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Beato Alvaro del Portillo (1914-1994)

4 Maggio 2020 @ 0:00

Beato Alvaro del Portillo
Figlio di Clementina Diez de Sollano (messicana) e di Ramón del Portillo y Pardo (spagnolo), Álvaro del Portillo nacque a Madrid l’11 marzo 1914. Dopo il diploma nella scuola Nuestra Señora del Pilar di Madrid, si iscrisse alla Scuola di Ingegneria civile, che terminò nel 1941. Successivamente lavorò in vari enti pubblici occupandosi di questioni idrografiche. Studiò inoltre Lettere e Filosofia (indirizzo storico), laureandosi nel 1944 con la tesi “Scoperte ed esplorazioni sulle coste della California”. Nel 1935 entrò nell’Opus Dei, istituzione della Chiesa Cattolica che era stata fondata sette anni prima da san Josemaría Escrivá.

Ricevette direttamente dal fondatore la formazione e lo spirito propri di questo nuovo cammino di fede. Sviluppò un ampio lavoro di evangelizzazione tra i suoi compagni di studio e colleghi di lavoro. Il 25 giugno 1944 fu ordinato sacerdote. Nel 1946 si trasferì a Roma, pochi mesi prima che san Josemaría vi fissasse la sua residenza. Fu un periodo cruciale per l’Opus Dei, che ricevette allora le prime approvazioni giuridiche della Santa Sede. Anche per lui iniziò un’epoca decisiva, in cui, tra l’altro, sviluppò, con la sua attività intellettuale accanto a san Josemaría e con il suo lavoro presso la Santa Sede, una profonda riflessione sul ruolo e la responsabilità dei fedeli laici nella missione della Chiesa, attraverso il lavoro professionale e le relazioni sociali e familiari. Promosse attività di formazione cristiana, offrendo i suoi servizi sacerdotali a numerose persone.

Della scia che il suo lavoro ha lasciato in Italia parlano oggi le varie strade e piazze che gli sono state dedicate in varie città e paesi. Durante i suoi anni romani, i diversi Papi succedutisi al soglio pontificio (da Pio XII a Giovanni Paolo II) lo chiamarono a svolgere numerosi incarichi, come membro o consultore di 13 organismi della Santa Sede. Partecipò attivamente al Concilio Vaticano II.

La vita di Álvaro del Portillo è strettamente unita a quella del fondatore. Rimase sempre al suo fianco fino al momento della morte, che avvenne il 26 giugno 1975. Il 15 settembre 1975, nel congresso generale convocato dopo la morte del fondatore, don Álvaro del Portillo fu eletto a succedergli a capo dell’Opus Dei. Il 28 novembre 1982, quando il beato Giovanni Paolo II eresse l’Opus Dei in Prelatura personale, lo nominò Prelato della nuova prelatura. Nel corso degli anni in cui fu a capo dell’Opus Dei, Álvaro del Portillo promosse l’inizio dell’attività della Prelatura in 20 nuovi paesi.

Nei suoi viaggi pastorali, che lo portarono in tutti e cinque i continenti, parlò a migliaia di persone di amore alla Chiesa e al Papa e predicò con convinzione il messaggio cristiano di san Josemaría sulla santità nella vita ordinaria. Come Prelato dell’Opus Dei, Álvaro del Portillo diede impulso alla nascita di numerose iniziative sociali ed educative. Allo stesso modo, la Pontificia Università della Santa Croce (dal 1985) e il seminario internazionale Sedes Sapientiae (dal 1990), entrambi a Roma, così come il Collegio ecclesiastico internazionale Bidasoa (Pamplona, Spagna), hanno formato per le diocesi migliaia di candidati al sacerdozio, inviati dai vescovi di tutto il mondo. Queste realtà evidenziano la preoccupazione di mons. del Portillo per il ruolo del sacerdote nel mondo, tema al quale ha dedicato buona parte delle sue energie, come fu evidente negli anni del Concilio Vaticano II. Mons. Álvaro del Portillo morì a Roma la mattina del 23 marzo 1994. È stato beatificato il 27 settembre 2014 a Valdebebas. La sua memoria liturgica è fissata al 12 maggio, giorno della sua prima Comunione.

 

Sua caratteristica principale è la fedeltà: fedeltà a Dio, anzitutto, nel compimento della sua volontà; fedeltà alla Chiesa e al Papa; fedeltà al sacerdozio; fedeltà alla vocazione cristiana in ogni istante ed in ogni circostanza della vita (decreto sulle virtù, pag.1). La santificazione del lavoro è stata perseguita in ogni momento della sua vita: prima come ingegnere, poi come sacerdote e, infine, come Vescovo. Da quando fu alla guida dell’Opus Dei (1975) si prodigò all’estensione degli apostolati svolti dai fedeli della Prelatura al servizio della Chiesa, viaggiò in tutto il mondo per incoraggiare i fedeli della Prelatura e tanti altri cristiani. Mons. Álvaro del Portillo visse con un profondo senso della filiazione divina, che lo portava a cercare l’identificazione con Cristo in un fiducioso abbandono alla volontà del Padre (decreto sulle virtù, pag.3)

 

«Dette prova di eroismo in particolare nell’affrontare le malattie – nelle quali vedeva la Croce di Cristo –, il carcere per un certo tempo durante la persecuzione religiosa in Spagna (1936-1939) e gli attacchi che dovette subire per la sua fedeltà alla Chiesa. Uomo di profonda bontà ed affabilità, era capace di trasmettere pace e serenità alle anime. Nessuno ricorda un gesto poco cortese da parte sua, il minimo moto di impazienza dinanzi alle contrarietà, una sola parola di critica o di protesta per le difficoltà: aveva imparato dal Signore a perdonare, a pregare per i persecutori, ad accogliere tutti con un sorriso e con cristiana comprensione.»