La storia oggi ci consegna un mondo disarmonico dove i pochi magnati schiacciano i tanti che non hanno assolutamente nulla. Negli angoli remoti del globo «interi popoli» sono «umiliati dall’ingordigia altrui», da quanti sono preoccupati più di accumulare ricchezze con «superbia indifferente», a vivere nel lusso sprecando i beni della terra, anziché di «condividere». Il Giubileo ci richiama a seguire l’esempio di Gesù che sul lago di Tiberiade, con cinque pani e due pesci, «moltiplica la speranza, proclama l’avvento del Regno di Dio. Salvando le folle dalla fame, infatti, Gesù annuncia che salverà tutti dalla morte. Questo è il mistero della fede, che celebriamo nel sacramento dell’Eucaristia. Come la fame è segno della nostra radicale indigenza di vita, così spezzare il pane è segno del dono divino di salvezza».
È l’impegno che Papa Leone XIV ha consegnato ai fedeli durante la Messa nella solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo che ha presieduto questo pomeriggio, 22 giugno, sul sagrato della basilica di San Giovanni in Laterano. A seguire si è tenuta la tradizionale processione eucaristica fino alla basilica di Santa Maria Maggiore. Quello odierno è stato il primo impegno liturgico per le strade di Roma, di cui Robert Francis Prevost è vescovo.
La festa del Corpus Domini, istituita nel 1264 da Papa Urbano IV con la bolla “Transiturus de mundo”, è un appuntamento caro ai fedeli romani che anche oggi hanno partecipato numerosi alla celebrazione e alla processione per esprimere insieme la fede in Cristo, presente nell’Eucaristia. Con la liturgia si è anche concluso il Giubileo dei governanti. «Con Gesù c’è tutto quello che serve per dare forza e senso alla nostra vita», perché «quando Dio regna, l’uomo è liberato da ogni male», ha affermato il Pontefice mentre in lontananza i tuoni minacciavano pioggia e il vento agitava i drappi affissi alle finestre del palazzo Lateranense, con il monogramma IHS, e quello con lo stemma pontificio appeso alla loggia.
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22 giugno 2025