20 Dicembre 2025

Il pellegrinaggio diocesano a Lourdes: il messaggio del cardinale De Donatis

Questa mattina, sabato 27 agosto, circa 300 fedeli e 15 sacerdoti della diocesi di Roma sono partiti per il tradizionale pellegrinaggio di fine agosto a Lourdes – organizzato dall’Opera Romana Pellegrinaggi –, che si concluderà mercoledì 31. Ad accompagnarli e guidarli in questo cammino nella cittadina dove la Vergine Maria apparve a Bernadette, sei vescovi della diocesi: Baldassare Reina, ausiliare per il settore Ovest; Riccardo Lamba, ausiliare per il settore Est; Daniele Salera, ausiliare per il settore Nord; Dario Gervasi, ausiliare per il settore Sud; Paolo Ricciardi, delegato diocesano per la Pastorale sanitaria; Guerino Di Tora, già ausiliare per il settore Nord.

Quest’anno, il pellegrinaggio coincide con un anniversario particolare. Esattamente 50 anni fa, proprio il 27 agosto, l’allora vicario della diocesi di Roma, il cardinale Angelo Dell’Acqua, si trovava a Lourdes per il pellegrinaggio diocesano. E lì morì all’improvviso, per un attacco cardiaco. Oggi a Lourdes verrà ricordato con una Messa, alle ore 16.30 nella basilica del Rosario presieduta dal vescovo Di Tora, e con una fiaccolata.

Non potrà essere presente al pellegrinaggio il cardinale vicario Angelo De Donatis, che invia un messaggio ai partecipanti. Di seguito il testo:

Carissimi pellegrini,
mi unisco spiritualmente a voi e ai vescovi ausiliari, ai sacerdoti, ai diaconi, ai religiosi e agli accompagnatori dell’Opera Romana Pellegrinaggi. Con la mia preghiera vi accompagno nel nostro annuale pellegrinaggio diocesano a Lourdes. Non potrò essere fisicamente con voi, perché sarò impegnato nei prossimi giorni in Vaticano al Concistoro, con i cardinali provenienti da tutto il mondo e con il Santo Padre.

Vi chiedo di portare alla Vergine Maria, presso la Grotta di Massabielle, le intenzioni di preghiera che sono nel cuore del nostro vescovo Papa Francesco e di tutta la comunità diocesana di Roma. Portate anche al Signore, per intercessione della Vergine che lì è apparsa alla piccola Bernadette, il grido della città di Roma, dei suoi poveri, degli ammalati, degli anziani, di famiglie, bambini, giovani e delle persone in difficoltà.

Affidiamo all’Immacolata questo nuovo anno pastorale che stiamo per iniziare, perché sia un tempo di ascolto sincero affinché il nostro cammino sinodale porti frutti di comunione e discernimento.

In questo pellegrinaggio, esprimeremo anche il nostro grato ricordo al Signore per il dono della vita e del ministero del compianto cardinale vicario Angelo Dell’Acqua, tornato alla Casa del Padre proprio durante un pellegrinaggio a Lourdes, cinquant’anni fa, il 27 agosto 1972.

Che sia per ognuno di voi e per l’intera comunità cristiana di Roma, un pellegrinaggio di speranza, ricco di doni spirituali e che porti frutti duraturi di fede e di carità operosa per continuare alla sequela di Cristo.
Che il Signore benedica il vostro cammino!
Restiamo uniti e vicini nella preghiera!

Buon pellegrinaggio!

27 agosto 2022

Il pellegrinaggio diocesano a Lourdes

Torna, come tradizione alla fine dell’estate, il pellegrinaggio diocesano a Lourdes, organizzato dall’Opera Romana Pellegrinaggi. Già 350 i partecipanti iscritti che, il 29 agosto, partiranno a bordo di 3 aerei alla volta della cittadina francese, dove si fermeranno fino al primo settembre (ma alcuni gruppi rientreranno il 2). A guidare il cammino ci saranno i vescovi ausiliari Dario Gervasi, Paolo Ricciardi e Daniele Salera; parteciperanno anche i vescovi emeriti Guerino Di Tora e Valentino Di Cerbo e molto probabilmente, anticipa l’amministratore delegato dell’Orp monsignor Remo Chiavarini, «sarà con noi anche il cardinale Enrico Feroci. I tre ausiliari si alterneranno nel presiedere le varie celebrazioni che non riguarderanno soltanto il gruppo romano – precisa – ma l’intera famiglia del Santuario».

