9 Maggio 2025

Il 15 settembre gli Uffici aprono alle ore 9.30

Il cardinale vicario Angelo De Donatis presiederà la Messa per i dipendenti del Vicariato all’inizio dell’anno pastorale il giorno martedì 15 settembre alle ore 8.15, nell’abside della basilica di San Giovanni in Laterano. Pertanto in quella giornata gli uffici del Vicariato apriranno al pubblico alle ore 9.30.

7 settembre 2020

Il 14 ottobre il convegno “Giovani e droga a Roma”

“Giovani e droga a Roma” è il titolo del convegno promosso dalla diocesi di Roma, in programma per sabato 14 ottobre, dalle ore 9.30 alle ore 12.30, nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre (via Principe Amedeo, 182 b).

L’evento vedrà nella prima parte gli interventi di due esperti. Innanzitutto, il professor Fabio Cannatà, dirigente scolastico dell’IISS Ambrosoli di Centocelle, che fornirà una fotografia rappresentativa del disagio cittadino, della devianza e marginalità giovanile, a partire dal suo contesto scolastico. Quindi prenderà la parola il professor Antonio Bolognese, dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Roma e Provincia, responsabile scientifico del gruppo di lavoro per la prevenzione, valutazione e divulgazione delle conseguenze prodotte dalla dipendenza di sostanze psicotrope, a partire dall’uso di cannabis e dal suo impatto sulla salute mentale dei giovani. Moderatrice dell’incontro sarà la giornalista Rai Francesca Ronchin. Prevista la diretta streaming sul canale YouTube della diocesi di Roma.

Nella seconda parte dell’incontro, ci sarà tempo per accostarsi a quattro stand informativi, che illustreranno esperienze, iniziative e attività operative già presenti sul territorio. Di seguito alcune brevi informazioni sugli stand con i contatti dei responsabili.

Stand Dap-Uepe
Don Marcello Bussotti – cappellano del Dap-Uepe: 3331629463
marcello.bussotti@giustizia.it
Restituire dignità umana agli esclusi dentro e fuori le carceri è l’esempio più significativo della cura verso coloro i quali hanno commesso qualche colpa e sono alla ricerca di un riscatto umano e sociale. Alla luce delle recenti novità legislative della Riforma Cartabia, ci si presenta l’opportunità di poter sostenere non più solo in carcere ma adesso anche sul territorio il cammino di persone ristrette per pene brevi (entro i 4 anni) sostitutive del regime carcerario. Si tratta di accogliere persone in regime di restrizione della libertà nelle varie modalità che noi consideriamo fragili, ed è a partire dalle loro fragilità che interviene l’aiuto della Chiesa al fine di suscitare in loro la scoperta di una via nuova da percorrere. Accogliere per reintegrare: significherà iniziare con l’aiutare a realizzare una attenta esecuzione del programma di recupero autorizzato dalla Magistratura competente. Si può entrare nel programma di recupero partendo dal favorire un’accoglienza che possa garantire vitto e alloggio. Saranno poi gli esperti a provvedere all’accompagnamento umano, sociale e sanitario.

Stand Ospedale da Campo per giovani (OdC)
ospedalecampogiovani@libero.it
Ospedale da Campo per giovani – contatti Facebook e YouTube
Don Giovanni Carpentieri: 3381863803
Mario Barborini: 3358038161
Giuseppe Caviglia: 3495740779
Andrea Migani: 3459358790
Ospedale da Campo per giovani (OdC) è un’iniziativa della Chiesa di Roma: con una serie di progettazioni, parecchie già in atto, è possibile incontrare giovani al di fuori dei circuiti ecclesiali. OdC collabora, accompagna, sostiene per creare una linea di azione pastorale nuova rivolta al territorio parrocchiale: al di fuori, estroflessa, continua per tutto l’anno come le abituali attività ad intra. OdC avvia incontri di prefettura/parrocchia con coloro che sono interessati a conoscere, essere operativi e a coinvolgersi.

