21 Agosto 2025

Torna sul palco il fascino di Dante

Nuovo allestimento per “La Divina Commedia Opera”, il musical voluto dieci anni da un immaginoso monsignor Marco Frisina, direttore della Cappella musicale Lateranense. Con un nuovo look, lo spettacolo tratto dal grande capolavoro della letteratura italiana debutta così il 19 gennaio al Teatro Brancaccio. Le musiche portano la firma dello stesso Frisina, mentre la regia è di Andrea Ortis che ha scritto anche i testi insieme a Pagano. La voce narrante è quella, magistrale, di Giancarlo Giannini.

Era il 2007 quando Frisina, che dirige anche il Coro della diocesi, riuscì nella titanica impresa di portare Dante su un palco per farne il protagonista di uno spettacolo in cui ai versi del poeta si affiancano il ballo acrobatico, la musica e proiezioni in 3D. Da allora sono state messe in cantiere alcune novità. «La principale – racconta Frisina – è che ci sono molti più versi recitati, e Giannini accompagna tutto lo spettacolo perché sia ancora più evidente il tema del viaggio. In più, sono stati aggiunti due nuovi brani, come quello che presenta Catone permettendo così di affrontare la passione sociale di Dante, un aspetto che mancava a questo spettacolo». Nemico di Cesare e difensore della libertà politica, al punto di sacrificare la propria vita per essi, Catone è il custode del Purgatorio. Qui, nel primo canto, Virgilio gli si rivolge e introduce Dante: «Or ti piaccia gradir la sua venuta: libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta», alludendo al fatto che lo stesso Catone è morto suicida per difendere gli ideali repubblicani. «Quella di Dante è una vita spesa alla ricerca del senso dell’esistenza umana e della libertà, che non è – sottolinea il compositore – fare ciò che si vuole ma è operare per il bene».

Oggi, come nel 1300, resta intatto il senso della Commedia dantesca: il Vate «racconta un viaggio interiore, dall’oscurità alla luce di Dio, il cammino dell’uomo che vuole dare un senso alla storia, a se stesso e a ciò che lo circonda. Una ricerca che avviene in tre fasi. La prima, all’Inferno, con gli uomini che distruggono la propria esistenza per scelte sbagliate. La seconda fase è il Purgatorio, con la ricerca della purificazione. L’ultima è il Paradiso con la bellezza del perdono». La meta del viaggio, che contempla anche il dolore, è infine quell’amore «che move il mondo e le altre stelle».

Chiamato a studiare un restyling del musical, il regista racconta invece il suo intervento: «Dante per me non è un genio in posizione ascetica, distante dagli uomini, ma è soprattutto uno scrittore e “La Divina Commedia” è un libro». Per chiarire, Ortis prende spunto dall’arte: «Di un quadro, ad esempio la “Vergine delle Rocce”, si apprezza l’opera, perfetta e senza tempo. Ma se si osservano gli schizzi si vedono molte più cose perché l’atto della creazione, con i ripensamenti di Leonardo, è ancora più straordinario. Così ho pensato al backstage della Commedia». Lo spettacolo comincia da qui: Dante anziano che ricorda quando, a 35 anni, ebbe l’idea della Commedia. Si immagina nel suo studiolo. Fantastica su come debbano essere le scene e ciò che scrive all’improvviso diventa realtà: «Ha inizio il viaggio».

Il regista chiarisce pure la necessità di riequilibrare uno sbilanciamento tutto a favore della cantica infernale: «Noi tutti conosciamo l’Inferno perché ha più appeal, anche perché il Paradiso è visto come irraggiungibile. Invece per me il Paradiso è qui sulla terra ed è reale. È la vetta che si raggiunge dopo una passeggiata nei boschi. È la natura incontaminata. È un bambino appena nato, tenuto tra le braccia. La stessa Beatrice non è angelicata ma è una donna che a Dante “fa tremar le vene e i polsi”. Certo non è Beatrice il fine, così come non lo è Virgilio, un uomo che ha tutte le risposte ma che si morde anche le mani per aver creduto alla sola ragione. Con Dante costruirà una relazione. Il maestro qui non è sempre uno, e comunque – conclude Ortis – anche il maestro sbaglia».

