19 Maggio 2025

“Sportello Mama” per le donne ucraine

Grazie al progetto “Welcome Mama” finanziato con il contributo RTI/Mediaset e alla raccolta fondi per l’Emergenza Ucraina lanciata in occasione della Festa della Mamma 2022, presso il Centro Ascolto Stranieri della Caritas di Roma è stato attivato lo “Sportello Mama” dedicato a chi è stato costretto alla fuga a causa del conflitto tra Russia e Ucraina.

«Nei giorni immediatamente successivi allo scoppio del conflitto il Centro di Ascolto ha ricevuto un importante numero di richieste di aiuto da quanti erano appena arrivati nella Capitale e necessitavano di ogni genere di supporto – raccontano dall’organismo diocesano –. Sebbene sostenute, infatti, da un’ampia e ben inserita comunità ucraina presente da tempo nel territorio italiano, le tante persone in fuga sono apparse da subito portatrici di diverse vulnerabilità, declinando l’emergenza umanitaria in primis in emergenza socio-economica e abitativa».

Lo Sportello Mama vuole quindi essere un’occasione concreta per favorire il loro inserimento sociale, culturale, abitativo e lavorativo e fornire così opportunità di inclusione riducendo il rischio di povertà, compresa quella educativa. Particolare attenzione, infatti, è dedicata al sostegno e all’accompagnamento di nuclei monoparentali composti da mamme sole con bambini.

Il servizio si avvale di un’equipe multidisciplinare in grado di rispondere a necessità eterogenee e ai diversi bisogni emergenti. Ad ogni persona viene dedicato uno spazio di ascolto con la presenza di una mediatrice, in modo da superare eventuali barriere linguistiche e favorire il primo colloquio conoscitivo. Viene fornito orientamento legale, sanitario, supporto psicologico. Possibile anche partecipare a corsi di lingua italiana, così come un eventuale inserimento lavorativo.

Per informazioni e appuntamenti è possibile chiamare il Centro Ascolto Stranieri di via delle Zoccolette 19 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.00 al seguente numero di telefono: 06/88815300.

15 settembre 2022

“Scripta manent”, corso su calligrafia e miniatura

Sono aperte le iscrizioni al corso “Scripta manent” organizzato dell’Ufficio per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport della diocesi di Roma. Sei incontri in programma dal 13 gennaio 2024 nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie al Trionfale, con al centro diverse tematiche: “La tradizione scritta della Chiesa”, “L’arte della calligrafia”, “I monaci e la miniatura”, “Laboratorio di calligrafia”. Il percorso formativo si concluderà il 17 febbraio con la visita alla Biblioteca di Santa Scolastica a Subiaco.

A curare il corso i docenti Stefano Cavallotto (Università Tor Vergata – Lateranense), Barbara Perrotta (calligrafa ed esperta di manoscritti antichi) e Cecilia Marzi, restauratrice e insegnante di tecniche antiche.

Per ulteriori informazioni: uts@diocesidiroma.it.

18 dicembre 2023

“Scatta in parrocchia” edizione natalizia

Torna anche quest’anno Scatta in Parrocchia, il concorso fotografico organizzato dall’Ufficio diocesano per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport con Radiopiù Roma, dedicato ai presepi nelle parrocchie della diocesi.

Lo spunto sono gli ottocento anni dalla realizzazione del primo presepe che, lo ricordiamo, nacque a Greccio nel 1223 grazie a san Francesco d’Assisi. L’evento verrà celebrato venerdì 29 dicembre nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme dove, insieme alla mostra dei presepi, saranno esposte e premiate anche le fotografie vincitrici del concorso. Lo stesso pomeriggio, alle ore 17, si potrà prendere parte al concerto di Natale del coro Le Dolci Note.

Il concorso Scatta in parrocchia si aprirà l’8 dicembre e si chiuderà il 26 dicembre; la partecipazione è aperta a tutti ed è gratuita. Possono partecipare sia fotografi professionisti che non professionisti, purché residenti nella diocesi di Roma; si potranno scattare foto in tutte le chiese della città di Roma ad esclusione delle basiliche papali. Per il regolamento completo: http://www.utsroma.diocesidiroma.it/index.php/scattainparrocchia/

