
- This event has passed.
Beato Enrico Rebuschini (1860-1938)
4 Maggio 2020 @ 0:00
Event Navigation
Beato Enrico Rebuschini
Nato a Gravedona (Como) nel 1860, il beato Enrico Rebuschini a 18 anni comincia un cammino vocazionale, che però non viene ben visto dalla famiglia, appartenente alla buona borghesia lombarda. Soprattutto dal padre, il quale però alla fine cede ed Enrico entra 24enne nel seminario di Como.
Qui fanno presto a scoprire le sue doti, e lo mandano a studiare teologia nell’Università Gregoriana di Roma. Poi lo aggredisce una forma grave di depressione. Perciò, ritorno in famiglia, poi ricovero in casa di cura. La ripresa è lenta, e non certo definitiva. Ma questa sofferenza lo orienta. Gli precisa la vocazione. Enrico Rebuschini scopre il mondo degli ammalati e scopre che dovrà vivere con loro e per loro: anche perché è come loro. Un’illuminazione simile a quella che nel ’500 ha orientato il soldato di ventura Camillo de Lellis, ricoverato all’ospedale romano di San Giacomo degli Incurabili con una piaga sempre aperta in un piede. San Camillo lo “cattura” attraverso la frequentazione degli ammalati, la preghiera, i suggerimenti del suo confessore.
Nel 1887, a 27 anni, Enrico va a Verona ed entra come novizio tra i Ministri degli infermi. Dopo due anni di noviziato, il 14aprile 1889 è ordinato sacerdote da monsignor Giuseppe Sarto, vescovo di Mantova e futuro papa Pio X. Lavora per dieci anni a Verona, insegnando ai novizi dell’ordine e assistendogli ammalati. Nel 1899, eccolo con i Camilliani a Cremona, prima nella casa di cura di via Colletta, poi in quella di via Mantova. Per quasi 39 anni, fino alla morte. Fedelissimo agli Ordini et modi prescritti ai suoi da san Camillo per il rapporto con gli infermi, partendo da “carità” e “diligenza”, e terminando con “piacevolezza” “mansuetudine”, “rispetto”, “onore”. Per Enrico Rebuschini, tutti coloro che la malattia costringe a letto sono i “Signori malati”; vicini a Dio, e perciò potenti, proprio a causa della loro sofferenza. Per lui sono tutti così, nello spirito camilliano, credenti e non credenti. Anzi, per questi ultimi sa magnificamente associare l’attenzione con la delicatezza. E tutto questo in mezzo all’andata e ritorno della sua depressione. Come è detto nella documentazione canonica sulle sue virtù in grado eroico: «più volte nel corso della sua vita portò la croce di grandi sofferenze interiori, che non gli impedirono tuttavia di progredire nelle vie del Signore». E ha continuato sempre a sostenere ogni altro “portatore di croce”, fino all’ultimo giorno.
Giovanni Paolo II lo ha proclamato beato nel 1997. Il suo corpo è custodito nella cappella della Casa di cura “San Camillo” a Cremona.
Pensieri
«Iddio operò la mia salute col darmi la confidenza nella sua infinita bontà e misericordia». «Io invoco Dio in questa estrema mia necessità. Io non voglio temere se non l’offesa di Dio. Mio Dio, misericordia».
Preghiera
Signore Gesù, che nel Beato Enrico Rebuschini, ardente del tuo spirito di amore, hai unito alla mitezza e umiltà il servizio dei poveri e dei malati, concedi a noi, per sua intercessione, di vivere umilmente il tuo Vangelo e di servirti con opere di carità nei fratelli infermi. Per Cristo nostro Signore