22 Maggio 2025

E’ entrato nella luce della Resurrezione don Giuseppe De Nicola

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,
il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

annunciano che ieri, 25 luglio,
è entrato nella luce della Resurrezione

il Rev.do
Don Giuseppe De Nicola, C.R.L.
di anni 89

Parroco della Parrocchia Sant’Agnese fuori le Mura
dal 1971 al 1997

e, ricordandone il generoso e fecondo servizio pastorale,
lo affidano all’abbraccio misericordioso di Dio
e alla preghiera di suffragio dei fedeli,
invocando la pace e la gioia del Signore.

I funerali si svolgeranno domani, mercoledì 27 luglio 2022, alle ore 11.00,
presso la Parrocchia Sant’Agnese fuori le Mura
(Via Nomentana, 349)

26 luglio 2022

I giovani pellegrini a Santiago

Sono 122 i km che i giovani pellegrini della diocesi percorreranno per raggiungere Santiago de Compostela, partendo da Ferrol, nella Spagna nordoccidentale, e compiendo così il Cammino inglese, che conduce alla tomba di san Giacomo il Maggiore, in Galizia. Dal prossimo 29 luglio al 10 agosto il Servizio diocesano per la pastorale giovanile propone infatti l’esperienza del Cammino di Santiago in sinergia con l’Opera Romana Pellegrinaggi, in occasione del Pellegrinaggio europeo dei giovani e della Giornata europea dei giovani, in calendario per il 6 e 7 agosto.

«Sarà un’occasione per creare una rete sempre più estesa e più forte di ragazzi, in vista anche della Giornata mondiale della gioventù di Lisbona in programma per l’anno prossimo – dice don Alfredo Tedesco, direttore del Servizio diocesano per la pastorale giovanile –. In questo tempo si parla tanto di Europa, alla luce di quello che anche con la guerra sta succedendo intorno a noi, e questo pellegrinaggio mostra un’idea e un modello di relazione significativa con gli altri». Il sacerdote sottolinea poi come l’esperienza del pellegrinaggio sia naturalmente assimilabile ai più giovani, che «per loro natura sono sempre in cammino, anche nella fede», e come «questo percorso coinvolge pure quelli che magari non frequentano regolarmente la parrocchia o non provengono da gruppi parrocchiali in senso stretto, ma sono comunque attirati per la curiosità o grazie al passaparola degli amici».

Il Cammino di Santiago, quella rete di itinerari che nel Medioevo i pellegrini percorrevano attraversando l’Europa per venerare le reliquie dell’apostolo di Gesù, esercita ancora oggi il suo fascino e proprio sui più giovani perché «rappresenta una vera e propria parabola della vita», osserva don John D’Orazio, assistente spirituale del pellegrinaggio. Il sacerdote, che si unirà al gruppo dei 36 pellegrini provenienti da Roma dal 4 agosto, per il tratto finale del percorso, sottolinea come «mettersi in cammino porta a confrontarsi con i propri limiti e anche a superare le difficoltà, sfidandole e affrontandole spesso anche grazie all’aiuto degli altri, motivati tutti insieme dalla voglia e dal desiderio di raggiungere la meta». D’Orazio aggiunge poi che il pellegrinaggio diocesano, «che prevede un percorso lungo e impegnativo», è stato pensato per unire all’esperienza spirituale anche «l’opportunità di approfittare delle bellezze artistiche che si incontreranno sulla strada, facendo quindi delle tappe religiose e insieme culturali, per offrire un viaggio a tutto tondo».

Ecco allora la visita a Saragozza e alla basilica della Madonna del Pilar, patrona dei popoli ispanici. «Secondo la tradizione – racconta il sacerdote –, nel 40 dopo Cristo, quando Giacomo giunse in Spagna per evangelizzare i popoli iberici, la Madonna gli apparve per incoraggiarlo perché era deluso per l’inefficienza della sua predicazione e gli donò un pilastro, chiedendogli di costruire una chiesa in suo onore nelle vicinanze. “Pilar” in spagnolo significa infatti proprio “pilastro”». Si ritiene che il pilastro fu dunque posto da san Giacomo nello stesso punto nel quale si trova oggi, dove si sarebbe conservato nei secoli, resistendo anche ad un incendio. Si tratta di una colonna di alabastro che è oggi completamente ricoperta di bronzo e argento, mentre solo nella parte posteriore della cappella che la custodisce c’è un oculo che permette di toccare, baciare e venerare la reliquia originale.

