14 Maggio 2025

Tornano i “Ritratti di Santi” a Santa Maria della Vittoria

Tornano i “Ritratti di Santi” nella chiesa di Santa Maria della Vittoria: tre letture, spunto di meditazione prima della Pasqua, dedicate alla santità e affidate alla voce di attori. Nella prima lettura, lunedì 25 marzo, alle ore 21, il regista e attore Giulio Base legge la vita di Oreste Benzi (1925-2007), il sacerdote di Rimini sempre in prima linea nella battaglia contro la prostituzione e la tratta delle schiave e fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII. La lettura sarà intervallata dalle musiche di Katia Catarci.

Nel secondo incontro, lunedì 1° aprile, sempre alle 21, l’attrice Claudia Koll legge la vita di Chiara Lubich (1920-2008), fondatrice del movimento dei focolari diffuso in tutto il mondo. La lettura sarà intervallata dalle musiche di Irene Callieri.

Nella terza lettura, lunedì 8 aprile, con inizio sempre alle 21, l’attore Vincenzo Bocciarelli legge la vita di Giancarlo Rastelli (1933 – 1970), cardiochirurgo che con le sue tecniche ha salvato la vita di centinaia di bambini poveri con problemi cardiaci. La lettura sarà intervallata dalle musiche di Armonia Antiqua.

Tutti gli incontri si svolgono nella chiesa di via XX Settembre, 17, e si basano sugli scritti di padre Antonio Maria Sicari, teologo carmelitano, autore di più di cento biografie dedicate ai santi di ieri e di oggi e fondatore del Mec, Movimento ecclesiale carmelitano, organizzatore dell’evento.

25 marzo 2019

Tornano i “pellegrinaggi di speranza” in Terra Santa

L’Opera Romana Pellegrinaggi annuncia il ritorno in Terra Santa. Il primo “pellegrinaggio di speranza” – così sono chiamati i nuovi percorsi proposti – partirà da Roma il 10 marzo e vedrà come primi pellegrini una delegazione di sacerdoti e religiosi romani, accompagnati da suor Rebecca Nazzaro, direttrice dell’Opera Romana Pellegrinaggi. A scandirne i tempi, gli incontri con la comunità cristiana locale a Betlemme, Gerusalemme e Gerico, per rinnovare la comunione tra la Chiesa di Roma e la Chiesa Madre di Gerusalemme. Rispondendo, così, all’appello lanciato dal custode di Terra Santa padre Francesco Patton e dal patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa: «È tempo di sostenere la Chiesa di Gerusalemme, di ritornare in Terra Santa e riportare in vita l’altro polmone di questa Chiesa che è il pellegrinaggio e la presenza dei pellegrini».

In questo anno del Giubileo della Speranza, inoltre, il pellegrinaggio diventa un’importante opportunità per vivere l’esperienza di fede, visitando i luoghi in cui visse Gesù. «La ripartenza dei pellegrinaggi verso Gerusalemme è un segno di speranza e di unità per tutta la Chiesa – afferma suor Rebecca Nazzaro –. Vogliamo che ogni pellegrino possa sentirsi parte delle comunità che incontra, contribuendo al contempo al sostegno dei nostri fratelli e sorelle cristiani in Terra Santa. Così attraverso i pellegrinaggi potremo rafforzare la fede comune nella comunione».

Don Giovanni Biallo, assistente spirituale di Orp e guida in Terra Santa, aggiunge: «I pellegrinaggi verso Gerusalemme sono un viaggio che diventa un cammino dell’anima, un’esperienza nello spirito per una rinnovata conoscenza di Cristo. È una gioia poter annunciare una ripartenza a cui tutti sono inviati ad unirsi con fede e spirito di solidarietà. I pellegrini potranno condividere con i cristiani di Terra Santa la speranza e la testimonianza dell’Amore di Gesù».

