15 Agosto 2025

Il sussidio Cei sul nuovo Messale

Foto di Cristian Gennari

La nuova edizione del Messale verrà utilizzata nelle diocesi del Lazio a partire da domenica 29 novembre, prima domenica di Avvento. In vista di questa data, l’Ufficio liturgico nazionale e l’Ufficio catechistico nazionale della Cei hanno preparato un sussidio, «strumento prezioso e utile – lo definiscono – con il quale desideriamo aiutare i ministri ordinati, gli animatori liturgici delle nostre comunità, i catechisti e tutti i fedeli a conoscere meglio il Messale e le sue potenzialità».

«Anche in questo tempo di difficoltà e di limitazioni per la vita liturgica e pastorale – riflettono – può essere propizia una riflessione attente sul dono di poter celebrare e di ben celebrare che risplende nell’esperienza dell’Eucaristia, sorgente della comunione ecclesiale e nutrimento della vita cristiana». Il sussidio Cei sarà in vendita nelle librerie e fruibile on line su https://www.chiesacattolica.it/.

Al nuovo Messale l’Ufficio liturgico diocesano sta dedicando vari approfondimenti, tra i quali un corso on line in collaborazione con il Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo. «Lo scopo non è solo conoscere i riti o le rubriche – spiega padre Giuseppe Midili, direttore dell’Ufficio diocesano –, ma la teologia liturgica che è racchiusa nel libro liturgico, per valorizzare tutte le opportunità di adeguamento del testo alla comunità che celebra e per far sì che la liturgia sia davvero l’incontro della comunità con il Risorto».

4 novembre 2020

E’ tornata alla casa del Padre Rhodora, mamma di don De Leon

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,

il Consiglio Episcopale della Diocesi

e tutta la famiglia del Vicariato di Roma,

sono vicini al dolore di don Joseph Alexander De Leon

Parroco della Parrocchia Santi Elisabetta e Zaccaria

per la morte della cara mamma


Rhodora

di anni 82

e, assicurando preghiere di suffragio, invocano Dio Padre,

ricco di misericordia, perché conceda a Rhodora il premio

della vita eterna e dia conforto ai suoi familiari.

 

4 novembre 2020

La chiesa di Santa Maria dell’Orazione e della Morte, nata per seppellire i defunti abbandonati

Alla fine di via Giulia, tra l’arco Farnese e l’adiacente Palazzo Falconieri, si erge maestosa la chiesa di Santa Maria dell’Orazione e della Morte. La chiesa fu costruita nel 1575 e poi riedificata nel 1738 dall’architetto Ferdinando Fuga, che chiese come ricompensa per il suo lavoro il diritto di sepoltura nella chiesa per sé e la sua famiglia.

Nel XVI secolo, la sepoltura dei cadaveri abbandonati era lasciata all’iniziativa di persone caritatevoli, che provvedevano con mezzi propri o chiedendo le elemosine ai passanti. Nel 1538, un gruppo di persone animate da fede e carità cristiana, pensarono di istituire «in Roma una compagnia sotto il titolo della Morte, la quale per particolare instituto facesse quest’opera di misericordia» (dagli Statuti della Ven. Arciconfraternita della Morte ed Oratione). Nel 1552, Papa Giulio III approvò la Confraternita, concedendole numerose indulgenze, e volle che fosse aggiunto il titolo dell’“Orazione”, in aggiunta a quello della “Morte”, i confratelli, infatti, oltre a seppellire i cadaveri, si preoccupavano di offrire in suffragio alle anime preghiere e sante Messe, mentre ogni terza Domenica del mese veniva offerta l’Adorazione Eucaristica sotto forma di Quarant’ore: tutto il popolo di Dio veniva coinvolto dinanzi al Santissimo Sacramento; quest’appuntamento diventava importante per la crescita nella fede del popolo romano. Sotto il pontificato di Papa Paolo IV Carafa, con la bolla Divina providente clementia del 17 novembre 1560, il sodalizio venne eretto ad Arciconfraternita.

