14 Settembre 2025

Non solo i Beltrame Quattrocchi: in un libro le storie degli sposi santi

L’amore come via di santità è il tema attorno al quale si è snodata l’ultima mattina di Congresso teologico pastorale, che ha visto riuniti nell’Aula Paolo VI oltre duemila delegati da 120 Conferenze episcopali di tutto il mondo. Sul palco il reliquiario dei coniugi beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, patroni del X Incontro mondiale. Accanto alla teca di vetro ha preso la parola il nipote della coppia, Francesco Beltrame Quattrocchi, docente universitario, adottato dall’ultimogenita dei coniugi beati, Enrichetta, dichiarata venerabile da Papa Francesco lo scorso anno.

«Non ho avuto modo di incontrare personalmente Luigi – ha esordito –, perché deceduto nel 1951, poco meno di due anni prima della mia nascita, ma posso affermare di avere avuto il privilegio e il dono di essere stato sostanzialmente testimone oculare dell’approccio alla vita di Luigi e Maria e delle loro opere attraverso diversi decenni, proprio perché ho avuto modo di osservarli direttamente. Sento così su di me il dovere di aprire al mondo questo dono, uno fra i tantissimi ricevuti». Francesco Beltrame Quattrocchi ha ripercorso poi la vita dei due zii beati, «due persone normali che hanno costruito una famiglia assolutamente normale», eppure a loro modo capaci di trasformarsi, «illuminati dalla grazia di Gesù», in una «cellula viva e generatrice di messaggi e azioni, capace di ascolto e di farsi ascoltare». Luigi e Maria «sono riusciti a svolgere azioni ordinarie in modo straordinario, in tempi a volte assai complessi, quali quelli delle due guerre mondiali, che pure li hanno visti protagonisti attivi, soprattutto attraverso le azioni dei figli», ha spiegato ancora Francesco.

Perché i santi in fondo «sono il contrario degli eroi», un santo è «un poveraccio come me, con gli stessi dubbi, paure, debolezze». Parola di Giovanni Scifoni, attore, autore e regista, che cura una serie sul web dedicata al “Santo del giorno”, in cui coinvolge anche la moglie Elisabetta e i tre figli. Sono stati proprio i coniugi Scifoni a presentare il libro “La santità nelle famiglie del mondo”, che durante il X Incontro mondiale è stato regalato ai duemila delegati.

Si scoprono così non solo la storia dei beati Beltrame Quattrocchi, che vissero l’orrore delle due guerre mondiali, ma anche di Louis e Zelie Martin, i genitori di santa Teresina di Lisieux; di Sergio Bernardini e Domenica Bedonni; di Takashi Nagai e Midori Marina, a Nagasaki quando fu sganciata la bomba atomica; di Cyprien e Daphrose, «un uomo e una donna che attraversano tutto l’orrore della guerra civile in Ruanda». Conclude Scifoni: «Vediamo nelle nostre famiglie e in quelle che ci circondano tante guerre e tante storie di dolore. Tutti questi sposi, questi uomini e queste donne coraggiosi, umili, piccoli e fragili, ci dicono che da qualunque distruzione, da qualunque orrore, Dio può creare una santa famiglia di Nazareth».

25 giugno 2022

In piazza San Pietro concelebra la Messa presieduta dal Santo Padre in occasione del X Incontro mondiale delle famiglie

In piazza San Pietro concelebra la Messa presieduta dal Santo Padre in occasione del X Incontro mondiale delle famiglie.

I delegati nelle parrocchie, riflessione e festa

Foto Gennari/diocesidiroma

Dal Vaticano alle periferie di Roma. Nello spirito della Chiesa “in uscita” e del cammino sinodale, l’ascolto e il racconto delle famiglie che si sono date appuntamento nella Capitale per il X Incontro mondiale delle famiglie si è spostato dall’Aula Paolo VI alle prefetture diocesane. Quindici le parrocchie che ieri sera, 24 giugno, hanno ospitato gruppi di delegati per momenti di confronto e di convivialità.

