20 Dicembre 2025

Il presidente francese Emmanuel Macron incontra il Capitolo Lateranense

Il presidente francese Emmanuel Macron ha incontrato questo pomeriggio il Capitolo Lateranense, di cui è membro onorario. Il presidente Macron è giunto nel Palazzo Lateranense alle ore 15.45 e ha visitato la Sala dei Pontefici – meglio nota come Sala della Conciliazione – accompagnato dal cardinale vicario Angelo De Donatis, dal vescovo Guerino Di Tora, da monsignor Patrik Valdrini, canonico lateranense francese, e da monsignor Pierangelo Pedretti, prelato segretario generale del Vicariato di Roma. Qui ha salutato una delegazione francese e si è intrattenuto qualche minuto a parlare con loro, prima di scendere nella basilica di San Giovanni in Laterano. Si è poi diretto nel Coro del capitolo, a sinistra della cattedra, per l’incontro con i canonici lateranensi. Macron prese possesso del titolo di protocanonico d’onore del capitolo lateranense il 26 giugno 2018.

«Grazie per essere qui con noi questa sera! Come le dissi nel 2018, questa è la sua casa, e può venire qui ogni volta che vuole trovare riposo per la sua anima. Questa dei canonici è la sua famiglia!». Questo il caloroso benvenuto che gli ha indirizzato il cardinale De Donatis.

Il presidente Macron ha risposto ricordando «il legame storico e spirituale» che unisce i presidenti francesi al Laterano. «Fili invisibili ci legano – ha sottolineato –; non dimentico voi canonici e vi porto sempre nel cuore. Vi rinnovo i miei sentimenti di fedeltà e amicizia. Il tempo in cui viviamo non è semplice… Vi chiedo di pregare per noi leader mondiali, di intercedere e di pregare per noi, perché è una cosa che mi sta molto a cuore».

Quindi il presidente Macron ha fatto un breve giro nella cattedrale di Roma, fermandosi a salutare alcuni turisti francesi, sostando davanti alla cattedra e in particolare davanti alla statua di Enrico IV, nel portico del transetto di fronte all’obelisco.

Nel 1594 salì al trono francese Enrico di Navarra: prima calvinista, si convertì al cattolicesimo, ma cercò di garantire ai protestanti la libertà religiosa grazie all’Editto di Nantes del 1598. Enrico IV donò alla basilica di San Giovanni in Laterano l’abbazia di San Pietro di Clairac, nel sud della Francia (diocesi di Agen). Dal canto suo il capitolo, per ringraziare il sovrano, fece scolpire una sua stata in bronzo, opera dell’artista lorenese trapiantato a Roma Nicolas Cordier, che appunto si trova in San Giovanni. Non solo: il capitolo insignì Enrico IV del titolo di protocanonico d’onore e ancora oggi, ogni anno, il 13 dicembre, data di nascita di Enrico IV, nella cattedrale si celebra la “Missa pro natione gallica”.

24 ottobre 2022

Il Presepe Vivente di Roma a Santa Maria Maggiore

Arriveranno più di 1.500 figuranti da tutta Italia, gruppi, parrocchie e associazioni per dare vita, sabato 16 dicembre, alla seconda edizione del Presepe Vivente di Roma, promosso dalla basilica di Santa Maria Maggiore con l’Associazione Città dei Presepi. Nell’ottocentesimo anniversario della creazione del primo presepe da parte di san Francesco, a Greccio, la tradizione rivivrà al centro di Roma lungo un percorso itinerante, che prenderà il via dalla chiesa del Perpetuo Soccorso in via Merulana per attraversare via Merulana stessa, piazza di Santa Maria Maggiore, via dell’Esquilino, piazza dell’Esquilino, via Liberiana fino a giungere nuovamente nella piazza antistante la basilica, dove avverrà la rappresentazione della natività.

I protagonisti del presepe vivente – parrocchie, associazioni, gruppi storici, proloco e appassionati iscritti – la mattina del sabato saranno ricevuti in udienza da Papa Francesco in Vaticano. Il programma della giornata prevede, quindi, l’apertura dell’area presepiale alle ore 13 seguita alle ore 14 da esibizioni di gruppi storici e folk provenienti da diverse regioni d’Italia davanti al sagrato della basilica. Alle 15 si terrà la rappresentazione del Presepe Vivente, uno spettacolo coinvolgente che trasporterà il pubblico nell’atmosfera della natività. La giornata culminerà alle ore 18 con la Messa al termine della quale ci sarà la benedizione dei Bambinelli.