Per altro, l’apparizione di Maria a san Giacomo viene considerata la prima apparizione mariana di cui si abbia notizia, e una tappa mariana altrettanto significativa è prevista a conclusione del pellegrinaggio perché l’8 agosto, in serata, i giovani pellegrini raggiungeranno Lourdes, da dove, dopo la celebrazione conclusiva dell’esperienza, il giorno dopo ripartiranno in pullman per rientrare nella serata del 10 a Roma. Il vero e proprio cammino verso Santiago interesserà invece le giornate dall’1 al 5 agosto, con tappe a Pontedume, Betanzos e Siguiero. Prevista inoltre nel pomeriggio del 7 agosto un’escursione da Santiago a Finisterre, dove campeggia il cippo del km zero del pellegrinaggio e dove la tradizione vuole che i pellegrini raccolgano una conchiglia come simbolo e ricordo dell’esperienza compiuta. Davanti alla croce che spicca di fronte al mare, invece, i pellegrini pongono un sasso a ricordo del loro passaggio.

di Michela Altoviti da Roma Sette

26 luglio 2022

La Messa del cardinale De Donatis per la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani

Foto di Cristian Gennari

Gli anziani con il loro bagaglio di saggezza, fede e amore, davanti ad un mondo piegato da tante problematiche, sull’esempio di Abramo «continuano a intercedere e a chiedere a Dio la pace, la salute, la concordia, non per loro stessi ma per i figli e per i nipoti». In tanti sono nati negli anni del secondo conflitto mondiale e «il male che hanno visto da piccoli è stato sufficiente per desiderare solo il bene e la pace. Oggi sono come tanti “Abramo”, amici di Dio e amici nostri. Sanno, per esperienza, che Dio non vuole mai distruggere il mondo ma che l’uomo, purtroppo, è capace di farlo».

È sulla ricchezza spirituale degli anziani che ieri, 24 luglio, si è concentrato il cardinale vicario Angelo De Donatis presiedendo nella basilica di San Pietro la Messa per la seconda Giornata mondiale dei nonni e degli anziani istituita da Papa Francesco. Il primo pensiero del porporato è proprio rivolto a Bergoglio, partito per il suo 37° viaggio apostolico internazionale alla volta del Canada, dal quale ha avuto mandato di celebrare la liturgia. La Giornata ricorre la quarta domenica di luglio, in prossimità della memoria liturgica dei santi Gioacchino e Anna, i “nonni” di Gesù, il 26 luglio. Animata dal coro della diocesi di Roma, la celebrazione ha visto la partecipazione di numerosi anziani che, con il loro «desiderio di bene», ricordano che «lassù palpita un cuore di Padre, di amico».

Articolo completo su Romasette.it

Leggi l’omelia integrale del cardinale De Donatis

25 luglio 2022

Ordo Virginum, l’Incontro nazionale nel segno della sinodalità

Foto di Cristian Gennari

Più di duecento persone tra consacrate, donne in formazione, vescovi e delegati parteciperanno all’Incontro nazionale annuale dell’Ordo Virginum, in programma dal 18 al 21 agosto a Roma. “Ordo virginum, profezia di sinodalità. «Far fiorire speranze, fasciare ferite, intrecciare relazioni, imparare l’uno dall’altro» (Papa Francesco)” è il titolo dell’assemblea che vuole approfondire la vocazione alla sinodalità della vergine consacrata.

Giovedì 18, ad aprire l’Incontro sarà il saluto del gruppo di collegamento, cui seguirà la presentazione delle Linee per la formazione permanente, a cura dell’équipe che ci ha lavorato negli ultimi tre anni, coinvolgendo in un proficuo lavoro sinodale consacrate, delegati e vescovi. Il testo ha lo scopo di favorire la crescita nella fedeltà al dono ricevuto nelle diverse stagioni della vita, come una responsabilità personale che riguarda integralmente la persona, intellettualmente, umanamente e spiritualmente. Venerdì 19 la biblista Rosanna Virgili terrà la relazione “Il saluto e il sussulto. La profezia sinodale delle donne nella Bibbia e nella Chiesa” e sabato 20 don Dario Vitali, professore di Ecclesiologia alla Gregoriana e membro della segreteria generale del Sinodo dei Vescovi, offrirà la relazione “L’Ordo virginum alla prova della sinodalità”. Le celebrazioni eucaristiche saranno presiedute dal vescovo Paolo Ricciardi, delegato per l’Ordo Virginum della diocesi di Roma; da don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio vocazioni della Cei; e dal cardinale João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica. Arricchiranno le giornate un pellegrinaggio alle catacombe di san Callisto, la veglia di preghiera “Fra le tue braccia la vita è danza”, la celebrazione eucaristica nella basilica di San Pietro e la preghiera dell’Angelus con Papa Francesco.

