4 Luglio 2025

Cammino sinodale diocesano: ecco i frutti dell’ascolto

Il verbo “ripartire” è quello che meglio racchiude e sintetizza quanto emerso dalle attività di ascolto svolte nella diocesi di Roma, su più fronti e a più livelli, a partire dallo scorso ottobre in occasione del cammino sinodale della Chiesa italiana. «Non è stato semplice discernere e mettere insieme quello che abbiamo ritenuto maggiormente significativo – spiegano dall’équipe sinodale diocesana, che proprio in virtù dell’esperienza di sinodalità vissuta nel proprio lavoro di redazione di un documento di sintesi vuole coerentemente presentare i risultati di questa prima parte di attività in modo corale -. Sicuramente anche questo lavoro risulterà ancora mancante eppure il risultato è già sentirci a un punto di ri-partenza», perché «sentiamo che lo Spirito ci ha dato uno “scossone”, ci ha riaperto l’orecchio, rilevando la sete di tanti nell’essere veramente ascoltati».

L’ascolto vissuto nelle diverse realtà coinvolte – dalle scuole alle carceri, dagli ospedali alle comunità etniche – e nelle parrocchie romane, che nella quasi totalità hanno attivato processi di ascolto e per il 40% hanno già restituito i risultati di quanto vissuto, ha fatto emergere «il dato di una grande crisi di fede sia fuori che dentro alla Chiesa – sono ancora le parole degli incaricati diocesani -, ma grida più forte il desiderio di abitare il cambiamento d’epoca da testimoni di Cristo risorto, per ripartire dalla perenne novità della Pasqua, non temendo di metterci in dialogo e in discussione, consapevoli che il “camminare insieme” è lo stile della Chiesa, ricordando che la Via, la Verità e la Vita è Cristo stesso». A seguire, c’è l’evidenza di un «desiderio di umiltà e di comunità – fanno sapere i membri dell’équipe- e, ancora, l’esperienza del cammino ha aiutato le comunità a spostare l’attenzione dall’io al noi e agli altri, attraverso incontri concreti, personali, autentici e paritari».

Pur nella gioia generale della condivisione, «si è notata anche qualche fatica – sono ancora le considerazioni degli incaricati diocesani -, come la difficoltà a coinvolgere chi solitamente non frequenta la Chiesa, specialmente i più giovani, e a superare la logica del gruppo per vivere invece un percorso comunitario». La sintesi prodotta (e fatta pervenire alla Cei) – online sul sito della diocesi di Roma -, lungi «dal fornire un mero dato sociologico esprime piuttosto cosa il popolo di Dio ci sta dicendo, dai desideri alle criticità, ed è il frutto di un processo spirituale – sono le parole dei referenti dell’équipe sinodale diocesana -, rappresenta il risultato di un’attività di concordia: mettere insieme davvero ciò che passa dal cuore delle persone, che è dove parla lo Spirito Santo». Una considerazione importante nasce infatti «dalla constatazione che chi si è messo in gioco e ha preso davvero parte a questo cammino condiviso della Chiesa si è riunito dapprima intorno alla Parola per favorire poi un confronto spirituale – spiegano -. Questa è una novità sicuramente da incentivare e da imparare a vivere come stile», dato che «quando la Chiesa ascolta se stessa, ascolta ciò che lo Spirito Santo vuole comunicare». Non a caso «qualcuno avverte la necessità di imparare l’arte del discernimento per comprendere se alcune delle cose emerse siano effettivamente frutto dello Spirito che parla o di ideologie dettate dallo spirito del mondo», fanno sapere ancora i membri dell’équipe.

Da un punto di vista metodologico, gli incaricati diocesani evidenziano infine di aver «cercato di fare emergere i nuclei tematici più ricorrenti, scegliendo quelli che più risuonavano nelle risposte e nei contributi forniti», privilegiando «il sentire comune e la voce diretta delle persone, riportando spesso i loro virgolettati, anche a costo di sacrificare la forma linguistica», perché la sintesi prodotta «non è un testo teologico né accademico ma la tessitura delle voci della gente e non solo dei pastori ma di tutti, senza più neanche la distinzione tra “ad intra” e “ad extra”». (Michela Altoviti per Romasette.it)

Cammino di Santiago per i giovani, iscrizioni entro il 30 maggio

C’è tempo fino al 30 maggio per iscriversi al Cammino di Santiago per i giovani, promosso dal Servizio diocesano per la pastorale giovanile in collaborazione con l’Opera romana pellegrinaggi. Un’esperienza di viaggio e di fede da non perdere, di cui è già pronto il programma.

