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Beato Luigi Palazzolo (1827-1869)
5 Maggio 2020 @ 0:00
Beato Luigi Palazzolo
Luigi Maria Palazzolo nacque il 10 dicembre 1827 a Bergamo. L’8 agosto 1837 Luigi rimase orfano di padre. Ricevette dalla madre, molto religiosa al pari del marito, un’educazione improntata alla carità verso i poveri e gli ammalati. Un giorno, tornando da scuola, Luigi svenne e fu portato in un caffè perché si riprendesse, ma non aveva i soldi per il pagamento: li aveva dati tutti a un mendicante.
Ebbe la fortuna di avere un ottimo Direttore spirituale nella persona di don Pietro Sironi, il quale, insieme a don Alessandro Valsecchi, lo indirizzò al Sacerdozio. Fu ordinato Sacerdote il 23 giugno 1850. Nella Diocesi in quel tempo i Sacerdoti erano molti e don Luigi poté facilmente scegliere il contesto in cui esplicare il suo servizio sacerdotale: tra i più poveri, nel rione più povero della sua Parrocchia di nascita, Sant’Alessandro in Colonna. Nel 1855 fu nominato Rettore della vicina chiesa di San Bernardino, diventando un abile organizzatore del tempo libero dei suoi ragazzi: inventò canovacci di commedie coi burattini e si dimostrò particolarmente abile nel manovrare e dar voce al “Gioppino”, personaggio simpatico e tipica maschera bergamasca. Istituì anche delle scuole serali per giovani e adulti, sul modello di quelle già esistenti in città: l’opera educativa e la formazione religiosa da lui offerte furono tanto efficaci che una quarantina di giovani dell’Oratorio scelsero di diventare Sacerdoti.
Consigliato in seguito da Monsignor Valsecchi, vinse la propria riservatezza nei confronti delle donne, estendendo il suo apostolato anche alle ragazze, iniziando ad ascoltare le loro confessioni nella chiesa di San Bernardino. Gradualmente prese coscienza che, come aveva contribuito all’educazione dei ragazzi, così doveva occuparsi anche delle bambine e ragazze abbandonate. Fu favorito in ciò quando gli venne proposto di iniziare nel quartiere la Pia Opera di Santa Dorotea, in quegli anni avviata in gran parte del Nord d’Italia dai fratelli don Marco e don Luca Passi (quest’ultimo beato dal 2013). Il giorno dell’Epifania del 1864 l’iniziativa era già funzionante e fu completata dalla fondazione di un Oratorio femminile nella vecchia casa di via della Foppa. Pensò che fosse necessaria una comunità femminile, che si prendesse cura in modo costante delle ragazze. Individuò in Teresa Gabrieli la persona che cercava. Maestra diplomata, pur di umili origini, era stata eletta da poco Vice-superiora della Pia Opera di Santa Dorotea; stava inoltre meditando di entrare in una Congregazione religiosa. Don Luigi parlò, oltre che con la diretta interessata, con il suo Direttore spirituale don Alessandro Alessandri, ed in breve tempo giunse ad ottenere il consenso di entrambi. Teresa, in compagnia di due compagne, trascorse la notte tra il 21 e il 22 maggio 1869 vegliando e pregando. Alle 3 di notte don Luigi celebrò la Messa e al termine si recarono tutti nella casetta di via della Foppa: dinanzi ad un quadro dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, Teresa pronunciò i tre voti religiosi, cui aggiunse altre due promesse speciali: quella di fedeltà al Papa (erano gli anni della “questione romana”) e di incondizionata dedizione ai poveri, specialmente tra la gioventù.
Fu l’inizio della comunità delle Dorotee, poi chiamate «Benedette Figlie e Madri delle Poverelle», nome ben presto semplificato in «Suore delle Poverelle». Significative le parole usate da don Luigi per caratterizzarle: «Le Suore delle Poverelle siano persuase che per questa vita dovranno avvolgersi continuamente tra i poveri, adoperarsi per i poveri, amare i poveri. Ogni Suora delle Poverelle preghi Dio che le conceda spirito di madre verso i poveri».
Don Luigi aveva un fisico esile, che gli valse il soprannome di “Palazzolino”. A una corporatura magra faceva da contraltare un carattere tenace, capace di piegarsi solo quando era necessario chiedere personalmente l’elemosina per i suoi ragazzi e poveri. Spesso si sottoponeva ad aspre penitenze corporali, come il digiuno a pane e acqua.
Il 15 giugno don Luigi morì. Fu proprio Papa Giovanni XXIII, bergamasco e suo devoto, a beatificare don Luigi, il 19 marzo 1963, nella basilica di San Pietro a Roma.
Pensieri
«Ho sentito desiderio di non allontanarmi più dall’amorosissimo Iddio. In questo giorno ho celebrato la Santa Messa, vorrei sperare con devozione. Non so se nella Santa Messa o nella meditazione prima, mi si presentò alla mente che Gesù morì ignudo sulla croce, e perciò sentii desiderio di povertà, di abbandonare tutto». (6 luglio 1869)
«Io cerco e raccolgo il rifiuto degli altri, perché dove altri provvede lo fa assai meglio di quello che faccio io, ma dove altri non può giungere cerco di fare qualcosa io come posso».
«Non dobbiamo aspettare gli gnocchi dalla luna».
«S. Ignazio ci insegna a fare di tutto noi per riparare le traversie come se toccasse solo a noi fare tutto, e poi, quando abbiamo fatto tutto quello che possiamo, aspettare da Dio tutto, come se non avessimo fatto niente e solo a Lui spettasse il cavarci da ogni angustia, come è di fatto. In breve fare tutto ciò che possiamo dal canto nostro, e poi confidare tutto in Dio».
Preghiera
Dona anche a noi, o Padre, l’ardente amore per il Cristo Crocifisso che infiammò il beato Luigi Maria Palazzolo, perché sappiamo riconoscere e servire il tuo Figlio nei fratelli abbandonati e sofferenti. Per Cristo nostro Signore