Circa 80 le persone che si sono ritrovate nella parrocchia di San Bonaventura da Bagnoregio, a Torre Spaccata, periferia est, appartenente alla XVI prefettura. Accolti dal parroco don Stefano Cascio i delegati provenienti da Francia, Spagna, Honduras, Mali, ma anche da varie parti d’Italia, hanno raccontato il legame con la parrocchia di appartenenza, l’aiuto trovato nella Chiesa per superare momenti difficili, il motivo che li ha portati a Roma.

L’atmosfera è quella della festa. Poco prima dell’inizio dell’incontro in chiesa i bambini hanno giocato in giardino mentre alcuni laici sistemavano i tavoli e le sedie per la cena e i delegati commentavano i lavori del Congresso teologico pastorale. Gioele, 6 anni, si è addormentato nel primo banco della cappellina riservata all’adorazione perpetua. «È stremato dal viaggio ma è stato proprio lui che ci ha incentivati a venire a Roma» racconta la mamma Antonella. Con il marito Dario e la secondogenita Alisea di 4 anni sono partiti venerdì mattina da Palermo e resteranno a Roma fino a domenica pomeriggio. «Essere qui è una chiamata – prosegue -. Con questo invito Papa Francesco vuole sottolineare che l’amore salverà il mondo. Amore è vita e la vita nasce e cresce in famiglia».

Tra i vari interventi, quello di Gloria e Albert di Pamplona. Sposati da 18 anni, hanno due figli di 13 e 10 anni. Qualche anno fa i genitori di quattro amici della figlia più grande si sono separati e questo li ha portati a riflettere sul loro rapporto. «Per il bene dei nostri figli dovevamo rafforzare la nostra unione – hanno testimoniato -. Dovevamo lavorare per migliorare e superare quegli screzi che ci sono in tutte le famiglie. Abbiamo trovato un ciclo di catechesi di San Giovanni Paolo II che hanno aiutato noi e altre famiglie della parrocchia».

La serata è proseguita con la cena organizzata anche grazie alla collaborazione di una ventina di laici della parrocchia Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo al Quarticciolo, una delle chiese della XVI prefettura che hanno collaborato per la riuscita dell’incontro. «Questi confronti sono molto importanti – dice Egidio -. La prima cellula della società è la famiglia che però oggi è molto trascurata. Questa è l’occasione per far sentire la nostra voce».

A Santa Giovanna Antida Thouret, nel quartiere di Fonte Meravigliosa, il parroco, don Davide Lees ha organizzato il momento di preghiera, presieduto da monsignor Jesús Herrera, vescovo di Nuevo Casas Grandes, nello stato messicano di Chihuahua, da monsignor Alfonso Miranda, vescovo ausiliare di Monterrey, sempre in Messico. Molti, infatti, i latinoamericani tra i circa 150 delegati presenti, provenienti in particolare da Cile, Colombia, Costa Rica, Argentina, Messico, Cuba. Presenti anche gruppi da Polonia e Ucraina.

«Siamo grati di essere qui, questi incontri ci arricchiscono e ci aiutano a creare armonia all’interno delle nostre famiglie e con gli altri», ha spiegato monsignor Herrera nel salutare i fedeli. «Pregare e poi cenare insieme non significa solo condividere del cibo, ma simboleggia la condivisione dei cuori», ha aggiunto monsignor Miranda. Proprio della condivisione ha parlato don Lees: «Mettiamo in pratica la Scrittura e rendiamo partecipi gli altri delle nostre vite, debolezze, paure, ma anche idee, proposte e dei nostri cammini».