Durante il soggiorno si vivranno momenti intensi di preghiera attraverso le celebrazioni del Santuario: Messa internazionale, adorazione eucaristica e fiaccolata aux flambeaux. Altri momenti molto forti di preghiera e meditazione accompagneranno le giornate: Via Crucis, visita ai “ricordi” di santa Bernardetta e visita al Santuario. Durante la permanenza ci sarà la possibilità di momenti di preghiera personale e di accostarsi al sacramento della riconciliazione.

“Andate a dire ai sacerdoti che si venga in processione” è il tema dell’anno per il Santuario di Lourdes ed è lo stesso che farà da filo conduttore al percorso dei pellegrini romani. «Mettiamo al centro l’elemento comunitario e la sinodalità – riflette monsignor Chiavarini –. Chiederemo a Maria la protezione per l’anno che ci aspetta, ma pregheremo anche per l’Ucraina e per la Terra Santa. Tra l’altro, stanno ripartendo i pellegrinaggi verso Nazareth, Betlemme e Gerusalemme». Alcuni gruppi partiranno a novembre e a fine anno mentre per metà ottobre, come di consueto, è in programma il pellegrinaggio diocesano a Fatima.

«Sostare a Lourdes – conclude l’amministratore delegato dell’Orp – significa attingere al segreto di quella vera gioia di cui Maria è la prima testimone, lei che è “beata” semplicemente perché “ha creduto”. Attorno all’Immacolata si ricongiungono cammini differenti in un’unica grande esperienza di fede. A Lourdes possiamo ritrovare ciò che è veramente essenziale per la nostra fede. L’esperienza a Lourdes è una sosta che ci guarisce nello spirito».

29 luglio 2024

Il pellegrinaggio diocesano a Lourdes

Torna, tra agosto e settembre, il tradizionale pellegrinaggio diocesano a Lourdes, organizzato dall’Opera Romana Pellegrinaggi. Con una novità: al gruppo si uniranno anche 150 ragazzi dai 16 ai 28 anni grazie all’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile. Gli under 30 partiranno a bordo di 3 pullman il 28 agosto, per fare ritorno a Roma il 2 settembre; a Lourdes si troveranno con gli altri partecipanti al pellegrinaggio diocesano, che arriveranno nella cittadina francese in aereo il 29 agosto e resteranno fino al primo settembre. I pellegrini in totale saranno 600 e verranno guidati dal cardinale vicario Baldo Reina.

Ci sarà anche madre Rebecca Nazzaro, direttrice dell’Opera Romana Pellegrinaggi. «La risposta dei giovani è stata altissima – osserva –, tanto è vero che abbiamo dovuto fermare le iscrizioni. Sarà bellissimo pregare insieme al resto del gruppo; molte attività verranno portate avanti in comune mentre altre saranno separate. La Via Crucis, ad esempio, l’hanno scritta i ragazzi e hanno anche preparato un momento di festa finale da condividere con il gruppo».

Ricco il programma, comune per tutti: dalla Via Crucis alle catechesi, dalla Messa internazionale alla visita ai luoghi in cui visse santa Bernadette, dalla recita del Santo Rosario – trasmessa il 30 agosto in diretta su Tv2000 – alla fiaccolata, fino alla festa di domenica 31 agosto animata dai giovani.