«Nel Presepe Vivente, promosso con entusiasmo dalla basilica e dall’Associazione Città dei Presepi – afferma monsignor Rolandas Makrickas, commissario straordinario della basilica papale di Santa Maria Maggiore – riviviamo la storia della natività, una storia che ha il potere di toccare i cuori e rinnovare la fede ricordando che in questo luogo sacro, dove l’evento natalizio risplende con particolare intensità, custodiamo la reliquia della Sacra Culla».

13 dicembre 2023

Il presepe vivente della Parrocchia di San Giulio a Piazza di Porta San Giovanni

È un viaggio nella Betlemme di duemila anni fa il Presepe vivente che, allestito a Porta Asinaria (piazza di Porta San Giovanni) dalla parrocchia di San Giulio con il patrocinio del Vicariato di Roma, dell’Opera romana pellegrinaggi, di Roma Capitale e dell’assessorato alla Crescita culturale, sarà inaugurato il prossimo lunedì 18 dicembre alle 9.30, dal sindaco Virginia Raggi e dal vescovo Giuseppe Marciante, ausiliare per il settore Est della diocesi di Roma, che presiederà un breve momento di preghiera. La cerimonia sarà animata dalla Banda Musicale di Roma Capitale e vedrà la partecipazione di una decina di scuole dell’Urbe con più di seicento studenti.
L’iniziativa dell’allestimento è finalizzata alla raccolta di offerte per ricostruire il tetto della chiesa parrocchiale di San Giulio, in via Francesco Maidalchini, a Monteverde. Attualmente le Messe si tengono nella tensostruttura attigua, montata in oratorio e acquistata grazie al contributo di tanti fedeli.

«La nostra chiesa è in ricostruzione dal maggio 2016 perché il tetto stava per cedere – racconta il parroco padre Dario Frattini -. All’inizio dei lavori, non avendo a disposizione altri spazi al chiuso idonei per celebrare l’Eucaristia, abbiamo acquistato una tensostruttura».
Per far fronte alle tante spese richieste dall’opera la comunità ha pensato all’allestimento di un presepe vivente che facesse perno sulla collaborazione e sulla solidarietà di tutti i parrocchiani: «Lo scorso anno – spiega padre Dario – ne abbiamo realizzato uno più piccolo, nei locali della nostra parrocchia». Ma adesso è necessario uno sforzo ulteriore: «I lavori sono molto onerosi», confida. Anche perché è necessario «il consolidamento e l’adeguamento sismico di tutta la struttura». Nasce così il “Presepe vivente di Roma Venite Adoremus”, con i suoi giochi di luce e i suoni dei canti natalizi intonati dai tanti cori partecipanti, con decine di figuranti in costumi d’epoca realizzati da tre sarte della parrocchia che, spiegano gli organizzatori, «stanno lavorando senza sosta al loro confezionamento dall’estate scorsa, con l’aiuto di altre volontarie della comunità». In più, anche quest’anno, per aiutare la parrocchia di San Giulio in questa iniziativa «alcuni membri della comunità di Piubega (Mantova) sono venuti a Roma per l’allestimento del presepe fornendo manodopera ed esperienza trentennali nella costruzione delle varie strutture presenti».

Sarà possibile visitare il “Presepe vivente di Roma Venite Adoremus” (l’ingresso è libero ma si conta sulla generosità dei visitatori) ogni pomeriggio (dalle 16 alle 20) dal 25 dicembre al 6 gennaio – escluso il 31 dicembre -, mentre dal 18 al 22 dicembre sarà aperto la mattina dalle 9 alle 13 per le visite delle scuole.
Durante l’apertura al pubblico ci saranno diversi cori che accompagneranno la visita con l’esecuzione di canti tipici della tradizione natalizia: il “Coro AltreNote” il 26 dicembre; il “Mount Green People Gospel” il 27; Michele Paulicelli il 28; il “Gruppo canoro della Chiesa melchita libanese” il 29; gli “All Over Gospel Choir” il 30 dicembre; il 2 gennaio parteciperanno l’associazione “Amici per la danza di Annna Buonocore” insieme ai Missionari della Consolata, che saranno protagonisti anche mercoledì 3; il 4 gennaio sarà la volta dei “Pueri Cantores” di Torrespaccata; il 5 dei “Settantavoltesette” e il 6 gennaio, solennità dell’Epifania del Signore, si chiuderà con il Coro della diocesi di Roma diretto da monsignor Marco Frisina.

