7 Agosto 2025

Il boato dalla piazza, la gioia per il nuovo Papa

Il boato della piazza ha salutato la fumata bianca che annunciava l’elezione del 267° Pontefice. Una piazza San Pietro da cui si sono immediatamente levati i cori “Viva il Papa!” e che si è andata rapidamente riempiendo, mentre suonavano le campane della basilica, all’unisono con quelle delle parrocchie romane. Uno scampanio accolto dallo sventolio di decine di bandiere: vessilli di Spagna, Svezia, Cile, Colombia, Repubblica Ceca, Honduras, Bulgaria, Polonia, Messico, Stati Uniti… Tutto il mondo era davvero rappresentato nell’abbraccio del colonnato del Bernini e più giù, lungo via della Conciliazione. Insieme ai cori, si sono levati cartelli con la stessa scritta inneggiante al nuovo Pontefice, anche se non se ne conosceva ancora l’identità.

Dal comignolo della Sistina gli sguardi si sono spostati verso la loggia della basilica, nell’attesa del fatidico “Habemus Papam!”, di conoscere il suo nome, di vedere il suo volto. Monica e Paolo, che vengono da Modena, giunti per il Giubileo, non nascondono la loro emozione: «Venire qui per il nostro pellegrinaggio e assistere all’elezione del nuovo Papa… non ce lo saremmo mai aspettato, è una grandissima gioia!». «Speriamo che sia un pastore che ha a cuore i problemi della gente semplice», dicono ancora Manuel e Ana Ines, due pellegrini uruguaiani. Intanto vengono intonate antifone mariane: Salve Regina, Regina Coeli… la gente prega ma già dimostra tutto il suo affetto al nuovo Papa.

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Il Bilancio di missione della Diocesi di Roma

Il Consiglio diocesano per gli Affari Economici ha approvato i bilanci consuntivi 2024 del Vicariato e della Diocesi di Roma, e dell’Opera Romana per la Preservazione della Fede.

Il Consiglio si è complimentato con gli Uffici dell’Economato e dell’Amministrazione per la chiarezza e la trasparenza dei bilanci e per aver presentato un bilancio preventivo introducendo anche un piano triennale 2025-2027, con il chiaro obiettivo di pianificare la gestione delle risorse più a lungo termine.

Un elemento di particolare rilevanza che è stato sottolineato dal Consiglio è l’aver riportato il Bilancio della Diocesi in attivo, con un avanzo di esercizio per il 2024 pari a € 2.202.169, confermando il trend già positivo del 2023, consolidando con questi due ultimi esercizi un recupero totale dei disavanzi degli esercizi 2022 (€ -3.790.032) e 2021 (€ -2.321.157). Tale ripianamento è stato ottenuto senza aver applicato alcun “taglio” sul personale e con un aumento delle spese relative alla gestione di alcuni eventi giubilari sostenute già nel corso del 2024.

Inoltre è stato mantenuto un elevato livello di sostegno alle opere di Carità, con erogazioni dirette per le attività della Caritas diocesana per € 4.848.573, attività caritative sostenute direttamente dalla Diocesi per € 2.784.178, oltre ai contributi erogati per il sostegno alle famiglie bisognose, tramite le Parrocchie, per € 650.000.

Una voce significativa è stata rappresentata anche dai contributi a fondo perduto a sostegno delle Parrocchie, con l’erogazione di € 3.948.671.

Nel mese di settembre il Bilancio sarà illustrato al Consiglio Presbiterale e subito dopo sarà, per la prima volta, pubblicato sul sito della Diocesi di Roma.

25 luglio 2025

Il battesimo dei catecumeni nella veglia di Pasqua

Foto di Cristian Gennari

di Salvatore Tropea da Roma Sette

«Un’esperienza straordinaria, di avvicinamento e ingresso alla fede e alla famiglia della comunità cristiana di Roma». È la testimonianza che accomuna i sei catecumeni – cinque di origini nigeriane e un ragazzo romano – che questa notte, durante la veglia di Pasqua presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis, hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella basilica di San Giovanni in Laterano.