I Re Magi a Piazza San Pietro

Un richiamo a imitare l’atteggiamento dei Magi, riassunto in tre azioni – guardare in alto, camminare e donare – è venuto da Papa Francesco alla Messa dell’Epifania in Vaticano. Nella Messa dell’Epifania come tradizione si annuncia la data della prossima Pasqua: il 14 febbraio sarà il giorno delle Ceneri e il primo aprile si celebra la Pasqua di Resurrezione.

In piazza il corteo storico folcloristico «Viva la Befana», che si ripete ormai da 33 anni: circa 1400 figuranti sono venuti dai comuni laziali di Cave, Genazzano e San Vito Romano. Il corteo nato nel 1985 per fare reinserire il 6 gennaio come giorno festivo nel calendario civile, si propone di celebrare l’ Epifania all’insegna della pace, della solidarietà e della fratellanza tra i popoli, anche attraverso la partecipazione di gruppi storici solidali provenienti da altre regioni d’Italia e non.

Francesco a sorpresa al Bambino Gesù

Venerdì pomeriggio Papa Francesco è andato in visita all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù nella sede di Palidoro proseguendo l’esperienza dei “Venerdì della Misericordia” che hanno caratterizzato il Giubileo. Ha visitato i diversi reparti, ha salutato i bambini ricoverati e ha scambiato alcune parole di conforto con i genitori che assistono i loro bambini in queste faticose e dolorose prove. Festa a sorpresa, quindi, per i centoventi piccoli ricoverati nella sede del Bambino Gesù a Palidoro: a poche ore dall’Epifania, il Pontefice ha voluto andare di persona a visitarli per salutarli e consegnare a ciascuno un dono e un sorriso.

La sede di Palidoro dell’Ospedale Bambino Gesù
nasce nel 1978 grazie a un dono di Papa Paolo VI. In quell’anno, infatti, un “rescritto” dell’allora Pontefice affidava all’Ospedale la gestione della cessata attività della Pontificia Opera di assistenza di Palidoro, specializzata nella cura degli esiti della poliomielite. Fu proprio Paolo VI a comprendere che la vocazione sanitaria della struttura poteva essere alimentata orientandola verso nuove direzioni. Presso la sede di Palidoro è presente un Pronto Soccorso multispecialistico. Sono inoltre 122 posti letto per ricovero ordinario di cui 8 di rianimazione e 30 di reuroriabilitazione. Il presidio garantisce 7.200 ricoveri ordinarie 10.500 day hospital. A questi dati si devono aggiungere circa 360.000 prestazioni ambulatoriali e 21.200 accessi in Pronto Soccorso all’anno. Il 24% dei bambini assistiti a Palidoro proviene da fuori Regione.

L’attività pediatrica medica è basata
su un approccio multispecialistico integrato, che garantisce assistenza specialistica individualizzata, coordinamento multidisciplinare e raccordo con le strutture del territorio. L’attività chirurgica include, oltre alla chirurgia pediatrica generale e specialistica, anche ambiti ad elevata specializzazione, quali la chirurgia della colonna vertebrale (scoliosi, cifosi, spondilolisi e spondilolistesi), la chirurgia bariatrica, la chirurgia per le patologie malformative complesse delle vie respiratorie. L’attività di neuroriabilitazione è infine rivolta a neonati, bambini e adolescenti affetti da malattie neurologiche invalidanti o da esiti delle stesse.

Radiopiù, torna il concorso rivolto ai cori parrocchiali

Torna per il 2018, dopo il successo del concorso dell’anno appena concluso, “Cantate inni con arte”, il festival di musica liturgica organizzato dall’emittente Radiopiù, dedicato ai cori parrocchiali della diocesi di Roma e delle diocesi suburbicarie. Saranno due le categorie in cui i cori si sfideranno, a colpi di brani editi e inediti. La finale si terrà ancora una volta nella parrocchia San Giovanni Battista de La Salle, al Torrino: l’appuntamento è fissato il prossimo 20 maggio alle 20 e vedrà l’esibizione di dieci cori parrocchiali, cinque per categoria. 