Stand Don Antonio Coluccia
donantoniocoluccia@libero.it
• Visualizzazione e mappatura delle zone di spaccio presenti a Roma;
• Presentazione alle comunità delle parrocchie/prefetture, al cui interno ci siano piazze di spaccio, di cosa e come si deve conoscere;
• Di concerto con le risorse umane del territorio ecclesiale, attivazione di una serie di semplicissime iniziative, per incontrare le comitive di ragazzi e poterle strappare al business criminale;
• Attraverso l’utilizzo di alcuni social (radioweb, ecc.) avvio di incontri mensili per proporre alla diocesi varie tematiche che si differenziano a secondo della platea adulta, giovanile, genitoriale, ecc.;
• A turno, su social ben identificati si pubblicizza sono invitati a presentarsi centri di ascolto, infogiovani, punti di ascolto e tutte quelle agenzie educative presenti sui territori di Roma a cui rivolgersi per ciò che riguarda il disagio giovanile e le loro famiglie.

Stand Peer Education – Prof. A. Vento
prevenzioneprogetto@gmail.com
quaranta40.silvia@gmail.com
info@osservatoriodipendenze.it
La Peer Education è una metodologia di educazione/informazione che impiega la relazione tra persone dello stesso gruppo (per età, status e problematiche), ovvero tra pari, il che rende, agli occhi di chi impara, l’informazione più fruibile e gli interlocutori credibili ed affidabili, nonché degni di rispetto. Tale metodologia viene utilizzata per trasferire agli studenti delle scuole medie inferiori e superiori (e agli allievi dei circoli sportivi), ai genitori e agli insegnanti, informazioni sui rischi associati all’uso di cannabis, alcool, strumenti tecnologici ed altre forme di dipendenza, con la costante supervisione ed il supporto del gruppo di lavoro dell’Associazione Osservatorio sulle dipendenze e dell’Ordine dei Medici di Roma. Tale intervento promuove salute e stili di vita sostenibili attraverso l’acquisizione di consapevolezza sull’argomento e nell’insieme migliora la salute della comunità.

Il 14 maggio Papa Francesco a San Giovanni

Lunedì 14 maggio alle 19 nella basilica di San Giovanni in Laterano Papa Francesco torna a incontrare la sua diocesi di Roma: un appuntamento che concluderà il cammino avviato nelle prefetture sulle malattie spirituali. I biglietti per partecipare alla serata – completamente gratuiti – sono in distribuzione in Vicariato, nell’ufficio della Segreteria generale.

Nei mesi scorsi sono giunte in Vicariato, attraverso i vescovi ausiliari, le relazioni che sintetizzano il percorso vissuto nell’approfondimento delle malattie spirituali. Il materiale raccolto, scrive l’arcivescovo vicario Angelo De Donatis nella lettera indirizzata alla comunità ecclesiale di Roma, «verrà donato al Papa, affinché possa vedere come la sua diocesi si interroga sulle fatiche nell’annunzio della gioia evangelica». Filo conduttore sono le indicazioni consegnate da Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium.
Ora, spiega De Donatis, «sarà proprio il Papa a indicarci la “terapia” per uscire dalle malattie che abbiamo individuato». Di qui l’invito a partecipare all’incontro, rivolto a tutte le realtà ecclesiali della diocesi.

Lettera-Vicario

Scheda-di-iscrizione

 

Il 14 maggio l’assemblea diocesana dei catechisti

Foto di Cristian Gennari

di Michela Altoviti da Roma Sette

Guardando ai santi Aquila e Priscilla è stato scelto il tema che orienterà i lavori dell’assemblea diocesana dei catechisti, in programma per sabato 14 maggio dalle 9.30 alle 13 nella basilica di San Giovanni in Laterano. Nella lettera ai Romani, infatti, al capitolo 16 san Paolo definisce i due coniugi convertiti al Cristianesimo “miei collaboratori in Cristo Gesù” e proprio l’elemento «della collaborazione e della corresponsabilità tra i catechisti stessi vuole essere il nucleo centrale su cui riflettere in questa occasione», spiega don Andrea Cavallini, direttore dell’Ufficio catechistico del Vicariato. In particolare il sacerdote sottolinea come «vogliamo partire proprio dal primo livello di collaborazione, quello che interessa coloro che sono impegnati nel medesimo servizio – che pure svolgono e rivolgono con e a persone di età diverse – condividendo tuttavia un’unica responsabilità, che è appunto corresponsabilità».