Questi ragazzi, spiega suor Maria Rosaria Carpentieri, referente del Servizio per il catecumenato della diocesi, «hanno compiuto un cammino lungo due anni, all’interno dei quali è stato necessario “vivere” due quaresime, ed è stato un percorso di istruzione e avvicinamento alla fede cristiana, da qui il termine greco “katechúmenos”, “colui che viene istruito”». Un momento dal grande significato per i catecumeni, «ma anche per il resto della comunità, perché con i nuovi battezzati – racconta suor Carpentieri – tutta la comunità della Chiesa universale e locale fa memoria del suo passaggio pasquale e rinnova nelle promesse battesimali la propria fedeltà al dono ricevuto e agli impegni assunti, in un continuo processo di rinnovamento, di conversione e di rinascita».

Racconta Leonardo Di Vito, 19 anni, studente in un liceo scientifico della Capitale e uno dei sei catecumeni: «Ho scelto questo percorso grazie alla mia famiglia, da sempre credente e per la promessa fatta ad un amico fraterno di essere il suo padrino alla Cresima e quindi poter stare accanto il prima possibile alla confermazione del mio futuro figlioccio». Intraprendere il cammino che lo ha poi portato ai sacramenti «è stata anche una straordinaria scoperta – ci tiene a sottolineare –, perché sono stato accolto da una vera e propria famiglia, che mi ha fatto crescere, scoprire altri punti di vista e anche superare alcuni pregiudizi che avevo riguardo la spiritualità di ognuno di noi».

Per i sei neo battezzati, tutto è iniziato due anni prima di ricevere i sacramenti di questa notte, «con la fase di precatecumenato – spiega ancora la religiosa referente del Servizio diocesano – che serve per discernere sempre di più le proprie motivazioni e poi con l’anno di vero catecumenato, in ascolto della Parola». Durante l’ultima Quaresima, ogni catecumeno vive il rito dell’elezione, con il quale la comunità ecclesiale si assume la responsabilità dell’idoneità della persona a ricevere i sacramenti. Infine, dalla terza alla quinta Domenica del periodo quaresimale, i cosiddetti scrutini, il cui scopo «è di illuminare a poco a poco i catecumeni sul mistero del peccato». Fondamentale, per tutti i catecumeni, il rapporto con i padrini. «Devo tutto – riprende Leonardo – alla mia madrina che mi ha supportato per realizzare quello che era diventato al contempo un obiettivo e un sogno». Quello di stanotte è stato «un punto di inizio, non di certo la fine di un cammino», spiega Leonardo con l’emozione di chi «non ama avere i riflettori puntati addosso», ma l’agitazione della vigilia e l’ansia per una basilica colma di fedeli è stata superata dall’aver vissuto «un’esperienza che porterò con me per tutta la vita». Infine, Domenica prossima i sei giovani parteciperanno alla celebrazione eucaristica con il rito della deposizione della veste bianca indossata durante la veglia pasquale.

17 aprile 2022

Il 90° di dedicazione di Sant’Ippolito Martire

La parrocchia di Sant’Ippolito Martire, nel cuore del quartiere piazza Bologna a Roma, si appresta a celebrare un traguardo significativo: il 90° anniversario della sua erezione. Per l’occasione, la comunità parrocchiale ha organizzato tre giorni di eventi speciali, aperti a tutti, dal 4 al 6 ottobre.

Venerdì 4 ottobre, in concomitanza con la memoria liturgica di san Francesco d’Assisi, alle ore 19, il cardinale Enrico Feroci presiederà una solenne celebrazione eucaristica. A seguire, un momento di fraterna condivisione e convivialità attende tutti i parrocchiani presso il Salone Tiberiade.

Sabato 5 ottobre, alle ore 19, la comunità si riunirà nuovamente per la Santa Messa, presieduta da padre Ferruccio Bortoluzzi, già viceparroco sin da quando la parrocchia era affidata ai frati cappuccini.

