La Giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri nella diocesi di Roma

Foto diocesidiroma/Gennari

Oggi, 24 marzo, si celebra la trentunesima Giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri, dal tema “Di me sarete testimoni”. Di seguito la riflessione di padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio diocesano per la cooperazione missionaria tra le Chiese

Ogni anno il 24 marzo si celebra la trentunesima Giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri. Infatti, è l’anniversario della morte dell’arcivescovo di San Salvador, sant’Oscar Arnulfo Romero, ucciso brutalmente nel 1980 mentre celebrava Santa Messa. Per la Chiesa di Roma, edificata da Nostro Signore grazie alla straordinaria testimonianza dei santi martiri fondatori Pietro e Paolo, è certamente un’occasione privilegiata per fare memoria della missione. D’altronde anche in tempi recenti il sangue versato dal nostro sacerdote don Andrea Santoro è stato motivo di edificazione per le nostre comunità parrocchiali.

L’inaugurazione, ieri pomeriggio, del Memoriale dei Nuovi Martiri del XX e XXI presso la basilica di San Bartolomeo all’Isola, alla presenza del cardinale vicario Angelo De Donatis, ne costituisce la conferma eclatante. Ringraziando ancora una volta la Comunità di Sant’Egidio per lo sforzo profuso nell’allestire questa esposizione ispirata alla Martyria, è evidente che la nostra comunità ecclesiale è invitata ad affermare nella fede un sussulto di missionarietà.

Quest’anno lo slogan scelto dal Servizio Giovani della Fondazione Missio, organismo pastorale della Cei, è chiaro e diretto: «Di me sarete miei testimoni». Queste parole del Maestro (Atti 1,8) trovano ampia risonanza nella testimonianza di coloro che nel nostro tempo hanno fatto la scelta di stare dalla parte degli ultimi, in quelle che Papa Francesco chiama le periferie del mondo. Secondo le informazioni raccolte dall’agenzia Fides, nel 2022 sono stati uccisi nel mondo 18 missionari/e: 12 sacerdoti, 1 religioso, 3 religiose, 1 seminarista, 1 laico. La ripartizione continentale evidenzia che il numero più elevato è stato registrato in Africa, dove sono stati uccisi 9 missionari (7 sacerdoti, 2 religiose), seguita dall’America Latina, con 8 missionari uccisi (4 sacerdoti, 1 religioso, 1 religiosa, 1 seminarista, 1 laico) e quindi dall’Asia, dove è stato ucciso 1 sacerdote.

Tra i caduti in Africa figura anche una nostra connazionale, suor Maria De Coppi, missionaria comboniana, uccisa nell’assalto alla missione di Chipene, nella provincia mozambicana di Nampula, nella notte tra il 6 e il 7 settembre. Gli assalitori, di matrice jihadista, hanno distrutto e saccheggiato le strutture della missione. Suor Maria, in Mozambico dal lontano 1963, è stata colpita da un proiettile alla testa, morendo all’istante. Le sue consorelle la ricordano come una donna sempre coerente nelle sue scelte, interpretando fedelmente quanto auspicato da Papa Francesco: stando permanentemente in periferia, dalla parte dei poveri.

E cosa dire di don Joseph Aketeh Bako, parroco della chiesa di San Giovanni a Kudenda, in Nigeria? Sequestrato da uomini armati che avevano assalito la sua canonica, è morto mentre era nelle mani dei suoi rapitori, tra il 18 e il 20 aprile. Emblematico anche il sacrificio di suor Marie Sylvie Kavuke Vakatsuraki, della Congregazione delle Petites Soeurs de la Présentation de Notre Dame au Temple di Butembo; è stata uccisa insieme ad altri civili, durante un assalto avvenuto nella notte tra il 19 e il 20 ottobre al villaggio di Maboya, nella provincia congolese del Nord Kivu. Altrettanto violenta è stata la morte di padre Michael Mawelera Samson, dei Missionari d’Africa, originario del Malawi, scomparso il 10 giugno 2022 dal centro giovanile della chiesa di Mbeya, in Tanzania. Il suo corpo è stato rinvenuto il giorno successivo sul greto del fiume Meta. A questi nomi vanno aggiunti quelli del nigeriano don Vitus Borogo, dei suoi connazionali don Christopher Odia Ogedegbe e don John Mark Cheitnum, del padre congolese Richard Masivi Kasereka e del congolese don Godefroid Pembele Mandon.

Naturalmente il ricordo dei missionari/e martiri non si esaurisce nell’orazione e nel digiuno, ma esige da parte delle nostre comunità gesti concreti di condivisione con chi soffre in terre lontane la stessa vita di Cristo.

24 marzo 2023