L’apertura della fase diocesana della causa di beatificazione del servo di Dio Alexandre Toè

«Dammi la forza di reagire vigorosamente contro ogni ambiente ostile allo spirito dei miei voti religiosi. Io voglio restare “il povero burkinabè” solidale e amante del suo popolo nella “ricca” Roma». Così scriveva padre Alexandre Toè nel suo Diario Spirituale nel 1991. Sarebbe morto cinque anni dopo, il 9 dicembre 1996, a causa di una grave epatite. Il prossimo 15 marzo, alle ore 12, presso l’Aula costituita per il Tribunale nel Palazzo Apostolico Lateranense, si terrà la sessione di apertura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche, la fama di santità e di segni del sacerdote professo dell’Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi. Presiederà il rito il vescovo Paolo Ricciardi, delegato dal cardinale vicario Angelo De Donatis. Il Tribunale sarà costituito da don Maximo José Binos, delegato episcopale; don Andrea De Matteis, promotore di giustizia; Marcello Terramani, notaio attuario; Giancarlo Bracchi, notaio aggiunto. Sarà presente anche padre Walter Vinci, postulatore della causa. Il rito verrà trasmesso in diretta sul canale YouTube della diocesi di Roma.

Nato nel 1967 a Boromò, in Burkina Faso, Alexandre si trasferì presto con la famiglia a Ougadougou. «Era un ragazzo molto attivo nella comunità parrocchiale e si impegnava in numerose attività», ricorda il postulatore. «Durante il terzo anno di liceo ho iniziato a considerare seriamente la chiamata del Signore che avevo percepito già nel 1982 – annota il giovane Alexandre nel suo Diario –. Fui affascinato dalla vita religiosa camilliana ad un ritiro spirituale animato e predicato da un religioso camilliano». Così, nel 1987, viene accolto nella comunità dello Studentato Camilliano. L’8 settembre 1991 emette la professione temporanea. Poco tempo dopo, il 5 ottobre dello stesso anno, viene inviato a Roma per le cure mediche a causa di una manifestazione di epatite e, nello stesso tempo, inizia lo studio della Teologia alla Pontificia Università Lateranense.

Al termine degli studi, il 18 ottobre 1994 emette la professione solenne presso la Chiesa della Maddalena, sede della Curia Generale dell’Ordine dei Camilliani; il 15 gennaio del 1995 viene ordinato diacono dal compianto vescovo Armando Brambilla, all’epoca delegato per la Pastorale sanitaria, nella chiesa della Casa di Cura “Villa Sacra Famiglia” a Monte Mario. Tornato in Burkina Faso, il primo luglio dello stesso anno viene ordinato presbitero da monsignor Jean Marie Somé, arcivescovo metropolita di Ouagadogou. L’anno seguente padre Alexandre rientra in Italia, dove «i suoi superiori maggiori gli affidano l’incarico dell’animazione vocazionale della Provincia e lo nominano vice maestro e maestro dei postulanti dello Studentato Romano – racconta padre Vinci –. Svolge il suo ministero con fervore e competenza trasmettendo attraverso il suo sorriso e la sua spiritualità, varie testimonianze lo attestano, l’amore per i piccoli del Vangelo: i poveri e gli infermi, i quali sono stati la via privilegiata di padre Alexandre per giungere alla santità».

 

8 marzo 2024