Il pre-politico nell’azione ecclesiale (Uff. Cultura)

Il pre-politico nell’azione ecclesiale (Uff. Cultura)

Il Piccolo Mondo diventa centro diurno

Foto di Cristian Gennari

Sono aperte le iscrizioni al Centro diurno ‘Il Piccolo Mondo’ della Caritas di Roma, all’interno dell’Istituto delle Suore della Provvidenza in zona Boccea, che inizierà le sue attività a settembre. Una struttura per promuovere l’integrazione e il sostegno alla genitorialità ascoltando e supportando le situazioni di maggiore difficoltà.

Il centro si rivolge a bambini dai 0 ai 5 anni nella fascia oraria 8-13, dal lunedì al venerdì, promuovendo attività ricreative ed esplorative con laboratori e un servizio biblioteca. Previste, per i genitori, anche attività di orientamento sul territorio, sostegno alla genitorialità, servizio di assistenza sociale e uno sportello legale

Per informazioni: telefono 06.88815341 – 3346541822; email piccolomondo@caritasroma.it.

6 luglio 2022

Il percorso verso la Pasqua per i catecumeni

Nessuno scrutinio domenica prossima, ma l’Ufficio catechistico diocesano continua a seguire il percorso di iniziazione cristiana dei catecumeni, nonché a supportare i loro catechisti. Il direttore dell’Ufficio don Andrea Cavallini e la responsabile diocesana del catecumenato suor Pina Ester De Prisco scrivono infatti: «Vi proponiamo di vivere questa domenica come le precedenti: sul canale YouTube dell’Ufficio catechistico trovate il video che vi introduce alla Settimana Santa. Il video contiene una catechesi (20 minuti circa) che dovete ascoltare entrambi (catecumeni eletti e catechisti). È uno spazio in cui meditare una parte del Vangelo della prossima domenica». L’indirizzo rimane lo stesso: https://youtu.be/cGghIhTwF10.

Come nelle settimane precedenti, catecumeno e catechista sono invitati poi a sentirsi telefonicamente e condividere quanto emerso dal video.

3 aprile 2020

Il percorso sulle “(Dis)uguaglianze”: cinque incontri e il sussidio

Foto Diocesi di Roma / Gennari

Il primo è stato il 19 febbraio scorso, nell’Aula della Conciliazione. L’ultimo il 14 giugno a Castel di Leva. In tutto cinque appuntamenti dedicati alle “(Dis)uguglianze”, dove il prefisso è stato volutamente messo tra parentesi, per indicare la volontà di superarle. Il percorso promosso dalla diocesi di Roma – in collaborazione con realtà come la Fondazione Di Liegro, la Comunità di Sant’Egidio, il Censis – in occasione del cinquantesimo anniversario del convegno del 1974, infatti, non ha voluto solo fare memoria dell’appuntamento di cinquant’anni prima, ma riflettere sui “mali” della Roma di oggi, e su cosa fare per cercare di superarli.

Se l’incontro inaugurale nel Palazzo Lateranense ha avuto un taglio più storico, i quattro seguenti sono stati all’insegna dell’attualità, evidenziando di volta in volta non solo gli aspetti problematici ma dando spazio anche a quei “germogli di speranza” che andrebbero valorizzati. La scuola, la sanità, l’abitare, il lavoro sono state le quattro grandi aree tematiche sulle quali ci si è concentrati, facendo parlare i protagonisti e scegliendo luoghi significativi nelle diverse periferie della città. Ecco, allora, che nella succursale del liceo Amaldi, a Castelverde, hanno preso la parola docenti e studenti, tra i quali Mariagrazia, volontaria nella Scuola della Pace di Sant’Egidio, che ha parlato anche venerdì davanti a Papa Francesco. Ancora, al policlinico di Tor Vergata si sono potute ascoltare le voci di una anziana che, con la sua scarsa pensione, deve scegliere quali medicine comprare, ma anche di medici e ricercatori. A Bastoggi, nell’incontro sull’abitare, è stato presentato il nuovo progetto di housing sociale della Caritas diocesana intitolato a don Roberto Sardelli. Mentre nell’appuntamento sul lavoro, nella sede della cooperativa La Nuova Arca, è intervenuto, tra gli altri, l’avvocato Daniele Leppe, che collabora con l’Ufficio per la pastorale sociale della diocesi di Roma, che ha offerto la sua testimonianza anche nella serata di venerdì a San Giovanni in Laterano.