Domenica 6 ottobre, giornata conclusiva dei festeggiamenti, saranno celebrate due Messe solenni: alle ore 12 presiederà il cardinale Angelo De Donatis, penitenziere Maggiore; alle ore 19 monsignor Marco Frisina, celebre compositore di musica sacra, e animata dal Coro della Diocesi di Roma. Al termine della celebrazione, alle ore 20, il Coro si esibirà in un concerto che impreziosirà ulteriormente la giornata.

«L’anniversario della erezione – dichiara il parroco don Manlio Asta – rappresenta un momento di profonda gioia e di ringraziamento per la comunità di Sant’Ippolito Martire. Un’occasione per ricordare il cammino di fede percorso insieme e per guardare al futuro con speranza, nella luce del Vangelo».

3 ottobre 2024

Il 9 ottobre una serata dedicata a Raffaello

Foto di Annalisa Maria Ceravolo

“Raffaello, Roma e l’ideale del Rinascimento” è il tema della serata organizzata dall’Ufficio per la cultura e l’università del Vicariato di Roma per venerdì 9 ottobre, alle ore 19 all’Orto Botanico (largo Cristina di Svezia, 24), a cinquecento anni dalla morte di Raffaello Sanzio. Durante l’incontro verranno presentati alcuni video che raccontano i luoghi romani dell’artista urbinate, illustrati da monsignor Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio diocesano; mentre l’attore Giorgio Latini leggerà alcuni sonetti e brani della famosa lettera sulla conservazione delle antichità romane a Leone X, che però non fu mai né terminata né spedita.

«In generale in pochi collegano il Rinascimento a Roma – evidenzia monsignor Lonardo –, ma è sbagliato. Raffaello soggiornò a Villa Farnesina, dell’amico banchiere Agostino Chigi, a cinquanta metri dall’Orto Botanico. Possiamo quasi immaginarlo mentre passeggiava su via della Lungara… Raffaello rappresenta la bellezza ideale, l’armonia, eppure muore a 37 anni. Il suo amico Agostino morirà 4 giorni dopo. Si sperimenta così la fragilità della vita, la stessa che stiamo sperimentando in questi mesi con il coronavirus». L’artista, che fu anche architetto, «rappresenta un ponte tra il mondo classico e quello cristiano – prosegue il direttore dell’Ufficio diocesano –. Tutto quello che c’è di bello nell’antico trova in qualche modo compimento nel cristianesimo. Nonostante Raffaello stesso non fosse tipo da affetti stabili, come anche tanti artisti e non solo suoi contemporanei, volle essere seppellito al Pantheon. Su via dei Coronari, inoltre, affittò una palazzina per far celebrare messe in suo onore».

Pantheon, Santa Maria della Pace, Villa Farnesina, Santa Maria del Popolo, Sant’Eligio degli Orefici, Sant’Agostino… Sono tutti luoghi romani legati a Raffaello e verranno presentati, nell’incontro di venerdì, attraverso dei video realizzati dall’Ufficio per la cultura e l’università e dall’Ufficio per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport del Vicariato di Roma. Hanno partecipato alla realizzazione Alessandro Zuccari, ordinario di Storia dell’arte moderna alla Sapienza-Università di Roma e accademico dei Lincei; Antonio Sgamellotti, professore emerito dell’Università degli Studi di Perugia e accademico dei Lincei; Aldo Vitali, console camerlengo dell’Università e Nobil Collegio degli orefici, gioiellieri e argentieri dell’Alma Città di Roma; il quartetto vocale “Errar cantando”, che ha eseguito “In Te Domine speravi” di Josquin Desprez. Monsignor Lonardo è autore e narratore dei testi; don Francesco Indelicato, direttore dell’Ufficio per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport, ha curato riprese e montaggio; Francesco d’Alfonso è direttore di produzione e curatore delle musiche; Annalisa Maria Ceravolo ha curato la segreteria di produzione, le riprese e le fotografie; Claudio Tanturri la segreteria di produzione. I video verranno poi raccolti e ampliati in un unico documentario, che sarà disponibile on line nei giorni successivi all’incontro.

