30 Agosto 2025

Adorazione eucaristica prolungata, il percorso dell’Ufficio liturgico

Proseguono gli appuntamenti di riflessione e approfondimento per quanti vivono l’esperienza dell’adorazione eucaristica prolungata, promossi dall’Ufficio liturgico diocesano. Tutti gli incontri si tengono nella Sala Tiberiade del Pontificio Seminario Romano Maggiore, con inizio alle ore 10. Il prossimo, cioè il secondo, è in programma il 19 febbraio e vedrà la partecipazione di padre Marko Ivan Rupnik, artista e teologo, che parlerà di “L’adorazione eucaristica”.

L’incontro seguente si terrà il 7 maggio, con monsignor Andrea Lonardo su “Eucaristia, evangelizzazione e missione”. Il percorso si concluderà sabato 11 giugno alle ore 10, con la liturgia della Parola e condivisione guidata dal vescovo Paolo Ricciardi, al Santuario della Madonna del Divino Amore.

14 febbraio 2022

Adorazione eucaristica a Santa Maria in Campo Marzio

Domenica alle 17 nella chiesa di Santa Maria del Divino Amore in Campo Marzio inizia il ciclo di adorazioni mensili per ricordare i 70 anni dell’adorazione eucaristica iniziata nella chiesa come frutto dell’anno mariano 1954. In occasione di questo anniversario ed in considerazione del prossimo Giubileo la Penitenzieria Apostolica ha concesso l’indulgenza plenaria giubilare a tutti quelli che parteciperanno a questi incontri di preghiera. È per così dire, il Giubileo “più piccolo del mondo”; la chiesa, infatti, ha solo sedici posti a sedere.

Si tratta in realtà di una rettoria antichissima, già presente fin dal dodicesimo secolo, col nome di Santa Cecilia (sembra infatti che lì sorgesse la sua casa paterna). Oggi vi risiede la Comunità delle Figlie della Madonna del Divino Amore che organizzano l’iniziativa assieme al rettore don Federico Corrubolo, docente di storia della Chiesa medievale moderna all’istituto Ecclesia Mater. L’adorazione eucaristica mensile sarà animata da una serie di catechesi sul Credo degli Apostoli, in una forma alto medievale molto antica che associa ogni articolo del Credo a un Apostolo, con accostamenti sorprendenti e talvolta commoventi. Ogni incontro prevede, oltre alla catechesi l’adorazione silenziosa la recita del santo rosario e I Vespri solenni della domenica. L’invito è aperto a tutti anche per conoscere una realtà nascosta del centro di Roma, che com’è noto è sempre continuamente da scoprire.

3 ottobre 2024

Adoratori, la conclusione del percorso formativo

Si concluderà sabato prossimo, con una celebrazione alle 11 nel Santuario del Divino Amore, a Castel di Leva, il percorso formativo rivolto ai fedeli che vivono l’esperienza dell’adorazione eucaristica prolungata. A presiedere la Messa, il vescovo ausiliare Paolo Ricciardi, delegato per la pastorale sanitaria, che ha curato questo progetto in sinergia con l’Ufficio liturgico diocesano. Prima della celebrazione, alle 10, la catechesi di padre Andrea Mandonico su “La spiritualità eucaristica di Charles de Foucauld”.

«C’è stato il desiderio di unire il servizio dell’adorazione eucaristica alla preghiera di intercessione per i malati – dice Ricciardi –. Anche la data scelta per la conclusione del percorso formativo per gli adoratori è legata alla volontà dell’Ufficio per la pastorale sanitaria di dedicare l’11 di ogni mese alla preghiera per i malati», guardando all’11 febbraio, memoria della prima apparizione di Maria a Bernadette a Lourdes e Giornata mondiale del malato.

Il presule spiega come «i tre incontri dedicati agli adoratori delle parrocchie romane, che si sono tenuti a febbraio, aprile e maggio, hanno avuto un valore formativo ma anche di incontro e di confronto». L’adesione è stata buona, con circa 150 partecipanti ad incontro, laddove le parrocchie della diocesi dove si vive «l’Adorazione eucaristica o continua, cioè dalla mattina alla sera, o perpetua, cioè anche nelle ore notturne – dice ancora il vescovo –, sono in totale una trentina».