«La presenza dei giovani viene valorizzata all’interno del pellegrinaggio diocesano – riflette don Alfredo Tedesco, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile –. Già in passato si è tentato di coinvolgerli, questa volta con maggiore profondità e intensità. C’è un legame profondo tra i giovani e il tema della salute fisica, mentale, spirituale. La sofferenza fa parte delle loro vite: c’è disagio, solitudine, emergenza educativa. Lourdes può essere un luogo simbolico, una chiave di speranza. La Madonna, come figura materna, di guarigione, di presenza accogliente, può rappresentare per loro un segno potente. Questo pellegrinaggio è anche una risposta concreta a una generazione che ha bisogno di sentirsi ascoltata, accompagnata, guarita e amata».

E già si pensa a replicare questa formula mista anche per altri tipi di pellegrinaggi, come sottolinea madre Rebecca: «Come ORP mettiamo la nostra grande struttura a servizio di proposte specifiche per i giovani a prezzi molto contenuti, per dare loro la possibilità di partecipare. Perché il pellegrinaggio, come ha detto Papa Leone XIV a Tor Vergata, è un grande strumento di evangelizzazione, di amicizia e fraternità».

Il pellegrinaggio diocesano a Fatima

Si conclude oggi (venerdì 14 ottobre) il pellegrinaggio diocesano a Fatima della diocesi di Roma, guidato dal vescovo ausiliare Benoni Ambarus, con l’organizzazione dell’Opera Romana Pellegrinaggi. «È sempre emozionante andare in un posto dove Dio ha deciso di dare un segno di maggiore vicinanza e visibilità della sua presenza – commenta il presule –. Fatima è anche il luogo dove il Padre e Gesù stesso ci ricordano che abbiamo una Madre. Questi giorni trascorsi qui ci hanno nutrito l’anima».

Il gruppo è partito da Roma lo scorso 11 ottobre; l’apertura ufficiale è avvenuta con la Messa celebrata dal vescovo Ambarus a Lisbona, nella basilica di Sant’Antonio. Fu proprio nella capitale portoghese, infatti, che nel 1220, il giovane Fernando di Buglione disse il suo “sì” e rivestì l’abito francescano, prendendo il nome di frate Antonio. Dopo aver visitato la città, i partecipanti si sono poi spostati in serata a Fatima, dove hanno trascorso i restanti tre giorni di pellegrinaggio.

14 ottobre 2022

Il pellegrinaggio di Pasqua in Terra Santa

«Essere pellegrini di speranza in Terra Santa oggi significa incontrare nei luoghi santi e nei centri della carità le comunità cristiane, eredi della più antica tradizione della Chiesa. Il vero senso del pellegrinaggio oggi è dire il nostro grazie ai credenti di questa terra, perché ci trasmettono la profondità della loro fede e la fortezza della loro testimonianza. Con la nostra presenza al loro fianco vogliamo far sentire alla comunità cristiana di Terra Santa di essere parte di una famiglia universale, la famiglia della Chiesa». L’Opera Romana Pellegrinaggi spiega così il senso di “Pasqua in Terra Santa”, il pellegrinaggio in programma dal 18 al 22 aprile, guidato da don Giovanni Biallo, assistente spirituale di Opera Romana Pellegrinaggi, per celebrare la Pasqua nei luoghi in cui visse Gesù.

Il programma prevede, il sabato, la visita a Betlemme, con la Basilica della Natività nella quale potranno essere ammirati i mosaici delle pareti appena restaurati, ricchi di simboli ed immagini, e l’incontro con la comunità cristiana locale. La Domenica di Pasqua sarà a Gerusalemme, con la visita al Santo Sepolcro, mentre il lunedì i pellegrini si sposteranno a Masada e a Gerico e sul Marco Morto.

«L’Opera Romana – spiega don Biallo – si è impegnata a raccogliere in tutti i pellegrinaggi, in tutto il mondo, offerte per la Custodia di Terra Santa. Abbiamo tutti la responsabilità di aiutare la comunità cristiana locale e preservare i luoghi santi».

