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Venerabile Anna De Guignè (1911-1921)

10 Gennaio 2020 @ 0:00


Jeanne Maria Josephine Anne de Guigné  nacque il 25 aprile 1911, nello Chateau de la Cour, un palazzo del XV in prossimità del lago di Annecy, ai piedi delle Alpi francesi. Suo padre era il conte Jacque de Guigné, sua madre Antoinette de Charette, era imparentata con l’eroico generale della resistenza della Vandea, Francois de Charette.

La piccola Anne cresce in un ambiente privilegiato, ma pieno di dirittura morale e buoni sentimenti, primi tra i quali figuravano l’onore insieme alla solidarietà. Il padre incarnerà in pieno queste due attitudini morendo durante la prima guerra mondiale. Torna a casa gravemente ferito una prima volta, ma il Capitano de Guigné si fa curare come può per ricongiungersi di nuovo con il suo reggimento. Morirà, ferito a morte, durante l’attacco portato dalla sua compagnia a Barrenkopf, in Alsazia. Prima di spegnersi definitivamente fa in tempo a confessarsi ed a lasciare un biglietto di addio: “Benedico Anne, Jacques, Magdeilene e Marie-Antoniette”.

La piccola Anne è al primo posto, non solo perché è l’ultima arrivata, ma perché è al centro delle sue preoccupazioni, oltre che delle sue amorevoli attenzioni, visto il carattere indomito e ostinato che già nei primissimi anni palesava. I genitori di Anne erano tanto favorevolmente stupiti dal suo amore quanto preoccupati per i suoi capricci eccessivi.

Il mutamento sarebbe arrivato prestissimo, e proprio a causa della morte del papà. La piccola Anne aveva già visto suo padre tornare dal fronte. Una mattina di luglio del 1915, quando scoprì il lutto di sua madre, vedendo e avvertendo il suo dolore, si rese conto d’un tratto della realtà della morte, ma anche di come l’amore sia più forte della morte. Ecco la motivazione del cambiamento di Anne. Cercando di consolare la madre, in una situazione così drammatica, la risposta materna risuonò nella sua anima come un messaggio di Dio stesso: “Anne, se vuoi consolarmi, devi essere buona”.

Il cuore generoso della figlia, allora di soli quattro anni, trovò nell’ammonimento della madre un ideale di vita per cui lottare. A partire da questo momento l’impegno di corrispondere alla grazia di Dio sarebbe stato per lei un’espressione di amore verso la mamma, verso il papà in cielo e quindi verso Dio: “niente costa molto quando lo amiamo”.

Qui è lo snodo fondamentale che la piccola Anne scioglie e attraversa come un gigante, seguendo il buon Dio tramite l’amore del padre e della madre. Il lutto e la sofferenza la portano a scoprire la luce che è dentro di lei, scopre di essere stata rivestita della luce di Cristo con il battesimo, e questa luce le illumina i limiti e le da’ la forza per cominciare ad uscirne fuori. Attraversando la porta del dolore scopre la luce che cambia la sua piccola vita. Anne scopre il gusto della preghiera, che diventa prolungato dialogo con Gesù; in particolare anche se può sembrare sproporzionato per l’età, Anne comincia a cogliere il senso della preghiera di intercessione, facendosi carico dei problemi e delle necessità degli altri. Sono soprattutto i poveri a trovare posto nel suo cuore e nelle sue preghiere e, tra questi, “i poveri più poveri” che lei individua in quelli che hanno perso la fede e sono lontani da Dio. Chiedeva con insistenza alle monache del convento di Annecy e alle suore di Maria Ausiliatrice a Cannes, dove la famiglia aveva una residenza invernale, di fornirle nomi di peccatori per i quali pregare, preferibilmente un qualche grande colpevole. Dopo aver ascoltato i dettagli di ogni caso, lo prendeva su di sé con forza e volontà e spirito di fede, dicendo: “Può lasciarlo a me”. Quando le chiedevano cosa desiderasse essere quando fosse cresciuta, rispondeva che voleva essere religiosa  per la gloria di Dio. E si consegnò allo spirito di penitenza per adattarsi alla vita carmelitana che desiderava.

Il 19 dicembre del 1921, mentre si trovava a Cannes con la famiglia, è assalita da fortissimi dolori alla testa e alla schiena e pochi giorni dopo le viene diagnosticata una meningite. Tutto precipita rapidamente, e Anne offre le sue sofferenze a Gesù per tutti. All’alba del 14 gennaio 1921 chiede alla suora che l’assiste: “Posso andare con gli Angeli?”, come avverte un cenno di assenso, chiude gli occhi.

La Chiesa si è domandata a lungo se i bambini possono praticare in grado eroico le virtù cristiane, cioè se in definitiva possono essere proclamati santi, arrivando solo nel 1981 ad una risposta affermativa. Soltanto allora la causa di beatificazione di Anne, avviata nel 1932, ha potuto decollare e nel 1990 S.Giovanni Paolo II l’ha dichiarata venerabile.

 

 

PREGHIERA

Mio angelo prezioso, appena sotto il sole

come potevo sapere che proprio tu mi avresti mostrato

quanto ero cieco e quanto ero andato lontano

e come erano malate le fondamenta

sulle quali mi sostenevo

 Adesso c’è uno stato di guerra spirituale

la carne e il sangue sono a pezzi

o hai fede o non la hai, nessuno via di mezzo

 il nemico è così subdolo

 come ci si può ingannare a tal punto

che pur avendo la verità nei nostri cuori

 ancora non ci crediamo?

Fai splendere la tua luce

fai splendere la tua luce su di me

lo sai che non posso farcela da solo

sono ancora troppo cieco per vedere…

(Bob Dylan, Precious Angel)