Il primo incontro è stato affidato a monsignor Riccardo Aperti, docente di Liturgia all’Istituto di Scienze religiose Ecclesia Mater, e ha avuto per tema “Dall’Eucaristia celebrata all’Eucaristia adorata”; a guidare il secondo appuntamento su “L’adorazione eucaristica” è stato padre Marko Ivan Rupnik, gesuita e fondatore del Centro Aletti; infine, su “Eucaristia, evangelizzazione e missione” è intervenuto padre Massimo Marellli, dell’Ufficio liturgico del Vicariato.

Ricciardi sottolinea come si è trattato di un cammino «in vista del Congresso eucaristico nazionale, che si svolgerà a settembre a Matera», e anche di «un’occasione per riflettere su come l’Adorazione eucaristica è sì un modo per prolungare l’esperienza di amicizia con il Signore Gesù ma non da vivere esclusivamente come uno spazio privato, sebbene intimo», quanto «come un servizio alla Chiesa, per condurre all’Eucarestia la nostra vita e la vita della Chiesa stessa».

di Michela Altoviti da Roma Sette

6 giugno 2022

Adoratori, la conclusione del percorso formativo

Foto DiocesiDiRoma/Gennari

La Messa a Santa Croce in Gerusalemme, il breve pellegrinaggio a piedi e poi la preghiera conclusiva nella basilica di San Giovanni in Laterano, in coincidenza con la solennità della natività di san Giovanni Battista. È questo lo schema che seguirà l’incontro degli adoratori di Roma, in programma per sabato 24 giugno a partire dalle 10. Si tratta dell’appuntamento conclusivo del percorso di formazione che, in questo anno pastorale 2022-2023, ha coinvolto quanti prestano servizio come adoratori, nelle quarantacinque parrocchie della diocesi dove si tiene l’adorazione permanente.

«C’è stata molta partecipazione ai tre incontri proposti – sottolinea il vescovo Paolo Ricciardi, referente degli adoratori – che nei temi richiamavano i tre Cantieri di Betania. Vertevano infatti su giovani ed Eucarestia, Parola ed Eucarestia ed Eucarestia e vita. È importante dare un percorso comune alle diverse realtà parrocchiali».

Concorda Dina Forzinetti, che presta servizio come adoratrice nella parrocchia di San Giovanni Battista de La Salle e che ha assunto il ruolo di coordinatrice degli adoratori romani. «È stato un percorso all’insegna della condivisione – riflette – poiché abbiamo avuto occasione di condividere le diverse esperienze. Dopo ogni incontro ci è stata data la possibilità di esprimerci attraverso dei gruppi di lavoro, e questo è stato molto importante». Si è trattato dal secondo anno in cui è stata fatta questa proposta agli adoratori, e già si sta iniziando a programmare il cammino per il 2023-2024.

16 giugno 2023

Adoratori, incontro di formazione

Si terrà sabato 15 marzo, alle ore 10, nella parrocchia di San Bonaventura da Bagnoregio (via Marco Calidio, 22), il prossimo incontro di formazione per coloro che svolgono servizio nell’adorazione continuata o permanente nelle parrocchie della diocesi di Roma. “Ascolto e adorazione” è il tema dell’appuntamento, che sarà aperto dai saluti di monsignor Paolo Ricciardi, vescovo eletto di Jesi; quindi è prevista una catechesi di monsignor Riccardo Aperti, docente di liturgia all’Istituto Superiore di Scienze Religiose. L’iniziativa è promossa al Servizio di collegamento diocesano Adorazione a Roma.

11 marzo 2025

Adolescenti, sette consigli per vivere con coraggio «un’età speciale»

Viaggia, vivi le relazioni, lavora, gioca, impara le lingue, leggi, condividi: per il nuovo anno il pedagogista Daniele Novara ha scritto una lettera agli adolescenti in cui dà loro consigli per «vivere con coraggio» la loro età. È un’età speciale «in cui si capisce che l’infanzia è definitivamente finita e qualcosa di nuovo sta iniziando. Un passaggio che viene percepito dai ragazzi con euforia, ma anche con apprensione – sottolinea -: in fondo tenere un piede nell’infanzia può non essere così male». La lettera di Novara agli adolescenti è un invito a buttarsi nella scoperta del mondo, a non rifugiarsi nell’isolamento di smartphone, computer e social network. E il primo consiglio che dà è «Viaggia! Inizia a conoscere i tuoi limiti e le tue risorse nell’avventura del viaggio, nello spostamento per conoscere nuove città, lingue diverse, altre persone. Non perdere queste occasioni. Convinci i tuoi genitori. Digli che non sono capricci e che il viaggio conta come andare a scuola. Forse di più».

