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San Giacomo Cusmano (1834-1888)

18 Maggio 2020 @ 0:00

San Giacomo Cusmano
Giacomo Cusmano nasce a Palermo – Italia il 15 marzo 1834. Figlio di Giacomo e Maddalena Patti. Quarto di cinque figli. I suoi fratelli: Vincenzina, Pietro, Giuseppe e Giuseppina. A tre anni perde la madre in una epidemia di colera. Sua sorella Vincenzina diventa l’educatrice dei fratelli più piccoli trasmettendo al piccolo Giacomo le virtù cristiane. Da bambino manifesta la sua attenzione per i poveri e i bisognosi come pure per l’ideale missionario. Testimoni di questo sono i fatti che si raccontano della sua infanzia e adolescenza.

A casa la famiglia teneva chiusa a chiave la dispensa perché il piccolo Giacomo non esitava a donare tutto ai poveri che bussavano alla sua porta. Alcune persone hanno testimoniato la sua generosità quando, incontrando un povero infreddolito lungo la strada, ha donato la sua camicia per coprirlo, o quando ha gettato le sue scarpe dal balcone a favore di un povero ragazzo che camminava a piedi nudi. Dagli anni 1841 a 1851 studia al “Collegio Massimo” dei Gesuiti a Palermo ed è attratto dall’ideale missionario. Legge le riviste dei missionari che lavoravano nelle Montagne Rocciose nel Nord America con grande entusiasmo desiderando anche lui di fare parte di quel gruppo. Un altro fatto interessante: quando il Superiore Generale dei Padri Gesuiti rientrò a Napoli dopo la visita a Palermo nel 1850 il giovane Giacomo stava per partire con lui per diventare un missionario. Solo che non aveva detto nulla alla sua famiglia. Il fratello Pietro scopre i piani in tempo e va a prenderlo dalla nave pronta per partire. Nel 1851 inizia a studiare medicina presso la “Regia Università di Studi di Palermo” e si laurea in Medicina e Chirurgia nel 1855 con il massimo dei voti. Per quattro anni esercita la professione medica a Palermo e a San Giuseppe Jato, dove la famiglia aveva una proprietà da lui amministrata. Noto per le cure gratuite in favore dei poveri, che al solito non potevano permettersi di pagare una visita medica, sente che non era sufficiente guarire i corpi della gente, bisognava fare qualcosa di più grande. Parlando con la sorella confida il desiderio di diventare un frate cappuccino per poter servire i poveri più da vicino. Chiede l’aiuto di monsignor Domenico Turano, un sacerdote ben noto in città, e questi, rendendosi conto di ciò che si agitava nell’interiore del giovane medico, lo indirizza al sacerdozio. Così, dopo un intenso anno di preparazione, il 22 dicembre 1860, Giacomo Cusmano è ordinato sacerdote della diocesi di Palermo. È destinato alla chiesa dei “Santi Quaranta Martiri” nel quartiere Albergheria di Palermo. Ben presto questo luogo diventa un centro di carità cristiana, frequentato in particolare dai tanti poveri allora esistenti, conseguenza delle diverse rivoluzioni che travagliavano la Sicilia e l’Italia in quei tempi. P. Giacomo usa tutti i mezzi a sua disposizione per aiutare i bisognosi, facendo anche delle raccolte nelle case delle persone benestanti. A poco a poco si uniscono a lui molti collaboratori presi dall’esempio del nuovo sacerdote. Un giorno, durante la cena a casa dell’amico Michele De Franchis, nota come tutti i membri della famiglia, prima di iniziare a mangiare, prendevano un po’ di cibo dai loro piatti e lo mettevano su un altro piatto posto al centro della tavola. Questo piatto era poi servito a un povero che bussava alla porta della famiglia De Franchis. Vedendo questo gesto P. Giacomo ha una brillante idea: e se tutti facessero così nella nostra città? Quanti poveri non si potrebbero aiutare! E associa questo boccone a quello eucaristico: la santa comunione che unisce nel Cristo Poveri e ricchi. A partire da questa ispirazione dà vita all’opera che chiama “Boccone del Povero”. Era l’anno 1867. Il Papa Pio IX il 24 luglio 1868 approva e benedice l’opera. Vedendo l’entusiasmo e l’esempio di P. Giacomo molta gente comincia a seguirlo e ad aiutarlo, compresi molti sacerdoti palermitani. Per 10 anni P. Giacomo porta avanti li “Boccone del Povero”. E i poveri da servire aumentano sempre più. Ma non mancano le difficoltà e inizia la crisi nella sua opera. Credendo che tutto ciò possa essere solo frutto della sua superbia e non essere questa la volontà di Dio, pensa di affidare l’opera a qualche congregazione religiosa. Ma intorno al mese di luglio 1878 fa un sogno, nel quale la Madonna lo incoraggia a proseguire l’opera iniziata assicurandogli che essa era voluta da Dio. Per dare continuità al “Boccone del Povero”, raduna le sue collaboratrici in una comunità religiosa, fondando così le Suore Serve dei Poveri. La vestizione delle Suore avviene il 23 maggio 1880. Poco tempo dopo, il 4 ottobre 1884, dona l’abito religioso ai Fratelli Servi dei Poveri e il 21 novembre 1887 organizza in maniera stabile i Missionari Servi dei Poveri. Il 14 marzo 1888, a soli 54 anni, muore a causa di una pleurite. Il 30 ottobre 1983 è proclamato “Beato” dal Papa Giovanni Paolo II.