4 dicembre 2023

“Sacri Itinerari”, a Via Veneto tra arte e spiritualità

La chiesa di Santa Maria Immacolata a Via Veneto, dell’ordine dei cappuccini, è celebre per la sua cripta-ossario decorata con le ossa di circa 4.000 frati cappuccini. Ma sono tante le opere da ammirare, nella chiesa voluta da Papa Urbano VIII all’inizio del Seicento. Al suo interno custodisce opere di Guido Reni e del Domenichino, le tombe di san Felice da Cantalice e di padre Mariano da Torino. E l’organo Pinchi degli anni Cinquanta. Un’occasione per scoprirne i tesori artistici e ascoltare dal vivo il suono dell’organo è “Sacri Itinerari”, percorso che intende coniugare arte, musica e spiritualità. Il primo appuntamento è per domenica 17 marzo dalle 16.30: è prevista la visita guidata della chiesa, un concerto di musica sacra dell’organista Simone Di Meo e la possibilità di vistare l’ossario a tariffa ridotta. La visita della chiesa e il concerto sono invece a ingresso gratuito, ma si chiede di segnalare la propria presenza scrivendo a sacritinerari@gmail.com.

A guidare il percorso dentro la chiesa sarà il rettore padre Gian Nicola Paladino. «Perché rimaniamo estatici davanti a un dipinto, o percepiamo inesprimibile piacere interiore ascoltando musica sacra? – domanda il religioso – Perché in fondo ricerchiamo la Rivelazione di Dio, la Sua Epifania che definiamo Bellezza. Valicando l’esteriorità dei nostri corpi per approfondire il senso dell’interiorità della nostra anima fatta di armonia e fascino, eleganza e grazia, “Sacri Itinerari” diventa un’avventura alla ricerca delle sorgenti della Bellezza in grado di additarci quali sentieri concreti possiamo imboccare per rendere feriale il nostro rapporto con Essa: solo in questo modo infatti potremo superare ogni tiepidezza e tornare, o addirittura iniziare, a gioire al cospetto di quelle opere capaci di stringerci il cuore. Perché ricercare e custodire la Bellezza è la via privilegiata, appunto Via Pulchritudinis per onorare il compito cristiano, evangelico, che attende la nostra vita… Recuperare la Bellezza vuol dire recuperare anche l’Amore ad essa strettamente connesso, guardare con maggior fiducia e ottimismo alla vita, proprio perché la Bellezza rasserena!».

 

13 febbraio 2024

“Sacri Itinerari” nella chiesa dei cappuccini

"L'arcangelo Michele che caccia Lucifero", Guido Reni

Torna anche in questo nuovo anno pastorale la rassegna “Sacri Itinerari”, organizzata dalla chiesa dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (via Vittorio Veneto, 27), meglio nota come “chiesa dei cappuccini”, con il patrocinio della diocesi di Roma. Il prossimo appuntamento è in programma il 29 settembre dalle ore 16.

Si comincerà con una visita guidata della chiesa, curata dal rettore padre Gian Nicola Paladino; visita che sarà tutta incentrata sul “Soggiorno a Roma di Guido Reni”, la cui opera “L’arcangelo Michele che caccia Lucifero” si trova in una cappella. L’appuntamento è infatti organizzato alla vigilia della festa dei santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, come sottolinea il rettore.

Alle 16.45, una breve presentazione di Giamila Berré, docente di organo al Conservatorio di L’Aquila, introdurrà il concerto di organo di Giovanni Faedda, che proporrà brani di Bach, Buxtehude, Reger. Al termine, chi lo desidera potrà visitare la cripta e l’ossario a prezzo ridotto; la visita alla chiesa e il concerto sono invece gratuiti, ma è necessario prenotarsi scrivendo a sacritinerari@gmail.com.

16 settembre 2024

“RomaxRoma”, la nuova proposta dell’Opera Romana Pellegrinaggi

Itinerario in open bus per i ragazzi, dal Laterano al centro di Roma. È “RomaxRoma”, la nuova proposta di Opera Romana Pellegrinaggi, che sarà attiva dal 5 aprile ed è pensata, in occasione del Giubileo, per i giovani che frequentano le parrocchie della diocesi.

Il primo appuntamento sarà sabato 5 aprile e il programma prevede la visita guidata del Palazzo Lateranense, il passaggio della Porta Santa di San Giovanni in Laterano e la visita guidata della basilica; quindi un giro per il centro di Roma a bordo degli open bus di Orp, con guide a bordo.