L’ingresso a “Raffaello, Roma e l’ideale del Rinascimento” può avvenire esclusivamente su prenotazione a ufficioculturaeuniversita@diocesidiroma.it. L’incontro sarà trasmesso in diretta streaming su www.radiopiu.eu. I giornalisti e operatori media che desiderano partecipare devono contattare l’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi: stampa@diocesidiroma.it.

5 ottobre 2020

Il 9 novembre a San Giovanni la consegna del mandato ai catechisti

Foto di Cristian Gennari

«Quest’anno ho pensato di festeggiare in modo particolare con voi la solennità della nostra Cattedrale: a tutti rivolgo l’invito a celebrare insieme la dedicazione della basilica di San Giovanni in Laterano il prossimo martedì 9 novembre, alle ore 17.30. Durante la messa vi conferirò il mandato catechistico per l’anno pastorale che abbiamo iniziato». Il cardinale vicario Angelo De Donatis scrive ai catechisti della diocesi di Roma – circa ottomila persone – e annuncia che il prossimo 9 novembre conferirà loro il mandato. Un’occasione speciale per questi laici impegnati ad accompagnare piccoli e grandi verso i sacramenti, e non solo.

«Abbiamo diversi motivi per ringraziare il Signore, perché il 2021 è un anno speciale per i catechisti – sottolinea infatti il cardinale nella sua lettera –. A gennaio il nostro vescovo, Papa Francesco, ha incontrato l’Ufficio catechistico nazionale della Cei in occasione dei 60 anni dalla sua fondazione. Nell’udienza il Papa ha parlato della catechesi come di un’avventura straordinaria, l’avanguardia della chiesa, chiamata ad ascoltare le domande delle persone e a parlare la lingua della gente, per trasmettere all’uomo di oggi la gioia del vangelo». In quell’occasione, il Santo Padre scrisse a mano un messaggio ai catechisti: «Vi chiedo di non perdere entusiasmo. Come gli artigiani, anche voi siete chiamati a plasmare l’annuncio con creatività. Non cedete allo scoraggiamento e allo sconforto. Puntate sempre in alto, sostenuti dalla misericordia del Padre. Il Papa v’incoraggia e vi sostiene».

Qualche tempo dopo, il 10 maggio, Papa Francesco firmava il motu proprio “Antiquum ministerium”, con il quale istituiva il ministero laicale del catechista. Così il Pontefice «ha aperto la possibilità del ministero istituito – sottolinea il vicario –, riconoscendo che i catechisti rendono alla comunità cristiana un servizio fondamentale che merita di essere considerato “ufficiale” nella Chiesa». Infine, «domenica scorsa il Papa ha inaugurato il cammino sinodale – si legge ancora nella missiva di De Donatis –. Come catechisti, sarete direttamente impegnati in questo cammino, in particolare nell’ascolto della chiesa e della città, perché siete “in prima linea” nel rapporto con le persone e avete quindi molte occasioni di contatto profondo, sia dentro che fuori dalla comunità. Questo periodo che si apre è una occasione per riscoprire la sinodalità, cioè letteralmente il “camminare insieme”, come caratteristica di tutta la chiesa, ma in modo particolare del servizio di catechista. Siamo consapevoli che non si evangelizza da soli: il Signore Gesù, infatti, ha inviato i suoi discepoli “a due a due”. Camminiamo insieme, dunque – conclude –, e ringraziamo il Signore per come ci guida e ci accompagna».