I ragazzi partiranno il 29 luglio alle ore 18 in pullman da Roma, da piazza San Giovanni in Laterano, e arriveranno a Civitavecchia dove si imbarcheranno sulla nave Grimaldi e, attorno a mezzanotte, partiranno alla volta di Barcellona. La sistemazione è prevista in cuccette da quattro.

Il giorno seguente arriveranno a Barcellona, dove si trasferiranno in albergo. Potranno anche partecipare alla Messa alla Sagrada Familia. Sarà di nuovo il pullman, poi, a condurli a Ferrol, da cui, il primo di agosto, inizieranno il Cammino di Santiago. Percorreranno il cosiddetto Cammino Inglese, a piedi.

I giovani pellegrini toccheranno Pontedeume, Betanzos, Mesón do Vento, Ordes, Sigüeiro e infine Santiago. Prevista anche una escursione a Finisterre. L’8 agosto sarà di nuovo il pullman a condurli fino a Lourdes, dove trascorreranno un giorno e una notte. Il rientro a Roma è previsto il 10 agosto, nel tardo pomeriggio.

5 maggio 2022

Camminata mariana alla vigilia dell’Immacolata

Le parrocchie e le comunità del centro storico di Roma si ritroveranno mercoledì 7 dicembre vigilia dell’Immacolata, in una camminata mariana. Il pellegrinaggio nel cuore della città, sarà guidato dal vescovo Daniele Libanori, ausiliare per il settore Centro.

I fedeli e i pastori si ritroveranno alle 19.30 presso la chiesa di Santa Maria del Popolo per proseguire tra le vie del centro e raggiungere le tappe successive: Santa Maria dei Miracoli, San Giacomo in Augusta: Madonna dei Miracoli, San Rocco: Madonna di Lourdes, Sant’Andrea delle Fratte: Madonna Miracolosa. Durante la sosta saranno recitati i misteri della gioia. Il pellegrinaggio si concluderà con l’omaggio floreale presso l’Immacolata a piazza di Spagna.

Sottolinea il vescovo Libanori: «È una grazia poter camminare tra le strade della nostra città, custodendo nel cuore la memoria della Madre di Gesù, aprendosi al dialogo fraterno e cordiale. Tutto questo è segno di quello stile sinodale che la Chiesa apprende dal Vangelo e rivive tra le “case” che i nostri padri e madri hanno dedicato a Maria».

30 novembre 2022

Cambia sede il centro diurno Ohana della Caritas

Dal 3 ottobre il centro per l’infanzia “Ohana” ha cambiato sede. La Parrocchia di Santa Maria Causa Nostrae Letitiae ha offerto un nuovo spazio completamente ristrutturato al Centro Diurno promosso dalla Caritas diocesana di Roma. La novità, oltre alla nuova struttura, è che quest’anno Ohana ha deciso di attivare un Baby Parking per l’aumento delle richieste da parte delle famiglie.

Da ottobre, oltre ai 14 bambini presenti quotidianamente, si accolgono, occasionalmente, un numero di bambini extra in giorni della settimana stabiliti. Così da poter sostenere, saltuariamente, altri genitori che ne hanno bisogno.

15 ottobre 2022

Calendario diocesano 2019-2020: il link per scaricarlo

Con il mese di settembre riprendono a pieno ritmo le attività degli Uffici diocesani: per conoscere tutti gli appuntamenti in programma nonché le varie celebrazioni, gli eventi in cui sono coinvolti i vescovi e il cardinale vicario, le giornate di sensibilizzazione e altro, è disponibile il calendario diocesano 2019-2020.

Per scaricarlo, cliccare qui.

