Le difficoltà a riscaldare o rinfrescare adeguatamente l’abitazione, ad utilizzare senza estreme limitazioni gli elettrodomestici indispensabili per la vita della famiglia e a far fronte, nei casi più estremi, alla necessità di utilizzare apparecchiature elettromedicali e salvavita, sono i principali ambiti che caratterizzano il fenomeno della povertà energetica. Un insieme di manifestazioni che emerge con più evidenza nell’impossibilità di pagare le bollette della luce e del gas. Non si tratta di un fenomeno nuovo; la novità, drammatica, sta nella crescita esponenziale delle famiglie che vi sono coinvolte.
Lo possono confermare le molte richieste di aiuto che giungono alle comunità parrocchiali della diocesi di Roma. È un disagio che parte da lontano, dai primi anni del nuovo millennio e che, purtroppo, negli ultimi due anni – con la pandemia e con la guerra in Ucraina, ha assunto dimensioni che stanno scuotendo la consapevolezza del Paese e determinando gravi conseguenze sul piano economico, occupazionale e sociale.
È questo il tema del primo numero del quaderno “Sguardi”, la collana editoriale promossa dalla Caritas di Roma come sussidio per l’animazione e strumento per guardare alla città dal punto di vista dei poveri e delle persone più fragili. Il quaderno, dal titolo “Povertà energetica e solidarietà” – presentato oggi durante un seminario che si è svolto nel Vicariato di Roma –, oltre a contenere i dati raccolti nei centri di ascolto parrocchiali e diocesani sulle persone assistite per questo tipo di problema, propone degli spunti di approfondimento e iniziative concrete a cui aderire.
«Esistono molte città dentro Roma: quella dei quartieri residenziali ma anche quella delle periferie, dei grandi palazzi popolari con liti condominiali e insolvenze che fermano i riscaldamenti; quella dei campi rom e degli alloggi occupati abusivamente; quella di chi si arrangia in una roulotte o in stanze e baracche di fortuna. Si tratta di situazioni diverse tra loro e anche molto complesse, per le quali non è possibile tracciare una tipologia. Questo perché non c’è più un “tipo” di povero. Lo stato di indigenza può arrivare improvvisamente a seguito della malattia, della perdita di un lavoro che sempre più spesso è precario e irregolare, di una crisi di sistema come la pandemia o per le conseguenze economiche del conflitto in Ucraina» spiega GIUSTINO TRINCIA, direttore della Caritas di Roma.
«La povertà energetica – continua TRINCIA – non si ferma alla capacità reddituale, ma coinvolge anche lo stato dell’alloggio, le esigenze per la salute e per il benessere della famiglia, la capacità di fronteggiare i picchi di temperatura per gli anziani. Individuare e misurare questi aspetti ci porta, partendo dalla povertà, ad indagare il sistema delle relazioni nei nostri territori, l’inefficacia delle politiche pubbliche finora proposte, l’estrema difficoltà a lasciare alle sole scelte di libero mercato la produzione dei beni essenziali come la casa e l’energia».
Il primo numero di “Sguardi” è stato presentato in occasione della Giornata mondiale dei poveri che si celebra domenica 13 novembre. Ricorrenza che vedrà la diocesi di Roma impegnata nella campagna di solidarietà “Bolletta sospesa”, una raccolta straordinaria di offerte da destinare al Fondo Famiglia della Caritas diocesana finalizzato proprio al sostegno delle persone e delle famiglie in maggiori difficoltà con le utenze di luce e gas.
Indagine nelle parrocchie
Non c’è forse un parroco, un centro di ascolto Caritas, che nella diocesi di Roma non riceva richieste di aiuto, da famiglie o da piccoli imprenditori, per il pagamento delle utenze domestiche, per acquistare un calorifero elettrico, riparare uno scaldabagno, approvvigionarsi di legna o carbone.
È quanto emerge da un questionario somministrato ai referenti dei Centri di Ascolto parrocchiali della Diocesi di Roma. Un’indagine preliminare ad un monitoraggio tuttora in corso, che si è svolta nel periodo marzo-aprile 2022, per conoscere l’attività svolta dalle parrocchie nel corso del 2021 e pianificare forme di intervento più articolare.
