250 testimonianze raccolte, il direttore dell’Ufficio catechistico nota come «pur essendo l’esperienza di sinodalità vissuta nei diversi gruppi molto variegata, emerge un dato comune legato al periodo della pandemia, che ha evidenziato tante fragilità ma non ha spento il desiderio di evangelizzare». Ancora, «riguardo alle relazioni tra catechisti c’è un prima e un dopo- Covid», continua Cavallini: «dai materiali raccolti è evidente come e quanto la paura del contagio abbia influito sulle relazioni interpersonali» e tuttavia «il più delle volte a prevalere è stato un grande desiderio di collaborare e di confrontarsi, consapevoli che solo in gruppo è possibile vivere la catechesi».

2 maggio 2022

I sei “vogliamo” di Giovanni Paolo I, convegno di studi alla Gregoriana

«Vogliamo continuare nella prosecuzione dell’eredità del Concilio Vaticano II, le cui norme sapienti devono tuttora essere guidate a compimento, vegliando a che una spinta, generosa forse, ma improvvida, non ne travisi i contenuti e il senso, e che forze, altrettanto frenanti e pavide, non ne rallentino l’impulso di rinnovamento e di vita», afferma il primo dei sei “vogliamo” contenuto nel radiomessaggio Urbi et orbi pronunciato in latino da Giovanni Paolo I l’indomani della sua elezione, il 27 agosto 1978. Messaggio che sarà al centro della giornata di studi promossa dalla Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I in vista della beatificazione di Papa Luciani, prevista il prossimo 4 settembre in San Pietro. «I sei “vogliamo”. Il Magistero di Giovanni Paolo I alla luce delle carte d’archivio» è il titolo dell’evento, organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Teologia dogmatica della Pontificia Università Gregoriana, in programma per venerdì 13 maggio dalle ore 9, nell’Aula Magna della Gregoriana (piazza della Pilotta, 4).

Al centro del convegno, la documentazione dell’Archivio Privato Albino Luciani – oggi patrimonio della Fondazione e costituito dall’insieme del materiale documentale dal 1929 fino al 27 settembre 1978 – a partire appunto dai sei «vogliamo» del messaggio pronunciato dal Pontefice il giorno dopo la sua elezione. «La storia si fa con le fonti, con le carte», sottolinea Stefania Falasca, vicepresidente della Fondazione Giovanni Paolo I. «In questi due anni la Fondazione, istituita da Papa Francesco il 17 febbraio 2020 – spiega –, ha compiuto passi fondamentali per predisporre le basi che consentono di favorire a livello internazionale la ricerca, gli studi, l’approfondimento e la divulgazione del lascito teologico, spirituale e culturale di Albino Luciani. Uno dei passi fondamentali è stata l’acquisizione delle carte dell’archivio privato del Papa di origini bellunesi. E ritengo che questa giornata di studi possa aprire una pagina sostanzialmente nuova per la narrazione dell’opera, del magistero e del pontificato di Giovanni Paolo I».

Il Comitato Scientifico della Fondazione, attraverso un attento lavoro filologico compiuto anche sui manoscritti inediti, ha licenziato la pubblicazione della prima edizione critica dei testi e degli interventi scritti e pronunciati da Giovanni Paolo I nel corso dei 34 giorni del suo pontificato. In occasione del convegno, insieme all’edizione critica con la sinossi completa dei testi del Magistero di Luciani, verranno presentate per la prima volta anche le carte del suo Archivio Privato. «È il primo convegno di studi su Giovanni Paolo I che si svolge sulla base delle carte d’archivio ed è interamente dedicato al suo Magistero. Un Magistero che induce a riflettere sulla stringente attualità del suo messaggio», riflette il Segretario di Stato Vaticano cardinale Pietro Parolin, presidente della
Fondazione vaticana.

Sarà proprio il cardinale a introdurre i lavori del convegno. Dopo i saluti istituzionali, aperti dal rettore della Gregoria padre Nuno Da Silva Gonçalves, interverranno monsignor Sergio Pagano, prefetto dell’Archivio Apostolico Vaticano, e l’archivista Flavia Tudini. Sarà poi il filologo e critico letterario Carlo Ossola, professore al Collège de France di Parigi a soffermarsi sui discorsi e le agende autografe di Papa Luciani nel suo Magistero di vescovo di Roma. I sei «vogliamo» del programma di pontificato di Giovanni Paolo I saranno ripercorsi nel solco del Concilio Ecumenico Vaticano II con l’intervento del professor Dario Vitali, ordinario di Teologia e direttore del Dipartimento di Teologia dogmatica della Gregoriana.

Nel pomeriggio, saranno i professori Gilfredo Marengo, del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II; Giovanni Vian, ordinario di Storia del cristianesimo e delle Chiese, direttore del dipartimento di studi umanistici dell’Università Ca’ Foscari Venezia; Mauro Velati, ricercatore in Storia della Chiesa; e Davide Fiocco dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose Giovanni Paolo I di Treviso a soffermarsi sul Magistero di Papa Luciani per una lettura teologico-pastorale, storica, ecumenica, ecclesiale.

Al termine della giornata verrà presentato il documentario su Giovanni Paolo I a cura di Rai Vaticano. Interverranno il Prefetto del Dicastero della Comunicazione della Santa Sede, Paolo Ruffini e Massimo Enrico Milone, direttore di Rai Vaticano. Giovanni Paolo I è stato ex alunno della Pontificia Università Gregoriana dove, nel 1942, si era licenziato e successivamente addottorato presso la cattedra di Teologia dogmatica. I lavori saranno coordinati da Stefania Falasca, vicepresidente della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I.

4 maggio 2022

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