A giudicare le formazioni corali sarà chiamata una giuria presieduta da monsignor Marco Frisina, direttore del Coro della diocesi di Roma e maestro della Cappella musicale lateranense, affiancato da Carlo Donadio, direttore d’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, Alvaro Vatri, presidente dell’Associazione cori del Lazio, e Francesco d’Alfonso, critico musicale, dell’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Le iscrizioni si terranno da gennaio ad aprile. 

L’emittente romana lancia per il nuovo anno anche un concorso fotografico, “Scatta in parrocchia”, che si rivolgerà ai gruppi parrocchiali che vorranno raccontare in immagini le attività della propria parrocchia. Anche in questo caso sono previste diverse sezioni, tra cui una dedicata esclusivamente ai ragazzi che frequentano il catechismo per la comunione e per la cresima. Il bando verrà pubblicato a breve e la finale si terrà a novembre.

Per informazioni: www.radiopiu.eu.

Opera romana pellegrinaggi verso il XX Convegno

Ventesima edizione, quest’anno, del Convegno nazionale teologico–pastorale promosso dall’Opera romana pellegrinaggi. L’appuntamento è per il 22 e 23 gennaio alla Pontificia Università Lateranense. A fare da filo conduttore il tema “Il pellegrinaggio e la trasmissione della fede”.

Il convegno si aprirà alle 9, nell’Aula Magna dell’ateneo di piazza San Giovanni in Laterano, con la recita delle lodi presieduta dall’arcivescovo Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma. Quindi la presentazione dei lavori a cura di monsignor Remo Chiavarini, amministratore delegato dell’Opera romana pellegrinaggi, e il saluto del vescovo Gianrico Ruzza.

Le due relazioni della prima mattinata sono affidate a padre Frederic Manns, francescano dell’ordine dei Frati minori, professore emerito di esegesi neotestamentaria presso la Facoltà di Scienze Bibliche e Archeologia di Gerusalemme. Nel pomeriggio invece si alterneranno come relatori don Paolo Asolan, docente di Teologia al Pontificio Istituto Pastorale Redemptor Homisi, e il nuovo direttore dell’Ufficio per la cultura e la pastorale universitaria del Vicariato di Roma monsignor Andrea Lonardo. La conclusione alle 19 con la Messa presieduta dal vescovo Daniele Libanori. 

Martedì 23 gennaio si riprende con la preghiera delle lodi presieduta dal rettore della Lateranense Enrico dal Covolo e gli interventi di monsignor Dario Edoardo Viganò, Prefetto della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede, e monsignor Crispino Valenziano, già ordinario di Spiritualità liturgica e di Arte per la liturgia al Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo. La conclusione con il pranzo.

Per informazioni e iscrizioni: segreteria organizzativa Convegno nazionale teologico-pastorale, tel. 06.698961, eventi@orpnet.org.

Letture teologiche sui padri dell’Europa

Tre serate dedicate ad altrettanti “padri” dell’Europa: Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer e Robert Schuman. È il nuovo ciclo delle “Letture teologiche” organizzate dalla diocesi a partire da giovedì prossimo, 11 gennaio. Il primo appuntamento, come gli altri due presieduto e moderato dal presidente emerito della Corte costituzionale Cesare Mirabelli, sarà dedicato a De Gasperi, primo presidente del Consiglio dei ministri dell’era repubblicana. Giovedì 11 gennaio alle 20, nell’Aula della Conciliazione del Palazzo Lateranense (piazza di San Giovanni in Laterano 6), su “Le basi morali della democrazia” interverranno monsignor Mario Toso, vescovo di Faenza–Modigliana; Giuseppe Tognon, docente alla Lumsa e presidente della Fondazione trentina Alcide De Gasperi, e Alessandro Pajno, presidente del Consiglio di Stato.

Il secondo incontro sarà dedicato al tema “L’economia al servizio dello sviluppo umano e sociale” e imperniato sul Cancelliere federale tedesco che traghettò la Germania dal nazismo alla democrazia. Giovedì 18 (stesso orario) parleranno di Konrad Adenauer monsignor Lorenzo Leuzzi, vescovo di Teramo–Atri; Mario De Caro, docente a Roma Tre, e Bianca Maria Farina, presidente di Poste Italiane.