La sintesi dei lavori dei cinque incontri è raccolta in un sussidio, che è stato consegnato alle autorità ed è scaricabile dal sito diocesano, in alto nel menu a destra.

26 ottobre 2024

Il percorso formativo per gli adoratori

Partirà il prossimo 15 novembre il cammino di formazione permanente per gli adoratori della diocesi di Roma, promosso dall’Ufficio liturgico diocesano. Il primo appuntamento è dalle ore 10 alle ore 12.30, presso il Seminario Romano Maggiore (Sala Tiberiade) con don Andrea Cavallini, sul tema “La fede nel mistero della presenza reale di Cristo nell’Eucaristia”.

Il percorso formativo proseguirà il 31 gennaio 2026, alle 10, nella chiesa di Gesù Maestro a via Portuense, con una riflessione su “Il silenzio, valore antropologico e spirituale” a cura di padre Simone Raponi. Ancora, il 14 marzo, nella parrocchia di San Gioacchino in Prati, don Marco Gagliardi interverrà su “Adorazione e riparazione”. La conclusione del cammino il 13 giugno alle 10, al Santuario della Madonna del Divino Amore, con la Messa celebrata dal cardinale vicario Baldo Reina e l’adorazione. Sono invitati a partecipare gli adoratori e i ministri straordinari della Comunione.

29 ottobre 2025

Il percorso diocesano contro la tratta

Prende il via da lunedì 11 gennaio 2021 un percorso formativo sul tema dello sfruttamento sessuale e della tratta di esseri umani organizzato dalla diocesi di Roma. Il corso si avvale del contributo di diverse realtà che da anni operano a Roma in favore delle vittime di tratta e che da quasi un anno si sono riunite in un coordinamento diocesano: Caritas, Usmi, Comunità di Sant’Egidio, Associazione Slave No More, Associazione Papa Giovanni XXIII, Casa del Magnificat, Fondazione Arché e le quattro unità di volontari che tutte le settimane scendono in strada per incontrare le ragazze. La volontà comune è quella di “fare rete” per condividere esperienze, competenze e linee di pensiero e per metterle al servizio di tutti.

Quattro incontri on line con cadenza bimensile aperti a tutti, non solo agli “addetti ai lavori” (operatori e volontari di unità di strada e delle strutture di accoglienza), ma a chiunque voglia capire meglio questo fenomeno e intenda contribuire all’opera di sensibilizzazione. La partecipazione può essere utile in particolare a chi opera in gruppi parrocchiali giovanili e agli insegnanti di religione, per affrontare il tema dell’educazione alla sessualità; agli operatori dei centri d’ascolto parrocchiali, per avere nuovi strumenti di comprensione di chi, vittima di tratta in tempi di Covid, si rivolge con maggior frequenza alle parrocchie per avere aiuti di vario genere. Il corso lascerà ampio spazio alla condivisione e alle testimonianze, e vedrà in qualità di docenti esperti della materia come il sociologo Francesco Carchedi; Elvira D’Amato, già vicequestore aggiunto della Polizia Postale; suor Eugenia Bonetti, presidente dell’Associazione Slaves No More; Francesca De Masi di Be Free, solo per citarne alcuni.

«Tutti noi ci rendiamo conto di quanto è grande il fenomeno della prostituzione nella nostra città, coinvolgendo donne, uomini e minori – sottolinea il vicegerente monsignor Gianpiero Palmieri, che coordina il tavolo diocesano sulla tratta –. Tuttavia non tutti sono informati di quanto questo fenomeno nasconda dietro la tratta di esseri umani e dell’enorme giro di denaro legato alle organizzazioni criminali».

Diversi gli scopi del percorso formativo, evidenziati dall’arcivescovo. Innanzitutto, ci si propone di «riconoscere che il fenomeno della tratta di esseri umani a scopo sessuale esiste, è enormemente diffuso nella nostra città, e non può lasciarci indifferenti – dichiara –. Nel primo blocco del percorso formativo saranno date informazioni del fenomeno e testimonianze personali di chi negli anni se n’è occupato in modo diretto». Ancora, si vogliono «fornire strumenti operativi che facilitino la relazione con le vittime di tratta e abilitino al servizio di strada. Si parlerà dei percorsi che portano alla fuoriuscita dallo sfruttamento, all’accoglienza e al pieno recupero di una identità fisica, psicologica e spirituale perduta, che si affranchi anche dalla stigmatizzazione e dall’isolamento sociale». Infine, «promuovere una efficace sensibilizzazione dell’intera comunità cristiana e civile della nostra città riguardo a tutto ciò che è legato al fenomeno della tratta. Questa parte del percorso si propone di raccontare come dietro le persone che siamo abituati a vedere in strada ci sia troppo spesso una storia di violenza che inizia molto lontano nello spazio e nel tempo… un viaggio fatto di illusioni, di ricatti, di abusi, di annientamento fisico e psicologico».