16 aprile 2025

Il pellegrinaggio dei giovani a Santa Maria Maggiore

Foto Diocesi di Roma / Gennari

Tutto è pronto per il terzo pellegrinaggio notturno dei giovani della diocesi di Roma in vista del Giubileo dei giovani. L’appuntamento, promosso dall’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile, è per venerdì 6 giugno dalle ore 21 fino a mezzanotte e mezza circa.

Già mille gli iscritti all’evento, che sarà guidato dal cardinale vicario Baldo Reina, che presiederà la Messa alle ore 23 nella basilica liberiana, e vedrà la partecipazione dei vescovi ausiliari.

«Passeremo la Porta Santa – anticipa Matteo Maio della Pastorale giovanile diocesana –; quindi reciteremo il Rosario con speciali intenzioni per i maturandi, le comunità, le famiglie, la pace e per il Giubileo dei giovani». Non mancherà l’omaggio alla tomba di Papa Francesco, sulla quale saranno deposti dei fiori, né la preghiera davanti a Maria Salus Populi Romani. I ragazzi avranno anche la possibilità di vedere le reliquie della culla e di confessarsi.

Per iscrizioni compilare il form

29 maggio 2025

Il pellegrinaggio dei giovani a San Giovanni in Laterano. Il cardinale Reina: «Siamo fatti per la santità»

Foto Gennari

Davanti al Battistero lateranense sembra mezzogiorno. Voci, risate, musica, persone che continuano ad arrivare. Un fiume di ragazze e ragazzi si sono dati appuntamento per il secondo pellegrinaggio giubilare notturno organizzato dall’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile.

C’è fermento nell’aria. Per molti di loro è la prima volta. Non sanno che aspettarsi, ma sono felici di esserci. Tra poche ore varcheranno la Porta Santa della basilica di San Giovanni e parteciperanno alla Messa con il cardinale vicario Baldo Reina e il vescovo ausiliare Michele di Tolve. Ci sono anche loro nel gruppone di magliette e felpe colorate. Si mimetizzano tra i giovani.

Federico, Beatrice, Giulio ed Elena fanno parte del gruppo scout 112 di San Giovanni Battista De Rossi, nel quartiere Appio – Latino. Sono 100 in tutto. «Ci auguriamo di vivere un bel momento di preghiera per stare insieme con il Signore». Qualcuno aggiunge: «E che la Roma magari l’anno prossimo vinca lo scudetto». E giù risate, pollici in su e anche qualche presa in giro amichevole.

Poco più in là, ci sono Tommaso, Lara, Andrea ed Elisa. Sono del gruppo universitari della parrocchia di San Policarpo. Sono in giro dal pomeriggio. Hanno fatto un altro pellegrinaggio per prepararsi più intensamente alla serata. «Ci siamo fermati in diverse chiese per meditare sul Vangelo. Speriamo di tornare a casa con un’esperienza spirituale profonda».

Clarissa, Noemi e Mattia fanno parte invece della parrocchia di San Giuseppe Cafasso, nel quartiere Tuscolano. Le loro felpe giallo fluo si vedono lontano un miglio. «Siamo emozionati, non vediamo l’ora di iniziare».

Dopo pochi secondi, le chitarre intonano un canto mariano e parte la processione verso la basilica di Santa Croce in Gerusalemme, dove si terrà la liturgia penitenziale. Le fiaccole accese si aggiungono ai fanali dei motorini che sfrecciano sulla strada. Sono molti i passanti che si fermano a guardare.

Il percorso è accompagnato dalla recita del Rosario con i misteri dolorosi, rappresentati attraverso scene fisse dai ragazzi del gruppo scout Agesci Roma 100 della parrocchia di San Policarpo. Indossano costumi in tema. La scena più suggestiva è quella della Crocifissione, proprio davanti alla basilica dove sono custodite le reliquie della Croce.