L’iniziativa è stata voluta da suor Rebecca Nazzaro, direttrice dell’Orp, per «far conoscere alle nuove generazioni la bellezza, la storia, la cultura della cattedrale fin dalle origini». Il valore spirituale di questa nuova offerta, spiega la religiosa, risiede «nel senso di appartenenza alla Chiesa. San Giovanni in Laterano, antica sede papale, rappresenta una Chiesa madre che accoglie fisicamente e che, attraverso le parrocchie, esprime vicinanza e fede».

Per ulteriori informazioni e prenotazioni, consultare il sito internet dell’Orp

27 marzo 2025

“Roma by night” nella memoria liturgica del Beato Angelico

Sotto l’altare maggiore riposano le spoglie di santa Caterina da Siena. A lato, qualche passo più in là, ecco invece il sepolcro del Beato Angelico, il celebre pittore domenicano fra Giovanni da Fiesole, proclamato patrono degli artisti nel 1984 da san Giovanni Paolo II. Siamo nella basilica di Santa Maria sopra Minerva, che lunedì 18 febbraio ospiterà l’incontro del ciclo “Roma by night” e la Messa presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis, alle 18.30, proprio nella memoria liturgica del Beato Angelico. La celebrazione sarà animata dalla Cappella musicale Augustea del Conservatorio di Santa Cecilia e dal Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma.

Al termine della liturgia, alle ore 20.15, inizierà l’incontro di “Roma by night”: sul tema “La luce dell’arte sulla vita degli uomini” si confronteranno monsignor Andrea Lonardo, direttore del Servizio per la cultura e l’università della diocesi di Roma, che organizza l’iniziativa, e padre Riccardo Lufrani, domenicano, priore del convento di Santa Maria sopra Minerva e cappellano alla John Cabot University.

14 febbraio 2019

“Ricucire lo strappo: oltre le disuguaglianze”. Assemblea diocesana con Papa Francesco

Foto Diocesi di Roma / Gennari

Si terrà venerdì 25 ottobre, alle ore 17.30, nella basilica di San Giovanni in Laterano, l’assemblea della diocesi di Roma alla quale interverrà Papa Francesco. L’incontro è promosso a conclusione del percorso “(Dis)uguaglianze”, portato avanti a partire da febbraio in occasione del cinquantesimo anniversario del convegno “La responsabilità dei cristiani di fronte alle attese di carità e giustizia nella città di Roma”, che si tenne dal 12 al 15 febbraio 1974 ed è noto come convegno sui “mali di Roma”.

Il vicegerente monsignor Baldo Reina introdurrà il pomeriggio di preghiera e riflessione. Seguirà un intervento del giornalista Marco Damilano, che offrirà ai partecipanti una sintesi del cammino compiuto in questi mesi con “(Dis)uguaglianze”, con l’aiuto di due testimoni. In conclusione parlerà il Santo Padre. Sono invitati i rappresentanti delle istituzioni e della società civile.

Ai responsabili delle amministrazioni locali verrà consegnato un sussidio che raccoglie il lavoro fatto dalla diocesi attraverso “(Dis)uguglianze”. Iniziato il 19 febbraio con un congresso nell’Aula della Conciliazione, che ha voluto in particolar modo fare memoria di quanto avvenuto cinquant’anni prima, con il convegno del febbraio 1974, il percorso è proseguito con una serie di incontri dedicati a diversi ambiti dove più forti sono le dinamiche di esclusione e disparità nella nostra città: la scuola, la sanità, l’abitare, il lavoro. Incontri che si sono svolti in luoghi periferici e altamente simbolici: la sede succursale dell’IIS Edoardo Amaldi a Castelverde; il policlinico di Tor Vergata; il residence Bastogi; la cooperativa “La Nuova Arca” a Castel di Leva. Durante ogni appuntamento hanno parlato i protagonisti di quel particolare ambito, dagli studenti agli operatori sanitari, da associazioni del territorio a economisti ed esperti. Non sono mai mancati i cosiddetti “germogli di speranza”, cioè quegli esempi virtuosi da cui ripartire per cercare di risolvere, almeno in minima parte, alcuni di quei “mali” che, oggi come cinquant’anni fa, affliggono la città di Roma.