«L’intero percorso – conclude monsignor Palmieri – vuole fornire l’occasione di un accompagnamento spirituale ai diversi operatori e volontari che quotidianamente si occupano di farsi prossimi alle tante vittime di tratta. Il primo e fondamentale passo che porta al recupero di una vita spezzata è quello di riscaldarla dell’amore di Dio, che da schiavi ci fa figli e fratelli e che restituisce vita a chi pensava di averla persa per sempre».

Per partecipare è necessario iscriversi compilando il modulo disponibile al seguente link: https://forms.gle/2nRSB9D6zXw3KKEM8.

4 gennaio 2021

Il percorso di formazione per gli adoratori

Riprende in questo nuovo anno pastorale il percorso di formazione per i gruppi di adorazione eucaristica e per gli adoratori, organizzati dal Servizio di collegamento diocesano per l’adorazione eucaristica e dall’Ufficio liturgico diocesano insieme al vescovo Paolo Ricciardi, responsabile dell’Ambito della Chiesa ospitale e “in uscita”.

Il primo appuntamento avrà luogo sabato 30 novembre, alle ore 10, presso la parrocchia di San Giovanni Battista de La Salle (via dell’Orsa Minore, 59) sul tema “La spiritualità eucaristica”. Interverrà padre Corrado Maggioni, presidente del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali.

Seguiranno altri due appuntamenti: a marzo parlerà monsignor Riccardo Aperti, docente all’Istituto superiore di scienze religiose Ecclesia Mater, su “Dimensione ecclesiale dell’adorazione eucaristica”; a maggio, invece, sarà la volta di Giustino Trincia, direttore della Caritas diocesana di Roma, su “Eucarestia adorata e carità vissuta”.

Gli incontri formativi per gli adoratori sono sempre molto partecipati, con circa 150 presenze provenienti da tutte le parrocchie romane in cui si fa adorazione prolungata o perpetua. Per ulteriori informazioni, scrivere a: adorazioneperpetua@diocesidiroma.it

26 novembre 2024

Il pellegrinaggio diocesano in Turchia

In occasione dei 1700 anni dal Primo Concilio di Nicea e a pochi giorni dal viaggio apostolico di Papa Leone XIV, la diocesi di Roma si fa pellegrina in Turchia. Parte lunedì 3 novembre e si concluderà il 7 il pellegrinaggio diocesano organizzato da Opera Romana Pellegrinaggi, che sarà guidato dal cardinale vicario Baldo Reina. Del gruppo – 40 partecipanti in totale, per la maggior parte sacerdoti – fanno parte anche il vescovo Renato Tarantelli Baccari, vicegerente della diocesi, suor Rebecca Nazzaro, direttrice dell’Ufficio per la pastorale del pellegrinaggio – Opera Romana Pellegrinaggi, e numerosi prefetti.

Partiranno per Istanbul con volo Turkish Airlines alle 6.45 di lunedì e, una volta arrivati, visiteranno i luoghi più significativi della città a cavallo tra due continenti: dal Palazzo Topkapi, sontuosa residenza costruita dal sultano ottomano Maometto II nel XV secolo, alla basilica di Santa Sofia, oggi moschea, voluta dall’imperatore Costantino. Nella serata del 4 novembre è in programma la celebrazione della Messa nella cattedrale dello Spirito Santo e l’incontro con monsignor Massimiliano Palinuro, vescovo di Istanbul e amministratore apostolico dell’Esarcato di Costantinopoli.

Il giorno seguente i pellegrini si sposteranno a Calcedonia, oggi quartiere di Istanbul chiamato Kadikoy, dove celebreranno l’Eucaristia nella chiesa Tubini Şapeli (Kadıköy Meryem Ana Kilisesi) con don Massimiliano Testi, sacerdote fidei donum della diocesi di Roma. Proseguiranno poi per Nicea, per uno dei momenti più toccanti del viaggio: sosteranno in riva al lago Iznik, dove affiorano i resti della basilica in cui, per la prima volta, nel 325 d. C., venne recitato il Credo. Lo stesso faranno i pellegrini romani.