Ultimo appuntamento, giovedì 25 gennaio, “Identità e integrazione: la prospettiva europea”, dedicato al presidente del Consiglio francese Robert Schuman. Ne parleranno padre Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di scienze storiche; Maria Chiara Malaguti, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore, ed Elisabetta Belloni, segretario generale del ministero degli Affari Esteri. Gli incontri, per i quali è prevista l’animazione musicale del sistema Afam del ministero dell’Istruzione, saranno conclusi dal vicario Angelo De Donatis.

Per l’accesso è necessario confermare la presenza alla segreteria organizzativa: tel. 06.69886584,ufficiopastoraleuniversitaria@vicariatusurbis.org. È possibile parcheggiare nel piazzale Giovanni Paolo II antistante l’ingresso del Palazzo Lateranense.

Adolescenti, sette consigli per vivere con coraggio «un’età speciale»

Viaggia, vivi le relazioni, lavora, gioca, impara le lingue, leggi, condividi: per il nuovo anno il pedagogista Daniele Novara ha scritto una lettera agli adolescenti in cui dà loro consigli per «vivere con coraggio» la loro età. È un’età speciale «in cui si capisce che l’infanzia è definitivamente finita e qualcosa di nuovo sta iniziando. Un passaggio che viene percepito dai ragazzi con euforia, ma anche con apprensione – sottolinea -: in fondo tenere un piede nell’infanzia può non essere così male». La lettera di Novara agli adolescenti è un invito a buttarsi nella scoperta del mondo, a non rifugiarsi nell’isolamento di smartphone, computer e social network. E il primo consiglio che dà è «Viaggia! Inizia a conoscere i tuoi limiti e le tue risorse nell’avventura del viaggio, nello spostamento per conoscere nuove città, lingue diverse, altre persone. Non perdere queste occasioni. Convinci i tuoi genitori. Digli che non sono capricci e che il viaggio conta come andare a scuola. Forse di più».

«Vivi le relazioni – è il secondo consiglio di Novara -. Non isolarti. Le relazioni aumentano le tue possibilità. L’indice sociale nel concreto della vita è più importante del quoziente intellettivo. I rapporti che costruisci resteranno. Le amicizie potranno perdersi ma tu avrai imparato a interagire con gli altri, a dare e a prendere, a comunicare e a gestire i tanti conflitti che si creano. Un vantaggio enorme per affrontare le mille sfide che ti aspettano».

La scuola è importante ma secondo Daniele Novara è necessario anche fare piccole esperienze lavorative. «Lavorare stanca, ma fa crescere. Appena puoi, appena un’occasione te lo consente, fai un’esperienza di lavoro. D’estate è l’ideale. Non arrivare a 25 anni senza aver mai lavorato. Si impara da ragazzi a farlo. Metti questa esperienza nel tuo curriculum. Non stare ad aspettare che tutte le pedine siano al loro posto. Provaci subito».

Uno dei rischi dell’adolescenza è che ci si isoli. «Giocare su un prato è meglio che su videoschermo. Non farti fregare. Usare la realtà virtuale è comodo: videogiochi, siti web, contatti anonimi. Ma se ti lasci prendere troppo, ti trovi improvvisamente senza radici stabili, perso in un mondo che ti sembra vero ma che è solo apparenza».

Novara poi sprona i ragazzi ad avere sete di conoscenza. «Impara. La facilità con cui si impara in questa tua età non tornerà più. Sfrutta al meglio questo momento. Le lingue anzitutto. Il nostro caro italiano all’estero serve poco. E poi la musica, lo sport, le competenze tecnologiche, l’affettività e la sessualità. E non snobbare lo studio scolastico. Tutto questo ti resterà per sempre».  Ancora, «leggi! L’eccesso di immagini spegne l’immaginazione. Un libro non ti toglie nulla, aggiunge piuttosto alla tua fantasia la sensibilità che ci metti tu, i collegamenti che puoi fare con la tua vita, le mille emozioni che ti incendiano, le mille riflessioni che ti possono venire». Infine, «condividi. Un futuro migliore dipende anche dalla tua voglia di esserci quando serve il tuo aiuto, dalla capacità di prenderti cura della città in cui vivi, della natura, degli altri. La solidarietà inizia con te».