Poi tutti entrano nella chiesa, che si riempie del tutto. Molti ragazzi si siedono anche per terra, davanti all’altare maggiore. A guidare la liturgia penitenziale, c’è il cardinale vicario. «Intorno alle 5 del mattino dovremmo finire, tranquilli», esordisce con una battuta, strappando risate e sorrisi. Poi torna subito serio. «In questa chiesa, quasi tocchiamo con mano la croce di Gesù e soprattutto ne sperimentiamo i benefici – dice ai giovani, invitandoli quindi a vivere il sacramento della Riconciliazione –. Donandoci la sua Misericordia, Gesù rinnova la nostra vita e ci ricorda che non siamo fatti per il peccato, ma per la santità».

Sono tanti i ragazzi e le ragazze che si mettono in fila per confessarsi. I sacerdoti compongono un semicerchio sul presbiterio e il cardinale vicario si siede alla destra dell’altare maggiore. Molti vanno anche a visitare la cappella con le reliquie.

Intorno alle 11.30, la processione riparte verso San Giovanni. Davanti alla facciata della basilica, il cardinale Reina si gira, rimane sorpreso dal colpo d’occhio e scatta una foto. Sembrano veramente comporre un fiume rosso i giovani che si stanno dirigendo con le fiaccole accese verso la cattedrale di Roma.

Alle 23.52, il porporato guida una preghiera davanti alla Porta Santa e un minuto dopo la varca insieme al vescovo Di Tolve e a don Alfredo Tedesco, direttore della Pastorale giovanile di Roma. Dietro di loro, tutti i giovani. C’è chi la bacia, chi la accarezza, chi si fa un segno della Croce, ma nessuno impugna un telefonino.

«Nel cuore di questa notte, come Nicodemo, abbiamo preso le difese di Gesù, in mezzo a un mondo che ogni giorno ci dice che non c’è più spazio per il Vangelo e per le cose che contano – sottolinea il cardinale Reina nell’omelia –. Abbiamo deciso di stare dalla sua parte, che è la parte migliore. Sono esperienze come quella di stasera che davvero rendono bella e ricca la nostra Chiesa. Chiediamo al Signore che ci confermi in questa fede e nel desiderio di stare dalla parte di Gesù, di prendere le sue difese, affermando che senza di Lui siamo nulla, ci sentiamo smarriti e la nostra vita non ha senso». Il pensiero del cardinale vicario è andato anche a Papa Franceso. «Continuiamo a pregare per lui, perché il Signore gli doni tanta forza e tanta salute. Chissà quanto gli sarebbe piaciuto essere qui con noi stasera, ma siamo sicuri che ci accompagna con la preghiera».

Le mani a tempo sul canto finale concludono la serata. Federico, Sveva, Veronica e Ludovica vengono da Ostia, dalla parrocchia di San Nicola di Bari. «Ci vediamo a giugno a Santa Maria Maggiore per il terzo pellegrinaggio notturno!», ricordano sorridendo. Esprimono la felicità di tutti. (di Giuseppe Muolo)

5 aprile 2025

Il pellegrinaggio dei cresimandi a San Pietro

Si terrà sabato 16 dicembre il pellegrinaggio dei cresimandi alla basilica di San Pietro, con professione di fede. Promosso dall’Ufficio catechistico diocesano, sarà guidato da tre vescovi ausiliari della nostra diocesi: monsignor Daniele Salera, monsignor Dario Gervasi e monsignor Riccardo Lamba.

Il pomeriggio sarà diviso in due parti. Durante la prima parte, con inizio alle ore 14.45, i giovani partecipanti saranno suddivisi in tre parrocchie vicine al Vaticano, dove ascolteranno una catechesi del vescovo alla quale seguirà un momento di dialogo. I ragazzi saranno così suddivisi: a San Gregorio VII si riuniranno quelli dei settori Nord e Ovest; a Santa Maria in Traspontina staranno i giovani del settore Est; mentre quelli del settore Sud avranno appuntamento a Santa Maria delle Grazie alle Fornaci .

Dalle tre chiese partiranno altrettanti pellegrinaggi verso la basilica di San Pietro, dove i partecipanti si ritroveranno tutti insieme per ascoltare una catechesi sulla figura dell’apostolo tenuta dal parroco della basilica vaticana, padre Aniello Stoia. Alle 18 la conclusione, con la Messa della terza domenica di Avvento e la professione di fede.