L’analisi ha coinvolto complessivamente 104 Centri di Ascolto parrocchiali (CdA), la metà di quelli che sono nel sistema di “rete informatizzata diocesana” della Caritas e circa un terzo delle comunità parrocchiali di Roma. Un campione certamente non rappresentativo, anche perché disomogeneo a livello territoriale, ma che – correlato ad altri indicatori dell’attività svolta dalla Caritas – permette di tracciare alcune caratteristiche presenti nella realtà romana.
Nel corso del 2021, la quasi totalità (99%) dei Centri di ascolto parrocchiali ha dichiarato di aver attivato interventi di aiuto a persone (singoli o famiglie) che dovevano far fronte al pagamento di bollette insolute. Nel 56% si è trattato di molte richieste, nel 42,3% di un fenomeno sporadico.
Il 90% dei CdA parrocchiali ha ricevuto richiesta di aiuto per utenze insolute di elettricità e gas, seguite dalle rate condominiali (8%) in cui rientrano le spese per il riscaldamento nei sistemi centralizzati. Sporadiche le richieste per il pagamento dell’acqua.
Il 56% dei Centri di Ascolto ha incontrato persone che nel 2021 hanno subito un distacco o una diminuzione di potenza dovute a morosità ricevendo assistenza per fare richiesta di misure straordinarie per la riduzione dell’importo (bonus) o per la rateizzazione del debito.
La spesa per le utenze energetiche, tra coloro che si sono rivolti ai Centri di Ascolto, assorbe una quota molto considerevole del reddito familiare: quasi la metà dei CdA parrocchiali indica che tra i propri assistiti il costo mensile delle bollette pesa tra il 26 e il 50 per cento del totale, per l’8% arriva ad assorbirne oltre la metà. Questo fa ipotizzare che la difficoltà a sostenere i costi delle utenze è “strutturale” e non necessariamente legata ai recenti aumenti tariffari. La spesa energetica essenziale rappresenta dunque una voce consistente per le famiglie con redditi bassi, che va ad aggiungersi ad altre situazioni di estrema fragilità: tra queste troviamo situazioni di case senza impianti di riscaldamento in cui viene chiesta assistenza per acquistare bombole di gas, legna, stufe elettriche e altre fonti di calore.
Nel 36% dei Centri di Ascolto, inoltre, vi sono state richieste per l’acquisto di caldaie elettriche di persone che non potevano accedere ad alcun contributo pubblico vivendo in situazioni di irregolarità amministrativa (affitti in nero, occupazioni). Per gli stessi motivi, emerge che soltanto il 2% del campione intervistato ha presentato o fatto richiesta di assistenza o informazioni per l’accesso a incentivi di riqualificazione energetica.
Da considerare inoltre che nel 77% dei CdA parrocchiali, le famiglie che hanno richiesto aiuto per l’approvvigionamento di energia erano composte da persone con “condizioni di salute cagionevoli” e nel 17% segnalano la presenza di malati che hanno bisogno di utilizzare apparecchiature elettromedicali salvavita (carrozzine elettriche, sollevatori mobili, materassi antidecubito) per le quali spesso non si è a conoscenza delle specifiche agevolazioni e tutele previste.
Gli aiuti attivati dalla diocesi
Il Nucleo assistenza legale, come centro di ascolto diocesano, è un osservatorio privilegiato delle problematiche locatizie. Da un’analisi degli ascolti legali del triennio 2019-2021 emerge che su 1.686 persone che hanno richiesto sostegno legale, 159 lo hanno fatto per problemi di morosità delle utenze.
Un numero ridotto, rispetto al passato, per le sospensioni previste dalle misure per fronteggiare l’emergenza Covid-19. Da un’analisi dei dati possiamo dedurre che tutti coloro che hanno usufruito di un accompagnamento legale per le procedure di sfratto per morosità contemporaneamente hanno presentato difficoltà a sostenere il pagamento delle utenze, nello specifico quelle dell’energia elettrica.