Un’accoglienza particolare è stata riservata alle famiglie ucraine, con il canto iniziale “Shalom” per la pace. «La situazione è drammatica e la guerra ha devastato tutto: vite, case, economia e anche il lavoro di anni che avevamo fatto con la pastorale familiare» spiegano Marta Palojtay e Pavle Popovych, provenienti dall’ovest del Paese. «Essere a Roma però ci dà una boccata d’ossigeno e di speranza che tutto possa riprendere normalmente come prima, in particolare ciò che facevamo con le coppie prima e dopo il matrimonio, perché molti sentono il bisogno di essere aiutati anche dopo essersi sposati».

(Hanno collaborato Roberta Pumpo e Salvatore Tropea)

25 giugno 2022

Il catecumenato matrimoniale, un modello da esportare

Foto Gennari/diocesidiroma

Rinnovare la preparazione al matrimonio delle prossime generazioni, considerando le nozze non un punto di arrivo, ma una tappa lungo un percorso. Sono questi gli obiettivi degli “Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale. Orientamenti pastorali per le Chiese particolari”, un documento presentato nel corso della seconda giornata del Congresso teologico pastorale del X Incontro mondiale delle famiglie, presentato da Gabriella Gambino, sottosegretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, con il marito Giovanni Nuzzi.

«Non è un corso confezionato quello che presentiamo – ha spiegato Gambino –, ma uno strumento di riflessione pastorale che, a partire da alcuni principi generali, intende essere un aiuto alle Chiese particolari, affinché predispongano i loro percorsi, sulla scia di quanto suggerito dal Santo Padre, in base alle possibilità e alle caratteristiche pastorali di ogni luogo». L’obiettivo da raggiungere è delineato in modo chiaro: «Occorre puntare a modificare gradualmente l’impostazione della pastorale vocazionale, affinché contempli esplicitamente anche il matrimonio, accanto alla vita consacrata». Serve dunque un catecumenato, «un percorso di accoglienza – hanno sottolineato i relatori –, da parte di una comunità, che sa accompagnarti, custodirti e incoraggiarti». Il matrimonio è davvero una vocazione e pertanto «richiede un discernimento – hanno spiegato –. In quest’ottica, la celebrazione del rito nuziale non è in nessun modo un punto di arrivo, ma l’inizio di una vita sponsale, in cui marito e moglie acquisiranno una rinnovata identità cristiana, come accade per i sacerdoti e i religiosi».

Un percorso di questo tipo viene già portato nella diocesi di Roma, come hanno spiegato don Fabio Rosini, direttore della Pastorale vocazionale diocesana, con Angelo Carfì ed Elisa Tinti. «Noi costituiamo dal 2012 l’équipe per il discernimento vocazionale della diocesi di Roma – hanno spiegato – ed in questa veste negli ultimi dieci anni abbiamo proposto un duplice corso di preparazione al sacramento del matrimonio: uno per la preparazione remota ed uno per la preparazione prossima al sacramento. Hanno usufruito di questi corsi molte centinaia di fidanzati». Il catecumenato matrimoniale non va impostato «come un corso “istruttivo” composto di belle cose da capire – hanno ribadito –, altrimenti noi falliremo nella nostra missione di dare sostanza alla formazione al matrimonio. È necessario invece tornare alla prima sensibilità cristiana, quella dei primi secoli, quella che ha generato il catecumenato battesimale, che implicava un sentiero pratico, esperienziale, liturgico».

La giornata era stata aperta dalla Messa nella basilica di San Pietro, celebrata dal cardinale Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma. «Qui, stamattina, con il Cuore di Cristo buon pastore, battono i cuori di tutto il mondo – aveva detto il cardinale –: sono cuori felici di avere risposto di Sì a Dio; sono cuori feriti dalle prove della storia e del mondo; sono cuori aperti alla novità del Vangelo, per poter testimoniare la perenne presenza di Cristo Sposo in questa nostra storia. Non è vero che la famiglia è ormai perduta, tramontata. È ancora sulle spalle del Pastore che con forza e tenerezza attraversa le vie del mondo e ci richiama a riscoprire la via della santità».

