Pastorale sociale e Pul, parte il Laboratorio di cittadinanza

Un Laboratorio per costruire cittadinanza. È questo l’obiettivo del percorso pensato dalla diocesi di Roma, in particolare dall’Ufficio della pastorale sociale e del lavoro – Giustizia, pace e cura del Creato, con l’Università Lateranense per riflettere sui temi della politica e ricollocarli nel loro ambito di servizio alla collettività. Il percorso, coordinato dal professor Giulio Alfano, inizierà giovedì 25 novembre e vedrà impegnati una trentina di cittadini tutti i giovedì pomeriggio presso le aule dall’Università Lateranense.

«La necessità nasce dalla consapevolezza che, nonostante momenti di disaffezione e fatica, con la politica occorre fare pace – sottolineano monsignor Francesco Pesce, incaricato dell’Ufficio diocesano, e Oliviero Bettinelli, vice direttore –. Non pensiamo alla politica pensata e vissuta come potere che impone idee e visioni, ma alla politica che si preoccupa del bene comune e della “cosa pubblica”, convinti che sia necessaria una connessione articolata e complessa tra chi si assume il servizio di governare e chi deve sviluppare il dovere diritto a partecipare, da cittadino consapevole, a questo indispensabile processo».

Il percorso, volutamente inquadrato in un contesto di laboratorio, vuole offrire elementi di riflessione e di analisi che possano sfociare in processi condivisi esperienziali e significativi. L’idea stessa di laboratorio lascia aperte quelle possibilità di interazione e di confronto che sono alla base di una cittadinanza che vuole essere attenta alle provocazioni del contesto storico, è capace di leggerne la complessità e in grado di rappresentare istanze che abbiano alla base diritti e uguaglianza.

«Viviamo un momento di grandi cambiamenti e molte certezze che pensavamo di avere abbiamo scoperto che non lo erano – proseguono –. In questo cambiamento siamo comunque coinvolti come cittadini e come cristiani. Il magistero di Papa Francesco ci richiama a questa responsabilità e il processo sinodale ne fortifica la dimensione fortemente comunitaria. Per viverla non abbiamo certezze se non quelle di doverci preparare, di non lasciarci sconfiggere dalla paura e di testimoniare con una partecipazione responsabile la nostra fiducia nel futuro. La buona politica si costruisce con pazienza, si plasma con gli strumenti culturali e progettuali di cui senz’altro ci possiamo dotare, ma parte da qui».

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23 novembre 2021