In concreto, questo aspetto emerge già dalla modalità di partecipazione pensata dall’Ufficio diocesano: «Sapendo che il mese di maggio è un periodo intenso per la celebrazione dei sacramenti – sono ancora le parole di Cavallini –, e che per questo non tutti i catechisti di ogni parrocchia potranno intervenire, chiediamo di individuare d’intesa con il parroco almeno due tra i catechisti così che possano partecipare e poi riportare agli altri quanto vissuto». L’assemblea, come specifica il sacerdote, «è aperta a tutti i catechisti di ciascun gruppo e non specificatamente a quelli impegnati nella iniziazione al sacramento della Prima Comunione, ossia i gruppi più presenti nelle parrocchie». Infatti l’appuntamento «tradizionale e ordinario dell’assemblea diocesana – sottolinea Cavallini – si inserisce quest’anno nel cammino sinodale che stiamo vivendo come Chiesa e come Chiesa di Roma in particolare», e per questo «sarà anche l’occasione per presentare e condividere i risultati di una prima fase di ascolto che è stata vissuta mediante la somministrazione di un questionario rivolto a tutti i 5mila catechisti che stimiamo essere in attività in totale nelle parrocchie della diocesi».

Nella mattinata, «dopo un primo momento di introduzione e di riflessione del cardinale vicario Angelo De Donatis – illustra Cavallini –, verranno condivisi i risultati raccolti a partire dalle domande date dai catechisti ai tre quesiti somministrati e relativi a comunione, partecipazione e missione, proprio per partire dal quadro reale e concreto che si è andato delineando e per rilanciare poi degli spunti sul tema della corresponsabilità».

Anticipando una sintesi delle 250 testimonianze raccolte, il direttore dell’Ufficio catechistico nota come «pur essendo l’esperienza di sinodalità vissuta nei diversi gruppi molto variegata, emerge un dato comune legato al periodo della pandemia, che ha evidenziato tante fragilità ma non ha spento il desiderio di evangelizzare». Ancora, «riguardo alle relazioni tra catechisti c’è un prima e un dopo- Covid», continua Cavallini: «dai materiali raccolti è evidente come e quanto la paura del contagio abbia influito sulle relazioni interpersonali» e tuttavia «il più delle volte a prevalere è stato un grande desiderio di collaborare e di confrontarsi, consapevoli che solo in gruppo è possibile vivere la catechesi».

2 maggio 2022

Il 12 settembre apertura posticipata degli uffici del Vicariato

Lunedì 12 settembre, gli Uffici del Vicariato apriranno al pubblico alle ore 9.30. All’inizio del nuovo anno pastorale, infatti, tutti i dipendenti e i collaboratori sono invitati a partecipare alla Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Cardinale Vicario Angelo De Donatis nella Basilica di San Giovanni in Laterano alle ore 8.15.

Il 12 a San Giovanni il secondo incontro sulla “Gaudete et exsultate”

“A chi sta scomoda la santità? GE 36-62. S. Alfonso de’ Liguori: Annunciare a tutti la possibilità di essere santi”. È questo il tema che farà da filo conduttore al secondo incontro dedicato all’esortazione apostolica di Papa Francesco “Gaudete et exsultate”, ciclo di catechesi organizzato dalla diocesi di Roma per questo anno pastorale 2018-2019. L’appuntamento è per lunedì 12 novembre alle ore 19 nella basilica di San Giovanni in Laterano e vedrà protagonisti il cardinale vicario Angelo De Donatis e il rettore della basilica di Santa Cecilia a Trastevere monsignor Marco Frisina.