11 dicembre 2023

Il pellegrinaggio degli universitari a Siena

Più di cinquanta pullman, con a bordo oltre tremila studenti, partiranno da parrocchie, collegi, cappellanie universitarie alla volta di Siena, per il XVII pellegrinaggio degli universitari di Roma. Promosso dal Servizio per la cultura e l’università della diocesi, si terrà sabato 16 novembre.

L’arrivo nella città toscana è prevista attorno alle 10.30; i giovani partecipanti saranno accolti nel duomo e inizieranno la giornata con le lodi guidate da monsignor Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena – Colle Val d’Elsa – Montalcino. Quindi, alle 11.45, il direttore del Servizio diocesano monsignor Andrea Lonardo terrà una catechesi su “Il tempo traumatico e bellissimo dell’università”.

Dopo aver consumato il pranzo al sacco, dalle ore 14 sono in programma visite guidate in vari punti della città: da piazza del Campo all’Oratorio della Contrada della Civetta, dalla Biblioteca Piccolomini al Santuario Casa di Santa Caterina, solo per citarne alcuni.

I ragazzi prenderanno parte quindi a un momento conclusivo di riflessione nella basilica di San Domenico; attraverseranno poi a piedi diverse strade della città, fino a raggiungere il parcheggio dei pullman che, alle ore 17, ripartiranno alla volta della Città Eterna.

«Il pellegrinaggio vuole sottolineare innanzitutto il valore della comunità accademica universitaria – osserva monsignor Lonardo –; ancora oggi si usa questa bellissima espressione, ma di fatto molti ragazzi sono soli quando frequentano l’università; pensiamo, ad esempio, ai fuori sede. Fino al liceo e per tutto il percorso scolastico si vive la dimensione della classe, ma poi questa non esiste più. A Siena il senso di appartenenza comunitaria è molto sentito, grazie alla suddivisione in contrade». Ancora, riflette il direttore del Servizio diocesano, questa iniziativa vuole mettere in risalto «il valore della fatica dello studio e dell’università in sé: a Siena c’è un’antichissima università, di origine medioevale. Attraverso la figura di santa Caterina, e attraverso la scoperta di opere d’arte quali la Biblioteca Piccolomini, andremo a ritrovare il gusto dello studio, anche della fatica che c’è dietro». Questo tradizionale appuntamento di inizio anno «è forse l’unico momento – evidenzia infine monsignor Lonardo – in cui viene messo in risalto che a Roma ci sono sia università statali, che private, pontificie, telematiche. Al pellegrinaggio partecipano studenti di tutti gli atenei; laici e religiosi si ritrovano tutti insieme e scoprono questa caratteristica che li accomuna, in un dialogo silenzioso ma molto vero e bello».

12 novembre 2019

Il pellegrinaggio biblico in Turchia

«La Turchia è la terra dove san Giovanni apostolo ed evangelista ha annunciato il Vangelo e dove ha vissuto per alcuni anni la Madre di Gesù, Maria. Il pellegrinaggio partirà da Istanbul e terminerà a Efeso, presso la tomba di Giovanni e la casa di Maria. Attraversando una regione ricca di testimonianze cristiane approfondiremo il tesoro spirituale degli scritti giovannei (Vangelo, Lettere, Apocalisse), scoprendo che ognuno è il discepolo amato». Don Andrea Cavallini, direttore dell’Ufficio catechistico, presenta così il pellegrinaggio biblico in Turchia, in programma dal 4 al 13 agosto e pensato per i giovani dai 18 ai 35 anni.

Con volo di linea si arriverà da Roma a Istanbul, dove i partecipanti, guidati da don Cavallini, resteranno fino al 6 agosto. Le giornate successive saranno dedicate alle visite di Troia, Assos, Pergamo, Sardi, Laodicea, Gerapoli, della Penisola Dilek e di Efeso. Il 13 agosto il rientro a Roma.

