8 Luglio 2025

Da Arsial e Caritas 200mila euro per aiuti alimentari

Finanziati nel 2022 altri 200 mila euro per acquistare cibo e generi di prima necessità per le famiglie in difficoltà. Continua così il progetto “Emergenza Covid-19: interventi straordinari per le persone sole e le famiglie indigenti” realizzato da Arsial, Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura insieme a Caritas di Roma e presentato, questa mattina (martedì 29 marzo), negli spazi dell’Emporio della Solidarietà di Caritas. L’iniziativa, avviata nel 2020, ha visto l’ente regionale donare circa un milione di euro alle famiglie in difficoltà assistite dalla Caritas.

Il progetto destina le somme derivanti dalla mancata partecipazione di Arsial alle Fiere e alle altre iniziative promozionali a causa dell’emergenza Covid-19, a un fondo dedicato all’acquisto di prodotti agroalimentari o ittici, freschi o trasformati da aziende con sede nel territorio del Lazio, in favore delle tante persone in difficoltà che si rivolgono alla Caritas di Roma. Grazie al fondo è stata predisposta una grande distribuzione di derrate agroalimentari destinate alle famiglie che accedono all’Emporio della Solidarietà. Non solo prodotti freschi e di qualità come carne, salumi, formaggi, latticini, verdura, frutta, ma anche beni essenziali come olio, caffè, latte, legumi, pelati e quanto può essere necessario al fabbisogno quotidiano.

Complessivamente, attraverso i prodotti forniti da Arsial sono stati assistiti 1.296 nuclei familiari nel corso del 2021, per complessive 5.184 persone; 860 famiglie nel 2022 per un totale di 3.388 persone. 320 sono le famiglie con bambini inferiori ai due anni, ognuna ha beneficiato (per 6 mesi) di un paniere variegato di prodotti alimentari del valore di circa 87,50 euro mensili per un totale di 525 euro.

«A oltre un anno dall’avvio del progetto vorrei sottolineare due risultati che come Arsial consideriamo di grande valore: il consolidarsi del doppio binario di solidarietà a favore delle persone e delle famiglie in difficoltà e delle aziende agricole danneggiate dall’emergenza Covid-19 e un’offerta alimentare arricchita da cibi freschi di qualità, come carne, latticini, frutta e verdura che per il fabbisogno alimentare soprattutto dei più piccoli può fare e fa davvero la differenza. Un particolare ringraziamento ai produttori del Lazio che, pur in un perdurante stato d’emergenza, oggi ulteriormente aggravato dalla crisi energetica, sono diventati parte attiva di questo circuito virtuoso e ovviamente alla Caritas che, attraverso le sue molteplici attività e nello specifico con l’Emporio della Solidarietà, che siamo particolarmente orgogliosi di aver potuto contribuire a rifornire con continuità, garantisce un aiuto concreto, attenzione e rispetto della dignità di ciascuno» ha spiegato il presidente Arsial, Mario Ciarla.

«Dall’inizio della pandemia sono state oltre 25mila le famiglie che si sono rivolte ai presidi Caritas nella diocesi di Roma. Molte di loro, le più indigenti, hanno richiesto come prima forma di sostegno gli aiuti alimentari, un primo intervento a cui fanno seguito anche altre forme di presa in carico e accompagnamento. L’impegno di Arsial dà sostegno e concretezza agli impegni di responsabilità sociale e di sostenibilità delle filiere agricole della nostra regione» ha dichiarato Giustino Trincia, direttore della Caritas.

29 marzo 2022

Cura del creato, la priorità della pastorale sociale

Con l’incontro “La nostra casa comune. Come custodirla per prenderne cura” l’Ufficio della Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Roma ha lanciato idee e proposte per il prossimo anno. Lunedì 19, nella sede della Fondazione don Luigi Di Liegro a Ostiense, la serata ha posto l’accento su come tutto nell’ambiente sia connesso e su come sia compito del cristiano saper riconoscere i segni dei tempi che cambiano.

Di cambiamenti e “ristrutturazioni” ha parlato anche il vescovo Daniele Salera, delegato diocesano per la Pastorale dell’ambiente, soffermandosi sulla riforma della curia romana voluta da Papa Francesco la quale ha aperto «una fase nella vita della Chiesa molto particolare». Con l’entrata in vigore della Costituzione Apostolica Praedicate evangelium ha preso vita «uno sviluppo integrale di tutte le tematiche di cui la Chiesa si è occupata – ha proseguito il vescovo –. Abbiamo di fronte una Curia romana che si sta evolvendo con una velocità a cui tutta la Chiesa dovrebbe adeguarsi. Abbiamo finalmente un riferimento chiaro e una richiesta esplicita che il Papa fa attraverso i suoi scritti e questa ristrutturazione della Chiesa. Sta a noi cogliere il testimone perché è vero che tutto è connesso e noi siamo chiamati a stare in un cambiamento progressivo che non deve spaventarci».

