Santa Messa a San Paolo fuori le Mura per il XX anniversario dalla morte di Don Luigi Giussani
Santa Messa all’Assemblea Nazionale del Rinnovamento nello Spirito
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Incontro per coppie sposate “Verso il Monte Ararat” guidato da Don Fabio Rosini – Basilica di San Giovanni in Laterano
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Policlinico Gemelli: il Papa «è grave ma non è in pericolo di vita»
Papa Francesco «non è attaccato a nessun macchinario, quando serve mette i naselli, ma se la domanda è se sia fuori pericolo la risposta è no. Non è fuori pericolo perché è un’infezione importante» contratta da «un uomo di 88 anni» con patologie croniche. «Lui si rende conto che alla sua età la situazione è grave ma non è in pericolo di vita». Sergio Alfieri, capo dell’equipe medica che ha in cura Papa Francesco, con estrema chiarezza ha illustrato il quadro clinico del Pontefice durante un briefing organizzato nel pomeriggio di oggi, 21 febbraio, nell’atrio del Policlinico Gemelli nel quale Bergoglio è ricoverato dallo scorso 14 febbraio. A Francesco è stata prima riscontrata una infezione polimicrobica e in seguito una tac ha rivelato l’insorgenza di una polmonite bilaterale.
«Il Papa ha sempre voluto che dicessimo la verità», ha affermato Alfieri, affiancato dal dottor Luigi Carbone, vicedirettore del reparto Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano e medico referente del Santo Padre. Quest’ultimo ha rimarcato che si tratta di «un paziente fragile che anche per impegni istituzionali e privati ha ritenuto opportuno di farsi curare a casa Santa Marta con l’ausilio anche di specialisti», fino a quando non è stato necessario il ricovero.
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Giubileo dello sport – Pontificio Seminario Romano Maggiore (Sezione sport e tempo libero)
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“Scripta manent – Alla scoperta della scrittura nella Chiesa” (Sezione sport e tempo libero)
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“Raccontare Roma. Laboratorio di speranza” – Roma paleocristiana (Uff. past. universitaria)
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Visita il Collegio Lateranense (Santa Messa e incontro con gli studenti)
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La Festa della Madonna della Fiducia al Seminario Maggiore
L’icona della Madonna della Fiducia – attribuita alla scuola seicentesca del Maratta – era molto cara alla venerabile Chiara Isabella Fornari. Il gesuita Crivelli, suo direttore spirituale, guarito miracolosamente da una malattia mentre pregava davanti all’immagine mariana, ne volle una copia che portò con sé al Collegio Romano, dove risiedeva. Era la fine del Settecento e l’icona non godeva di alcuna particolare venerazione, tuttavia pian piano coglieva l’attenzione dei teologi e acquistò il titolo sotto il quale ancora oggi è venerata.
Al dilagare del colera per Roma (1837) il Seminario era stato trasferito nella sua residenza estiva dove i superiori emisero un voto alla Madonna della Fiducia sciolto in seguito, dato che tutti erano stati risparmiati da quel male, con l’offerta della lampada votiva ancora oggi appesa in cappella e, l’anno seguente, delle corone auree poste sul capo della Vergine e del Bambino. Maria Santissima della Fiducia diveniva così ufficialmente la Regina del Seminario e, anni dopo (1863), Pio IX concesse un’indulgenza per chi davanti a questa immagine avesse recitato le litanie lauretane. Nel 1913, con l’ultimo trasferimento del Seminario, la venerata immagine fu collocata nella preesistente cappella, dove si trova ancora.
Per rendere omaggio alla patrona del Pontificio Seminario Romano Maggiore sono dunque previsti diversi giorni di celebrazioni. Si comincia venerdì prossimo, alle 19, con i Primi Vespri presieduti dal vescovo Benoni Ambarus. Quindi, sabato primo marzo, le lodi mattutine delle 7.30 saranno presiedute dal monsignor Giuseppe Russo, vescovo di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti. Nella stessa giornata, alle ore 11.30, la celebrazione eucaristica sarà presieduta dal cardinale vicario Baldo Reina. Infine, i Secondi Vespri, sabato alle 19, saranno guidati dal vicegerente, il vescovo Renato Tarantelli Baccari.
21 febbraio 2025
Pellegrinaggio Orp: la Turchia cristiana in preghiera per Papa Francesco
La Turchia cristiana sta pregando per Papa Francesco. E anche il Paese si sta preparando per accoglierlo per i 1.700 anni del Concilio di Nicea. La cattedrale dello Spirito Santo di Istanbul si è riempita di speranza ieri, 20 febbraio, con le parole del vescovo Massimiliano Palinuro, vicario apostolico della città e amministratore apostolico di Costantinopoli. Il presule ha celebrato la Messa, accogliendo a braccia aperte la delegazione dell’Opera romana pellegrinaggi arrivata in Turchia lunedì scorso. Una liturgia intima, ma aperta al mondo. Con lo sguardo al futuro, alla salute di Papa Francesco e al suo desiderio di venire a Nicea, per il grande anniversario del primo concilio ecumenico della Chiesa. A questo si è aggiunta in mattinata la notizia della «lettera fraterna di sostegno», mandata al pontefice dal patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, tramite il cardinale George Koovakad, prefetto del dicastero per il Dialogo interreligioso, che è in questi giorni ad Istanbul in preparazione della visita del Papa.
Anche la delegazione dell’Opera romana, guidata dalla direttrice suor Rebecca Nazzaro e da don Giovanni Biallo, è in Turchia fino a oggi pomeriggio, 21 febbraio, per i 1.700 del Concilio. Il tutto in collaborazione con l’Ufficio cultura e informazioni dell’ambasciata di Turchia. Dopo aver celebrato la Messa, Palinuro si è fermato a parlare con il gruppo. Un colloquio profondo, che ha toccato vari temi, ma caratterizzato da un grande clima di amicizia e fraternità. Al centro, il pensiero per il Papa. «Stiamo pregando perché il Signore dia vita e salute al Santo Padre – ha detto il vescovo -. Lo aspettiamo qui in Turchia per questo anniversario, per confermare la nostra comunità cristiana ancora una volta nella fede».
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21 febbraio 2025