Per ulteriori informazioni e iscrizioni, contattare l’Ufficio catechistico della diocesi di Roma: 06.698.86301.

13 giugno 2019

Il pellegrinaggio a piedi degli universitari

Foto DiocesiDiRoma/Gennari

Conoscere meglio Roma e in particolare i luoghi legati alla fede. Con questo obiettivo l’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria promuove il Pellegrinaggio a piedi delle matricole e degli universitari di Roma, in programma sabato 6 maggio. Un centinaio di studenti sono pronti a mettersi in cammino, zainetto, scarpe comode e tanta voglia di passare una giornata all’insegna della condivisione e della preghiera.

Guidati da monsignor Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio diocesano, si ritroveranno alle 10 presso la basilica di San Paolo fuori le Mura e partiranno poi alla volta del parco delle Catacombe di San Callisto, tappa finale del cammino, dove si arriverà alle 14.30 circa. Nel percorso, toccheranno la Garbatella (piazza Brin), attraverseranno il Parco Scott, ammireranno la chiesetta del Quo Vadis.

La partecipazione è libera e gratuita. Richiesto il pranzo al sacco. Ulteriori informazioni possono essere richieste presso tutte le cappellanie universitarie e la parrocchia di San Tommaso Moro (via dei Ramni 40), oltre che all’Ufficio diocesano: 0669886584.

3 maggio 2023

Il Papa: abbattere l’omertà, aprire le vie della giustizia

Abbattere «i muri dell’indifferenza e dell’omertà», scardinare «le inferriate dei soprusi e delle prepotenze», aprire «le vie della giustizia, del decoro e della legalità», «sciogliere quei nodi che ci legano agli ormeggi della paura e dell’oppressione». Sono chiare e forti le parole che il Papa pronuncia a Ostia nella Messa del Corpus Domini, in un territorio segnato da un forte disagio sociale, dove Francesco ha voluto riprendere la tradizione inaugurata da Paolo VI di celebrare la solennità eucaristica tra la gente dei quartieri romani.

Prima della processione per le strade del quartiere del litorale grande come una città, all’omelia della Messa entra nel vivo dei problemi di Ostia e invita alla speranza e all’impegno. Quello in uscita, lo stile indicato ai credenti: «Gesù vuole visitare le situazioni, entrare nelle case, offrire la sua misericordia liberatrice, benedire, consolare. Apriamogli le porte e diciamogli: Vieni, Signore, a visitarci. Ti accogliamo nei nostri cuori, nelle nostre famiglie, nella nostra città per portare fraternità, giustizia e pace nelle nostre strade».

La risposta di Ostia è notevole, per un evento preparato accuratamente dai sacerdoti e dai laici delle otto comunità parrocchiali, ben visibile nei colori della piazza, nel clima festoso e raccolto che l’ha abitata ieri dal primo pomeriggio. In quattro settori nella grande piazza antistante la parrocchia Santa Monica, sono stati accolti bambini, ragazzi e giovani, ammalati. Tutt’intorno i fedeli, affacciati numerosi anche dai palazzi antistanti. Un coro di 200 persone, 40 i ministri straordinari dell’Eucaristia. Una risposta corale, «una vera sinfonia», per don Carlo Turi, parroco a Nostra Signora di Bonaria. Diecimila, secondo la stima della Gendarmeria vaticana, i presenti alla celebrazione e alla processione.

Nell’omelia l’invito forte del Santo Padre a collaborare con Gesù per preparare per tutti un cibo e un posto. Il corpo di Cristo e la Chiesa, «vitto e alloggio definitivi» che, ricorda, «vengono dati nell’Eucaristia, pane del futuro che sfama le nostre attese più grandi e alimenta i nostri sogni più belli, pegno – non solo promessa – di vita eterna, prenotazione del paradiso, Abbiamo fame di essere amati», sottolinea Francesco. «I complimenti più graditi, i regali più belli e le tecnologie più avanzate non ci saziano mai del tutto». L’Eucaristia sazia. «Non c’è amore più grande».