Opera Romana Pellegrinaggi ha già diverse proposte per la Terra Santa con partenze da Pasqua in poi, e date calendarizzate per tutto il 2025. Queste le prossime partenze da Roma e dai principali aeroporti italiani in collaborazione con ITA Airways:
• Pasqua in Terra Santa 18-22 aprile
• Terra Santa 5 giorni con Gerusalemme, Betlemme e Masada, 30 aprile – 4 maggio
• Terra Santa 8 giorni con Galilea, Giudea e Masada, 22 – 29 maggio
• Terra Santa e Giordania 8 giorni, 26 maggio – 2 giugno
• Terra Santa 5 giorni con Galilea e Giudea, 25 – 29 giugno

Per ulteriori informazioni sulle proposte di pellegrinaggio consultare il sito internet dell’Orp

7 marzo 2025

Tornano “I Ritratti di Santi”

Tornano a Roma “I Ritratti di Santi”: quattro letture, spunto di meditazione prima della Pasqua, dedicate alla santità. Nella prima lettura, venerdì 10 marzo alle ore 20.30 sarà letta da padre Angelo Lanfranchi la vita della Serva di Dio Chiara Corbella Petrillo (1984-2012) (nella foto), la “giovane santa della maternità”, che dopo aver portato a termine le gravidanze di due bambini destinati a morire appena nati, scopre di avere un tumore e durante la terza gravidanza rinuncia a curarsi per far nascere sano il suo piccolo.

Nella seconda lettura, venerdì 17 marzo alle ore 20.30, padre Paolo De Carli leggerà la vita di san Charbel Makhlouf, (1828 – 1898) monaco cristiano e presbitero libanese, proclamato santo da Paolo VI nel 1977. Cattolico, monaco dell’Ordine libanese maronita e taumaturgo, la sua fama è legata ai numerosi miracoli attribuitigli dopo la sua morte, tra cui la riabilitazione di una donna emiplegica apparendole e operandola in sogno e la guarigione di una cieca.

Nella terza lettura, venerdì 24 marzo sempre alle ore 20.30, padre Roberto Marini leggerà la vita di santa Teresa di Los Andes (1900 – 1920), religiosa cilena, vergine, carmelitana scalza nel monastero dell’Espíritu Santo di Los Andes e proclamata santa da Papa Giovanni Paolo II nel 1993 per i miracoli attribuitile post mortem.

Nella quarta lettura, venerdì 31 marzo ore 20.30, padre Iacopo Iadarola leggerà la vita del beato Maria Eugenio (1894 – 1967), carmelitano scalzo, sacerdote, vicario generale dell’Ordine e fondatore dell’Istituto Secolare Nostra Signora della Vita a Venasque in Francia. È stato beatificato nel 2016.

Gli incontri si svolgono nella basilica parrocchiale di Santa Teresa d’Avila (Corso d’Italia 37) e si basano sugli scritti di padre Antonio Maria Sicari, teologo carmelitano, autore di più di cento biografie dedicate ai Santi di ieri e di oggi e fondatore del Mec, Movimento Ecclesiale Carmelitano, organizzatore dell’evento.

6 marzo 2023

Torna sul palco il fascino di Dante

Nuovo allestimento per “La Divina Commedia Opera”, il musical voluto dieci anni da un immaginoso monsignor Marco Frisina, direttore della Cappella musicale Lateranense. Con un nuovo look, lo spettacolo tratto dal grande capolavoro della letteratura italiana debutta così il 19 gennaio al Teatro Brancaccio. Le musiche portano la firma dello stesso Frisina, mentre la regia è di Andrea Ortis che ha scritto anche i testi insieme a Pagano. La voce narrante è quella, magistrale, di Giancarlo Giannini.

Era il 2007 quando Frisina, che dirige anche il Coro della diocesi, riuscì nella titanica impresa di portare Dante su un palco per farne il protagonista di uno spettacolo in cui ai versi del poeta si affiancano il ballo acrobatico, la musica e proiezioni in 3D. Da allora sono state messe in cantiere alcune novità. «La principale – racconta Frisina – è che ci sono molti più versi recitati, e Giannini accompagna tutto lo spettacolo perché sia ancora più evidente il tema del viaggio. In più, sono stati aggiunti due nuovi brani, come quello che presenta Catone permettendo così di affrontare la passione sociale di Dante, un aspetto che mancava a questo spettacolo». Nemico di Cesare e difensore della libertà politica, al punto di sacrificare la propria vita per essi, Catone è il custode del Purgatorio. Qui, nel primo canto, Virgilio gli si rivolge e introduce Dante: «Or ti piaccia gradir la sua venuta: libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta», alludendo al fatto che lo stesso Catone è morto suicida per difendere gli ideali repubblicani. «Quella di Dante è una vita spesa alla ricerca del senso dell’esistenza umana e della libertà, che non è – sottolinea il compositore – fare ciò che si vuole ma è operare per il bene».