«Vivi le relazioni – è il secondo consiglio di Novara -. Non isolarti. Le relazioni aumentano le tue possibilità. L’indice sociale nel concreto della vita è più importante del quoziente intellettivo. I rapporti che costruisci resteranno. Le amicizie potranno perdersi ma tu avrai imparato a interagire con gli altri, a dare e a prendere, a comunicare e a gestire i tanti conflitti che si creano. Un vantaggio enorme per affrontare le mille sfide che ti aspettano».

La scuola è importante ma secondo Daniele Novara è necessario anche fare piccole esperienze lavorative. «Lavorare stanca, ma fa crescere. Appena puoi, appena un’occasione te lo consente, fai un’esperienza di lavoro. D’estate è l’ideale. Non arrivare a 25 anni senza aver mai lavorato. Si impara da ragazzi a farlo. Metti questa esperienza nel tuo curriculum. Non stare ad aspettare che tutte le pedine siano al loro posto. Provaci subito».

Uno dei rischi dell’adolescenza è che ci si isoli. «Giocare su un prato è meglio che su videoschermo. Non farti fregare. Usare la realtà virtuale è comodo: videogiochi, siti web, contatti anonimi. Ma se ti lasci prendere troppo, ti trovi improvvisamente senza radici stabili, perso in un mondo che ti sembra vero ma che è solo apparenza».

Novara poi sprona i ragazzi ad avere sete di conoscenza. «Impara. La facilità con cui si impara in questa tua età non tornerà più. Sfrutta al meglio questo momento. Le lingue anzitutto. Il nostro caro italiano all’estero serve poco. E poi la musica, lo sport, le competenze tecnologiche, l’affettività e la sessualità. E non snobbare lo studio scolastico. Tutto questo ti resterà per sempre».  Ancora, «leggi! L’eccesso di immagini spegne l’immaginazione. Un libro non ti toglie nulla, aggiunge piuttosto alla tua fantasia la sensibilità che ci metti tu, i collegamenti che puoi fare con la tua vita, le mille emozioni che ti incendiano, le mille riflessioni che ti possono venire». Infine, «condividi. Un futuro migliore dipende anche dalla tua voglia di esserci quando serve il tuo aiuto, dalla capacità di prenderti cura della città in cui vivi, della natura, degli altri. La solidarietà inizia con te».

Il pedagogista conclude la sua lettera agli adolescenti con il poeta Costantino Kavafis. «Sei all’inizio di un lungo viaggio. Prendi tutto quello che puoi. Fai una bella scorta di esperienze. Le parole del grande poeta greco Costantino Kavafis, nella poesia Itaca, sembrano fatte apposta per accompagnarti: “Devi augurarti che la strada sia lunga, che i mattini d’estate siano tanti, quando nei porti – finalmente e con che gioia – toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle, coralli ebano e ambre, tutta merce fina, anche aromi penetranti d’ogni sorta, più aromi inebrianti che puoi, va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti. Sempre devi avere in mente Itaca – raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull’isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca”. Buona adolescenza!».

La lettera è disponibile sul sito del Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti.

Adolescenti e gioco d’azzardo, «fenomeno inquietante e sottovalutato»

«Dati recentissimi dell’Istituto Superiore di Sanità e di altre prestigiose istituzioni scientifiche ci mostrano che nella popolazione generale in Italia almeno una persona su due, nell’ultimo anno, ha praticato il gioco d’azzardo». Si è aperta con queste parole dell’arcivescovo vicario Angelo De Donatis la conferenza stampa di questa mattina – martedì 26 giugno -, nella Sala Rossa del Palazzo del Vicariato, dedicata ad “Adolescenti e gioco d’azzardo: cresceranno dipendenti?”. La Caritas diocesana di Roma ha presentato uno studio sul fenomeno, mentre l’ospedale pediatrico Bambino Gesù ha illustrato una guida contro la dipendenza dai giochi.