Quella del catechista è «una delle più grosse e più belle esperienze di servizio nelle parrocchie romane – dice don Andrea Cavallini, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano –; è il primo grande servizio che i laici fanno, mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie energie. Trovo bellissimo che il cardinale scriva loro una lettera, li voglia incontrare e celebrare con loro». Per tre quarti donne, di età adulta, molti con figli ancora piccoli: eccoli i catechisti della diocesi, circa ottomila laici che preparano giovani e meno giovani a ricevere i sacramenti, o che fanno catechesi di accompagnamento.

18 ottobre 2021

Il 9 maggio la veglia ecumenica per i missionari martiri

Foto Diocesi di Roma / Gennari

Nella diocesi di Roma, le iniziative tradizionalmente previste il 24 marzo per la XXXIII Giornata dei missionari martiri confluiranno, in via eccezionale, nella veglia ecumenica giubilare che avrà luogo il pomeriggio del 9 maggio nella basilica di San Paolo fuori le Mura.

Si celebrerà così la memoria di quanti, cattolici, ortodossi, evangelici, hanno offerto la vita in fedeltà a Cristo e al Vangelo, sostenuti dalla fede, luce di speranza di fronte al male, spesso uccisi nell’esercizio della carità.

È l’ecumenismo del sangue più volte richiamato da Papa Francesco che già nell’Anno Santo del Duemila trovò espressione nella grande preghiera convocata al Colosseo da san Giovanni Paolo II.

20 marzo 2025

Il 7 dicembre il Concistoro: la lettera del vicario al popolo di Dio

Foto Diocesi di Roma / Gennari

Il 7 dicembre, nel Concistoro, il vicario di Sua Santità per la diocesi di Roma, monsignor Baldo Reina, sarà creato cardinale. Di seguito la lettera alla diocesi

Al popolo di Dio che è in Roma.
Riprendo le parole del Santo Padre indirizzate ai Cardinali eletti il 6 ottobre: “Occhi alti, mani unite, piedi nudi”. Desidero farle mie nell’impegno che mi attende da qui in avanti; a tutti chiedo di pregare affinché il Signore mi custodisca in questi tre atteggiamenti, rendendomi un pastore orante, generoso e povero.

L’appuntamento del prossimo Concistoro (7 e 8 dicembre) coinvolge in modo significativo la Diocesi di Roma; al Vicario sarà chiesto di collaborare con il Santo Padre all’interno del Collegio Cardinalizio, unendo il servizio alla Chiesa universale con quello alla Chiesa locale, all’interno di un paradigma di comunione. Tutto ciò che ha una valenza ecclesiale ha un orizzonte che supera il riferimento alla singola persona. Dal momento in cui ho appreso la notizia della mia creazione a Cardinale ho sentito che dentro il mandato di Vicario vi fosse un riferimento a tutti i cristiani di Roma; ed è per Voi che intendo svolgere la missione che mi è stata affidata.

Mi impegno ad essere come colui che serve, ad immagine di cui Colui che ha servito fino a dare la vita per tutti; servizio nella linea della comunione, del dialogo aperto, dello sguardo evangelico sulla città, dell’ascolto di ciò che lo Spirito dice alla Chiesa, della lettura dei segni dei tempi perché si realizzi, con maggiore efficacia, la pedagogia dell’Incarnazione.
Ho sperimentato personalmente che è il Signore a condurre la storia; coloro che sono scelti sono fedeli alla missione affidata solo se non smettono di vivere intimamente uniti a Lui con profonda umiltà.

Sento di avere bisogno di tutti, in particolare dei sacerdoti; desidero ascoltarvi e servirvi. Riconosco quanto sia prezioso il lavoro pastorale di ciascuno di voi, spesso nascosto e svolto in contesti difficili. Voi sacerdoti siete la cucitura primaria di questa Chiesa; il mio servizio non potrà che essere a favore della comunione e della fraternità che il Maestro ci richiede. E a voi laici, impegnati nelle varie realtà della nostra diocesi, assicuro la mia vicinanza, stima e gratitudine.

Affido alla materna protezione della Salus Populi Romani il mio ministero. In attesa di incontrarVi alla Santa Messa che presiederò l’8 dicembre alle 17.30 nella Basilica di San Giovanni in Laterano, a tutti giunga il mio fraterno abbraccio e la mia paterna benedizione.