In genere si tratta di nuclei monoreddito, con contratti di locazione a canoni non corrispondenti al valore reale di mercato dell’immobile, spesso ignari, che il mancato pagamento degli oneri condominiali può portare anche ad una procedura di sfratto per morosità, con due/ tre figli minori, in alcuni casi anche con disabilità.
In pieno periodo pandemico, e precisamente dall’aprile 2020 al dicembre 2021, la Caritas di Roma ha attivato il Fondo Anticrisi come misura di sostegno monetario per supportare un numero sempre più pressante di richieste di aiuto, anche economico, da parte delle famiglie. Le richieste di aiuto sono state motivate, nella maggior parte dei casi, da situazioni contingenti dovute alla perdita di reddito momentaneo causata dal Covid-19. Gli aiuti della Caritas sono continuati, per molti dei richiedenti, anche dopo il periodo pandemico. Questo ci fa dedurre che, per molti di loro, vi è la presenza di una difficoltà economica quasi strutturale.
Ogni parrocchia ha potuto presentare fino a cinque richieste al mese per contributi, una tantum, di massimo 500 euro per spese prevalentemente legate all’abitazione.
Complessivamente, con il Fondo Anticrisi, sono state erogate 1.219 richieste con un contributo complessivo di 586.000 euro. In particolare il 48% delle richieste ha riguardato il pagamento di utenze di elettricità e gas per un totale di circa € 250.000; a queste vanno aggiunte un 14% di richieste per spese condominiali, molte delle quali comprensive anche dei costi di riscaldamento.
Le proposte della Caritas di Roma
Alle Istituzioni
Nell’attuale contesto economico internazionale, è indispensabile, anzitutto, prorogare il servizio di maggiore tutela per la protezione delle fasce di popolazione che avrebbero notevoli difficoltà a sostenere gli incrementi che di fatto a realizzarsi con l’obbligo di accesso al mercato libero.
Pubblicare con ogni urgenza i Decreti attuativi dei provvedimenti che consentirebbero lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili nel nostro Paese.
Rafforzare i provvedimenti, gli investimenti per agevolare l’accesso ai piani di efficientamento energetico anche degli edifici, delle abitazioni delle famiglie, delle persone con redditi più bassi.
Ridurre gli oneri fiscali, a partire dall’IVA, gli oneri di sistema, sui consumi energetici delle fasce di popolazione più fragili, sulle famiglie numerose, sulle famiglie con donne sole con bambini o con persone anziane o particolarmente malate.
Alle Aziende del settore energetico
Costituire dei fondi propri a cui attingere per sostenere il pagamento delle bollette di consumo alle persone, alle famiglie in condizioni di povertà assoluta.
Ridurre il ricorso a campagne commerciali aggressive per indurre le persone a scegliere in maniera a volte inconsapevole al mercato libero.
Promuovere forme autonome di agevolazione della clientela più in difficoltà nel regolare pagamento delle bollette di utenza.
Alle Comunità e ai cittadini
Rendersi personalmente disponibili ad acquisire e attuare le conoscenze di base per adottare comportamenti consapevoli e responsabili nell’uso delle risorse energetiche (acqua, energia elettrica e gas) e contrastare le molteplici forme di spreco delle risorse nelle nostre case, nei nostri posti di lavori, nelle nostre comunità civili e religiose.
Non dimentica mai che al di là delle leggi e delle regole economiche, la via della solidarietà e della fraternità umana può essere sempre alimentata dalle scelte e dai comportamenti solidali verso le persone in maggiori difficoltà. A questo proposito la costituzione di fondi di comunione finalizzati a livello di singola o di più comunità parrocchiali, potrebbero costituire esperienze da sperimentare al più presto proprio per soccorrere coloro che non riescono a reggere il peso crescente della spesa energetica.
Partecipare e collaborare alla diffusione di informazioni, di suggerimenti, buone pratiche utili alla crescita della cultura della sobrietà e della responsabilità nell’utilizzo delle risorse energetiche di ogni tipo.