Nella mattinata, tra i vari interventi, anche quello Massimo e Patrizia Paloni, «di una comunità neocatecumenale di Roma e missionari itineranti in Olanda da diciotto anni», come hanno raccontato loro stessi dal palco dell’Aula Paolo VI. I coniugi Paloni hanno presentato una nuova esperienza di post-Cresima: «Oggi tantissimi giovani vengono da famiglie ferite. Una sempre più alta percentuale di figli vive con un solo genitore, la maggioranza per la separazione dei genitori, un’altra parte per situazioni al di fuori del matrimonio. Davanti al fallimento di oltre il 50% dei matrimoni, senza il supporto e l’aiuto della scuola, molti giovani si ritrovano senza alcun punto fermo e si smarriscono. In una nuova esperienza di post-cresima, che molti parroci nel mondo, in comunione con i loro vescovi, hanno deciso di cominciare, si formano piccoli gruppi di giovani che si riuniscono con una famiglia di fede provata e adulta, capace di un’autentica testimonianza di servizio a questi ragazzi. Gli adolescenti sono attratti dalla famiglia cristiana in cui vedono una fede viva. In questi gruppi i giovani cominciano a leggere la Parola di Dio, riflettono sui comandamenti come cammino di vita, riscoprono il Sacramento della Riconciliazione e vengono a contatto con la vita cristiana di una famiglia concreta».

In serata i delegati delle Conferenze episcopali si sono poi spostati in diverse parrocchie romane, per proseguire lì i lavori del Congresso, incontrare le famiglie romane e vivere momenti conviviali.

24 giugno 2022

Oltre tremila ragazzi alla Festa degli Oratori Estivi

Si respirava una gioia contagiosa alla Festa degli Oratori Estivi di Roma che, dopo due anni di pausa forzata, è tornata a raccogliere oltre 3.000 bambini, ragazzi ed animatori delle comunità parrocchiali di Roma e dintorni. Già di primo mattino i gruppi gioiosi e colorati hanno riempito il parco divertimenti di Zoomarine a Torvajanica per questo appuntamento al termine della seconda settimana di oratorio estivo. I ragazzi, accompagnati da animatori adolescenti ma anche da adulti, sacerdoti e religiosi, sono stati accolti da monsignor Daniele Salera, nuovo vescovo ausiliare della diocesi di Roma che verrà ordinato il prossimo 29 giugno nella basilica di San Giovanni in Laterano.

«In questa giornata vedete radunate qui tante comunità, tante storie, tanti gruppi e tante persone che hanno detto sì perché questi oratori potessero avere vita quest’anno», ha esordito monsignor Salera nel suo saluto iniziale della giornata. «’Chiamalo per nome’, il tema delle attività di quest’anno, ha un grande dono da farci: la storia vuole custodire la vostra felicità e il vostro sorriso. Per farlo è necessario non far entrare nella nostra testa e nel nostro cuore tutto ciò che è negativo, che è ombra, che è oscurità. Per poter vivere nella gioia questo percorso è importante rendersi conto del dono prezioso che ognuno di noi è e possiede».

Monsignor Salera, che ha presieduto la preghiera iniziale insieme a don Alfredo Tedesco, responsabile della Pastorale Giovanile diocesana, e a don Simone Carosi, assistente ecclesiastico del Centro Oratori Romani, ha chiesto a tutti i presenti di pregare per coloro che non possono condividere questa gioia, con particolare riferimento al popolo ucraino. I gruppi di oltre 30 oratori si sono poi sparsi per il parco divertimenti per sperimentare le tante attrazioni o gustare un bagno in piscina. Fra loro centinaia di adolescenti che hanno deciso di mettersi a servizio dei più piccoli in questa afosa estate romana.