 

 

Omelia Beatificazione

 

Il Beato Giacomo Cusmano, medico e sacerdote. Egli, per sanare le piaghe della povertà e della miseria che affliggevano tanta parte della popolazione a causa di ricorrenti carestie ed epidemie, ma anche di una sperequazione sociale, scelse la via della carità: amore di Dio che si traduceva nell’amore effettivo verso i fratelli e nel dono di sé ai più bisognosi e sofferenti in un servizio spinto sino al sacrificio eroico.

Dopo aver aperto una prima “Casa dei poveri”, diede inizio ad una più vasta opera di promozione sociale, istituendo l’“Associazione del boccone del povero”, che fu come il granello di senapa da cui sarebbe sorta una pianta tanto rigogliosa. Facendosi povero coi poveri, non disdegnò di mendicare per le vie di Palermo, sollecitando la carità di tutti e raccogliendo viveri che poi distribuiva agli innumerevoli poveri che gli si stringevano intorno.

La sua opera, come tutte le opere di Dio, incontrò difficoltà che misero a dura prova la sua volontà, ma con la sua immensa fiducia in Dio e con la sua invitta fortezza di animo superò ogni ostacolo, dando origine all’Istituto delle “Suore Serve dei poveri” e alla “Congregazione dei missionari Servi dei poveri”.

Egli guidò i suoi figli e le sue figlie spirituali all’esercizio della carità nella fedeltà ai consigli evangelici e nella tensione verso la santità. Le sue regole e le sue lettere spirituali sono documenti di una sapienza ascetica in cui si accordano fortezza e soavità. L’idea centrale era questa: “Vivere alla presenza di Dio e in unione con Dio; ricevere tutto dalle mani di Dio; far tutto per puro amore e gloria di Dio”.

Questo magnifico “Servo dei poveri” si spense nell’esercizio di una carità che andava sempre più divampando sino a toccare vertici eroici. Essendo scoppiato un nuovo colera a Palermo, egli si adoperò senza pari per essere vicino, in tutti i momenti, ai suoi poveri. “Signore – egli ripeteva – colpite il pastore e risparmiate il gregge”. Ne uscì gravemente scosso nella salute e, a soli 54 anni, consumava il suo olocausto, consegnando amorevolmente la sua anima a quel Dio, il cui nome è Amore.

 

 

Preghiera

 

Amabilissimo Padre Giacomo Cusmano, che consumasti la Tua vita nell’Amore e nel Servizio di Cristo Gesù nella persona dei Poveri, insegnaci ad attuare nella nostra vita il «Comandamento Nuovo» del Signore, mediante la pratica amorosa delle Opere di Misericordia. Aiutaci a riscoprire la gioia del servizio per giungere «alla fede per mezzo della Carità». Liberaci dal sentirci tanto poveri da non poter niente donare, o tanto ricchi da non poter niente ricevere. Rendici capaci di condividere con gli altri quello che abbiamo e quello che siamo, in spirito di autentica comunione. Ottienici che, amando e servendo, sul Tuo esempio, Cristo nascosto nel mistero dei Poveri, possiamo un giorno contemplarLo e possederLo per sempre con Te nella Casa del Padre. Amen.