I membri dell’Arciconfraternita erano conosciuti come i “fratelli della morte”, essi avevano un grande zelo nel prodigarsi con grande carità nel recupero delle salme abbandonate, anche nei luoghi più lontani e malsani e in qualunque stagione, di giorno, di notte. Ci voleva tanta abnegazione e coraggio per trasportare sulle spalle, anche per diversi chilometri, un cadavere rimasto insepolto per vari giorni, soprattutto durante l’estate. Questa missione durò fino alla fine del XIX secolo, quando, in seguito all’unità d’Italia, furono le istituzioni pubbliche ad assumersi l’incarico della sepoltura dei defunti. Da allora l’Arciconfraternita finì per occuparsi solo del compito di suffragare le anime dei defunti. Ancora oggi, i membri dell’Arciconfraternita continuano in questa opera di misericordia spirituale, nella consapevolezza che la morte è semplicemente l’ingresso alla Vita eterna. Quest’opera risulta oggi tanto necessaria nella nostra società materialista, che vive con disagio la realtà della sofferenza e della morte.

Nella cripta sotto la chiesa, sorge il cimitero dell’Arciconfraternita, nel passato molto grande, oggi ridotto ad un solo ambiente adibito ad esposizione delle ossa. L’interno della chiesa si presenta a pianta ovale longitudinale, con l’asse maggiore perpendicolare alla facciata. Sull’ovale si aprono quattro cappelle laterali. La facciata della chiesa è rettilinea, si compone di due ordini sovrapposti. La porta principale è arricchita da festoni, teschi alati e un timpano curvilineo che racchiude un’edicola con una clessidra alata, è simbolo dell’incessante scorrere del tempo verso la morte, in un continuo cambiamento di stato. Nelle ali laterali sono presenti in basso le cassette per le elemosine, in particolare nella cassetta sulla sinistra, è raffigurato uno scheletro alato recante un cartiglio con il motto: “HODIE MIHI/ CRAS TIBI” (Oggi a me / domani a te). La sommità della facciata è incorniciata da vasi, dai quali escono delle fiamme vive, simbolo dell’olio della preghiera che mantiene viva la speranza della Vita eterna.

L’interno della chiesa è caratterizzato da un continuo alternarsi di campate concave e convesse, che guidano l’occhio dell’osservatore direttamente all’altare maggiore, dove la pala, dipinta da Ciro Ferri (1634 -1689), rappresenta uno splendido Gesù in croce. Il Crocifisso, ritto ed alto, si staglia su di un lontano paesaggio di pianura che, con intersezioni di alberi e basse colline, si perde nell’ombra dello sfondo. Il Corpo di Cristo risulta cinto entro un alone luminoso, che contrasta con le dense nuvole nere, che ben lasciano immaginare le tenebre che avvolsero il mondo, mentre il Redentore moriva in croce. Lo sguardo di Gesù è rivolto verso l’alto nell’attimo prima di reclinare il capo ed emettere l’ultimo respiro. Forte è il richiamo alla preghiera per gli agonizzanti per cui l’unico sostegno è l’abbandono fiducioso nelle mani del Padre.

La seconda cappella a destra è dedicata a san Michele Arcangelo, rappresentato nella pala d’altare mentre fende la sua spada contro il demonio incatenato a cui schiaccia la testa. Si tratta di una copia del 1750, che riproduce il noto quadro di Guido Reni, realizzato per la chiesa di Santa Maria della Concezione. San Michele è il protettore degli agonizzanti dagli assalti del demonio. Sull’altare è posto il tondo con l’effige miracolosa della Vergine e il Bambino, donata dal duca Cesare Glorieri, nel 1577, per ornare l’altare maggiore della primitiva chiesa. Sulla spalla della Madre di Dio, è impressa una stella, simbolo della Sua perpetua Verginità. Il bambino Gesù protende la destra al collo della Mamma, avvolgendola in uno sguardo dolcissimo, mentre nella mano sinistra stringe un cardellino, presagio della Sua futura morte in croce. La Vergine china teneramente la testa verso il Bimbo, ma gli occhi sono rivolti verso di noi per ricordarci che dopo la morte ci accoglierà l’Amore e si aprirà per noi la Vita Eterna.

a cura delle Missionarie della Divina Rivelazione

4 novembre 2020

Corso su Amoris Laetitia a cura dell’Ufficio catechistico

Corso su Amoris Laetitia a cura dell’Ufficio catechistico.