17 settembre 2019

Cadere, rialzarsi, allenarsi: la veglia di Francesco con i giovani

Foto DiocesiDiRoma/Gennari

«Camminare, e se si cade rialzarsi. Camminare con una meta e allenarsi tutti i giorni perché nella vita nulla è gratis, tutto si paga. Solo l’amore di Gesù è gratis. Con l’amore di Gesù e con la voglia di camminare andiamo alle nostre radici e avanti. Senza paura. Non abbiate paura». Con un «ciao» pronunciato in italiano Papa Francesco saluta il milione e mezzo di pellegrini che partecipa alla veglia a Campo da Graça, situato nel Parco Tejo-Trancão di Lisbona. In un discorso tenuto quasi completamente a braccio, Francesco incita i ragazzi a non arrendersi mai, neanche quando nella vita si incontrano ostacoli e si cade. «Bisogna rialzarsi, è una cosa bella – dice –. Chi non lo fa e rimane per terra è andato in pensione dalla vita, ha chiuso con la speranza». O forse non ha incontrato nessuno disposto ad aiutarlo a rialzarsi. Per questo Bergoglio invita i pellegrini del mondo ad aiutare chi è caduto: «è l’unico momento in cui è lecito guardare una persona dall’alto in basso», ammonisce.

Il Papa arriva all’appuntamento clou della Gmg intorno alle 20.25 ora locale e tra due ali di folla in festa percorre in papamobile il tragitto che lo separa dall’ingresso al palco. A Campo da Graça regna il silenzio durante il discorso che pronuncia in spagnolo. Supportati dalle radioline che tramettono la traduzione simultanea, i ragazzi applaudono quando il Pontefice chiede loro se amano il calcio, di cui è grande tifoso. Utilizzando quindi una metafora calcistica, spiega che «dietro un gol c’è moltissimo allenamento, dietro un successo c’è moltissimo allenamento». Ogni traguardo nella vita si può tagliare solo se ci si allena perché «non si può fare sempre quello che si vuole».

Avviando il dialogo con i giovani, il Papa chiede se testimonieranno agli altri l’esperienza della Gmg. «Voi che siete venuti a cercare qui un senso della vita – dice –, lo terrete per voi o lo porterete agli altri?». Bisogna parlarne perché «la gioia è missionaria, dobbiamo trasmettere tutto quello che abbiamo ricevuto. E allo stesso tempo ricordare chi ha portato gioia nei nostri cuori genitori, nonni, sacerdoti, religiose, catechisti, animatori, insegnanti. «Sono le radici della nostra gioia», afferma chiedendo ai ragazzi di ricordarli in silenzio.

In occasione della veglia al Campo da Graça, come gli organizzatori hanno ribattezzato il terreno del parco del Tago, intorno alle 18 sono stati portati i due simboli della Gmg. Sulle note di Emmanuel, l’inno della Gmg del 2000, la croce pellegrina e l’icona della Madonna Salus Populi Romani hanno raggiunto la riva del fiume Tago. Hanno quindi attraversato Campo da Graça fino al palco. I due simboli sono stati trasportati a bordo di un miliceiro, tipica imbarcazione simile a una gondola usata nel nord ovest del Portogallo.

La veglia si è aperta con le testimonianze di don Antonio Ribeiro de Matos, 33 anni, dal Portogallo e di Marta Luis, diciottenne del Mozambico. Il primo ha parlato della gioia del suo incontro con Cristo avvenuto in seguito a un terribile incidente stradale. Marta Luis, originaria della provincia di Cabo Delgado, in Mozambico, ha raccontato della guerra che ha stravolto il suo Paese, della fuga dal suo villaggio e dalla foresta dove si era rifugiata con la mamma e le quattro sorelle. «In mezzo a tanta sofferenza mai abbiamo perso la fede e la speranza che un giorno ricostruiremo di nuovo la nostra vita», ha detto.

6 agosto 2023

Burkina Faso: «Continuate a pregare per questa porzione di umanità!»

Paola Garbini Siani

«Di fronte all’efferatezza di questa mattanza che si perpetua ancora in questa porzione di umanità già fortemente provata da secoli di dittature, restiamo senza parole e sgomenti. Il mese scorso 500 persone. L’altra notte 600 persone. Sono avvenimenti così forti e così crudeli che non ci sappiamo calmare, non sappiamo trovare una spiegazione possibile. Ci arriva il conforto del Santo Padre per le vittime di questo Paese e di quest’Africa così bistrattata. Continuate a sostenerci, Chiesa di Roma, e a pregare per questa porzione di umanità!». È l’accorato appello di Paola Garbini Siani, missionaria laica della diocesi di Roma, che opera da anni in Burkina Faso prendendosi cura degli orfani e dei bisognosi, dopo le stragi dei giorni scorsi, ricordate anche da Papa Francesco all’Angelus di domenica primo settembre.

Padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio per la cooperazione missionaria tra le Chiese della diocesi di Roma e giornalista missionario, riflette: «Purtroppo vi è un’algida classificazione per quanto riguarda le aree di conflitto a livello planetario: guerre di serie A e guerre di serie B. Un inganno istigato dal sistema massmediale mainstream per cui alcune aree del pianeta sono coperte dalla stampa internazionale, altre finiscono nel dimenticatoio». Emblematico è il caso del Burkina Faso, prosegue, «dove una nostra missionaria laica, Paola Garbini Siani, opera da diversi anni in questo tormentato paese dell’Africa Saheliana. Questa donna, fondatrice del Centre Wend Daabo – Ziniaré, ci ha inviato delle immagini strazianti dell’ennesimo massacro perpetrato in quella terra dimenticata da tutto e da tutti. D’altronde basta leggere i report di Human Rights Watch – una organizzazione statunitense che monitora le violazioni di diritti umani – per rendersi conto della gravità della situazione».

«Il Burkina Faso – riprende padre Albanese – si è imposto da anni come l’epicentro delle insorgenze delle milizie jihadiste nella regione africana del Sahel, innescando tentativi di repressione culminati nel doppio golpe militare del 2022 e l’insediamento della giunta militare guidata da Ibrahim Traoré. Purtroppo lo stesso ragionamento va esteso al Sudan dove la guerra civile contrappone, dall’aprile dello scorso anno, l’esercito, sotto il comando del generale Abdel Fattah al-Burhane, ai paramilitari delle Forze di supporto rapido (Fsr) del suo ex vice, il generale Mohamed Hamdane Daglo. Il Sudan è sull’orlo della carestia e a pagare il prezzo più alto è la popolazione civile. Stime, citate dall’inviato statunitense per il Sudan, Tom Perriello, parlano di 150mila persone uccise. E cosa dire del settore nordorientale della Repubblica Democratica del Congo dove i massacri avvengono quasi quotidianamente? È bene ricordare che l’Africa è il continente con il maggior numero di conflitti a livello statale, ben 28, seguita dall’Asia con 17, dal Medio Oriente con 10, dall’Europa con 3 e dalle Americhe con 1 (la Colombia). Si tratta di un livello di belligeranza in crescita esponenziale se consideriamo che il numero dei conflitti in Africa è quasi raddoppiato rispetto a dieci anni fa e nell’ultimo triennio si sono avuti più di 330mila morti legati alla guerra. Tra questi conflitti, oltre alle aree di crisi già menzionate, è importante ricordare quello legato alle violenze di Boko Haram in Nigeria o quello che imperversa nel Nord del Mozambico».

«È evidente – è la conclusione – che molte di queste guerre sono legate allo sfruttamento delle commodity (materie prime) da parte di potentati stranieri più o meno occulti. Sarebbe pertanto auspicabile che nel Piano Mattei promosso dal nostro governo per aiutare l’Africa, l’informazione sulle reti pubbliche e private fosse posta come conditio si ne qua non per dare voce a chi non ha voce. Perché l’informazione è la prima forma di solidarietà».

Buon compleanno, Santità!

Oggi Papa Francesco compie 83 anni. Auguri da tutta la comunità diocesana di Roma!

17 dicembre 2019

Buon 11mo anniversario di pontificato, Papa Francesco!

Foto Cristian Gennari

Santità, La comunità diocesana ricorda con gioia l’undicesimo anniversario della Sua elezione al ministero petrino.

Ci sentiamo onorati e privilegiati per averLa come nostro Vescovo e pastore. Le siamo grati perché in tutti questi anni non ha mai smesso di aprirci prospettive spirituali e pastorali di ampio respiro, essendoci testimone, stimolo a muoverci.

Le siamo grati perché non ha mai dimenticato di manifestare sempre la parte degli ultimi, dei diseredati e per essere strenuo difensore della pace.

Santità, lo sappiamo e lo vediamo quanto Lei lavori senza risparmiarsi; ed anche in questo ci è di esempio. Il Popolo santo di Dio che è in Roma, e di cui lei è padre, lo vede e rimane sempre edificato.

Nel porgerLe gli auguri per questo anniversario, Le rinnoviamo la nostra vicinanza e Le assicuriamo la nostra costante preghiera.

Card. Angelo De Donatis
Vicario di Sua Santità per la Diocesi di Roma

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