Oggi, come nel 1300, resta intatto il senso della Commedia dantesca: il Vate «racconta un viaggio interiore, dall’oscurità alla luce di Dio, il cammino dell’uomo che vuole dare un senso alla storia, a se stesso e a ciò che lo circonda. Una ricerca che avviene in tre fasi. La prima, all’Inferno, con gli uomini che distruggono la propria esistenza per scelte sbagliate. La seconda fase è il Purgatorio, con la ricerca della purificazione. L’ultima è il Paradiso con la bellezza del perdono». La meta del viaggio, che contempla anche il dolore, è infine quell’amore «che move il mondo e le altre stelle».

Chiamato a studiare un restyling del musical, il regista racconta invece il suo intervento: «Dante per me non è un genio in posizione ascetica, distante dagli uomini, ma è soprattutto uno scrittore e “La Divina Commedia” è un libro». Per chiarire, Ortis prende spunto dall’arte: «Di un quadro, ad esempio la “Vergine delle Rocce”, si apprezza l’opera, perfetta e senza tempo. Ma se si osservano gli schizzi si vedono molte più cose perché l’atto della creazione, con i ripensamenti di Leonardo, è ancora più straordinario. Così ho pensato al backstage della Commedia». Lo spettacolo comincia da qui: Dante anziano che ricorda quando, a 35 anni, ebbe l’idea della Commedia. Si immagina nel suo studiolo. Fantastica su come debbano essere le scene e ciò che scrive all’improvviso diventa realtà: «Ha inizio il viaggio».

Il regista chiarisce pure la necessità di riequilibrare uno sbilanciamento tutto a favore della cantica infernale: «Noi tutti conosciamo l’Inferno perché ha più appeal, anche perché il Paradiso è visto come irraggiungibile. Invece per me il Paradiso è qui sulla terra ed è reale. È la vetta che si raggiunge dopo una passeggiata nei boschi. È la natura incontaminata. È un bambino appena nato, tenuto tra le braccia. La stessa Beatrice non è angelicata ma è una donna che a Dante “fa tremar le vene e i polsi”. Certo non è Beatrice il fine, così come non lo è Virgilio, un uomo che ha tutte le risposte ma che si morde anche le mani per aver creduto alla sola ragione. Con Dante costruirà una relazione. Il maestro qui non è sempre uno, e comunque – conclude Ortis – anche il maestro sbaglia».

Torna la mostra dei 100 presepi in Vaticano

C’è il presepe in carta di giornale, quello realizzato con materiali di recupero, quello in terracotta e la Natività trasportata in una zona di guerra. Sono allestimenti originali e diversi tra loro quelli che si possono ammirare sotto il colonnato del Bernini in piazza San Pietro, grazie all’Esposizione Internazionale 100 Presepi in Vaticano, giunta alla quinta edizione. Inaugurata giovedì 8 dicembre, resterà aperta per cinque settimane, fino all’8 gennaio, dalle 10 alle 19.30 con ingresso gratuito.

«La mostra – illustrano dal Dicastero per l’evangelizzazione, che la organizza – raccoglie opere realizzate da artisti di tutto il mondo, che hanno espresso la propria creatività nella rappresentazione delle scene della Natività. Lo scenario unico di piazza San Pietro inserisce i numerosi presepi, vere opere d’arte, in una cornice che invita ancor di più il visitatore a stupirsi davanti alla tradizionale scena della Natività di Gesù».

In tutto saranno esposti 120 presepi, provenienti da vari Paesi europei, come Ucraina, Ungheria, Malta, Slovenia, Slovacchia, Croazia, e del mondo, come Taiwan, Venezuela e Guatemala. Molte di queste nazioni sono rappresentate dalle rispettive ambasciate presso la Santa Sede, che si sono incaricate di promuovere l’evento nei propri Paesi.