Il gioco d’azzardo, vietato per legge ai minori, «appartiene invece al loro universo», ha sottolineato Elisa Manna, curatrice della ricerca della Caritas diocesana. «Nella città di Roma – ha proseguito – due ragazzi su tre, di età compresa tra i 13 e i 17 anni, giocano d’azzardo almeno una volta l’anno; il 36,3 % ha dichiarato di essere giocatore abituale». La maggior parte sottovaluta la pericolosità dell’azzardo, ma lo definisce semplicemente «un’attività in cui si utilizza denaro per vincerne altro, affidandosi alla fortuna». Eppure «la dipendenza dal gioco è una patologia mentale» ha ribadito Stefano Vicari, direttore di Neuropsichiatria infantile del Bambino Gesù. L’Istituto per la salute del Bambino e dell’Adolescente, diretto da Alberto Ugazio, ha redatto una guida per i genitori «su come riconoscere e gestire il problema, indicando i percorsi terapeutici da seguire». Attivo anche un indirizzo e-mail dedicato, iogioco@opbg.net.

«Nel pensare al fenomeno del gioco d’azzardo – ha evidenziato il vicario De Donatis – dobbiamo certamente sottolinearne la strisciante pericolosità per la singola persona e per l’intera società, ma anche contrastare quei fattori che rendono questa pratica accettata e in un certo senso incentivata. Le condizioni di disagio finanziario e sociale, i disturbi psicologici e il basso livello culturale sono fattori predisponenti principali. Una cultura della tolleranza e dell’indifferenza, che accetta supinamente lo stato di fatto, favorisce la rovina di tante famiglie, alimenta l’usura e riduce in povertà e schiavitù tante persone, specie quelle più fragili socialmente e psichicamente. Proprio per questo non si può accettare che il gioco d’azzardo sia legato all’idea falsa di guadagni e vincite facili e non sia visto anche nella sua contagiosa realtà di atteggiamento morale erroneo o vizioso».

Leggi l’intervento completo del vicario

26 giugno 2018

Addio a don Pietro Sigurani, mercoledì i funerali

Prete degli ultimi, dei poveri, degli “scartati”. Se n’è andato don Pietro Sigurani, 86 anni dei quali 61 trascorsi come sacerdote. Fino all’anno scorso era stato rettore della chiesa di Sant’Eustachio, dove aveva fatto realizzato la “Casa della Misericordia” nei sotterranei della basilica. Si tratta di un centro di ascolto, uno sportello di assistenza legale e medica, un presidio di accoglienza dove i bisognosi potevano farsi la doccia e ricevere un cambio di biancheria. Non solo: don Pietro aveva voluto anche l’“Università degli scartati”, perché, spiegava, «ai poveri non bisogna dare solo pane, ma anche sollevare lo spirito». Nella basilica del centro storico aveva dato vita anche al “Ristorante dei poveri”, un servizio che dava da mangiare ogni giorno a circa centoventi persone.

 

A Sant’Eustachio era stato rettore dal 2012 al 2021; prima, dal 1975 al 2012, era stato parroco della Natività a via Gallia. E anche lì aveva messo al primo posto i più bisognosi, con la Domus Caritatis, una struttura situata sotto l’edificio parrocchiale, che offre cibo, posti letto e docce ai senzatetto. «Proprio sotto la mensa eucaristica è nato un luogo di accoglienza – diceva Sigurani –. Qui può venire chiunque abbia bisogno». Dal 1998 al 2010 era anche stato incaricato dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma.

 

I funerali verranno celebrati mercoledì 6 luglio 2022, alle ore 18.30, nella chiesa di Sant’Andrea della Valle.

 

4 luglio 2022

Ad Assisi partecipa al XXI Settimana Nazionale di Studi sulla spiritualità coniugale e familiare organizzato dall’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia

Ad Assisi partecipa al XXI Settimana Nazionale di Studi sulla spiritualità coniugale e familiare organizzato dall’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia.

Ad Assisi il primo ritiro di formazione per gli “animatori Laudato si’”

Aprire a livello parrocchiale «nuovi cammini per una ecologia integrale», come ha invitato a fare il recente Sinodo per l’Amazzonia. Sarà questo il compito principale dei nuovi “animatori Laudato si’” – anche chiamati “animatori Ls” – che opereranno nella diocesi di Roma. Per formare queste nuove figure pastorali è pensato il ritiro in programma il 7 e l’8 marzo ad Assisi, promosso dalla diocesi con diverse associazioni e movimenti: Caritas diocesana di Roma, Azione Cattolica di Roma, Comi (socio Focsiv), il Meic Roma e il Movimento dei Focolari di Roma.