L’incontro – come già il precedente e secondo uno schema che accompagnerà tutti gli appuntamenti di questa iniziativa – sarà aperto da un canto; seguirà la lettura dei passi di “Gaudete et exsultate”, quindi le catechesi di monsignor De Donatis e di monsignor Frisina, intervallate da meditazioni musicate. Per concludere, la preghiera con il cardinale vicario. In collaborazione con la Direzione Generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione della formazione superiore del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur), i brani di introduzione alle meditazioni saranno letti da allievi dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” di Roma, mentre gli interventi musicali saranno a cura del Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma. Al centro di ciascuna serata, ci saranno alcuni paragrafi del testo dedicato alla “chiamata alla santità nel mondo contemporaneo” – come recita il sottotitolo – e la figura di un santo o di un beato.

Il primo appuntamento è stato quello di lunedì 8 ottobre, e ha portato i partecipanti a riflettere su “I Santi di tutti i giorni. GE 10-24. S. Francesco di Sales: Santi in ogni stato di vita”. Il poverello di Assisi sarà il protagonista della serata del 10 dicembre: “La scala della felicità. GE 65-94. S. Francesco d’Assisi: Nell’umiltà la grandezza”. Subito dopo le feste natalizie, il 7 gennaio 2019, ci sarà “Ama e fa ciò che vuoi. GE 95-109. S. Teresa di Lisieux: Nel cuore della Chiesa”. Ancora, l’11 febbraio: “Pazienti e contenti. GE 112-128. S. Filippo Neri: La gioia e la libertà dello Spirito”. Mentre “Oranti e comunicanti. GE 140-157. B. Charles de Foucauld: Portare il Signore in mezzo ai fratelli” sarà il filo conduttore degli interventi dell’11 marzo.

Il penultimo incontro è in calendario per il 15 aprile, pochi giorni prima di Pasqua, su “Combattere secondo le regole. GE 159-165. S. Pio da Pietrelcina: Condividere la lotta di Cristo”. La conclusione del percorso il 13 maggio: “Scegliere le scelte di Dio. GE 166-177. S. Teresa d’Avila e S. Giovanni della Croce: La forza della preghiera”.

9 novembre 2018

Il “Sinodo di tutti”, in ascolto dei poveri

Il 18 settembre scorso, incontrando la diocesi di Roma, Papa Francesco ha chiesto di vivere il Sinodo come «un dinamismo di ascolto reciproco, condotto a tutti i livelli di Chiesa, coinvolgendo tutto il popolo di Dio». Venerdì 18 febbraio la Comunità di Sant’Egidio, stimolata dall’invito di Bergoglio, ha passato la parola ai poveri. Nella basilica di Santa Maria in Trastevere si è svolta l’assemblea sinodale sul tema “Sinodo di tutti, nessuno escluso” durante la quale persone diverse per età, per esperienze di vita, per appartenenza geografica e fede professata hanno offerto spunti di riflessione, sollevato tanti quesiti, chiesto una Chiesa più inclusiva, «portando una ventata di aria nuova e fresca alla Chiesa di Roma», ha detto il vescovo Benoni Ambarus, delegato diocesano per la Carità. L’incontro è stato anticipato nelle scorse settimane dalle riunioni di «piccoli gruppi pre-sinodali – ha spiegato il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo -. Il Papa ha ispirato la Comunità a impegnarsi ancora di più nell’ascolto reciproco e ad aprire un percorso sinodale. L’assemblea non è ristretta ai membri della Comunità, che come noto è un ristretto molto allargato, senza barriere e senza frontiere. Vuole essere un incontro di comunione e partecipazione aperto a tutti».