Anche quest’anno partecipano con originali presepi diversi enti, come Atac S.p.A., che ha rappresentato la Natività all’interno del tipico autobus rosso. L’Asl Roma 2, con il Centro diurno riabilitativo “La fabbrica dei sogni”, invece, ha proposto un presepe realizzato con materiali di riciclo. All’iniziativa hanno aderito, come ogni anno, anche diverse scuole del Lazio, con colorati manufatti composti dai bambini.

In tante delle rappresentazioni riecheggiano le sfide e le crisi dell’attualità: dal presepe realizzato in Ucraina da suor Teodosia Polotniuk, dell’esarcato di Donetsk, che ambienta la nascita di Gesù nei sotterranei di una struttura che ricorda lo stabilimento metallurgico di Azovstal’, a Mariupol, a quelli che riportano in primo piano l’emergenza climatica e la tragedia delle migrazioni nel Mediterraneo, come quello realizzato dalla fondazione romana Villa Maraini onlus, per il recupero di ragazzi tossicodipendenti. Saranno presenti anche alcune statue di un presepe monumentale proveniente da Viterbo e opere prodotte da diverse associazioni italiane di presepisti.

12 dicembre 2022

Torna la mostra “Gli altri siamo noi”

Un percorso interattivo con giochi, strumenti e idee per una società interculturale. Dal 10 aprile al 3 maggio 2024 presso la Cittadella della Carità, in via Casilina Vecchia 19, torna la mostra interattiva “Gli altri siamo noi”. Rivolta a tutti i cittadini, ma pensata principalmente a ragazzi e ragazze dai 10 ai 16 anni, l’esposizione per il 2024 vedrà il coinvolgimento degli studenti di 32 classi di istituti scolastici, di un gruppo di giovani dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e diversi gruppi giovanili delle parrocchie.

La mostra è pensata come un “viaggio”, attraverso un labirinto diviso in 8 sezioni che stimola a porsi delle domande, a riflettere sui meccanismi che portano ai pregiudizi, al capro espiatorio e alla discriminazione, ad esprimere le proprie opinioni e a cercare soluzioni. Si visita a coppie, ognuno riceve un passaporto che sarà la guida durante il percorso. Partendo da giochi di illusioni ottiche si comincia ad imparare a mettersi nei panni degli altri, immaginare percorsi, vite e emozioni che forse non vediamo proprio per capire che spesso gli altri siamo noi.

Per chi volesse visitarla individualmente o con gruppi giovanili, il pomeriggio dopo le 14:30 o il sabato mattina, può telefonare al numero 342.3527840 per prenotare.

27 marzo 2024

Torna la Festa dei Popoli

Foto di Cristian Gennari

All’inizio era un momento di incontro conviviale tra i religiosi stranieri della Capitale, nella parrocchia del Santissimo Redentore a Val Melaina. Poi è cresciuta tanto da arrivare a piazza San Giovanni in Laterano, con il giardino davanti alla basilica pieno di stand e bandiere. Il prossimo fine settimana, dopo due anni di sospensione a causa della pandemia, torna la Festa dei Popoli e cambia di nuovo volto, trasformandosi in un evento diffuso in tutta la città, dislocato nelle diverse prefetture in cui è suddiviso il territorio diocesano. Ma il cuore e gli obiettivi di questa manifestazione, organizzata dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma, rimangono gli stessi: «Favorire la conoscenza tra i fedeli sul territorio e l’incontro tra sacerdoti e cappellani», come sottolinea il vescovo Benoni Ambarus, delegato diocesano per la Carità e per i Migranti. Lo ribadisce anche il direttore dell’Ufficio Migrantes, monsignor Pierpaolo Felicolo: «Riprendiamo dopo due anni e ribadiamo il concetto che sta dietro a questa Festa, cioè promuovere la preghiera e l’incontro rispettando la ricchezza della diversità. Fedeli al messaggio di Papa Francesco di quest’anno, vogliamo costruire il futuro con i migranti e con i rifugiati, nei luoghi dove vivono, insieme».