Incontro su “Guida alla pratica matrimoniale”

Incontro su “Guida alla pratica matrimoniale”, a cura dell’Ufficio matrimoni.

Incontro di formazione per operatori sanitari

Incontro di formazione per operatori sanitari, per chi ha partecipato al corso “Un di più di misericordia”, a cura del Centro per la pastorale sanitaria.

Pastorale sanitaria, al via il corso “Un di più di vicinanza”

Dopo il corso di “Un di più di Misericordia”, il Centro diocesano per la pastorale della salute dà continuità e sviluppo al cammino di formazione intrapresa, con la proposta di “Un di più di vicinanza”, tenendo conto del contesto di pandemia che stiamo vivendo, sulla pastorale dei malati e dei sofferenti.

Il corso è previsto in modalità online, aperto a tutti, previa iscrizione online: segreteria.sanita@diocesidiroma.it. Agli iscritti sarà inviato il link per il collegamento.

Quattro gli incontri previsti. Il primo, il 18 novembre, sarà su “Non ci siamo mai detti addio. L’evento del lutto nella condizione di solitudine”. Il secondo, il 25 novembre, su “La famiglia con disabilità. Come essere prossimi”. Ancora, mercoledì 2 dicembre, la lezione verterà su “I vostri anziani daranno sogni. Ascoltare il grido silenzioso della terza età”. Ultimo appuntamento il 9 dicembre su “Cosa ho fatto di male? Quando la malattia tocca a me”.

Per ulteriori informazioni potete sempre contattare dalle 9 alle 13, telefonando al 06.698886227/ 86414, oppure inviare email.

3 novembre 2020

A San Giovanni la Messa per i sacerdoti defunti

Venerdì 6 novembre alle ore 17.30 nella basilica di San Giovanni in Laterano verrà celebrata la Messa per ricordare tutti i sacerdoti defunti.

«Come ogni anno – spiega il cardinale vicario Angelo De Donatis – nel mese di novembre la Chiesa ci chiama ad offrire il nostro suffragio per i fratelli defunti. Come Presbiterio diocesano e Popolo santo di Dio che vive in Roma vogliamo pregare insieme ricordando i sacerdoti della nostra diocesi che sono entrati nella vita eterna nell’anno 2020».

20 ottobre 2020

Le Messe nei cimiteri con i vescovi ausiliari

In occasione della solennità di Tutti i Santi, domenica primo novembre, e della commemorazione dei fedeli defunti, lunedì 2 novembre, i vescovi ausiliari della diocesi di Roma celebreranno le Messe nei diversi cimiteri capitolini.

In particolare, il 2 novembre alle ore 16 monsignor Gianpiero Palmieri, vicegerente della diocesi, presiederà la Messa al cimitero monumentale del Verano (piazzale del Verano). Sempre il 2 novembre, ma alle ore 18, monsignor Guerino Di Tora, vescovo ausiliare per il settore Nord, celebrerà al cimitero Flaminio, meglio noto come Prima Porta (Via Flaminia, km 14,400), presso la parrocchia dei Santi Urbano e Lorenzo (vicolo di Prima Porta, 6). Il giorno prima, primo novembre, monsignor Dario Gervasi, vescovo ausiliare per il settore Sud, sarà alle ore 15 al cimitero di Ostia Antica (via Piana Bella) e presiederà la celebrazione eucaristica nella chiesa di Sant’Aurea a Ostia Antica (piazza della Rocca, 13); il 2 novembre monsignor Gervasi celebrerà invece al Cimitero Laurentino (via Laurentina km 13.500) alle ore 15.30.