Dopo l’invocazione allo Spirito Santo recitata da monsignor Ambarus, al microfono si sono alternati gli anziani, i disabili, i migranti, ex senza dimora, tutti mossi dal desiderio di condividere la propria esperienza nella Chiesa dove, hanno rimarcato, hanno sì trovato sempre accoglienza e conforto ma si deve ancora lavorare perché ci sia spazio per ogni essere umano. «Non bisogna essere accolti solo perché portatori di bandiere della sofferenza – ha detto Giulia, disabile di 34 anni -. Bisogna superare questo atteggiamento e aprire le braccia a tutti in quanto ognuno ha un valore inestimabile». La malattia è stata al centro anche dell’intervento di Sofia, 88 anni, che si è soffermata sullo smarrimento provato da tanti anziani soli difronte alle sofferenze fisiche. «La malattia induce a chiedersi cosa si è fatto di male per meritarsi tanto dolore – ha detto -. Domande che cadono nel silenzio. Gli anziani sono un grande tesoro della Chiesa e vanno valorizzati». Edda, 86 anni, ha proposto a tutte le comunità parrocchiali «di prendersi cura degli anziani che vivono da soli per permettere loro di rimanere nelle proprie abitazioni» senza costringerli a rinchiudersi in un ospizio, «dove ci vuole maggiore assistenza pastorale e religiosa. A causa delle restrizioni per il Covid, nelle Rsa tantissimi anziani non partecipano alla Messa e non ricevono la comunione da due anni». Durante il suo intervento per un lapsus ha ringraziato per il Sinodo «“papà” Francesco». Si è corretta, ma Ambarus l’ha invitata a mantenere il termine «”papà” perché dalle testimonianze è emerso che oggettivamente si è colto il cammino sinodale non come un compito da fare ma come un dono da ricevere da “papà” Francesco, che offre a tutti la possibilità di essere ascoltati e di ascoltarsi». A proposito della terza età, poi, l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita, ha comunicato che «da mercoledì prossimo, e forse fino a fine giugno, Papa Francesco aiuterà la Chiesa a riflettere sulla vecchiaia».

Un Sinodo, quello voluto da Bergoglio, che Ivan, disabile di 24 anni, vive come «un colpo di scena» nel suo cammino di fede iniziato da poco. Battezzato da alcuni mesi, ha auspicato una «Chiesa sempre più famiglia, dove ognuno trovi posto per vivere la dignità di figlio di Dio». Azza, musulmana, mediatrice culturale per la Comunità di Sant’Egidio, si è concentrata sul valore della carità nella Chiesa. Questo è anche «uno dei pilastri dell’Islam, ma i musulmani vivono la carità soprattutto nel mese del Ramadan». Dai cristiani, che l’hanno accolta «appena arrivata in Italia dall’Algeria» e che continuano a sostenerla, ha imparato «a vivere la carità nel quotidiano non solo in teoria ma nella concretezza». Dalle testimonianze emerge che «non possiamo rinunciare al fatto che la Chiesa sia la madre che accoglie», ha concluso monsignor Ambarus, invitando i presenti a portare le proprie esperienze nelle parrocchie di appartenenza «per aiutare la Chiesa di Roma a rinfrescarsi».

 

Da Romasette.it

Articolo di Roberta Pumpo

Il “momento della luce” da vivere in Quaresima

Con l’inizio della Quaresima si rinnova la proposta dell’Ufficio catechistico diocesano con i “momenti della luce” da vivere in famiglia. Si tratta di un incontro familiare di circa venti minuti/mezz’ora, che non richiede da parte dei genitori alcuna preparazione religiosa, ma «solo il desiderio di provare a parlare in modo vero tra voi», sottolinea il direttore dell’Ufficio diocesano don Andrea Cavallini. Prevede infatti una «condivisione del vissuto, l’ascolto di un breve testo, una semplice preghiera. È un metodo sperimentato – spiegano dall’Ufficio catechistico – e può attivare un dialogo prezioso, che aiuta le relazioni».

La proposta è dunque trovare un giorno durante la settimana da dedicare al momento della luce. Lo schema segue cinque punti: inizio, condivisione, ascolto, preghiera, conclusione. L’ascolto si concretizza nella lettura di un breve testo, un brano del Vangelo, che orienterà poi la riflessione successiva. «Da questo schema essenziale in 5 punti non è opportuno togliere qualcosa – è il suggerimento dell’Ufficio catechistico –. A seconda delle necessità della settimana o delle abitudini familiari, invece, potete aggiungere liberamente degli elementi nuovi: per esempio un simbolo particolare, una canzone o un canto religioso (all’inizio e/o alla fine), oppure delle preghiere spontanee (al punto 4 prima del Padre Nostro), oppure un momento in cui ci si chiede perdono per qualcosa, un momento in cui ci si ringrazia per qualcosa, ecc».

