Ordo Virginum, l’Incontro nazionale nel segno della sinodalità

Foto di Cristian Gennari

Più di duecento persone tra consacrate, donne in formazione, vescovi e delegati parteciperanno all’Incontro nazionale annuale dell’Ordo Virginum, in programma dal 18 al 21 agosto a Roma. “Ordo virginum, profezia di sinodalità. «Far fiorire speranze, fasciare ferite, intrecciare relazioni, imparare l’uno dall’altro» (Papa Francesco)” è il titolo dell’assemblea che vuole approfondire la vocazione alla sinodalità della vergine consacrata.

Giovedì 18, ad aprire l’Incontro sarà il saluto del gruppo di collegamento, cui seguirà la presentazione delle Linee per la formazione permanente, a cura dell’équipe che ci ha lavorato negli ultimi tre anni, coinvolgendo in un proficuo lavoro sinodale consacrate, delegati e vescovi. Il testo ha lo scopo di favorire la crescita nella fedeltà al dono ricevuto nelle diverse stagioni della vita, come una responsabilità personale che riguarda integralmente la persona, intellettualmente, umanamente e spiritualmente. Venerdì 19 la biblista Rosanna Virgili terrà la relazione “Il saluto e il sussulto. La profezia sinodale delle donne nella Bibbia e nella Chiesa” e sabato 20 don Dario Vitali, professore di Ecclesiologia alla Gregoriana e membro della segreteria generale del Sinodo dei Vescovi, offrirà la relazione “L’Ordo virginum alla prova della sinodalità”. Le celebrazioni eucaristiche saranno presiedute dal vescovo Paolo Ricciardi, delegato per l’Ordo Virginum della diocesi di Roma; da don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio vocazioni della Cei; e dal cardinale João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica. Arricchiranno le giornate un pellegrinaggio alle catacombe di san Callisto, la veglia di preghiera “Fra le tue braccia la vita è danza”, la celebrazione eucaristica nella basilica di San Pietro e la preghiera dell’Angelus con Papa Francesco.

«Camminando con l’umanità, dentro una fratellanza universale, senza segni distintivi, nella professione, negli impegni sociali ed ecclesiali, la consacrata richiama l’immagine evangelica del lievito nascosto che dà consistenza, del sale che dà sapore alla vita e della luce che rischiarano la storia donando fiducia e speranza – dice Giuseppina Avolio, del Gruppo di collegamento –. In un contesto che privilegia l’apparenza e la visibilità, la consacrazione nel mondo sceglie di fare il bene senza rumore o protagonismi, essere dentro la realtà per condividere la vita quotidiana di tutti, testimoniando la carità di Cristo, non sottraendosi alla fatica del vivere». L’apostolato fondamentale «è la stessa vita consacrata che va testimoniato nel “gomito a gomito” quotidiano con gli altri uomini – prosegue –. Dunque luogo di apostolato è tutto l’umano, sia dentro la comunità cristiana, sia nella comunità civile dove la relazione si attua nella ricerca del bene comune, nel dialogo con tutti. In un tempo tanto particolare come quello presente, segnato dalla pandemia e dalla guerra, la consacrata è chiamata a esprimere con la vita, all’interno dei suoi ambienti di vita, il mistero di un Dio vicino, che può raggiungere le vite di tanti nostri fratelli e sorelle bisognosi talvolta semplicemente di ascolto e disponibilità a condividere con loro pezzi di cammino».

25 luglio 2022