Giovedì 6 novembre tappa a Efeso, che custodisce la memoria della permanenza di san Paolo. Qui, alle 15.30, dopo la celebrazione eucaristica, è previsto l’incontro con monsignor Martin Kmetec, arcivescovo metropolita di Izmir. Venerdì 7 novembre sarà l’ultimo giorno di permanenza in Turchia: prima di riprendere il volo da Denizli, i viaggiatori potranno visitare Pamukkale, il celebre “Castello di Cotone”, e l’antica Hierapolis, dove fu martirizzato san Filippo Apostolo.

«L’intento di questo pellegrinaggio diocesano – spiega suor Rebecca Nazzaro – è quello di vivere in prima persona quello che il Papa vedrà quando, a fine novembre, compirà il suo viaggio in Turchia. Vogliamo inoltre andare a visitare le piccole comunità cristiane del Paese: incontreremo il vescovo di Istanbul e quello di Smirne. Soltanto il 2% della popolazione è cristiano; le Chiese locali sono piccole, ma fortissime, vivono con grande radicalità il Vangelo. Tengono accesa la lampada della fede e questo è di grande esempio per noi».

31 ottobre 2025

Il pellegrinaggio diocesano in Terra Santa con il vescovo Ambarus

Il Santo Sepolcro a Gerusalemme (foto Opera Romana Pellegrinaggi)

Sarà il vescovo ausiliare monsignor Benoni Ambarus a guidare il pellegrinaggio diocesano in Terra Santa, in programma dall’8 al 15 novembre. Dopo quello di fine agosto a Fatima e quello a cavallo tra settembre e ottobre a Lourdes, con questo viaggio si concludono i pellegrinaggi diocesani del 2021. «Portiamo i desideri e le speranze, le sofferenze e le difficoltà dei cristiani di Roma nei luoghi più santi della Chiesa, consegnando specialmente quest’anno tutto nelle mani di Gesù e Maria», dice monsignor Remo Chiavarini, amministratore delegato dell’Opera romana. «Per poter entrare in Israele – ricorda il sacerdote – è necessario aver effettuato la seconda dose di vaccino da non più di sei mesi oppure aver già fatto la terza dose».

I partecipanti partiranno dall’aeroporto di Roma Fiumicino e atterreranno a Tel Aviv; da lì si trasferiranno subito a Nazareth, in Galilea, dove potranno sistemarsi in hotel. Il secondo giorno è in programma la visita al Monte Tabor: «Su questa altura ammireremo l’ampio panorama e visiteremo il Santuario, memoria della Trasfigurazione di Gesù», anticipa monsignor Chiavarini. Poi una sosta a Cana e infine la visita di Nazaret con la basilica dell’Annunciazione, la chiesa di San Giuseppe o Casa della Sacra Famiglia, e la chiesa di San Gabriele. Il terzo giorno il gruppo diocesano farà tappa al Lago di Tiberiade, al Monte delle Beatitudini, a Cafarnao per poi arrivare a Betlemme, dove i pellegrini passeranno la notte. La giornata successiva si andrà a Masada, lo spettacolare altopiano nel deserto di Giuda trasformato in fortezza dal re Erode il Grande; ancora a Gerico e a Qasr el Yahud, sito del battesimo di Gesù.

Il quinto giorno di pellegrinaggio sarà dedicato alla scoperta di Betlemme: «Al mattino visiteremo la splendida basilica della Natività – annuncia il responsabile dell’Orp –, costruita sulla grotta della natività di Gesù. Ci fermeremo sul luogo della nascita, segnato da una stella a 14 punte, memoria delle generazioni che hanno preceduto Gesù. La Basilica, unica sopravvissuta del tempo bizantino, ha le pareti in parte ricoperte da mosaici bizantini del sec. XII, recentemente restaurati. Sosteremo nella Chiesa francescana di Santa Caterina, da cui si raggiunge la grotta di San Girolamo, traduttore nel sec. IV dell’Antico Testamento in latino». Ci sarà spazio anche per la visita ad Ain Karim e allo Yad Vashem. Le ultime due giornate, il gruppo romano sarà a Gerusalemme, dove scoprirà tutte le bellezze e i luoghi simbolo della città: dal Cenacolo al Kotel, dal Santo Sepolcro alla Spianata delle Moschee.

4 novembre 2021

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