11 Maggio 2025

Caritas, assemblea dei volontari

Un volontario Caritas (foto Cristian Gennari)

Sabato 29 maggio, dalle ore 10 alle 12, si terrà l’assemblea dei volontari delle opere segno della Caritas di Roma. L’incontro si svolgerà sulla piattaforma Zoom.

Dopo la prima esperienza dell’ottobre scorso a cui è seguita l’assemblea per gruppi del 20 marzo, questo terzo incontro potrà essere un’occasione per tornare a fare il punto della situazione a partire dal vissuto e dalle esperienze concrete all’interno dei Centri, tenendo presenti gli spunti e gli stimoli venuti alla luce negli incontri precedenti. L’assemblea, che ha per tema “Riflessioni sul ruolo”, prevede un momento introduttivo comune con monsignor Benoni Ambarus e la successiva suddivisione in tre gruppi di lavoro: volontari e centro; Caritas e istituzioni; volontari e territorio.

Per partecipare e ricevere l’accesso alla piattaforma Zoom è possibile compilare il modulo sul sito della Caritas.

24 maggio 2021

Omnia for Italy, la nuova proposta dell’Opera Romana Pellegrinaggi

Viterbo con il Palazzo dei Papi

Si chiama Omnia for Italy il nuovo progetto dell’Opera Romana Pellegrinaggi (Orp), che verrà presentato ufficialmente lunedì 24 maggio alle ore 11 nel Palazzo Apostolico Lateranense, nel corso di una conferenza stampa. L’obiettivo è proporre una vetrina web, tramite la quale il “pellegrino 2.0”, straniero o italiano, possa scoprire e prenotare diverse esperienze del patrimonio culturale, religioso e artistico dell’Italia cristiana. Omnia for Italy, infatti, nasce dall’esperienza digitale di Omnia Vatican&Rome durante i primi mesi della pandemia e sfrutta appieno le risorse della piattaforma dell’Orp (creata nel 2016 per Roma Cristiana).

Il progetto nasce e si sviluppa in collaborazione con altre realtà: Opera Laboratori Fiorentini, Archeoares, Sistema Museo, Narni Sotterranea, Centro Turistico Cooperativo, Monastero Clarisse Eremite di Fara Sabina, Cammini di Leuca. Sono 12 le Regioni italiane coinvolte (Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Molise, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria, Calabria, Puglia), per un totale di 45 città e 26 diocesi. Ben 70 le diverse proposte in programma: dai Cammini di Leuca alla scoperta di Viterbo con il Duomo e il Palazzo dei Papi; dal Complesso Monumentale del duomo di Siena alla scoperta di Orvieto. E ancora passeggiate al Quartiere dei Gesuiti a Parma, pellegrinaggi nella penisola sorrentina, camminate a Pienza, Cortona, Montepulciano.

«Il progetto, nel lungo periodo, intende essere un volano di sviluppo per una grande azione di promozione e valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici, già oggi visitabili in tutto il Paese. È un prodotto che nasce con lo sguardo verso il futuro». A spiegarlo è monsignor Remo Chiavarini, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi, che interverrà alla conferenza stampa di lunedì prossimo. «Il pacchetto Omnia Vatican&Rome sta andando molto bene sul mercato internazionale – osserva –, per gli stranieri che usano molto il web. Quando vengono a Roma, per visitare la Città Eterna, utilizzano molto la nostra piattaforma, che propone esperienze: biglietti di ingresso nei musei, possibilità di visite guidate, ecc. Abbiamo avuto l’intuizione di allargare questa proposta valida su Roma a tutta la penisola. Inizialmente siamo partiti con il Lazio, relazionandoci con alcune diocesi, ma subito si sono fatte avanti altre realtà interessate».

Il progetto è «molto ambizioso e impegnativo», ammette monsignor Chiavarini. «Bisogna ricordare al turista straniero, ma anche a quello italiano, che Roma è inserita al centro di una nazione ricca di tante bellezze. La nostra speranza è anche di crescere, perché l’Italia cristiana è molto più grande di quella che presentiamo adesso. Diciamo che si tratta di un primo passo, di un esperimento. Questa è una sfida. L’Opera Romana mette a servizio l’esperienza acquisita negli anni e la sua piattaforma che ha grande visibilità, e si propone come vetrina anche per piccoli itinerari di nicchia».

18 maggio 2021

Partecipa all’assemblea generale della Conferenza episcopale italiana

Dal pomeriggio partecipa all’assemblea generale della Conferenza episcopale italiana.

Omelia in occasione della celebrazione diocesana del malato

Al santuario del Divino Amore la celebrazione diocesana del malato. De Donatis: «la malattia ha sempre un volto, e non uno solo: ha il volto di ogni malato e malata, anche di quelli che si sentono ignorati ed esclusi. Noi vogliamo riconoscere tutti questi volti» perché «c’è una malattia più grave di tutte: l’indifferenza».