«Camminando con l’umanità, dentro una fratellanza universale, senza segni distintivi, nella professione, negli impegni sociali ed ecclesiali, la consacrata richiama l’immagine evangelica del lievito nascosto che dà consistenza, del sale che dà sapore alla vita e della luce che rischiarano la storia donando fiducia e speranza – dice Giuseppina Avolio, del Gruppo di collegamento –. In un contesto che privilegia l’apparenza e la visibilità, la consacrazione nel mondo sceglie di fare il bene senza rumore o protagonismi, essere dentro la realtà per condividere la vita quotidiana di tutti, testimoniando la carità di Cristo, non sottraendosi alla fatica del vivere». L’apostolato fondamentale «è la stessa vita consacrata che va testimoniato nel “gomito a gomito” quotidiano con gli altri uomini – prosegue –. Dunque luogo di apostolato è tutto l’umano, sia dentro la comunità cristiana, sia nella comunità civile dove la relazione si attua nella ricerca del bene comune, nel dialogo con tutti. In un tempo tanto particolare come quello presente, segnato dalla pandemia e dalla guerra, la consacrata è chiamata a esprimere con la vita, all’interno dei suoi ambienti di vita, il mistero di un Dio vicino, che può raggiungere le vite di tanti nostri fratelli e sorelle bisognosi talvolta semplicemente di ascolto e disponibilità a condividere con loro pezzi di cammino».

25 luglio 2022

Nella basilica vaticana presiede la Messa in occasione della Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani

Nella basilica vaticana presiede la Messa in occasione della Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani.

Per la beatificazione di Giovanni Paolo I, la veglia a San Giovanni

23 settembre 1978: sulla sedia gestatoria, Giovanni Paolo I fa il suo ingresso al Laterano per la presa di possesso della cattedra

Il prossimo 4 settembre Giovanni Paolo I sarà beato. La celebrazione si svolgerà in Piazza San Pietro alle ore 10.30 e sarà presieduta da Papa Francesco.

Un momento molto atteso non solo a Roma, ma anche in Veneto, regione di origine di Albino Luciani – nacque infatti a Canale d’Agordo il 17 ottobre 1912 –, dove iniziò il suo servizio come sacerdote prima e patriarca di Venezia poi. La petizione per la Beatificazione verrà infatti letta dal vescovo della diocesi di Belluno-Feltre, monsignor Renato Marangoni, in quanto eccezionalmente sede della Causa di canonizzazione del venerabile Giovanni Paolo I; con lui ci saranno il postulatore della causa, il cardinale Beniamino Stella, e la vicepostulatrice Stefania Falasca.

Nel corso della beatificazione, la postulazione farà dono al Santo Padre di un reliquiario con una reliquia del nuovo beato. Per partecipare alla celebrazione i biglietti gratuiti dovranno essere richiesti alla Prefettura della Casa Pontificia, mentre tutti i vescovi e i sacerdoti che desiderano concelebrare e i diaconi che desiderano assistere, dovranno registrarsi direttamente al sito: biglietti.liturgiepontificie.va

La sera precedente, sabato 3 settembre 2022, alle ore 18.30, nella basilica di San Giovanni in Laterano si terrà la Veglia di Preghiera presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis. La veglia in preparazione della beatificazione si svolgerà nella basilica che custodisce la Cattedra del Vescovo di Roma, della quale Giovanni Paolo I prese possesso il 23 settembre 1978. Il momento di preghiera sarà animato da canti e letture di brani del magistero di Giovanni Paolo I. Per la partecipazione non occorreranno biglietti; l’ingresso sarà libero.