«A distanza di cinquant’anni – commenta monsignor Reina – abbiamo avvertito il bisogno di riflettere sui mali della Roma di oggi e sulle responsabilità dei cristiani di fronte a queste disuguaglianze. Gli incontri vissuti nei quattro ambiti ci hanno rafforzato nella convinzione che è quanto mai necessaria la presenza della Chiesa nel dibattito pubblico. Lo dice anche san Paolo nella lettera ai Filippesi: i cristiani si comportino da “cittadini degni del Vangelo”. Non abbiamo la pretesa di risolvere tutto, ma possiamo offrire il nostro contributo, il nostro sguardo profetico e le nostre proposte di speranza, in un’ottica di collaborazione con le istituzioni civili e in particolare con il mondo del volontariato».

3 ottobre 2024

“Resurrexit”, la lettura a Santa Maria in Portico

La Sala Baldini della parrocchia di Santa Maria in Portico in Campitelli (piazza di Campitelli) ospita, domenica 7 maggio alle 19, “Resurrexit”, una lettura drammaturgica della Resurrezione di Cristo vista dalla Madre. La lettura sarà a cura di Antonio Tarallo con la partecipazione di Chiara Graziano e Maria Pia Iannuzzi, al pianoforte Simone Vallini. L’evento è patrocinato dal Centro Studi OMD e dalla Pontificia Academia Mariana Internationalis.

Nel testo rivivono i momenti della Passione di Gesù visti attraverso lo sguardo della Vergine Maria: uno sguardo che sarà dapprima di sofferenza, di viscerale dolore per la condizione del Figlio; poi, questo stesso sguardo si tramuta in attesa, in fiducia in Dio, in speranza. Dopo i giorni silenziosi della morte e del lutto si presenta alla Madre il Gesù Risorto: diviene allora importante recare al mondo la Buona Novella, quella della Resurrezione del Figlio. Il buio delle tenebre è stato sconfitto e la Luce dell’Amore trionfa sulla morte. È l’incontro a essere al centro di “Resurrexit”: l’incontro tra il Risorto e la Madre, ma non solo. Il testo vuole anche raccontare l’incontro dell’intera umanità con la Luce della Resurrezione attraverso i cuori delle madri di oggi.

Maria reca al mondo contemporaneo la speranza che oltre la morte, oltre ai drammi che ci circondano (guerre, conflitti sociali, alienazione dei sentimenti), è possibile trovare una porta di speranza. La lettura drammaturgica – accompagnata da musiche eseguite dal vivo – diviene racconto non solo dell’incontro tra Madre e Figlio ma anche momento di riflessione sulle strade che l’umanità sta percorrendo nel nostro oggi. “Hai tramutato il mio pianto in danza”: le parole del salmista sembrano riecheggiare all’interno del testo per dare vita a uno Stabat Mater che vedrà tramutarsi poi in canto di gioia per il Figlio Risorto.

5 maggio 2023

“Questo mistero è grande”: la scheda esplicativa

Per lo sfondo dell’immagine si è scelto l’episodio delle nozze di Cana di Galilea.

L’interpretazione che emerge dall’immagine si rifà al grande padre della Chiesa Giacomo di Sarug. Quando la Genesi ci dice: “Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne” (Gen 2,24), si tratta di una immagine velata. Si parla dell’unità nell’amore dell’uomo e della donna, ma in realtà Mosè vide Cristo Figlio di Dio e la Chiesa, l’unità del Figlio di Dio e dell’umanità nell’amore assoluto del Padre e del Figlio. Ma, spiega Giacomo, ritenendo che il popolo non fosse ancora in grado di vedere, Dio ha velato questo mistero con l’immagine uomo-donna. Ma, quando le nozze del Figlio si sono consumate nella sua Pasqua, viene Paolo e tira via il velo e parla del matrimonio esclamando: “Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!” (Ef 5,21).

Infatti, nel dipinto, il servo che versa il vino agli sposi ha il volto con i tratti di san Paolo secondo l’antica l’iconografia cristiana. Così si può contemplare l’unità indissolubile di Cristo e della Chiesa come fondamento del matrimonio. Il sacramento dell’amore tra l’uomo la donna fonda gli sposi nell’amore tra Cristo e la Chiesa e a sua volta il matrimonio come sacramento è l’espressione di questo amore realizzato nell’unità di Cristo e dell’umanità. Come ogni sacramento, così anche il matrimonio realizza la trasformazione. Anche la famiglia, che di per sé fa parte di un’esistenza secondo la natura come caratteristica degli esseri viventi, degli uccelli, dei pesci, degli animali…, in Cristo viene trasfigurata perché per lo Spirito Santo ci viene data la partecipazione all’amore di Cristo per la sua Chiesa. A Cana, nella trasformazione dell’acqua in vino, si aprono gli orizzonti del sacramento, cioè del passaggio dal vino al sangue di Cristo. Si tratta dell’eucaristia, il sacramento che ci realizza e ci manifesta come il Corpo di Cristo, partecipi della sua stessa vita. Paolo sta infatti versando lo stesso sangue che la sposa raccoglie nel calice: è la sua bevanda di vita secondo l’amore, cioè la comunione delle Persone divine. Paolo versa questo sangue a noi. Così diventa manifesto che la famiglia si svincola dal sangue come solo fatto naturale per essere trasfigurata secondo l’unione nel sangue di Cristo, attraverso il sacramento del matrimonio, che manifesta il nucleo costitutivo della stessa Chiesa come metteva in evidenza già san Giovanni Crisostomo.