A fare gli onori di casa monsignor Francesco Pesce, incaricato dell’Ufficio diocesano, il quale parlando del creato come dono da salvaguardare tra crisi ambientale e sociale, ha rimarcato che compito del cristiano è quello di contribuire al cambiamento d’epoca, prendere parte a quella che Bergoglio definisce “rivoluzione culturale”, attraverso la fede. «Noi siamo nel sistema ma non del sistema e una scelta di campo va fatta – ha detto –. Siamo convinti che sia possibile un mondo senza armi, la cui corsa è diventata una follia, è possibile avere una città diversa, un cielo e un mare più puliti. Nostro compito è riconoscere i segni dei tempi. Non possiamo cambiare la realtà ma possiamo leggerla con gli occhi del Signore».

Oliviero Bettinelli, vice direttore dell’Ufficio diocesano, ha presentato il programma per il 2022-2023 che sarà scandito da momenti di formazione, spiritualità, approfondimenti e focus su lavoro, biodiversità, pace, giustizia sociale. Si parte domani, 26 settembre, sempre nella sede della Fondazione Don Luigi di Liegro, con un incontro sulle comunità energetiche e l’economia circolare. «Il programma di quest’anno sarà un cantiere aperto alle idee che potrebbero scaturire durante ogni incontro – ha detto Bettinelli –. Ci saranno momenti di confronto con le comunità parrocchiali e nei vari settori della diocesi per crescere insieme e avviare un cammino a tutela della casa comune».

Presente anche Cinzia Scaffidi, direttrice del centro studi Slow Food e docente all’Università di Scienze gastronomiche a Pollenzo. Esperta delle tematiche legate alle connessioni tra cibo, cultura, sostenibilità e diritti, partendo dall’agricoltura ha spiegato la differenza tra la teoria del riduzionismo che va avanti da secoli e quella della complessità che procede «grazie ai cittadini che hanno a cuore l’ambiente».

di Roberta Pumpo da Roma Sette

26 settembre 2022

Cresime presso la parrocchia Santa Maria Immacolata di Lourdes

Cresime presso la parrocchia Santa Maria Immacolata di Lourdes

Cresime presso la parrocchia Santa Lucia

Cresime presso la parrocchia Santa Lucia

Cresime degli universitari – Cappella della Sapienza (Uff. past. universitaria)

Cresime degli universitari – Cappella della Sapienza (Uff. past. universitaria)

Cresime degli universitari – Cappella dell’Università Cattolica (Uff. Past. Universitaria)

Cresime degli universitari – Cappella dell’Università Cattolica (Uff. Past. Universitaria)

Cresime degli studenti universitari (Uff. past. universitaria)

Cresime degli studenti universitari (Uff. past.universitaria)

Cresime degli studenti universitari

Sabato 26 maggio 2018, alle ore 19, nella basilica di San Giovanni in Laterano, quarantacinque studenti provenienti da tutte le università di Roma riceveranno il sacramento della Confermazione.

La celebrazione sarà presieduta dal vescovo ausiliare della Diocesi di Roma monsignor Daniele Libanori e concelebrata da monsignor Andrea Lonardo, direttore del Servizio per la Cultura e l’Università, e dai cappellani delle università coinvolte. La liturgia sarà animata dal coro “San Tommaso d’Aquino” della Cappella universitaria di Tor Vergata, diretto da Rita Tomasi.

Cresimandi pellegrini seguendo san Camillo de Lellis

“Più cuore in quelle mani”: la celebre frase di san Camillo de Lellis guiderà i neo-cresimati e i cresimandi romani nel pellegrinaggio notturno attraverso il centro storico. Ma a scandire il loro percorso, nella serata di sabato 12 ottobre, saranno anche i diversi momenti della vita del fondatore dei camilliani. A proporre l’itinerario, l’Ufficio catechistico diocesano, guidato da don Andrea Cavallini.

L’appuntamento è alle ore 17 nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie al Trionfale (piazza omonima, fermata Cipro della metro A), dove verrà celebrata la Messa alle ore 17.30. Al termine, quindi, partirà il pellegrinaggio vero e proprio, che condurrà i ragazzi fino a San Gioacchino in Prati, seconda tappa del cammino. Qui i giovani partecipanti potranno ascoltare una catechesi sulla vita di san Camillo, che prima fu soldato e poi si convertì nel 1575.