24 giugno 2022

Famiglia, Chiesa, sinodalità: la prima giornata del Congresso teologico pastorale

Foto Gennari/diocesidiroma

Il rapporto tra giovani e anziani, la famiglia come Chiesa domestica, la vocazione sacerdotale e matrimoniale. Tanti i temi che sono stati toccati durante la prima giornata del Congresso teologico pastorale del X Incontro mondiale delle famiglie. Nell’Aula Paolo VI circa duemila delegati delle Conferenze episcopali di tutto il mondo hanno potuto partecipare a conferenze e panel in tante lingue diverse; all’inizio della mattinata erano invece stati nella basilica di San Pietro, per la Messa celebrata dal cardinale Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita. Nell’omelia il prefetto ha voluto ricordare ai presenti la contemporanea missione di ogni famiglia, ispirata dall’esempio di san Giovanni Battista: «Costruire ponti tra le generazioni; preservare la speranza nel futuro; essere custode della sacralità della vita; essere strumento di misericordia, profeta della fedeltà e della provvidenza di Dio e testimoniare Gesù nella vita».

Ad aprire i lavori la relazione di Gregory e Lisa Popcak, del Peyton Institute for Domestic Church Life, che hanno parlato della famiglia come Chiesa domestica, chiamata ad essere sempre più dinamica. «Riteniamo che questa definizione operativa sia adeguatamente comprensiva di tutti i tipi di famiglie cattoliche (ad esempio, famiglie sposate e divorziate, famiglie monoparentali, famiglie di nonni, famiglie affidatarie, ecc.) – ha detto – pur continuando a dare il dovuto a famiglie radicate nel sacramento del matrimonio. Questo è importante perché mentre tutti i tipi di chiese domestiche partecipano alla vita della Chiesa, ogni chiesa domestica deve in definitiva essere ordinata al matrimonio cristiano, sia in termini della propria chiamata a condividere la grazia del matrimonio sia nella sua responsabilità di crescere i figli che sono ben preparati a celebrare la pienezza del matrimonio cristiano in età adulta».

Dedicato al rapporto tra giovani e anziani il secondo panel della giornata, al quale sono intervenuti, tra gli altri, Vincenzo Bassi, presidente della Federazione delle associazioni familiari cattoliche in Europa, e la moglie Carla Di Lello. «Come diciamo sempre, la famiglia non è il malato da curare, ma la cura alla malattia – hanno spiegato –. Così, ci è possibile anche riflettere sul senso della funzione degli anziani all’interno della famiglia. A tal proposito, va ricordato che gli anziani non devono essere visti soltanto come persone fragili, da curare e difendere: essi sono anche degli attori, dei protagonisti, a partire dalla trasmissione della fede nelle famiglie, ma anche nelle nostre realtà associative ed ecclesiali».

Negli interventi dei vari testimoni, il racconto della bellezza di un amore “normale”, tra alti e bassi, crisi, fragilità. «La convivenza con l’altro, stare lontano da casa, assumere nuovi compiti e responsabilità, raggiungere accordi…. A poco a poco ci siamo resi conto che la vita di tutti i giorni avrebbe richiesto sforzi, rinunce, sacrifici». Per questo necessitiamo «della nostra Madre Chiesa, che illumina e accompagna». A spiegarlo sono stati Eduardo De La Paz e Monica Gonzales, relatori della conferenza del pomeriggio.

Sul palco dell’Aula Paolo VI anche Gigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni familiari, e la moglie Anna Chiara Gambini. A casa ad aspettarli cinque figli di cui l’ultimo, quattro anni, con la sindrome di down. «Quando è nato il nostro quinto figlio – hanno esordito – avevamo l’arroganza di sapere già tutto. L’esperienza, ma anche la superbia di chi ha già vissuto 4 nascite, 4 svezzamenti, 4 inserimenti a scuola, 4 prime pedalate, 4 prime volte al mare… come se le cose capitassero due volte allo stesso modo. Il nostro quinto figlio, Giorgio Maria, ci ha stupito e ci ha cambiato la vita un secondo dopo la sua nascita. Perché lui non è solamente un figlio con la sindrome di down, ma è stato per noi il terremoto delle nostre inutili certezze». Non vogliono essere considerati «bravi», hanno però precisato. «Non siamo una famiglia modello – hanno sottolineato –. Siamo semplicemente una delle tantissime famiglie che ha detto sì alla vita, non per una questione ideologica, non perché ce lo hanno detto in parrocchia, ma perché era bello. Non c’è niente da fare: è la bellezza che ci spinge a fare le cose. È per bellezza che siamo cristiani. È per bellezza che siamo sposati. È per bellezza che abbiamo accolto Giorgio Maria. Perché la vita, ogni vita è degna intrinsecamente ed è oggettivamente più bella della morte».