Un decreto emanato dalla Penitenzieria Apostolica in data 23 ottobre 2020 stabilisce, su mandato di Papa Francesco, che quest’anno, nelle attuali contingenze dovute alla pandemia da Covid-19, le indulgenze plenarie per i fedeli defunti saranno prorogate per tutto il mese di novembre, con adeguamento delle opere e delle condizioni a garantire l’incolumità dei fedeli. Inoltre per anziani, malati e per tutti coloro che, per gravi motivi, non possono uscire di casa «potranno conseguire l’indulgenza plenaria – dispone il decreto – purché, unendosi spiritualmente a tutti gli altri fedeli, distaccati completamente dal peccato e con l’intenzione di ottemperare appena possibile alle tre consuete condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), davanti a un’immagine di Gesù o della Beata Vergine Maria, recitino pie orazioni per i defunti – ad esempio, le Lodi e i Vespri dell’Ufficio dei Defunti, il Rosario mariano, la Coroncina della Divina Misericordia, altre preghiere per i defunti più care ai fedeli –, o si intrattengano nella lettura meditata di uno dei brani evangelici proposti dalla liturgia dei defunti, o compiano un’opera di misericordia offrendo a Dio i dolori e i disagi della propria vita».

26 ottobre 2020

Siate «luminose e gioiose»: gli auguri del cardinale De Donatis alle cinque consacrate dell’Ordo Virginum

Il cardinale vicario Angelo De Donatis, sabato 31 ottobre, ha consacrato cinque vergini nell’Ordo Virginum della diocesi di Roma, durante la Messa celebrata a San Giovanni in Laterano. Si tratta di Paola Zallocco, Alessandra Medici, Rosaria Piazza, Chiara d’Onofrio e Lucrezia Malena. A loro ha rivolto tre auguri.

«Il primo è di essere “luminose”, consumandovi d’amore – ha detto loro il cardinale –. Noi confidiamo che siate come queste piccole lampade che ardono e che dicono, nella semplicità: “siamo vive e ci consumiamo facendo luce”. Così sarete spose, così sarete madri. Amate tutti e prediligete i poveri; soccorreteli secondo le vostre forze; curate gli infermi, proteggete i bambini, aiutate gli anziani. Siate vicine ai sacerdoti e agli sposi, nella preghiera, custodendo la grazia della vocazione di ciascuno».

«Il secondo augurio è che siate gioiose, capaci di accogliere l’umanità sempre con un sorriso; che fugga da voi ogni tentazione di freddezza, di tiepidezza, di pessimismo o di critica inutile. Desideriamo vedere spose feconde, non nubili sterili».

«Il terzo augurio è quello di mostrarci la bellezza della fraternità o, se volete, della “sororità”. Il Papa ha scritto: “Con la vostra amabilità tessete trame di rapporti autentici, che riscattino i quartieri delle nostre città dalla solitudine e dall’anonimato”».

«L’Ordo Virginum di Roma potrà essere conosciuto e apprezzato se vedremo uno stile di accoglienza e di relazione che attrae, facendoci uscire dall’isolamento, per favorire una relazione “a tu per tu”, nell’amore di amicizia di cui tutti abbiamo bisogno, soprattutto in questo periodo».

2 novembre 2020

Commemorazione dei fedeli defunti. Messe dei vescovi ausiliari nei cimiteri della diocesi

Commemorazione dei fedeli defunti. Messe dei vescovi ausiliari nei cimiteri della diocesi.

Celebrazione della comunità messicana per la commemorazione dei defunti a Santa Maria della Luce

Celebrazione della comunità messicana per la commemorazione dei defunti a Santa Maria della Luce, a cura dell’Ufficio Migrantes.

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