«L’obiettivo è di formare, quali animatori Ls – spiega don Francesco Pesce, incaricato diocesano della Pastorale sociale e del lavoro – coloro che sentono il desiderio di animare le nostre parrocchie e comunità nel vivere la dimensione della Chiesa in uscita attenta al grido dei poveri e della terra nei rispettivi contesti, rispondendo a questa chiamata per diventare lievito di una conversione comunitaria». Gli animatori Ls della diocesi avranno l’opportunità di lavorare in rete con gli altri membri del Movimento cattolico mondiale per il clima.

In concreto, il ritiro di formazione «segue il modello “vedere, giudicare, agire” – anticipa don Pesce – e guida i partecipanti attraverso tre momenti: ascolto del canto del creato, contemplando la bellezza della Creazione che ci circonda; ascolto del grido del creato, rendendoci dolorosamente consapevoli dell’urgenza di un cambio di rotta nella direzione dell’ecologia integrale; azione per il creato, rispondendo all’invito alla missione per il creato, cercando di discernere i modi per prenderci cura della nostra casa comune sia come singoli che come comunità».

Per ulteriori informazioni e iscrizioni, contattare il Movimento cattolico mondiale per il clima: cecilia@catholicclimatemovement.global ed elena@catholicclimatemovement.global.

6 febbraio 2020

Ad Ariccia l’incontro in vista dell’assemblea diocesana

«Stiamo disegnando a poco a poco e insieme la bozza per il nuovo anno pastorale. Un lavoro graduale che vede il contribuito di tutti, dal popolo di Dio ai prefetti, ai vescovi e ai direttori degli uffici del Vicariato, e mette insieme questo con il concetto guida del Giubileo, “la speranza non delude”». Il vescovo Baldo Reina, vicegerente della diocesi di Roma, racconta con queste parole il lavoro che si è svolto tra ieri e oggi ad Ariccia, nella Casa Divin Maestro, dove si sono ritrovati insieme parroci prefetti, direttori e vicedirettori dei diversi Uffici della diocesi di Roma, vescovi ausiliari, membri dell’équipe sinodale diocesana. Una settantina di persone in tutti, tra sacerdoti e laici. Quando emerso durante la due giorni sarà ulteriormente «affinato», sottolinea ancora il vicegerente, e riportato poi alla comunità diocesana il 24 giugno. Nella festa di san Giovanni Battista, infatti, la basilica di San Giovanni in Laterano sarà cornice prima della Messa alle ore 17.30 e poi dell’assemblea diocesana, che inizierà al termine della celebrazione eucaristica.

Quelli trascorsi ad Ariccia «sono stati due giorni molto intensi – prosegue il vicegerente –. La prima parte del lavoro è consistita nel raccogliere quanto era emerso dalle assemblee dei consigli pastorali dell’8 maggio scorso e abbiamo fatto riecheggiare gli elementi preponderanti, più forti. Abbiamo raccolto il materiale intorno a grandi dee e proposte, delle nuvole di senso». A spiegare nel dettaglio il metodo utilizzato è Doretta Di Pompeo, referente dell’équipe sinodale diocesana insieme a don Stefano Cascio. «Abbiamo impiegato una tecnica che si ispira al design thinking – riferisce Di Pompeo – e quindi abbiamo cercato di decentrare il pensiero, allargarlo e trovare idee e soluzioni condivise. Abbiamo invitato ciascuno a scrivere delle frasi brevi su dei post-it e poi abbiamo messo insieme i post-it che contenevano concetti simili e parole comuni. Abbiamo così individuato alcune macroaree o nuvole di senso sulle quali poter costruire un progetto». Il punto di partenza sono state le schede e relazioni venute fuori dagli incontri svolti nei diversi settori della diocesi lo scorso 8 maggio, quando i vescovi ausiliari hanno incontrato i referenti dei consigli pastorali parrocchiali. «Abbiamo messo a disposizione il materiale raccolto e fatto emergere ciò che ci sembrava più significativo ed espressione forte di quello che è il sentire di questo momento», spiega ancora la referente dell’équipe sinodale diocesana.

Senza perdere di vista il grande evento che caratterizzerà la vita ecclesiale il prossimo anno, non solo nella diocesi di Roma: il Giubileo 2025. Per questo è intervenuto ad Ariccia anche don Francesco Scalzotto, officiale del Dicastero per l’Evangelizzazione, che ha presentato la Bolla di indizione.

31 maggio 2024

Articoli recenti