I ragazzi riprenderanno il cammino fino a piazza del Popolo, dove potranno consumare il pranzo al sacco. Alle 20.45, tappa a San Giacomo in Augusta per una nuova catechesi sul fondatore dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi. Ci si sposterà poi fino a Santa Maria Maddalena in Campo Marzio, chiesa che custodisce la tomba di san Camillo, davanti alla quale i cresimandi e i neo-cresimati potranno fermarsi in preghiera, prima di rimettersi in marcia alla volta di Santo Spirito in Sassia. Qui ascolteranno l’ultima catechesi, conclusiva del pellegrinaggio (attorno alle 23.30).

È ancora possibile iscriversi, indicando parrocchia, numero dei partecipanti e recapito del responsabile del gruppo: ufficiocatechistico@diocesidiroma.it; 06.698.86301-86521.

7 ottobre 2019

Cresimandi in festa al Seraphicum

Una formula nuova ha caratterizzato la Festa diocesana dei cresimandi di quest’anno: invece della tradizionale location presso il Palazzo del Vicariato, a San Giovanni, con i giochi e la preghiera sul prato adiacente alla cattedrale di Roma, sabato pomeriggio, 19 maggio, ad accogliere gli oltre 300 adolescenti accompagnati dai loro catechisti e genitori è stata la struttura del Seraphicum, sulla via Laurentina. «Abbiamo scelto questo luogo – ha chiosato don Andrea Cavallini, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano – perché oltre agli spazi all’aperto, adatti sia al gioco che alla preghiera, c’è un auditorium». La novità di questa edizione della festa, infatti, è stata lo spettacolo teatrale ispirato al famoso libro di Michael Ende “La storia infinita”.

Protagonisti sul palco, capaci di catturare l’attenzione dei cresimandi che hanno applaudito lo spettacolo, Giovanni Scifoni, attore teatrale, autore e regista nonché volto noto di tante serie televisive, a cui sono stati affidati cinque reading, e lo stesso don Cavallini, che ha commentato e raccordato tra loro i passaggi salienti del racconto. «La storia di Bastiano è molto bella e molto adatta per i nostri cresimandi – ha spiegato il sacerdote – poiché il ragazzo nel leggere il libro “La storia infinita” ci finisce dentro e ne diventa parte, uscendone cambiato e totalmente nuovo», così come i cresimandi «che chiedono di ricevere il dono dello Spirito, con la cresima diventeranno una creatura nuova».

Dei sette doni dello Spirito Santo ha parlato ai cresimandi monsignor Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, che ha guidato il momento di preghiera all’inizio del pomeriggio di festa. «Lo Spirito Santo si vede da ciò che produce nella nostra vita – ha chiosato l’arcivescovo -: è dagli effetti che ha in noi e su di noi che lo riconosciamo». In particolare, De Donatis ha raccontato ai ragazzi la storia di un incontro tra un adolescente «poco più grande di voi che si chiamava Nicola e un grande santo russo del 1800, san Serafino di Sarov». Un giorno il giovane chiese al monaco di rivelargli il fine ultimo della vita cristiana, al di là di una vita santa fatta di opere buone. La risposta di San Serafino fu lapidaria e per questo risultò poco chiara a Nicola: “Consiste nell’acquisto dello Spirito Santo”. «Significa – ha spiegato ai cresimandi De Donatis – che le azioni buone compiute per Cristo ci procurano la grazia dello Spirito Santo, senza la quale nessuno può salvarsi, ma il canale per ricevere lo Spirito Santo è uno solo: la preghiera, mediante la quale possiamo parlare con Dio».

Proseguendo nel racconto, il presule ha riferito la curiosità di Nicola, determinato a comprendere come sia possibile riconoscere la presenza dello Spirito Santo. «San Serafino spiegò al suo giovane amico, e io lo dico a voi – ha detto De Donatis -, che è semplicissimo accorgersi di essere in Sua presenza: è quando si prova una sensazione infinitamente benefica, una tale calma e pace da non saperla esprimere a parole; ancora, si sentono un’insolita dolcezza e gioia nel cuore unite a un calore». Dopo la riflessione, l’arcivescovo ha pregato invocando lo Spirito Santo sui ragazzi, quindi con gli altri sacerdoti presenti ha imposto le mani su tutti i cresimandi. «È un gesto antico – ha spiegato De Donatis – mediante cui si chiede allo Spirito Santo di scendere sull’uomo: non stancatevi mai di chiedere il Suo intervento e ricordatevi dei suoi frutti perché sono il segno che non siamo soli, che Gesù, salendo al Cielo, non ci ha abbandonati. Nessuno di voi è solo e la Chiesa vi accompagna».

di Michela Altoviti

Cosa trovate in questa sezione

Quello che stiamo vivendo è un delicato momento storico caratterizzato da una particolare emergenza sanitaria dovuta alla pandemia di COVID-19.