Il pedagogista conclude la sua lettera agli adolescenti con il poeta Costantino Kavafis. «Sei all’inizio di un lungo viaggio. Prendi tutto quello che puoi. Fai una bella scorta di esperienze. Le parole del grande poeta greco Costantino Kavafis, nella poesia Itaca, sembrano fatte apposta per accompagnarti: “Devi augurarti che la strada sia lunga, che i mattini d’estate siano tanti, quando nei porti – finalmente e con che gioia – toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle, coralli ebano e ambre, tutta merce fina, anche aromi penetranti d’ogni sorta, più aromi inebrianti che puoi, va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti. Sempre devi avere in mente Itaca – raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull’isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca”. Buona adolescenza!».

La lettera è disponibile sul sito del Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti.

A Santa Cecilia consacrate due vedove all’Ordo Viduarum

La vedovanza non è il tempo della solitudine ma della maturazione nella consolazione autentica e della testimonianza. Così monsignor Guerino Di Tora, vescovo ausiliare per il settore Nord e delegato diocesano per l’Ordo Viduarum, ha illustrato il senso profondo della scelta di Liliana e Maria Maddalena, consacrate ieri pomeriggio, 7 gennaio, con la solenne celebrazione nella basilica di Santa Cecilia in Trastevere. «Donando la vostra vedovanza al Signore – ha detto il presule –, guidate dallo Spirito Santo e benedette dalla Chiesa, assumete un gioioso impegno fatto di cose semplici quali l’ascolto della Parola e la sollecitudine nella preghiera e nella carità».

L’istituzione delle vedove professe
che vivono nel mondo, conosciuta fin dall’età apostolica ma proibita nel Medioevo, divenne nuovamente oggetto di interesse dopo la fine della prima guerra mondiale quando la Chiesa non solo tollerò, ma favorì il movimento. Negli ultimi decenni molti vescovi hanno istituito l’Ordo Viduarum nelle proprie diocesi, a Roma è stato il cardinale Agostino Vallini, nel 2013. Oggi si attende che Papa Francesco promulghi la Costituzione apostolica, allo studio della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, con la quale l’Ordo Viduarum sarà ripristinato con le stesse modalità per la Chiesa universale.

«La ministerialità della vostra condizione di solitudine per la mancanza dello sposo con il quale avete condiviso e costruito la vita – ha sottolineato Di Tora rivolgendosi alle vedove -, porta nella comunità il carisma proprio della femminilità» ossia la capacità di una consolazione matura, sperimentata in prima persona e «segno di speranza per le nuove generazioni: la vedovanza, accettata e vissuta cristianamente, manifesta la forza spirituale di un amore che la morte non può distruggere». Particolarmente significativi alcuni momenti del rito come la chiamata nominale delle candidate e la benedizione delle fedi nuziali che il vescovo, dopo la preghiera, ha posto nuovamente al dito delle vedove in segno di consacrazione a Dio, consegnando poi a ciascuna un crocifisso e il libro della Liturgia delle Ore.

Accanto a Di Tora, sull’altare c’erano anche, come concelebranti, don Sandro Amatori, assistente ecclesiastico del gruppo vedove e monsignor Antonio Panfili, vicario episcopale dell’Ufficio per la Vita Consacrata che ha sottolineato quanto «pur nella mancanza dello sposo, la vita di queste due donne, fortemente motivate e consapevoli, è ancora ricca e proficua». Liliana, 73 anni e vedova da 8, vede nella consacrazione all’Ordo Viduarum, che ha conosciuto due anni fa grazie ad una suora durante un viaggio in Terra Santa, il sigillo di un cammino di fede «che per vent’anni è stato immerso nel buio», fino all’incontro con un sacerdote colombiano, padre William Raul Diaz «che è stato capace di riavvicinarmi alla Chiesa». Maria Maddalena, neocatecumenale, ha 64 anni e 4 figli; ha perso il marito Guglielmo 9 anni fa ed ha conosciuto l’Ordo Viduarum leggendo un articolo a riguardo sul quotidiano Avvenire.

