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Santa Maria Josefa del Cuore di Gesù (1842-1912)
19 Maggio 2020 @ 0:00
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Santa Maria Josefa del Cuore di Gesù
Maria Giuseppa del Cuore di Gesù, figlia primogenita di Bernabé Sancho, seggiolaio, e di Petra de Guerra, casalinga, nacque a Vitoria (Spagna) il 7 settembre 1842, e fu battezzata il giorno seguente. Secondo la prassi allora vigente, fu cresimata due anni dopo, il 10 agosto 1844. Rimasta orfana di padre all’età di sette anni, la mamma la preparò alla Prima Comunione, che ricevettea dieci anni. Quindicenne fu inviata a Madrid presso alcuni parenti per ricevere una educazione e una formazione più completa. Tratti caratteristici della sua infanzia e fanciullezza furono: una forte pietà verso l’Eucaristia e la Vergine Maria, una spiccata sensibilità verso i poveri e gli ammalati e una inclinazione alla ritiratezza.
Tornata a Vitoria verso i 18 anni, manifestò alla madre il desiderio di entrare in monastero, sentendosi da tempo attratta alla vita claustrale.
Da adulta, la Beata Maria Giuseppa soleva ripetere: “Sono nata con la vocazione religiosa”. Solo che, a giudicare dalle circostanze, si evince che passò attraverso varie esperienze non senza contrastanti suggerimenti di saggi ecclesiastici, prima di trovare la forma definitiva della sua vocazione. Fu, infatti, in procinto di entrare fra le Concezioniste contemplative di Aranjuez nel 1860, ma ne fu impedita per il sopraggiungere di una grave malattia di tifo. Sua madre l’aiutò a superare la delusione.
Nei mesi successivi le sembrò di comprendere che il Signore la chiamava ad un genere di vita religiosa attiva. Fu così che si decise ad entrare nell’Istituto delle Serve di Maria, di recente fondato a Madrid da Santa Soledad Torres Acosta. Con l’avvicinarsi del tempo della professione, fu assalita da gravi dubbi ed incertezze sulla sua effettiva chiamata in quell’Istituto. Aprì il suo animo a diversi confessori e si sentì dire che aveva sbagliato vocazione.
I contatti col Santo Arcivescovo Claret e i colloqui sereni con la stessa Santa Soledad Torres Acosta, maturarono gradualmente la decisione di uscire dall’Istituto delle Serve di Maria per dar vita a una nuova famiglia religiosa, che avesse per scopo esclusivo l’assistenza ai malati negli ospedali e a domicilio. Condividevano questo ideale altre quattro Serve di Maria, che, con licenza del Cardinale Arcivescovo di Toledo, uscirono insieme con lei allo stesso scopo.
La nuova fondazione si fece a Bilbao nella primavera 1871, quando Maria Giuseppa aveva 29 anni. Da allora, e poi per 41 anni di seguito, fu superiora del nuovo Istituto delle Serve di Gesù. Si sobbarcò a penosi viaggi per visitare le varie comunità, finché una lunga malattia la confinò nella Casa di Bilbao. Costretta a letto o in poltrona, seguiva la vicende delle varie Case in Spagna e fuori mediante una fitta e preziosa corrispondenza. Alla sua morte, avvenuta dopo lunghi anni di sofferenze, il 20 marzo del 1912, erano 43 le Case fondate ed oltre un migliaio il numero delle sue suore.
La sua santa morte provocò una grande emozione a Bilbao e in altre numerose località dove era conosciuta attraverso le Case del suo Istituto. Anche i funerali ebbero una risonanza straordinaria. Fu sepolta nel cimitero cittadino di Bilbao. Già nel 1926, crescendo la fama di santità, i suoi resti mortali furono traslati nella Casa Madre dell’Istituto e tumulati nella cappella, dove tuttora riposano.
L’impronta specifica impressa dalla Beata all’Istituto delle Serve di Gesù riflette la sua esperienza interiore di anima consacrata al servizio caritatevole del prossimo, specialmente infermo, in un contesto di spirito contemplativo. Troviamo espresso bene questo suo concetto nel Directorio de Asistencias da lei scritto, dove arriva ad affermare che la Serva di Gesù procura all’infermo, che lei accompagna fino alla porta dell’eternità, un bene maggiore di quello del missionario che con la sua predicazione richiama gli erranti al retto sentiero della vita. “In questo modo – scrive – le funzioni materiali del nostro Istituto, destinate a procurare la salute corporale del prossimo, si elevano a grande altezza e fanno diventare la nostra vita attiva più perfetta di quella contemplativa, come insegna l’Angelico maestro San Tommaso a proposito dei lavori diretti alla salvezza dell’anima derivanti dalla contemplazione”
Omelia Canonizzazione
Santa María Josefa del Corazón de Jesús Sancho Guerra, fondatrice delle Serve di Gesù della Carità. Nella vita della nuova Santa, prima basca ad essere canonizzata, si manifesta in modo singolare l’azione dello Spirito. Questi la guidò al servizio dei malati e la preparò ad essere Madre di una nuova famiglia religiosa.Santa María Josefa visse la sua vocazione come apostolo autentico nel campo della salute, poiché il suo stile assistenziale cercava di coniugare l’attenzione materiale con quella spirituale, mirando con tutti i mezzi alla salvezza delle anime. Nonostante la malattia che la colpì negli ultimi dodici anni della sua vita, non lesinò sforzi né sofferenze e si dedicò completamente al servizio caritativo del malato in un clima di spirito contemplativo, ricordando che “l’assistenza non consiste solo nel dare le medicine e gli alimenti al malato; vi è tutto un altro tipo di assistenza… è quella del cuore, cercando di adattarsi alla persona che soffre”. Che l’esempio e l’intercessione di Santa María Josefa del Corazón de Jesús aiutino il popolo basco a bandire per sempre la violenza e che l’Euskadi sia una terra benedetta e un luogo di pacifica e fraterna convivenza, dove si rispettino sempre i diritti di tutte le persone e non si sparga mai più sangue innocente!