Sabato 28 e domenica 29 maggio, dunque, in tantissime parrocchie romane verranno celebrate Messe con le comunità etniche, con canti e preghiere in diverse lingue, a cui spesso seguiranno momenti di condivisione, con musica e degustazione di piatti tipici. Il cardinale vicario Angelo De Donatis celebrerà a Santa Maria Regina Pacis a Ostia Lido sabato alle 19, mentre il vescovo Ambarus sarà lo stesso giorno a Santa Emerenziana alle 18.30 e domenica 29 al Santissimo Redentore alle 11.30. Nella parrocchia dei Santi XII Apostoli la celebrazione per la Festa dei Popoli sarà presieduta dal vescovo Daniele Libanori, il 29 alle 18.30; il vescovo Guerino Di Tora celebrerà a Sant’Atanasio sabato alle 18.30; mentre il vescovo Dario Gervasi a Nostra Signora di Lourdes a Tor Marancia, sempre il 28 alle 18.30. Ancora, sabato alle 18, nel Santuario della Madonna del Divino Amore presiederà la Messa il cardinale Enrico Feroci; a Sant’Antonio da Padova, il 28 alle 18.30, ci sarà invece il vicario generale dei Padri Rogazionisti, padre José Maria Ezpeleta.

«A Roma, su quasi seicentomila stranieri, circa la metà sono cristiani – riprende monsignor Ambarus, originario della Romania –. È una città cosmopolita, e prenderne consapevolezza come Chiesa di Roma significa rafforzare la nostra vocazione universale». Questo è il senso del tema scelto per la Festa dei Popoli 2022, “Uniti nella stessa fede”. «La struttura del contesto sociale ed ecclesiale in cui viviamo, particolarmente accentuata nella nostra città – riflette don Pietro Guerini, vicedirettore dell’Ufficio Migrantes diocesano –, è profondamente multiculturale in ragione della compresenza di etnie, di tradizioni e forme culturali differenti. Vivere l’unità, in nome della fede comune, è compito specifico della Chiesa all’interno di questo contesto». Celebrare la Messa con le comunità etniche in tante parrocchie diocesane vuole dire «vivere un momento prezioso, fondato sull’ascolto reciproco e comunitario – aggiunge –, per rendere grazie e lodare il Signore per la varietà delle persone e delle culture che arricchiscono la nostra Chiesa, con spirito marcatamente sinodale».

A Roma sono circa 120 le comunità etniche con i centri pastorali sparsi sul territorio diocesano, con una quarantina di preti responsabili a cui si associano preti studenti per celebrazioni sul territorio e per aiuto concreto nella catechesi e nell’accompagnamento spirituale. I più numerosi sono i filippini, che contano circa 43mila fedeli e sono presenti in più di 60 comunità nella diocesi; seguono i latinoamericani, con 12 centri nazionali. Ci sono poi comunità meno numerose ma molto attive e vivaci, come quella Ucraina, che negli ultimi mesi si è data da fare per l’accoglienza dei profughi e per mandare aiuti a chi è rimasto nel Paese.

In allegato l’elenco delle parrocchie coinvolte
FestaPopoliAllegato

23 maggio 2022

Torna la Festa de’ noantri

Foto DiocesiDiRoma/Gennari

È iniziata domenica scorsa, memoria liturgica della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, la Festa de’ noantri, orgoglio trasteverino per onorare e celebrare la Madonna del Carmine, a Roma nota anche come Madonna Fiumarola. Nella chiesa di Sant’Agata, dove è custodita la statua, alle 9.30 la Messa è stata presieduta dal rettore don Paolo Asolan. Quindi don Renato Tarantelli Baccari, primicerio dell’arciconfraternita del Santissimo Sacramento e Maria Santissima del Carmine, ha celebrato la liturgia con l’investitura dei nuovi confratelli. Alle 17 la Messa pontificale è stata invece presieduta dal vescovo Daniele Libanori, ausiliare per il settore Centro.