Per accompagnare il momento della luce, è disponibile anche un breve video sul canale YouTube dell’Ufficio catechistico diocesano.

2 marzo 2022

Il “momento della luce” da vivere in Avvento

Foto di Max Beck

Un incontro familiare della durata di venti minuti, al massimo mezz’ora, che non richiede alcuna particolare preparazione religiosa, ma solo il desiderio di parlare e pregare insieme. È il “momento della luce”, proposta dell’Ufficio catechistico diocesano alle famiglie. In vista dell’Avvento, che inizia domenica 28 novembre, è stata preparata una traccia per prepararsi al Natale e riflettere su questo tempo.

Ogni settimana, in Avvento, le famiglie potranno vivere il “momento della luce”. Semplice la preparazione di ciascun incontro, diviso in cinque punti: inizio, condivisione, ascolto, preghiera, conclusione. L’ascolto prevede la lettura di un breve testo – diverso per ogni settimana – a cui è abbinata una domanda a cui rispondere, ed è ispirato a un brano del vangelo.

Uno schema essenziale, dal quale non è opportuno togliere qualcosa. A seconda delle necessità della settimana o delle abitudini familiari, invece, si possono aggiungere liberamente degli elementi nuovi: per esempio un simbolo particolare, una canzone o un canto religioso, oppure delle preghiere spontanee, o ancora un momento in cui ci si chiede perdono o ci si ringrazia per qualcosa.

I materiali per vivere i “momenti della luce” sono messi a disposizione dall’Ufficio catechistico e sono scaricabili anche nella sezione Archivio Documenti – Documenti della diocesi del nostro sito internet. Disponibile anche un video disponibile sul canale YouTube dell’Ufficio diocesano: https://youtu.be/_Js5rW5TVW4

23 novembre 2021

Il “Luglio Laurentino” a San Lorenzo in Lucina

Iniziano sabato 6 luglio i concerti del “Luglio Laurentino”, organizzati presso la basilica di San Lorenzo in Lucina, all’interno dell’ampio portico, decorato da colonne in granito, con capitelli e basi, all’ombra del campanile romanico a cinque ordini. Le esibizioni, a ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti, allieteranno tutti i sabati di luglio e inizieranno alle ore 19.30.

Il primo concerto, previsto per sabato prossimo, sarà “Le Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi, eseguito dall’Orchestra d’Archi Nova Amadeus. Il 13 luglio, invece, è in programma “Ottoni in viaggio”, con musiche di Byrd, Puccini, Gershwin, Morricone e altri autori eseguite dal Quintetto di Ottoni della Cappella Laurenziana. Sabato 20 luglio sarà la volta di “Connetting People”, con musiche di autori vari a cura del Coro e Ottoni della Cappella Musicale del Pantheon. Ultimo appuntamento il 27 luglio con “Serenata para la tierra de uno”: la voce di Pablo César Cassib e le note suonate al pianoforte da Mirta Herrera daranno vita a un concerto dedicato a Ginastera, Villa-Lobos, Piazzolla, Ramirez, Guastavino.

3 luglio 2024

Il “grazie” della diocesi di Roma agli universitari

Un sabato tra le bellezze di Spoleto, nuove amicizie e preghiera. Questa è stata per 1.300 giovani la XX Giornata degli universitari di Roma organizzata dall’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria. Sabato 11 novembre la visita alla città nota per il Festival dei due mondi è stata anche l’occasione per dire un grazie agli universitari che monsignor Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio diocesano, ha definito «eroi. Roma è una città meravigliosa ma “uccide” – ha affermato -. I 19enni che si traferiscono nella Capitale per studiare si ritrovano a dover fare i conti con il caro affitti, a imparare a vivere da soli, a gestire le giornate tra lo studio e le faccende quotidiane. Si ritrovano catapultati in un mondo nuovo – prosegue -. Per me sono degli eroi e dobbiamo complimentarci con loro e incoraggiarli».