L’invito concreto è a scegliere questo cibo di vita, mettendo al primo posto la Messa, riscoprendo l’adorazione eucaristica. Quanto ai luoghi da preparare, afferma ancora il Papa, Gesù sceglie quelli «non raggiunti dall’amore, non toccati dalla speranza. In quei luoghi scomodi desidera andare e chiede a noi di fargli i preparativi. Tutti conosciamo delle persone sole, sofferenti, bisognose: sono tabernacoli abbandonati. Prepariamo posto e cibo a questi fratelli più deboli. L’Eucaristia nella vita si traduce passando dall’io al tu».

Ed è un richiamo forte alla vocazione stessa del quartiere romano, città nella città, scritta nel suo nome. «Ostia, richiama l’ingresso, la porta». È tempo anche qui di aprire varchi: «Gesù desidera che siano abbattuti i muri dell’indifferenza, dell’omertà, divelte le inferriate dei soprusi e delle prepotenze, aperte le vie della giustizia, del decoro e della legalità. L’ampio lido di questa città richiama alla bellezza di aprirsi – ricorda il Papa – e prendere il largo nella vita, scogliere i nodi che legano agli ormeggi della paura e dell’oppressione. L’Eucaristia invita a lasciarci trasportare dall’onda di Gesù, a non rimanere zavorrati sulla spiaggia in attesa che qualcosa arrivi, ma salpare liberi, coraggiosi, uniti».

E lungo le strade di Ostia la processione del Corpus Domini ha incontrato ieri «la passione e il calore» della sua gente, sottolinea ancora don Carlo Turi a margine della processione. «Tanta, quella che aspettava il Papa, è vero, ma anche professava, ciascuna nella misura in cui ce l’ha, la propria fede». A portare in processione il Santissimo Sacramento è stato l’arcivescovo Angelo De Donatis, vicario generale della diocesi di Roma, insieme a tutti i vescovi ausiliari, ai sacerdoti e ai tanti fedeli.

«Un evento rivoluzionario» per don Salvatore Tanzillo, prefetto della XXVI prefettura (che riunisce le parrocchie di Ostia). Un evento «che ha dato importanza a Gesù, centro della preghiera», lasciando la città spiazzata, incuriosita. «Grande momento di comunione e preghiera» per il vescovo Gianrico Ruzza, ausiliare per il settore Centro. «Credo che il Papa abbia voluto dare un segnale di forte spiritualità ed impegno nella società per riportare tutti alla responsabilità civica contro ogni forma di illegalità e corruzione. La partecipazione del popolo è stata molto corale, sentita e desiderosa. Un incoraggiamento per camminare insieme come parrocchie».

«Una riflessione da rileggere per continuare il percorso comune perché Ostia riveli la sua parte migliore», spiega monsignor Paolo Lojudice, vescovo ausiliare per il settore Sud. «C’è tanto da educare. La processione del Corpus Domini è la più alta, significativa ma anche difficile. Cercavano il Papa, lo sappiamo e lo sa anche il Papa. Si tratta di mettere insieme l’aspetto più emozionale e quello di contenuto. È la sfida della formazione, delle nostre parrocchie, delle scuole, dei gruppi e di quanti operano nel settore educativo per cercare di orientare tutti in particolare i giovani. Un forte impulso formativo che riprenderemo subito con gli otto parroci, per aiutare la gente a porsi delle domande, cercare risposte. Il grande evento serve per iniziare, per spingere, è faticoso da preparare ma poi quel che conta è la ricaduta nel quotidiano».

A piazza della Martinica, nei pressi della parrocchia Nostra Signora di Bonaria, la benedizione eucaristica del Papa, il congedo e la partenza alle 20 per il Vaticano. «Era molto contento e un po’ stanco – conclude Lojudice -. Per come si spende non possiamo chiedergli di più. Una dedizione al Vangelo, totale». Ancora una volta, nel magistero dei segni, una presenza che illumina, trasmette, educa.

4 giugno 2018

di Laura Galimberti, da Romasette

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