Sabato 22, al termine della celebrazione eucaristica presieduta dal vicegerente della diocesi di Roma, Baldo Reina, e dopo il tradizionale omaggio del sindaco, la statua sarà portata in processione per le vie del quartiere. «Dopo la pandemia questo è il primo anno che la Festa si svolge senza alcun tipo di restrizione», dice Pietro Solfizi, governatore dell’arciconfraternita di Trastevere. La statua sarà issata su una grande “macchina” e portata in spalla da una ventina di confratelli. «Tra loro molti giovani tra i 25 e i 40 anni ai quali i nonni e i genitori hanno trasmesso la devozione per la Madonna del Carmine – prosegue Solfizi –. Si stanno preparando per entrare a far parte della confraternita e noi siamo molto felici di vedere tanti giovani che si avvicinano alla nostra realtà. Oltre alla devozione hanno anche tanta volontà e la forza fisica per sollevare la statua. Molti di noi sono anziani, non riuscirebbero più a portarla in processione. Anche in questo caso la Provvidenza ci è venuta incontro».

La processione partirà da largo San Giovanni de’ Matha e per tutto il tragitto sarà accompagnata dalla banda musicale della Polizia Locale di Roma Capitale. Al termine, nei pressi della basilica di San Crisogono, ci sarà l’omaggio della fanfara dei bersaglieri. Mentre la statua farà il suo ingresso a San Crisogono e la macchina a Sant’Agata, ci sarà uno spettacolo di fuochi d’artificio.

Domenica 30 luglio, invece, si terrà la processione della Madonna Fiumarola che ogni anno richiama migliaia di fedeli e turisti. È stata così ribattezzata perché, secondo una tradizione risalente al 1535, la statua della Vergine Maria scolpita in legno di cedro fu ritrovata da alcuni pescatori alla foce del Tevere dopo una tempesta. Donata ai carmelitani, rimase nella basilica di San Crisogono fino al 1890. Per qualche decennio fu ospitata nella chiesa di San Giovanni dei Genovesi prima di essere definitivamente trasferita nella chiesa di Sant’Agata.

La serata del 30 luglio inizierà all’imbarcadero del Circolo Canottieri Lazio con la vestizione della statua con un abito donato dalla maison Luigi Borbone. La processione sarà presieduta dall’arcivescovo Vittorio Francesco Viola, segretario del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. A bordo di un natante dell’Arma dei carabinieri, solcherà il Tevere fino a Ponte Garibaldi. Quindi partirà la processione via terra e quest’anno, spiega ancora Solfizi, «è stato ripristinato l’antico percorso fino alla basilica di Santa Maria in Trastevere dove la statua sarà venerata fino al giorno successivo quando farà ritorno a Sant’Agata».

19 luglio 2023

Torna la Colletta per la Terra Santa

Sarà un Venerdì Santo con il pensiero a chi soffre per causa della guerra, quello di questo 2022. Sia in Europa che in Medio Oriente, come in tutti i continenti. Come stabilito da Papa Francesco, infatti, verrà inserita una speciale intensione di preghiera per la pace da aggiungere alla preghiera Universale del Venerdì Santo. Ciascun sacerdote pronuncerà le stesse parole che il Santo Padre eleverà al Padre, nella celebrazione della Passione del Signore: «Preghiamo per i popoli dilaniati dalle atrocità delle guerre. Le loro lacrime e il sangue delle vittime non siano sparsi invano, ma affrettino un’era di pace che scaturisce dalle piaghe gloriose di Cristo Gesù».

Come di consueto, inoltre, sempre per volontà dei pontefici, il Venerdì Santo «la Chiesa è chiamata a compiere un gesto di carità e di solidarietà verso i fratelli che vivono nella Terra Santa attraverso una speciale colletta». A ricordarlo è il cardinale vicario Angelo De Donatis, che ha inviato una lettera ai parroci della diocesi per ricordare questa iniziativa di solidarietà. «Il nostro mondo ha bisogno di riconciliazione e di pacificazione – sono ancora le parole del porporato –. Se in termini personali il Cristo ha sofferto ed è morto una sola volta e non può morire più, nel suo Corpo, che è la Chiesa, continua a soffrire, specialmente in Medio Oriente, ma anche in un altro luogo del mondo in cui la libertà di vivere la fede è impedita: dalla persecuzione in molti casi, l’umanità sempre purtroppo non essere mai paga, come accade in Ucraina».