Il Papa battezza 34 bimbi: parlate il dialetto dell’amore

Festa del Battesimo del Signore, festa anche per 34 bimbi, 16 maschi e 18 femmine che nella Cappella Sistina sono stati battezzati dalle mani del Papa. Nell’omelia a braccio, tra i pianti dei piccoli, Francesco ha ricordato ai genitori il compito imprescindibile di trasmettere la fede ai propri figli, sostenuti dalla forza dello Spirito Santo. Fatelo nel dialetto della famiglia, nella lingua dell’amore ha detto il Pontefice. Se in casa non si parla quella lingua ha ribadito il Pontefice, la fede non raggiungerà i cuori dei figli. “Gesù ci consiglia di essere come loro, di parlare come loro. Noi non dobbiamo dimenticare questa lingua dei bambini, che parlano come possono, ma è la lingua che piace tanto a Gesù… Il dialetto dei genitori che è l’amore per trasmettere la fede e il dialetto dei bambini che va ricevuto dai genitori per crescere nella fede”.

La carezza del Papa ai piccoli pazienti dell’ospedale di Palidoro

I degenti dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Palidoro hanno festeggiato la vigilia dell’Epifania con Papa Francesco, che a sorpresa ha visitato la struttura, voluta da Paolo VI.

Papa in Perù: un “emoji” su Twitter in occasione della visita

Aumenta l’attesa per l’imminente viaggio di Papa Francesco in Perù (che si terrà dal 18 al 21 gennaio e sarà preceduta dalla visita in Cile). Tenendo conto che sempre più le visite papali vengono seguite e commentate nei social network, e in particolare su Twitter, la Conferenza episcopale peruviana ha creato un cosiddetto “emoji” (una delle tanto popolari “faccine”) collegato agli hashtag #FranciscoenPerú e #UnidosporlaEsperanza (quest’ultimo è lo slogan della visita papale).

L’emoji creato dalla Chiesa peruviana mostra il volto animato e sorridente di Papa Francesco, che apparirà automaticamente ogni volta che saranno digitati i citati hashtag. Nel dare la notizia sul sito ufficiale della visita del Papa in Perù, la Conferenza episcopale fa presente che l’intento è di «ampliare l’informazione riguardante papa Francesco prima, durante e dopo la sua visita». Il sito ha anche una sezione in lingua italiana.

Un cammino d’incontri per Casa Betania

Casa Betania arriverà alla festa dei suoi 25 anni di fondazione, il 10 giugno, attraverso un cammino d’incontri e riflessione su alcuni temi che hanno caratterizzato la storia della cooperativa di accoglienza. Il primo appuntamento del programma di “Famiglie in Rete” si terrà martedì 16 gennaio con il professor Alberto Pellai, psicoterapeuta dell’età evolutiva. Alle 20.30 sarà ospite della parrocchia di San Lino. Si parlerà dell’educazione dei figli e dei pericoli e delle opportunità del mondo digitale: «Dalla musica al cinema, dal web alla Tv: difendere i ragazzi dai messaggi di un contesto iper-eccitato».

L’incontro con lo scrittore Erri De Luca, dal titolo “Con il passo del viandante” è invece previsto per il 5 febbraio alle 20.30 a San Fulgenzio. Si parlerà dei cammini degli uomini: quello degli emigranti, dei pellegrini, dei vagabondi… perché cammino «è viaggio e il viaggio è l’insieme di quello che si attraversa». Seguirà, il 13 marzo, “Essere giovani: tra speranze e disillusioni”. A fare da relatore, a San Luigi di Monfort, don Luigi Verdi, responsabile della Fraternità di Romena in Casentino. Il 13 aprile sarà la volta del cardinale Peter Turkson a San Leone Magno. Si parlerà della sfida di un’ecologia integrale, mentre il fondatore della comunità monastica di Bose, Enzo Bianchi, a San Lino (3 maggio) parlerà di “Vivere bene, vivere insieme. Ma chi ha paura dell’altro?”.

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