In questa sezione potrete trovare le ultime indicazioni del Vicariato di Roma utili per lo svolgimento delle attività nelle Parrocchie e nelle altre realtà ecclesiali insistenti sul territorio diocesano.

Queste indicazioni hanno valore in relazione allo specifico territorio cittadino, esse infatti armonizzano decreti a carattere Nazionale (DPCM) ed ordinanze a rilevanza regionale e comunale.

Rimangono validi tutti i principi e le raccomandazioni di particolare attenzione e prudenza nei confronti delle persone anziane, siano esse operatori parrocchiali che destinatari delle nostre attività pastorali o caritative.

Corviale, dove «le persone hanno bisogno di tutto»

San Paolo della Croce (foto Diocesi di Roma / Gennari)

Esercitare il ministero del sacerdozio a Corviale, nella parrocchia di San Paolo della Croce, «è una sfida sia spirituale che materiale» per don Roberto Cassano. «Numerose e delicate le problematiche» da affrontare ogni giorno, legate ad «una povertà del territorio non solo economica ma anche sociale e culturale». Il sacerdote spiega come «qui le persone hanno bisogno di tutto: dal cibo all’aiuto nel pagamento delle bollette», a tal punto che, a motivo di «queste esigenze materiali, il lato spirituale è mortificato» quando già «c’è una società secolarizzata. Allora le difficoltà materiali alimentano l’indifferenza di chi non crede mentre per chi crede si arriva talvolta alla messa in discussione».

L’attenzione alla dimensione materiale e della carità, sottolinea don Cassano, riguarda «il secondo nostro compito», perché «in primo luogo noi siamo chiamati a curare lo spirito», anche e soprattutto quando «è complicatissimo poiché nella società c’è confusione e dalla Chiesa ci si aspetta assistenzialismo e carità, talvolta arrivando a pretese particolari, ad esempio pensando alla ricerca del lavoro: come se fossimo un ufficio di collocamento». Tenuto conto di queste criticità e proprio in funzione di queste, una parrocchia come quella di San Paolo della Croce diventa «un luogo ottimo per esercitare le proprie virtù cristiane quali la temperanza, la pazienza, la carità e la speranza», sono ancora le parole del parroco. L’incontro con «alcune realtà di fragilità e di disagio» ha caratterizzato la visita pastorale del cardinale vicario Baldo Reina che nelle giornate di giovedì e sabato è stato a Corviale, «dove ha incontrato anche il presidente dell’XI Municipio oltre alle diverse realtà parrocchiali, a cominciare dal Consiglio pastorale», prosegue il parroco.

Reina si si è fermato anche con la Caritas parrocchiale che, «grazie al servizio di un piccolo gruppo di volontari, due volte al mese realizza la distribuzione di pacchi viveri», dice Rossano, un volontario. Sono 45 i nuclei familiari accompagnati, «sia italiani che stranieri, soprattutto nomadi», aggiunge, e racconta anche delle raccolte solidali fatte «nei supermercati del territorio prima di Natale e ora in Quaresima, prima della Pasqua». Un altro tipo di povertà è quella relazionale: «Abbiamo bonificato il giardino della parrocchia e la domenica mattina dopo la Messa si prepara il caffè per tutti condividendo anche qualche dolce per stare insieme», dice ancora Rossano.

Gli fa eco Luciana, impegnata in parrocchia sia come catechista che come volontaria nella segreteria. «Tante persone trovano nella parrocchia un punto di riferimento e mi accorgo che c’è tanto bisogno di ascolto – afferma –: spesso chi viene in segreteria lo fa per un bisogno di relazione e di confronto. Per questo, anche se a volte le situazioni sono difficili, non ci arrendiamo e troviamo il bello in questo». Luciana sottolinea l’importanza di coltivare la dimensione della relazione anche con le famiglie dei bambini del percorso di iniziazione cristiana, che dura 4 anni. «In uno dei papà dei bambini del catechismo che ha chiesto il Battesimo per il suo secondo figlio – racconta – è nato il desiderio di ricevere il Battesimo lui stesso e così ha compiuto il percorso di 3 anni per il Catecumenato e mio marito ed io siamo i suoi padrini». (di Michela Altoviti da Roma Sette)

16 marzo 2025

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