Nel duomo della città, la cattedrale di Santa Maria Assunta, l’arcivescovo Renato Boccardo ha offerto una riflessione su “La bellezza del duomo di Spoleto e la bellezza come promessa”. «Si coniuga sempre la bellezza con la salvezza – ha aggiunto Lonardo -. La bellezza di un monumento, di un’intuizione scientifica, della vita di un santo, della persona della quale ci si innamora, non è ancora la salvezza ma la promessa che la vita è una benedizione». Al pellegrinaggio hanno partecipato studenti di università statali e pontificie. «I ragazzi – ha concluso il sacerdote – hanno conosciuto loro coetanei che saranno i loro futuri sacerdoti che oggi aiutano nei collegi e nelle cappellanie».

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13 novembre 2023

Il “grazie” del cardinale De Donatis al Papa e alla diocesi

«In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi. E detto questo aggiunse: “Seguimi”». Il cardinale Angelo De Donatis prende l’ispirazione dal capitolo 21 del Vangelo di Giovanni per inviare il suo saluto alla diocesi di Roma dopo la nomina di questa mattina (sabato 6 aprile) a Penitenziere Maggiore.

«Il Signore continuamente ci ripete “Seguimi” – scrive il porporato –. E in ogni chiamata contiene una fatica (il dove lasciare, l’essere spogliati, morire a se stessi) e una promessa: diventare sempre più figlio obbediente nell’obbedienza a Gesù. Un discepolo tende le braccia e segue il suo Signore…. Consapevole che lì dove sta andando lo precede lui». La «pienezza della maturità cristiana» sta infatti, per il cardinale De Donatis, nella «misura dell’obbedienza e dell’abbandono del Figlio alla volontà del Padre». Bisogna «diventare sempre più “figli”, vale a dire sempre più liberi di seguire la voce dello Spirito». Lo Spirito, infatti, prosegue il nuovo Penitenziere Maggiore, può portarci dove vuole: «in questa docilità opera la Grazia: è lo Spirito che la rende possibile!».

Poi il ringraziamento a Papa Francesco «per la fiducia accordatami in questi 9 anni di episcopato al servizio della Chiesa di Roma. Mi ha chiesto di collaborare con lui – scrive – nel servire il suo tesoro più prezioso, la sua Sposa, mi ha scelto ed è venuto a impormi le mani per ordinarmi vescovo nel giorno della dedicazione della cattedrale lateranense, il 9 novembre 2015».

«Nel servire insieme con lui le comunità parrocchiali e le diverse realtà ecclesiali – prosegue il cardinale –, nello stare vicino ed accompagnare i preti, ho compreso sempre di più che questa Chiesa non è una macchina da far camminare, ma una famiglia da amare. La Parola di Dio, annunciata continuamente, le dà la direzione del cammino e l’amore dei pastori le permette di crescere nell’obbedienza allo Spirito e nella fraternità». In questo senso va anche il Cammino sinodale, «occasione preziosissima» affinché «giungano a maturazione alcune dimensioni essenziali della vita della Chiesa: l’ascolto della Parola e di tutti, il discernimento personale e comunitario, la profezia al servizio del Regno di Dio in questa città».

Poi il ringraziamento sentito a «tutti coloro che in questi anni hanno collaborato con tanta generosità e abnegazione qui in Vicariato e nelle altre realtà diocesane. Ho potuto sperimentare in tante occasioni quanto le persone, con il loro carisma particolare donato dallo Spirito, possano dare tanto al servizio di tutti, se si sentono volute bene dal pastore. È quello che ho cercato di fare – conclude –, con le mie povere forze e il carico dei miei limiti, nel servizio episcopale che mi è stato affidato. Grazie a tutti».

6 aprile 2024

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