Ancora, la Messa di ringraziamento per la beatificazione di Giovanni Paolo I si svolgerà invece domenica 11 settembre 2022 nella diocesi di Belluno-Feltre. La celebrazione avrà luogo alle ore 16 nella piazza di Canale d’Agordo, con la partecipazione dei vescovi e delle rispettive comunità delle tre sedi episcopali nelle quali il nuovo beato aveva svolto il suo ministero sacerdotale ed episcopale: patriarcato di Venezia, guidato da monsignor Francesco Moraglia; diocesi di Belluno-Feltre, guidata monsignor Renato Marangoni; diocesi di Vittorio Veneto, guidata da monsignor Corrado Pizziolo. A presiedere la Messa sarà monsignor Moraglia, metropolita della provincia ecclesiastica di Venezia. Per le informazioni a riguardo il riferimento è il sito della diocesi: chiesabellunofeltre.it/

«L’apertura della causa ha consentito l’acquisizione delle fonti – spiega Falasca –, un lavoro di ricerca che è durato un decennio. La custodia del patrimonio delle carte, lo studio sistematico dell’opera e del magistero di Luciani oggi è portato avanti dalla Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I». Istituita 17 febbraio 2020 da Papa Francesco, la Fondazione ha lo scopo di approfondire la figura, il pensiero, gli insegnamenti di Albino Luciani – Giovanni Paolo I e promuovere lo studio dei suoi scritti.

11 luglio 2022

In Vicariato presiede il Collegio dei Consultori

In Vicariato presiede il Collegio dei Consultori.

In Vicariato presiede il Consiglio Diocesano Affari Economici

In Vicariato presiede il Consiglio Diocesano Affari Economici.

A Canale d’Agordo per i sacerdoti romani l’incontro con Stefania Falasca

«Un incontro provvidenziale, nato come un dono. Papa Luciani ha incarnato appieno il servizio alla Chiesa». Il cardinale vicario Angelo De Donatis e la giornalista Stefania Falasca, vicepresidente della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I, seduti l’uno accanto all’altra, concordano. «Albino Luciani è stato un modello di vita sacerdotale, e su questo non credo ci siano dubbi», gli fa eco la giornalista di Avvenire. I due si trovano nella casa natale di Giovanni Paolo I a Canale d’Agordo, in Veneto. Ad ascoltarli, un nutrito gruppo di presbiteri romani, partecipanti alla settimana di fraternità sacerdotale in Val di Fassa promossa dal Servizio diocesano per la formazione permanente del clero.

La visita alla località veneta che diede i natali al pontefice è d’obbligo per i gruppi che vengono da queste parti: ogni anno il cardinale accompagna i sacerdoti a visitare la casa di Luciani. Mentre Falasca, che della causa di beatificazione di Giovanni Paolo I è vice postulatrice, è nella zona per presentare il libro che raccoglie i testi integrali del pontificato a cura della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I, presentato a Cortina alla presenza del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin. Così, a poco più di un mese dalla celebrazione della beatificazione – il 4 settembre in piazza San Pietro – i sacerdoti e la giornalista si sono incontrati, proprio dove Albino Luciani nacque e trascorse la sua infanzia.

«Ne siamo stati tutti molto contenti, non mi aspettavo di dover parlare ai preti, è una grande responsabilità – racconta Falasca –. Il cardinale ha avuto l’idea che una visita alla casa potesse essere anche occasione per un momento di riflessione. E io credo che Luciani avrebbe approvato, gli sarebbe piaciuto che la sua casa fosse un luogo di spiritualità per i sacerdoti. Me lo disse anche una volta suo fratello». Al centro dell’incontro, la riscoperta dei testi dei Giovanni Paolo I, ritrovati e sistemati proprio in vista della beatificazione «Spesso preparava non una ma due minute di un discorso – rivela la vice postulatrice –. Era un uomo di una statura incredibile». A sorreggerlo una solida «fede romana, «imparata sulle ginocchia della madre».

22 luglio 2022

L’ascolto attivo e le relazioni autentiche: si conclude la seconda settimana in Val di Fassa

di Renzo Del Vecchio

Si conclude oggi, presso la casa di spiritualità Lum de Roisc, a Soraga, in Trentino, la settimana di fraternità e formazione che il cardinal vicario Angelo De Donatis ha voluto dedicare ai preti della diocesi di Roma che negli ultimi due anni sono stati chiamati a guidare una nuova comunità come parroci. Dopo vari slittamenti di date causati dalle restrizioni legate alla pandemia, il cardinale ha pensato di trascorrere qualche giorno insieme con loro per vivere un tempo di riposo e riflessione nella bellissima e suggestiva cornice della Val di Fassa.