2 dicembre 2024

Il 6 marzo le famiglie al Divino Amore, in vista del X Incontro mondiale

Foto di Cristian Gennari

Una giornata dedicata alle famiglie romane, in vista dell’Incontro mondiale che si terrà nella Città Eterna dal 22 al 26 giugno, sarà quella di domenica 6 marzo al Santuario del Divino Amore. Il Centro diocesano per la pastorale familiare propone infatti una mattinata di preghiera, riflessione e condivisione attorno al tema dell’evento di giugno: “L’amore familiare: vocazione e via di santità”. I partecipanti si ritroveranno alle 9 per l’accoglienza nell’Auditorium dove don Dario Criscuoli, direttore del Centro diocesano per la pastorale familiare, terrà una breve introduzione alla giornata. Poi, alle 9.30, al Santuario Nuovo, il vescovo Dario Gervasi, delegato diocesano per la Pastorale familiare, presiederà la celebrazione eucaristica. Le famiglie torneranno poi nell’Auditorium per ascoltare, alle 10.45 circa, la catechesi di don Fabio Rosini, direttore del Servizio diocesano per le vocazioni. Per i bambini è previsto un servizio di babysitting.

«Siamo entrati nel vivo della preparazione del X Incontro mondiale – riflette don Criscuoli –, e Roma si prepara con gioia ed entusiasmo a vivere l’evento. Si tratta di accompagnare le comunità parrocchiali nel percorso di avvicinamento al mese di giugno, per questo si è pensato ad alcuni eventi preparatori, che vogliono servire da stimolo e da incoraggiamento per le singole famiglie e le parrocchie». E invita all’appuntamento seguente, previsto per domenica 29 maggio: un pellegrinaggio per le famiglie che partirà alle ore 17 dalla basilica di San Giovanni in Laterano. Da lì genitori, nonni e figli si metteranno in cammino verso la basilica di Santa Croce in Gerusalemme, poi ancora verso la vicina Santa Maria Maggiore per tornare infine alla cattedrale di Roma. «A Santa Maria Maggiore – annuncia il sacerdote – faremo un affidamento di tutte le famiglie alla Vergine Maria».

“L’amore familiare: vocazione e via di santità…. In cammino verso il X Incontro mondiale delle famiglie” è il tema che farà da filo conduttore a entrambi gli appuntamenti, pensati appunto in preparazione all’evento di Roma. Iniziative analoghe stanno nascendo in tante diocesi del mondo perché l’evento di giugno, come stabilito da Papa Francesco, l’Incontro si svolgerà in forma «multicentrica e diffusa». Una novità pensata a causa della pandemia, ma che si sta rivelando una grande opportunità pastorale, rendendo protagoniste comunità locali, gruppi, associazioni. Tutti i sussidi pastorali per l’Incontro, preparati dalla diocesi di Roma e dal Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, sono disponibili in diverse lingue e scaricabili gratuitamente dal sito internet romefamily2022.com: sette catechesi con altrettanti cortometraggi di accompagnamento, il vademecum, il logo, l’inno ufficiale “We believe in love” composto da monsignor Marco Frisina, l’immagine dipinta da padre Marco Ivan Rupnik.

 

28 febbraio 2022

Il 50° di ordinazione sacerdotale di Papa Francesco: gli auguri della comunità diocesana di Roma

La comunità diocesana di Roma si stringe attorno al suo vescovo Papa Francesco in occasione del cinquantesimo anniversario di ordinazione presbiterale, il 13 dicembre. La ricorrenza era stata già ricordata domenica 8 dicembre con una speciale intenzione di preghiera, proclamata durante tutte le Messe in tutte le chiese della diocesi. Alla vigilia dell’anniversario stesso, il cardinale vicario Angelo De Donatis scrive un messaggio a nome di tutta la comunità diocesana. Di seguito il testo:

La Chiesa di Roma non si dimentica di pregare per Lei Santo Padre. Per Lei sale a Dio la preghiera dei piccoli, dei bambini delle nostre comunità, che Lei benedice con affetto di Padre. Sale al Signore per Lei la preghiera dei poveri, che Lei ama in modo privilegiato; la preghiera degli anziani e dei malati, che offrono le loro sofferenze per la Chiesa. Per Lei è la preghiera dei giovani, spinti dal Suo entusiasmo missionario; e delle famiglie, chiamate a vivere la Gioia dell’Amore. Per Lei è la preghiera di tutti noi, pronti a portare il Vangelo della gioia. E la preghiera dei ministri ordinati, chiamati a camminare insieme al Suo passo per le periferie esistenziali della nostra città. Per Lei è la preghiera dei consacrati e delle consacrate, segno di speranza per la nostra Chiesa.
Per Lei, per la Chiesa e per il mondo, è tutta la nostra preghiera, come anche il ringraziamento per come ci sta portando per mano per le vie dell’uomo, “misericordiando”, con uno sguardo di amore e di tenerezza. Una preghiera quotidiana si innalza per Lei, successore di Pietro, da questa sua città. Oggi in particolare rendiamo grazie al Signore per il dono delle Sue mani consacrate cinquanta anni fa, che sono levate in alto per intercedere per noi, e che sono protese verso tutti per trasmettere amore.
Senta queste Sue mani alzate sostenute dalle nostre, ogni giorno, in ogni istante.
Auguri di cuore, Santità!

13 dicembre 2019

Il 5 novembre la Messa per i sacerdoti defunti

Come ogni anno nel mese di novembre la Chiesa invita a offrire la nostra preghiera in suffragio per i fratelli defunti. «Come presbiterio diocesano e popolo santo di Dio che vive in Roma – scrive il cardinale vicario Angelo De Donatis in una lettera – pregheremo anche quest’anno in ricordo dei sacerdoti e dei diaconi della nostra diocesi che sono entrati nella vita eterna nel 2022». L’appuntamento è per sabato 5 novembre alle 17.30, con la Messa nella basilica di San Giovanni in Laterano presieduta dal cardinale vicario.

«Invito in particolare – prosegue il porporato – tutte le comunità parrocchiali che hanno avuto come loro pastore uno dei confratelli defunti a sentire forte l’esigenza di unirsi a noi per pregare il Dio della Resurrezione e della vita». I sacerdoti che desiderano concelebrare devono portare camice e stola verde.

Leggi il testo integrale della lettera

12 ottobre 2022

Il 5 novembre gli universitari a L’Aquila

Dopo quello di sabato 15 ottobre, che ha portato gli universitari sulle sponde del Tevere e all’Isola Tiberina, arriva un’altra proposta di pellegrinaggio da parte dell’Ufficio per la cultura e l’università della diocesi di Roma, per il quale sono già aperte le iscrizioni. Sabato 5 novembre è in programma infatti il XIX pellegrinaggio delle matricole e degli universitari, e avrà come meta L’Aquila e in particolare la basilica di Collemaggio. Ad accompagnare i ragazzi sarà il direttore dell’Ufficio diocesano, monsignor Andrea Lonardo.

La mattinata sarà aperta da un momento di preghiera e di meditazione guidato dal cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo metropolita de L’Aquila. Seguirà una catechesi di monsignor Lonardo su “Nutre la mente solo ciò che la rallegra”. Quindi, attorno a mezzogiorno, è prevista la testimonianza di una giovane coppia aquilana che racconterà l’esperienza del terremoto del 6 aprile 2009, a seguito del quale morirono 309 persone. La stessa basilica di Collemaggio, insieme ad altri monumenti e palazzi, fu gravemente danneggiata dal sisma. Dopo il pranzo al sacco, gli studenti avranno tempo per visite culturali alla scoperta del capoluogo abruzzese.

24 ottobre 2022

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