Per i testi integrali di tutte le relazioni, consulta il sito ufficiale del X Incontro mondiale delle famiglie

24 giugno 2022

Tra musica e arte, per i delegati una serata al Palazzo Lateranense

Foto Gennari/diocesidiroma

Le note di Mozart, la sinfonia di Schubert e il cortile interno del Palazzo Lateranense in una inedita veste luminosa. È la sintesi dello scenario del concerto di musica classica “La gioia della musica” svoltosi ieri sera, 23 giugno, nella casa del vescovo di Roma. Eseguito dalla Form-Orchestra Filarmonica Marchigiana, compagine residente del Macerata Opera Festival, il concerto, a ingresso gratuito, è stato promosso dalla diocesi di Roma per i delegati delle Conferenze episcopali provenienti da vari Paesi e giunti a Roma in occasione del X Incontro mondiale delle famiglie.

Non solo le emozioni trasmesse dalla musica e dalla voce del soprano Francesca Benitez, che si è esibita nel mottetto “Exsultate, jubilate” composto da Wolfgang Amadeus Mozart nel 1773, ai partecipanti sono state offerte anche visite guidate nella basilica di San Giovanni in Laterano e nel Palazzo Lateranense, l’antica residenza dei papi, eccezionalmente aperto fino alle 23. L’orchestra ha eseguito anche l’opera “Divertimento n. 1” sempre di Mozart, composta nel 1772, quando il compositore aveva solo 16 anni, e la “Sinfonia n. 5”, di Franz Schubert. Ad applaudire l’esibizione anche il cardinale vicario Angelo De Donatis e il segretario generale del Vicariato monsignor Pierangelo Pedretti.

Il concerto, la cui direzione è stata affidata al primo violino concertatore Alessandro Cervo, è stato presentato dalla conduttrice Rai Eleonora Daniele e da Andreas Thonhauser dell’emittente americana Ewtn, la stessa che, in collaborazione con l’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi, ha curato la mostra fotografica sulla famiglia allestita nella corte interna del Palazzo Lateranense.

«Non potevamo non accettare un invito così prestigioso» commenta Paolo Pinamonti, direttore artistico del Macerata Opera Festival (Mof). «In un momento storico così particolare in cui sono tante le difficoltà che accompagnano la vita quotidiana delle famiglie – aggiunge Pinamonti – è importante creare questi momenti di riflessione sulla famiglia». Per il direttore artistico del Mof vi sono tante analogie tra il nucleo famiglia e la musica. «La famiglia orchestrale – spiega – per fare musica deve condividere emozioni e contemporaneamente deve essere in grado di dialogare e ascoltare. Proprio come accade tra le pareti domestiche».

di Roberta Pumpo

24 giugno 2022

Nella basilica di San Pietro presiede la Messa in occasione del X Incontro mondiale delle famiglie

Nella basilica di San Pietro presiede la Messa in occasione del X Incontro mondiale delle famiglie.

Incontro mondiale delle famiglie: al Battistero la mostra “Sindoni”

Si chiama “Sindoni” la mostra di arte contemporanea organizzata in occasione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie a Roma dal Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II e la Fondazione Sidival Fila in collaborazione con la Diocesi di Roma e il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita.

L’installazione, allestita nella suggestiva cornice del Battistero di San Giovanni in Laterano, raccoglie otto tele lungo il perimetro della vasca battesimale, sospese a due metri di altezza.