La famiglia è una realtà ecclesiale in quanto partecipazione alla vita di Cristo, di cui, come direbbe Nicola Cabasilas, siamo veramente consanguinei.

Per l’uso dell’immagine si prega di citare l’autore con la seguente dicitura: Opera di p. Marko Ivan Rupnik, 2021

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28 luglio 2021

“Questo mistero è grande”: la meditazione di padre Rupnik

La famiglia di per sé appartiene all’esistenza secondo la natura. Noi sappiamo che anche nel mondo degli animali ci sono delle famiglie. Persino gli uccelli, i pesci hanno una famiglia.

Allora la famiglia esprime il modo di esistere degli esseri viventi, è qualcosa che appartiene alla natura del creato.
Ma, per la nostra fede, secondo la nostra tradizione cristiana, non è così perché con il Battesimo noi cristiani riceviamo una vita nuova, una vita non secondo l’esistenza della natura, ma secondo una vita che appartiene a Dio. Dio dà a noi in partecipazione il suo modo di essere.
Per noi cristiani la famiglia è l’espressione di un sacramento, che è il Matrimonio. E questo cambia totalmente il suo significato, perché un sacramento implica sempre la trasformazione. È dentro alla vita naturale che lo Spirito Santo realizza la trasformazione del modo di esistenza. E lo fa trasfigurando la vita naturale, non negandola, ma assumendola e trasformandola, perché il primato non è più della natura, ma della relazione.

Allora per impostare questa immagine, in occasione di questo grande raduno delle famiglie, ho pensato da cosa partire.
Quello che sentivo importante è far vedere la novità della famiglia secondo la Chiesa, secondo il Battesimo, secondo la vita in Cristo, secondo l’uomo nuovo.

Perciò mi sono ricordato del grande padre della Chiesa siriaca San Giacomo di Sarug, che parla del “velo di Mosé”.
San Giacomo imposta una bellissima omelia in versi sul passo del libro della Genesi quando viene detto che “Dio ha creato uomo e donna” e poi dice che “L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie in modo che di due divengano completamente uno” cioè una sola realtà, una sola carne.

San Giacomo di Sarug dice che Mosè ha parlato, sì, di uomo e donna, ma di per sé lui ha visto dentro questa realtà: una realtà più profonda di cui non osava parlare. Per questo motivo ha messo sopra un velo, di modo che nessuno potesse vedere veramente ciò che i suoi occhi avevano contemplato. Perché? Perché l’umanità non era ancora pronta ad accogliere questo grande Mistero.
Poiché si tratta dell’uomo e della donna che si uniscono, ho scelto l’immagine delle nozze di Cana. Noi sappiamo dai testi sapienziali – come ad esempio il Siracide – che il vino è ciò che dà gusto alla vita perché il vino è l’amore che racchiude il senso dell’esistenza umana. Allora nell’episodio di Cana, quando Maria dice “Non hanno più vino”, in quel momento, Maria in realtà sta dicendo a Cristo: “Questi sono sposi, ma non hanno più l’Amore”.

E siccome si vedeva nell’immagine uomo-donna il rapporto tra Dio e l’uomo (basti pensare al Cantico dei Cantici), da questo passo si evince che il rapporto tra uomo e Dio si è esaurito, cioè non è più vissuto, non è più fondato sull’Amore.

Infatti, la tradizione patristica vede nelle sei giare la legge di Mosè che doveva servire per la purificazione. Le sei giare però sono vuote. Per di più sono di pietra. Allora praticamente, nell’episodio delle nozze di Cana avviene un enorme passo nel rapporto tra uomo e Dio: si esaurisce una relazione basata sulla legge che viene dall’esterno e che progressivamente è sempre più stata letta e capita in modo moralistico e si manifesta una nuova relazione tra Dio e uomo, che è una relazione tra Padre e Figlio, a cui partecipano tutti coloro che fanno propria la vita del Figlio.