 

22 maggio 2021

Nella basilica di San Giovanni in Laterano preside la Veglia di Pentecoste

Nella basilica di San Giovanni in Laterano preside la Veglia di Pentecoste.

Nella basilica di Santa Maria Maggiore presiede la preghiera del Santo Rosario

Nella basilica di Santa Maria Maggiore presiede la preghiera del Santo Rosario.

Al Santuario della Madonna del Divino Amore presiede la Messa in occasione della celebrazione diocesana del malato

Al Santuario della Madonna del Divino Amore presiede la Messa in occasione della celebrazione diocesana del malato.

Premio Don Andrea Santoro nell’Aula della Conciliazione

Premio Don Andrea Santoro nell’Aula della Conciliazione, a cura del Centro missionario.

Pastorale giovanile, tavola rotonda con Paola Bignardi

“Niente sarà più come prima, oltre l’emergenza della pandemia”: questo il tema della tavola rotonda sulla condizione giovanile a Roma, promossa dal Servizio diocesano per la pastorale giovanile, in programma questa sera (venerdì 21 maggio) alle ore 20 sui canali della Pastorale giovanile.

Interverranno il vicegerente monsignor Gianpiero Palmieri; Paola Bignardi, coordinatrice dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo; Veronica Mammì, assessora alla Persona, Scuola e Comunità solidale di Roma Capitale; Alessandro Ricci della Pontificia Università Salesiana; Alessandro Ciamei, responsabile della Pastorale giovanile francescana di Roma; Giuseppe Rolli, responsabile del progetto Orientamento Giovani. Ancora, due giovani come Cristina Cecilia, laureata in Scienze Politiche alla Sapienza, e Tommaso Filippi, diplomando al liceo Amaldi di Roma. Modererà gli interventi il direttore del Servizio diocesano don Alfredo Tedesco.

21 maggio 2021

La Madonna del Divino Amore “fa le grazie a tutte l’ore”

a cura delle Missionarie della Divina Rivelazione

In località Castel di Leva, tra la via Ardeatina e la via Appia Antica, sorge un luogo tanto caro alla devozione dei romani, il Santuario della Madonna del Divino Amore. Ogni sabato, a partire dal primo sabato dopo Pasqua, si svolge il pellegrinaggio notturno lungo 14 Km; la processione di fedeli parte da porta Capena e si snoda attraverso la via Appia Antica fino al Quo Vadis, poi imbocca la via Ardeatina per arrivare al Santuario. Mano a mano che si esce dalla città, le strade si fanno più oscure e tortuose, ma tra lo scorrere delle “Ave Maria” del santo Rosario, si ode il ritornello gioioso, strillato a squarciagola dai pellegrini: “Ave e sempre Ave, la Madonna del Divino Amore, fa le grazie a tutte l’ore e noi l’andiamo a visitar”.

La storia del Santuario è legata a un’antica immagine mariana, che mostra la Vergine in trono con il Bambino Gesù; la Madre e il Figlio si guardano teneramente, tra due angeli in alto adoranti con il turibolo, mentre in alto la colomba dello Spirito Santo stende le sue ali per avvolgerli con la sua Grazia. Il dipinto, che si trovava su un’alta torre di cinta del Castello dei Leoni (nel tempo detto Castel di Leva), fu realizzato dalla scuola romana di Pietro Cavallini tra il XIII e il XIV secolo d.C.. La zona, che era di proprietà dell’abbazia di San Paolo, nel 1295 passò alla famiglia dei Savelli, che fece costruire il castello.

Per molti secoli la “Madonna del Divino Amore” stette in silenzio, nella brulla e desolata campagna romana. Ogni sera, ai piedi della torre, i pastori si riunivano per recitare il Santo Rosario.

Il primo miracolo avvenne in un pomeriggio di primavera del 1740. Un pellegrino si era smarrito nella desolata campagna romana, appena vide la torre, con passo veloce cercò di entrare nel centro abitato, ma all’improvviso, mentre già si trovava all’ombra della torre, la sua corsa fu arrestata da una turba di cani inferociti, che lo circondarono, pronti a sbranarlo. Il pellegrino, angosciato, alzò lo sguardo al cielo e i suoi occhi incontrarono gli occhi della Vergine, posta sulla torre, ed egli, come un misero condannato a morte, gridò la sua supplica accorata: “Madonna mia, grazia!”. Le bestie inferocite, pronte a straziare la loro preda, quasi obbedendo a un comando misterioso, di colpo si arrestarono, risparmiando la vita al povero pellegrino. Finalmente accorsero i pastori e attoniti videro il prodigio accaduto, il pellegrino gioioso riprese la strada per Roma. Non si sa il nome del miracolato, ma il fatto prodigioso ben presto si diffuse in tutta Roma e iniziarono fin da subito i pellegrinaggi di numerose folle, che accorrevano notte e giorno a Castel di Leva, per gridare anche loro la propria accorata supplica alla Madonna del Divino Amore: “Madonna mia, grazia!”.

