La Giornata diocesana contro la tratta di persone

Foto di Cristian Gennari

«Io ero una ragazza per bene, andavo a scuola con la divisa. Ho fatto anche la maturità. Poi sono dovuta scappare per dei problemi personali. Quando ho scoperto che l’amica che mi ha aiutato a scappare dalla Nigeria mi aveva venduto, ho pianto per una settimana. Poi non ero più io. Ero come svuotata. Facevo quello che mi chiedevano di fare e basta. In Libia la madame mi diceva che se guadagnavo tanto mi liberava. E così sono arrivata in Italia. Ma anche qui qualcuno mi aspettava per sfruttarmi. Quando esci la sera per andare sulla strada non sai mai se tornerai a casa: ti può accadere di tutto. Gli uomini ti fanno delle cose orribili. Poi mi ha preso la polizia e così ho potuto incontrare la mia nuova madre in Italia. Mi ha dato fiducia e oggi sono una donna perbene».

La toccante testimonianza di Blessing (il nome è di fantasia) è stata scelta dal Coordinamento diocesano antitratta per la Giornata diocesana contro la tratta di persone, che ricorre ogni anno il 14 maggio. Le parole di questa giovane nigeriana potranno essere lette durante le celebrazioni, o ancora stampate e distribuita tra i fedeli che partecipano alla Messa, sia sabato che domenica.

I suggerimenti arrivano dal vescovo Benoni Ambarus, delegato per la carità e i migranti. «Purtroppo anche nella nostra città molte persone vengono sfruttate nella prostituzione e nei lavori più umili, perdendo la propria libertà – riflette –. Alcune di loro le possiamo vedere seminude sulle nostre strade, altre sono chiuse nelle case, nascoste ai nostri occhi. Sono vittime di un sistema criminale che toglie loro la libertà e la dignità. Uscire da questa schiavitù, perché di questo si tratta, è possibile, ma non senza un aiuto». Su questo fronte sono impegnate la diocesi e tante realtà e associazioni, ma è importante che ci sia una sensibilità diffusa sul tema della tratta. «È fondamentale – prosegue infatti il vescovo Ambarus – che questa richiesta di aiuto trovi ascolto e terreno fertile in una comunità attenta e sensibile, capace di uno sguardo di misericordia e non di giudizio, capace di gesti di solidarietà».

Dalla sensibilizzazione può nascere poi anche la voglia di conoscere meglio il fenomeno e dare in concreto una mano alle vittime; in tal caso si potrà contattare il Coordinamento diocesano antitratta, disponibile per incontri nelle parrocchie: segreteria.mcm@diocesidiroma.it.

13 maggio 2022