È una relazione fondata veramente nell’Amore e che diventa espressione dell’Amore.
Allora ho preso l’immagine di Cana e sono andato da Giacomo di Sarug.
Chiunque si intende un po’ di iconografia cristiana antica, riconosce subito in questo servo delle nozze il volto di san Paolo.
Qualcuno potrebbe dire: “Ma che c’entra san Paolo con le nozze di Cana, se Paolo non era presente a Cana di Galilea durante le nozze?” C’entra, c’entra! Vediamo!

Vorrei leggere alcuni passi di Giacomo di Sarug.
Ho detto che Giacomo ha velato questa immagine. Giacomo dice infatti: “Il profeta Mosè introdusse il racconto dell’uomo e di sua moglie / poiché attraverso di loro si parla di Cristo e della sua Chiesa. / Con l’occhio rapito della profezia, Mosè vide Cristo, / e come Lui e la sua Chiesa sarebbero stati uno nelle acque del battesimo; / egli vide Lui indossarla nel grembo verginale / e lei indossarlo nell’acqua battesimale”.

È formidabile questo scambio! Lui si incarna e, come figlio di Dio, diventa uomo per poi manifestare nelle acque battesimali l’uomo rivestito di Cristo.

“…lo Sposo e la Sposa sono spiritualmente diventati uno, / ed era di loro che Mosè scrisse ‘I due saranno uno’… Allora Mosè, evidentemente velato, “vide Cristo e lo chiamò uomo, / vide anche la Chiesa e la chiamò donna”. È formidabile: lui ha chiamato uomo ciò che era Cristo e l’umanità assunta da Cristo l’ha chiamata Chiesa. “E poiché c’era il velo disteso sopra, / nessuno sapeva ciò che era quella grande pittura, o chi rappresentava.”

Ma adesso arriva il più bello.
“Dopo la festa di nozze [dunque dopo la Pasqua di Cristo], Paolo entrò e vide / il velo steso là, lo prese e lo tirò via dalla bella coppia. / Così scoprì e rivelò al mondo intero Cristo e la sua Chiesa / che il profeta Mosè aveva raffigurato nella sua profezia. / L’Apostolo tremò e gridò: ‘Questo mistero è grande’ / e cominciò a mostrare ciò che la pittura coperta era: / “In coloro chiamati «uomo e donna» nelle scritture profetiche / io riconosco Cristo e la sua Chiesa, i due che sono uno”. / Il velo sul volto di Mosè ora è stato rimosso; / venite tutti e vedete uno splendore che non stanca mai; / il grande mistero che fu velato ora è venuto alla luce. / Che gli invitati alle nozze gioiscano dello Sposo e della Sposa, così belli. / Egli si donò a lei, ed era nato da una ragazza povera; / la fece sua, ed essa è legata a lui e gioisce con lui. / Egli scese nelle profondità e sollevò l’umile fanciulla alle altezze, / perché sono uno, e dove è lui, là lei è con lui. / Il grande Paolo, quella grande profondità tra gli apostoli, / espose il mistero, che ora è detto chiaramente. / La grande bellezza che era stata velata ora era venuta all’aperto, / e tutti i popoli del mondo videro il suo splendore. / Il promesso Sposo fece entrare la figlia del giorno in un nuovo grembo, / e le acque di prova del battesimo furono nelle doglie e la partorirono: / Egli rimase nell’acqua e la invitò: essa scese, si ammantò di Lui e risalì; / nell’eucarestia lo ricevette, e così le parole di Mosè che i due saranno uno furono provate. / Dall’acqua deriva la casta e santa unione / della Sposa e dello Sposo, uniti in spirito nel battesimo. / Le donne non sono unite ai loro mariti allo stesso modo / di come la Chiesa è unita al Figlio di Dio. / Quale sposo muore per la sua sposa, tranne nostro Signore? / Quale sposa ha scelto un trucidato per marito? / Chi, dall’inizio del mondo, ha mai dato il suo sangue come dono nuziale, / tranne il Crocifisso, che suggellò il matrimonio con le sue stesse ferite? / Chi ha mai visto un cadavere posto in mezzo a una festa nuziale, / con la sposa che lo abbraccia, aspettando di essere consolata da lui? / A quale festa nuziale, tranne questa, spezzarono / il corpo dello sposo per gli ospiti invece di altro cibo? / La morte separa le mogli dai loro mariti, / ma qui è la morte ad unire questa Sposa al suo Amato! / Egli morì sulla croce e dette il suo corpo alla Sposa resa gloriosa, / che lo coglie e lo mangia ogni giorno alla sua mensa. / Egli aprì il suo fianco e unì il suo calice al santo sangue / per darlo a lei da bere così da farle dimenticare i suoi molti idoli. / Lei lo unse con olio, lo indossò nell’acqua, lo consumò nel Pane, / lo bevve nel Vino, affinché il mondo potesse conoscere che i due sono uno. / Egli morì sulla croce, ma lei non lo cambiò con un altro; / lei è piena d’amore per la sua morte, sapendo che da essa ha la vita”. (Giacomo di Sarug)