Le tele sono state realizzate da Sidival Fila utilizzando tessuti ed elementi floreali risalenti a vari periodi, dall’VIII al XVIII e XIX secolo; si tratta di fodere di dalmatiche di uso liturgico applicate, mediante una precisa tecnica di restauro, su stoffe di cotone. Nel retro delle tele sono state applicate lastre di specchi in plexiglass, che riflettono gli elementi come fossero delle finestre aperte verso spazi infiniti ed indefiniti.

La mostra, ad ingresso libero, potrà essere visitata dal 17 al 30 giugno 2022 tutti i giorni dalle 9 alle 20 con apertura straordinaria serale fino alle 22 nei giorni dell’Incontro mondiale.

La mostra propone una riflessione sul tempo, sulla memoria, sul vissuto di tanti uomini, che resta indelebilmente impresso nelle stoffe. Si intravedono sui tessuti delle forme che, “come sindoni” di corpi, sudori e ossidazioni, macchie e lacerazioni, convivono insieme, in un dialogo costante e assordante. L’umana famiglia viene rappresentata senza corpi e senza volti, affinché ogni corpo ed ogni volto possano vedersi riflessi ed espressi in queste evanescenti forme corporee, presenti in un continuo ed interminabile persistere. E in questa rappresentazione immaginiamo i corpi e i volti di tutte le famiglie che, nella fatica del vivere quotidiano e con le ferite generate dalle relazioni, portano avanti la storia del mondo, in cammino verso una speranza di accoglienza e redenzione universale.

Frate minore francescano, Sidival Fila è nato in Brasile nel 1962, è prete dal 1999 e ha esercitato il suo ministero nel Policlinico Gemelli e al Carcere di Rebibbia. Ha interrotto la sua attività artistica con l’ingresso nell’Ordine per riprenderla dopo diciotto anni con un percorso di ricerca che lo porta a confrontarsi con materiali in disuso, soprattutto tessuti come lino, cotone, seta, canapa, broccati, riscattando l’oggetto dalla sua condizione per restituirgli una voce, renderlo “diversamente inutile” e dandogli la possibilità di raccontare un vissuto fatto spesso di secoli di storia.

Fila ha esposto, tra l’altro, a Madrid, Parigi, Miami e Bogotà. E’ presente anche nella collezione permanente di arte moderna e contemporanea dei Musei Vaticani e una sua opera è esposta nell’Auditorium dell’Istituto Jp2.

23 giugno 2022

Incontro mondiale delle famiglie: la Messa del Papa sabato alle 18.30

Per favorire la partecipazione dei fedeli nonostante il caldo di questi giorni, la Santa Messa di sabato 25 giugno, in occasione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie, si celebrerà alle ore 18.30 e non più alle 17.15.

23 giugno 2022

Il Papa alle famiglie: «Viviamo con gli occhi puntati verso il Cielo»

Papa Francesco con Roberto e Maria Anselma Corbella (foto Cristian Gennari/diocesidiroma)

«Dobbiamo vivere con gli occhi puntati verso il Cielo». Papa Francesco ha esortato così le migliaia di famiglie riunite, ieri sera (mercoledì 22 giugno) nell’Aula Paolo VI per il Festival delle famiglie “The beauty of family”, che ha aperto ufficialmente il X Incontro mondiale delle famiglie. «Qual è la parola che il Signore vuole dire con la nostra vita alle persone che incontriamo? Quale passo in più chiede oggi alla nostra famiglia?», la domanda consegnata ai presenti. Poi la risposta: «Mettetevi in ascolto. Lasciatevi trasformare da lui, perché anche voi possiate trasformare il mondo e renderlo ‘casa’ per chi ha bisogno di essere accolto, per chi ha bisogno d’incontrare Cristo e di sentirsi amato». E ancora: «Ogni vostra famiglia ha una missione da compiere nel mondo, una testimonianza da dare».