I parroci che hanno potuto rispondere all’invito formano un gruppo molto eterogeneo per età, anni di sacerdozio e appartenenze ecclesiali: don Gianni Di Pinto, parroco di Santa Paola; don Renzo Del Vecchio, Gran Madre di Dio; don Luca Angelelli, Santa Marcella; padre Stefano Liberti, Natività di Maria; padre Paolo Benedik, Santa Prisca; padre Ciro Sicignano, Santi Marcellino e Pietro; padre Massimiliano Chechile, Santi Sette Fondatori; don Giampiero Casolari, Sant’Alessio; don Giuseppe Costa, San Raimondo Nonnato; don José Fidel Medina, Santa Maria Assunta e San Michele a Castel Romano; padre Franco Sbarbati, San Giovanni Evangelista a Spinaceto; don Adolph Juanich, Sant’Agostino a piazza Navona. Con loro ci sono anche don Valerio di Palma, parroco di San Bruno, e don Marco Borraccetti, viceparroco a San Policarpo insieme al vescovo ausiliare Benoni Ambarus, al vescovo emerito Guerino Di Tora e al segretario generale monsignor Pierangelo Pedretti.

Le giornate seguono un ritmo disteso scandito dalla preghiera mattutina e dalla Messa serale, sempre arricchite dalle riflessioni sulla Parola da parte del cardinale, le passeggiate in montagna, i pasti generosi e nutrienti con i prodotti biologici della casa, le serate passate facendo due chiacchiere in compagnia o magari ritirandosi in camera per recuperare qualche ora di sonno. Il pomeriggio è il tempo pensato per l’approfondimento e la formazione che “don Angelo” ha scelto di dedicare all’ascolto, tema centrale sul quale le parrocchie hanno lavorato intensamente nell’ultimo anno nell’ambito del cammino sinodale.

Chiamato a guidare il gruppo dei sacerdoti e a fornire loro spunti di riflessione in merito al tema dell’ascolto, lo psicoterapeuta Carmelo Moscato il quale, partendo dall’icona evangelica di Marta e Maria, ha stimolato i partecipanti a mettere in gioco le loro esperienze personali per riflettere insieme sugli elementi necessari per approdare ad un vero ascolto, l’ascolto cosiddetto attivo. Contrariamente alle aspettative, il dottor Moscato ha posto l’attenzione sulla necessità e l’importanza di un ascolto di sé, a partire dai segnali che provengono dal corpo e dalla psiche, sensazioni fisiche ed emozioni in primis, segnali che a volte rischiano di essere bypassati rimanendo sullo sfondo rispetto alla dimensione spirituale. Coinvolgendosi in prima persona e condividendo il suo vissuto emotivo, evitando volutamente la modalità della lezione frontale per non ridurre il tutto a sterile teoria, Moscato ha invitato i sacerdoti a fare lo stesso proponendo loro di partire dalla messa in comune di alcune esperienze di ascolto vissute in prima persona. Il gruppo ha accolto la proposta mettendosi in gioco con grande disponibilità, scoprendosi piacevolmente coinvolto, aperto allo scambio e alla condivisione, e pronto ad accogliere i feedback forniti di volta in volta da Moscato, raccogliendo alla fine dei due incontri previsti una comprensione più concreta dei tre elementi che lo psicoterapeuta ha presentato come costitutivi dell’ascolto attivo: l’empatia, l’autenticità e l’accettazione incondizionata dell’altro.

Fare una esperienza, seppur circoscritta, di questo tipo di ascolto nel lavoro col dottor Moscato ha permesso ai sacerdoti di cogliere la bellezza e la fecondità di una relazione schietta e profonda quanto autentica e coinvolgente che, se vuole accogliere davvero l’altro non può prescindere dall’ascolto di sé e dall’integrazione delle tre dimensioni antropologiche del corpo, della psiche e dello spirito. Integrazione che il soggiorno a Soraga sta permettendo di sperimentare concretamente ai nuovi parroci nel vivere incarnato del quotidiano, all’interno del quale solo si può annunciare il Vangelo in maniera credibile e guidare le comunità come pastori che per primi cercano e imparano ad ascoltare e seguire la voce del Buon Pastore.

Significativa la visita a Canale d’Agordo, paese natale di Albino Luciani, arricchita dalla presenza di Stefania Falasca, vice postulatrice della causa di beatificazione di Giovanni Paolo I.

22 luglio 2022

Il gruppo liturgico parrocchiale, un corso di formazione

Foto di Cristian Gennari

Un breve itinerario per pastori e fedeli per riscoprire il valore della liturgia, offrire le coordinate per costituire un nuovo gruppo liturgico o rinnovare quello esistente, aiutare tutti a preparare insieme le celebrazioni. Ecco, in sintesi, la nuova proposta dell’Ufficio liturgico della diocesi di Roma, un percorso formativo su “Il gruppo liturgico parrocchiale. Un’esperienza comunitaria per proseguire l’attuazione della riforma liturgica”.

