Nella nuova campagna Cei per il sostegno ai sacerdoti c’è anche una parrocchia di Roma

Torre Spaccata, a Roma est, a ridosso del Grande Raccordo Anulare, è quasi una piccola città dentro la Capitale. Costruito negli anni sessanta come modello abitativo innovativo, nel corso degli anni quell’idea iniziale è stata sepolta da cumuli di degrado ed emarginazione. Qui operano don Stefano Cascio e la sua comunità della parrocchia di San Bonaventura da Bagnoregio, un presidio di fede e di speranza per l’intero territorio che è arricchito dal profondo legame tra associazioni, scuole e mercato, in un progetto definito appunto “Rete”, e da altre iniziative di sostegno che si declinano in attività sociali per anziani, calcio e rugby per i giovani e ospitalità per rifugiati in fuga dalla guerra. «Si dice che un parroco è un padre per la sua comunità – spiega don Stefano – e potrebbe essere solo uno slogan, però se un padre è quello che ama i suoi i figli, quello che sta attento a loro e anche ai bisogni della persona ed è uno che innanzitutto si rende conto che la persona esiste, allora sì, è possibile dirlo».

Don Stefano è tra i protagonisti della nuova campagna della Conferenza episcopale italiana per il sostegno ai sacerdoti. Ideata e prodotta da Casta Diva Group la campagna della Conferenza Episcopale Italiana si snoda tra spot tv, radio, web, social. Gli spot raccontano la “missione” dei sacerdoti, ripresi nella loro quotidianità all’interno delle comunità, luoghi in cui tutti noi possiamo sentirci accolti. Don Stefano è uno dei protagonisti dei sei spot che, attraverso il vissuto di tre sacerdoti, raccontano come i nostri preti, da nord a sud, fanno la differenza per tanti.

«Ogni offerta destinata al sostentamento dei sacerdoti è il segno tangibile della vicinanza dei fedeli, un mezzo per ringraziare tutti i sacerdoti, dal più lontano al nostro – sottolinea il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – Basta una piccola offerta ma donata in tanti». Oltre agli spot, sul web e sui social, sono previste alcune pillole video, brevi interviste ad alcuni parrocchiani che raccontano i “don” dal loro punto di vista.

Nonostante siano state istituite nel 1984, a seguito della revisione concordataria, le offerte deducibili sono ancora poco comprese e utilizzate dai fedeli che ritengono sufficiente l’obolo domenicale; in molte parrocchie, però, questo non basta a garantire al parroco il necessario per il proprio fabbisogno. Da qui l’importanza di un sistema che permette a ogni persona di contribuire, secondo un principio di corresponsabilità, al sostentamento di tutti i sacerdoti diocesani. «In questo tempo di ‘cammino sinodale’ l’offerta per il sostentamento del clero – conclude Monzio Compagnoni – diventa un gesto concreto, un dono per ‘camminare insieme’. Una scelta valoriale che si traduce in un sostegno reale alla missione dei nostri preti».

Diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, le offerte per i sacerdoti sono espressamente destinate al sostentamento dei preti al servizio delle 226 diocesi italiane; tra questi figurano anche 300 sacerdoti diocesani impegnati in missioni nei Paesi più poveri del mondo e 2.500 sacerdoti ormai anziani o malati, dopo una vita spesa al servizio degli altri e del Vangelo. L’importo complessivo delle offerte nel 2022 si è attestato appena sopra gli 8,4 milioni di euro in linea con il 2021. È una cifra ancora lontana dal fabbisogno complessivo annuo, che ammonta a 514,7 milioni di euro lordi, necessario a garantire a tutti i sacerdoti una remunerazione pari a circa mille euro mensili per 12 mesi.

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20 novembre 2023