La raccolta per la Terra Santa è la principale fonte per il sostentamento della vita delle comunità ecclesiali in Medio Oriente, sotto la guida della Custodia Francescana. «Grazie a questo aiuto economico – ricorda ancora il vicario del Papa per la diocesi di Roma – le parrocchie proseguono il loro servizio pastorale con attenzione preferenziale per i poveri; si sostengono le scuole, gli ospedali e gli ambulatori, gli ospizi e i centri di ritrovo che continuano ad accogliere sofferenti e bisognosi, profughi e rifugiati, persone di ogni età e religione colpite dall’orrore della guerra». La conclusione è un appello alla generosità: «Invito tutti i fedeli della nostra diocesi – è la chiusura del cardinale De Donatis – a essere generosi in questa circostanza pur comprendendo bene anche le difficoltà economiche che attraversano le nostre famiglie in questo tempo segnato dalla pandemia e dalla guerra alle porte dell’Europa». Come sempre le offerte potranno essere portate presso l’Ufficio amministrativo del Vicariato.

Per questo la preghiera per la pace risuonerà con forza anche nella Domenica delle Palme, il prossimo 10 aprile. L’Ufficio liturgico diocesano, su indicazione della Conferenza episcopale italiana, ha infatti elaborato una proposta di celebrazione che possa essere vissuta nella sera del sabato o della domenica, con i giovani e tutta la comunità, comunque fuori della celebrazione eucaristica e della commemorazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme.

La lettera del cardinale

1 aprile 2022

Torna la benedizione dei Bambinelli

Foto Diocesi di Roma / Gennari

Torna, come da tradizione nella terza domenica di Avvento, la benedizione dei Bambinelli a piazza San Pietro. Ad annunciarlo è il Centro oratori romani, promotore dell’iniziativa che avrà per tema “Gesù il dono per tutti”. Il 17 dicembre, allora, piazza San Pietro accoglierà, fin dalle prime ore del mattino, i gruppi di bambini, ragazzi, adolescenti e catechisti delle parrocchie romane per un momento di incontro e di animazione in vista del Natale. Alle 10.30 il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della basilica vaticana, presiederà la celebrazione eucaristica all’Altare della Confessione. Quindi i gruppi si sposteranno in piazza per partecipare alle 12alla recita dell’Angelus insieme a Papa Francesco e ricevere la benedizione delle statuine del Bambinello in un clima di festa e di gioia.

«Come ogni anno, ma ogni volta in maniera speciale e diversa, rinnoviamo questa grande opportunità di celebrare la terza domenica di Avvento nella splendida basilica di San Pietro – riflette il presidente del Cor Stefano Pichierri – simbolizzando il nostro essere Chiesa di Roma, gioiosa e festante. In oratorio bambini ragazzi e famiglie possono guardare al Natale con occhi nuovi, per capire che il vero dono è quello che il Padre ci fa, di un Dio Bambino, che cammina con noi e illumina le nostre vite. Speriamo di riuscire a vivere una felice giornata comunitaria nel segno del dono reciproco e gratuito, di cui la nostra società ha tanto bisogno». La benedizione dei Bambinelli da Roma ha raggiunto i cinque continenti ed è oggi una tradizione diffusa in tutto il mondo.

11 dicembre 2023

Torna la benedizione dei Bambinelli

Foto Diocesi di Roma / Gennari

Torna domenica 22 dicembre la tradizionale Benedizione dei Bambinelli, quest’anno slittata all’ultima domenica di Avvento in Piazza San Pietro. L’appuntamento per oratori, gruppi giovanili, parrocchie e famiglie di Roma si tiene dal 1969 quando, per la prima volta, Paolo VI, il 21 dicembre, impartì la solenne benedizione alle statuine portate dai bambini. Tema dell’evento di quest’anno sarà “Un Cuore di Luce”: Gesù Bambino, che sta per nascere nelle case, nelle comunità e nei cuori dei credenti, rappresenta la luce che risplende e che porta via le paure e le sofferenze, offrendo al cuore di ogni uomo un abbraccio sicuro.