Testimonianze come quelle che si sono succedute prima che prendesse la parola il Santo Padre. Introdotti dai conduttori Amadeus e Giovanna Civitillo, hanno raccontato la propria storia Serena Zangla e Luigi Franco, genitori di tre figli, conviventi da tanti anni e con il desiderio di potersi sposare cristianamente. Poi Roberto e Maria Anselma Corbella, che con le lacrime agli occhi hanno ricordato la figlia Chiara, morta dieci anni fa a causa di un tumore, per il quale aveva ritardato le cure poiché era incinta del figlio Francesco. Oggi Chiara è Serva di Dio. «Noi ci siamo ritrovati come Maria ai piedi della croce – hanno raccontato i suoi genitori –, abbiamo accettato senza capire, ma la serenità di Chiara ci ha aperto una finestra sulla eternità e continua ancora oggi a farci luce. È stato difficile per noi accompagnarla alle soglie del Paradiso e lasciarla andare, ma da quel momento è scaturita una tale grazia che ci ha fatto intravvedere il piano di Dio e ci ha impedito di cadere nella disperazione».

Il Volo (foto Cristian Gennari/diocesidiroma)
La Form-Orchestra Filarmonica Marchigiana (foto Cristian Gennari/diocesidiroma)

Poi un canto dei tre tenori de Il Volo – che avevano aperto la serata sulle note di “Grande amore” e, come tutti gli altri artisti presenti, dai conduttori alla Form-Orchestra Filarmonica Marchigiana al Coro della diocesi di Roma diretto da monsignor Marco Frisina, sono intervenuti gratuitamente – e poi spazio alla testimonianza di Paul e Germaine Balenza, congolesi, sposati da ventisette anni, durante i quali hanno affrontato un periodo di separazione e poi di riconciliazione. Ancora, la famiglia di Pietro ed Erika Chiriaco, sei figli e le braccia ancora aperte per accogliere nella propria casa anche mamma Iryna con la sua Sofia, fuggite dall’Ucraina. «La decisione di partire non è stata facile, mi ha provocato tanta sofferenza – racconta Iryna, mentre in platea si sollevano alcune bandiere gialle e blu del suo Paese –. Da un lato desideravo stare in un luogo sicuro con mia figlia e riuscire a dormire senza la paura e i rumori che sentivamo a causa degli scontri, senza le sirene… Dall’altro lato non sapevamo che situazione avremmo trovato in Italia. Ero insicura, triste e piena di dubbi. Oggi ringrazio Dio perché ha mandato sul nostro cammino tante persone buone che ci hanno aiutato e hanno mostrato un grande cuore dandoci aiuto e speranza».

Per ultima ha parlato Zakia Seddiki, vedova dell’ambasciatore Luca Attanasio, ucciso in un attentato in Congo. Con lei le tre figlie e la mamma, che sempre le è stata vicino in questi mesi difficili. «È un onore per me condividere e raccontare questa grande storia d’amore alla presenza di Papa Francesco – ha esordito –: le nostre tre bimbe che non conoscevano la figura del Papa, la prima volta che lo hanno incontrato, vedendolo vestito di bianco, hanno pensato che fosse un dottore. E non avevano tutti i torti: perché il Papa è un dottore che cura le anime di tutti i cristiani, che cura sempre chi ha bisogno di conforto. Grazie!».

Oggi il X Incontro mondiale delle famiglie entra nel vivo con i lavori del Congresso teologico pastorale. Sarà aperto dalla celebrazione nella basilica di San Pietro del cardinale Kevin Joseph Farrell e si concluderà con un concerto offerto ai delegati dalla diocesi di Roma, nel cortile del Palazzo Lateranense.

23 giugno 2022

Nella basilica di San Pietro concelebra la Messa in occasione del X Incontro mondiale delle famiglie

Nella basilica di San Pietro concelebra la Messa in occasione del X Incontro mondiale delle famiglie.

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