È molto forte il fatto che l’uomo e la donna nel sacramento del Matrimonio sono innestati nell’unità nel figlio di Dio con l’umanità, con la Chiesa. Mai più Cristo è senza il corpo, ma si tratta del corpo di gloria, del corpo risorto. Il Matrimonio è dunque partecipe di questa indissolubile e incrollabile unità tra Dio e l’uomo.

Parafraso, ma molto poco, san Giovanni Crisostomo, che afferma una cosa che forse oggi potrebbe essere contestata da tantissimi. Egli afferma che il sacramento del Matrimonio è una testimonianza anche per i consacrati che seguono il cammino della verginità. Esso infatti attesta loro ciò che potrebbero anche non cogliere così immediatamente, e cioè che il Matrimonio realizza ed è l’espressione nella vita e nella storia di quell’unità di Cristo con la sua sposa, di Cristo con la Chiesa. Anche i consacrati, pertanto, attraverso gli sposati, comprendono che anche loro, grazie alla loro vocazione battesimale, partecipano di questa unità di Cristo, figlio di Dio, e l’umanità.

Penso che Nikolaj Berdjaev, in questo nostro contesto storico, abbia davvero da dire una grande cosa. Una volta lui ha scritto che nelle tradizioni cristiane, il Matrimonio non è stato ancora esplorato, perché lo abbiamo troppo velocemente coperto con la famiglia, ma secondo la natura. Spero che, attraverso questo testo e anche attraverso questa piccola immagine, possiamo comprendere che per noi cristiani la famiglia è l’espressione del Sacramento e che essa ha una dimensione ecclesiale, pertanto è inseparabile dalla Chiesa. In essa, il legame di sangue non può essere in competizione con la nostra partecipazione al sangue di Cristo, anche se è facile che vinca il sangue secondo la natura e non il sangue dell’Eucarestia. Ma, come dice un altro grande padre, Nicola Cabasilas: “Noi siamo veramente consanguinei di Cristo”. I genitori ci hanno dato il sangue ma il nostro sangue non è quello dei genitori. Appena ce lo hanno dato, il nostro sangue non è più il loro. Mentre noi ci nutriamo della vita, cioè del sangue di Cristo che diventa il nostro.

La famiglia per i cristiani è pertanto un’espressione del sacramento e della ecclesialità e fa vedere in questo mondo come vive l’uomo quando è unito a Dio. Diventa un’espressione della divinoumanità di Cristo.

 

Per l’uso dell’immagine si prega di citare l’autore con la seguente dicitura: Opera di p. Marko Ivan Rupnik, 2021

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28 luglio 2021

“Profeti di speranza in tempi difficili”

Rav Benedetto Carucci Viterbi (foto Diocesi di Roma / Gennari)

Si terrà giovedì 27 marzo, dalle ore 18 alle ore 19.15, il prossimo appuntamento del ciclo di incontri ebraico – cristiani sul Tema “Comprendere il tempo alla luce della Bibbia ebraica”, promossi dalla Comunità Ebraica di Roma e dall’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della diocesi di Roma. Nella Sala Conferenze di Santa Maria in Trastevere (via della Paglia, 14/B) interverranno rav Benedetto Carucci Viterbi e Salvatore Maurizio Sessa, che dialogheranno sul tema “Profeti di speranza in tempi difficili”.

La partecipazione all’incontro è libera e gratuita; prevista la diretta streaming sul canale YouTube della diocesi di Roma.

25 marzo 2025

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