Ad ogni oratorio partecipante, impegnati in queste settimane nelle attività di animazione tipiche dell’Avvento che coinvolgono bambini, animatori, adolescenti e famiglie, il Centro Oratori Romani ha proposto un contest per rappresentare artisticamente su tela il tema prescelto per l’edizione 2024. Le tele realizzate negli oratori verranno esposte a piazza San Pietro nella mattinata e i vincitori verranno premiati in occasione della Festa della Riconoscenza del prossimo 28 dicembre al Don Bosco, altro appuntamento natalizio per gli oratori di Roma per una celebrazione di ringraziamento a conclusione dell’anno.

Sin dalle prime ore del mattino di domenica 22 dicembre, piazza San Pietro accoglierà i gruppi di bambini, ragazzi, adolescenti e catechisti delle parrocchie romane per un momento di incontro e di animazione, guidato dal Centro Oratori Romani. Tutti insieme gli oratori parteciperanno alla solenne celebrazione eucaristica all’Altare della Confessione presieduta dal cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica Vaticana, e successivamente tutti i gruppi si sposteranno in piazza per partecipare alla recita dell’Angelus insieme a Papa Francesco e ricevere la benedizione delle statuine del Bambinello.

La Benedizione dei Bambinelli è promossa e organizzata dal Centro Oratori Romani. «Quest’anno l’attesa si è moltiplicata, l’invito è ad essere ancora più vigilanti e pronti per accogliere un Natale ‘particolare’ – sottolinea il presidente del Cor Stefano Pichierri –. Giungeremo, infatti, a Piazza San Pietro a pochissime ore dall’apertura della prima Porta Santa e al solenne inizio del Giubileo nell’ultima domenica di Avvento. L’affetto e l’entusiasmo puro dei bambini possa condurre tutti allo stupore dell’Incarnazione ed alla speranza nell’annuncio giubilare che ci accompagnerà per tutto il nuovo anno. I bambini ed i catechisti degli oratori di Roma si ritrovano, nel corso del cammino avviato in questi anni nei territori, per celebrare e festeggiare insieme i frutti di un rinnovato entusiasmo pastorale. Siamo certi che, come ogni anno, Papa Francesco gioirà della vicinanza e delle preghiere sincere dei nostri bambini e giovani animatori».

16 dicembre 2024

Torna la “Festa de’ noantri”

Foto di Cristian Gennari

«Portare la Vergine Maria nei luoghi in cui si vive, si lavora, si patisce significa mostrarle i propri desideri e speranze». Lo ha detto il vescovo Daniele Libanori, ausiliare del settore Centro, presiedendo, nella chiesa di San Crisogno, sabato 16, la Messa che ha dato ufficialmente il via alle celebrazioni per la “Festa de’ noantri” o della “Madonna Fiumarola”, la tradizionale festa che si celebra alla fine di luglio a Trastevere.

Il culto nasce nel lontano 1535 quando, si racconta, alcuni pescatori ritrovarono alla foce del fiume una statua in legno di cedro raffigurante Maria e la donarono ai Carmelitani della chiesa di San Crisogono, a Trastevere. Nel corso dei secoli fu trasferita prima a San Giovanni dei Genovesi e poi, nel ‘900, nell’attuale chiesa di Sant’Agata, che lascia una sola volta l’anno, il sabato seguente alla festa della Beata Vergine del Monte Carmelo.

Sabato scorso la statua della Vergine è stata poi portata in processione lungo le vie di Trastevere, mentre la processione si terrà sul Tevere domenica 24 luglio; a presiederla sarà don Renato Tarantelli Baccari, primicerio dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e Maria Santissima del Carmine in Trastevere. Alle 18.30 dall’imbarcadero del Circolo Canottieri Lazio, avverrà la tradizionale vestizione della statua; quest’anno l’abito è donato dalla Maison Borbone Luigi Maria. Quindi, alle 19.30, la partenza della processione della “Madonna Fiumarola” e alle 20.30 l’arrivo a Ponte Garibaldi. La banda della Polizia Locale di Roma Capitale accompagnerà la discesa della statua dalla motonave Agrippina Maggiore; la processione proseguirà a piedi, fino alla chiesa di San Crisogono. Il giorno dopo il rientro alla chiesa di Sant’Agata, con Messa di ringraziamento e una serata di adorazione ed evangelizzazione.

19 luglio 2022

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