Nel 1742, accertata la veridicità dell’indole miracolosa dell’effige, fonte di miracoli e grazie, si decise di staccare l’affresco dalla torre per riporlo in una chiesa. Ben presto, nel 1745 fu costruito un santuario ad opera dell’architetto campano, Filippo Raguzzini.

La chiesa e l’altare maggiore furono solennemente dedicati al Divino Amore, il 31 maggio del 1750, durante il Giubileo. Intervenne per la solenne celebrazione, il Vescovo di Padova, il Cardinale Carlo Rezzonico, che nel 1758 salirà al soglio pontificio, con il nome di Clemente XIII.

Per il santuario si alternarono anni di vitalità e di decadenza. Fu don Umberto Terenzi, prete romano, figlio spirituale di Don Orione che, dal 1930 fino al 1974, si prodigò per fare di quel luogo mariano il cuore della vita spirituale e sociale degli abitanti dell’agro romano, segnato dalla miseria e dalla malaria. Ben presto, grazie alla sua fede furono realizzate tante opere: un asilo, la stazione ferroviaria sulla linea Roma-Napoli, un ufficio postale, una stazione dei carabinieri, un presidio sanitario. Nel 1937, per l’accoglienza e la cura delle bambine orfane, prese vita la famiglia religiosa delle Figlie della Madonna del Divino Amore; anni dopo vide la luce anche la famiglia maschile degli Oblati figli della Madonna del Divino Amore. Oggi, sia i sacerdoti che le religiose del Divino amore sono presenti a Roma e in tante parti del mondo.

Nella primavera del 1944, i romani supplicarono la Vergine del Divino Amore perché la città fosse risparmiata dalla devastazione della guerra, in cambio promettevano di vivere secondo gli insegnamenti della Chiesa e di realizzare un nuovo santuario a Castel di Leva. Nel 1999 fu il Papa San Giovanni Paolo II a consegnare alla Madonna del Divino Amore la nuova Chiesa del Divino Amore.

Don Umberto Terenzi è stato dichiarato Servo di Dio dal Cardinale Ruini nel 1992 e nel 2004 si è aperta la causa di beatificazione. Egli ci lascia un insegnamento davvero semplice ed efficace per chi desidera mettersi al servizio dello Spirito Santo, ossia il Divino Amore, l’unica cosa da fare è «conoscere e far conoscere, amare e far amare la Madonna, costi quello che costi».

 

21 maggio 2021

Al via il Premio giornalistico Fratelli Tutti

Un premio giornalistico regionale ispirato ai contenuti dell’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”, intesa come un manifesto per un futuro modellato dall’interdipendenza e dalla corresponsabilità nell’intera famiglia umana. È questo il senso del Premio “Fratelli tutti” promosso dal Comitato regionale per le Comunicazioni del Lazio (Corecom Lazio) con il patrocinio della diocesi di Roma, dell’Aiart- Associazione Cittadini Mediali, dell’Ordine dei giornalisti del Lazio e dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom).

Il Premio selezionerà articoli cartacei e digitali pubblicati da organi di stampa del Lazio che promuovano la solidarietà e la sussidiarietà come strumenti privilegiati per superare gli squilibri sociali nel mondo post-Covid e che trasmettano una informazione di qualità ed inclusiva, priva di pregiudizi e di odio.

«In considerazione della particolare attenzione verso le fasce deboli dimostrata dal Corecom Lazio lo scopo dell’iniziativa è promuovere la comunicazione delle tematiche legate all’esclusione ed all’inclusione sociale, alla povertà, alla pacificazione sociale e generazionale, al volontariato, anche al fine di evidenziarne i risvolti sulle dinamiche socio-economiche che caratterizzano il contesto regionale. Saranno anche presi in considerazione progetti di innovazione massmediale digitale e on-line realizzate dalle start-up di impresa nell’ambito dell’innovazione sociale», ha spiegato Maria Cristina Cafini, presidente del Corecom Lazio.

Al premio potranno concorrere giornalisti professionisti o pubblicisti, iscritti all’ordine regionale del Lazio, collaboratori a testate o free lance. Per i partecipanti sono previste 6 categorie: 4 per articoli giornalistici diffusi tramite carta stampata, web, radio e televisione; una categoria per documentari e cortometraggi multimediali; una categoria riservata a community social o app di servizi destinati alla promozione dell’inclusione sociale.

I riconoscimenti saranno assegnati da una Giuria designata dal Corecom Lazio che individuerà personalità di riconosciuta autorevolezza e competenza del mondo accademico, del contesto socio-culturale della regione e del settore delle comunicazioni multimediali. Per il regolamento completo: https://www.corecomlazio.it/; www.consiglio.regione.lazio.it.

21 maggio 2021

Partecipa al ritiro spirituale del Consiglio episcopale

Partecipa al ritiro spirituale del Consiglio episcopale.

Articoli recenti