«Nel contesto dell’attuazione della riforma liturgica le comunità parrocchiali e i consacrati in genere si sono impegnati per attuare i suggerimenti, gli auspici e le indicazioni del Concilio – spiega padre Giuseppe Midili, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano –, allo scopo di favorire la partecipazione alla liturgia, cantico di lode che la Chiesa innalza al Padre, unita a Cristo. A tale scopo in molti contesti pastorali si è costituita una équipe liturgica, che animata da spirito di servizio e da buona volontà si è dedicata alla lettura dei documenti del Magistero e dei libri liturgici e ha avviato percorsi di animazione delle celebrazioni e di attuazione delle indicazioni Conciliari».

Sono trascorsi alcuni decenni e oggi si constata che alcune di quelle esperienze di animazione hanno bisogno di essere «rinvigorite», spiegano dall’Ufficio diocesano. Ed ecco, allora, l’idea del corso, articolato in due pomeriggi di approfondimento, venerdì 23 e venerdì 30 settembre, organizzate dalla redazione della rivista “La vita in Cristo e nella Chiesa” con l’Ufficio liturgico del Vicariato, su piattaforma Zoom. Previsti anche dei laboratori.

Per informazioni e iscrizioni: vitaincristo@piediscepole.it

21 luglio 2022

Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani: il messaggio di Papa Francesco

Foto Vatican Media

«Una lunga vita – così insegna la Scrittura – è una benedizione, e i vecchi non sono reietti dai quali prendere le distanze, bensì segni viventi della benevolenza di Dio che elargisce vita in abbondanza». Papa Francesco rifiuta quella cultura che spinge a considerare la vecchiaia «una sorta di malattia con la quale è meglio evitare ogni tipo di contatto». Non è così, afferma invece con forza il Santo Padre nel messaggio preparato per la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani. “Nella vecchiaia daranno ancora frutti” (Sal 92, 15) è infatti il tema scelto per celebrarla, domenica 24 luglio, con la Messa nella basilica di San Pietro, alle ore 10, che sarà presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis.

«La vecchiaia è una stagione non facile da comprendere, anche per noi che già la viviamo», ammette il Papa. Ma è proprio il Salmo a fornire un senso alle rughe, ai capelli bianchi, al venire meno di tante energie. «Egli ci darà ancora vita – spiega il pontefice – e non lascerà che siamo sopraffatti dal male. Confidando in Lui, troveremo la forza per moltiplicare la lode e scopriremo che diventare vecchi non è solo il deterioramento naturale del corpo o lo scorrere ineluttabile del tempo, ma è il dono di una lunga vita. Invecchiare non è una condanna, ma una benedizione!»

La vecchiaia, insomma, «non è un tempo inutile in cui farci da parte tirando i remi in barca, ma una stagione in cui portare ancora frutti: c’è una missione nuova che ci attende e ci invita a rivolgere lo sguardo al futuro». In un periodo storico difficile come quello che stiamo vivendo, prosegue Papa Francesco, «abbiamo bisogno di un cambiamento profondo, di una conversione, che smilitarizzi i cuori, permettendo a ciascuno di riconoscere nell’altro un fratello. E noi, nonni e anziani, abbiamo una grande responsabilità: insegnare alle donne e gli uomini del nostro tempo a vedere gli altri con lo stesso sguardo comprensivo e tenero che rivolgiamo ai nostri nipoti». Diventare i protagonisti di una «rivoluzione della tenerezza», è l’esortazione del Santo Padre.

La Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani va dunque celebrata e festeggiata non solo nelle parrocchie e nelle comunità, ma mettendo al centro chi è più avanti con gli anni, andando magari a fare visite nelle case di riposo o nei luoghi di cura. «Ma l’attenzione ai nonni ed agli anziani, infatti, non può essere qualcosa di straordinario – afferma il cardinale Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita – poiché la loro presenza non è eccezionale, ma un dato consolidato delle nostre società. Il Santo Padre ci invita a prendere coscienza della loro rilevanza nella vita dei nostri Paesi e delle nostre comunità e a farlo in maniera non episodica, ma strutturale. Non si tratta, cioè, di rincorrere un’emergenza, ma di porre le basi per un lavoro pastorale di lungo periodo che ci coinvolgerà per i decenni a venire. Del resto in alcuni luoghi del mondo – specialmente in Europa e America del Nord – essi rappresentano il 20% o più della popolazione».

Come avere i biglietti per partecipare alla Messa del 24

20 luglio 2022

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