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Venerabile Giulia de Barolo (1786-1864)

10 Gennaio 2020 @ 0:00

 
Venerabile Giulia de Barolo

Juliette Colbert nasce a Maulévrier in Francia il 26 giugno 1786 e morirà nel 1864 a Torino, la città natale di suo marito, Carlo Tancredi Falletti di Barolo. E’ Torino infatti lo sfondo in cui si muove l’attività matura di Giulia. Ma andiamo con ordine.

Giulia nasce in una famiglia nobile, con un ramo di discendenza che deriva direttamente dal Re Sole. La famiglia, oltre che nobile, è cattolica e vandeana. Riusciranno a sopravvivere alla rivoluzione francese del 1789 riparando in Olanda, tornando in patria solo con l’avvento di Napoleone. Numerosi sono i ritratti che ne testimoniano la bellezza unita all’eleganza. Forse anche Napoleone stesso perse la testa per lei. Di sicuro però, insieme al padre di Giulia, combinò il suo matrimonio con Carlo Tancredi. Fu un matrimonio combinato ma felice. Giulia si trasferisce a Torino andando a vivere nel Palazzo del marito, in via delle Orfane. Singolare coincidenza considerando la sua futura opera ma anche per essere rimasta lei stessa orfana della mamma a soli 7 anni, di cui scriverà nelle sue memorie: “non ho avuto la consolazione di conoscerla, eppure l’ho rimpianta sempre dacché il mio cuore si aprì all’amore”.

La Torino che conoscerà Giulia è una città che deve fare i conti con il primo disagio industriale, ed è la Torino di don Bosco, di Cottolengo, di Cafasso, di Murialdo, ed anche di suo marito Carlo che, come amministratore di Torino, fonda a sue spese nel 1825 l’Asilo Barolo, dove raccoglie i figli delle madri operarie, altrimenti destinati a crescere per la strada e, nel 1834, insieme a Giulia fonderà la Congregazione delle Suore di S. Anna per dare sicurezza ed istruzione adeguate ai medesimi fanciulli.

Ecco il cuore della missione di Giulia, insieme a Carlo: prendersi cura delle membra sofferenti del corpo di Cristo, così come Torino le presenta loro. Ecco allora Giulia occuparsi, naturalmente, delle mense dei poveri, ed entrare nelle carceri a visitare le donne recluse. Donne operarie e donne recluse, questo è il suo principale campo di azione. Insegna loro a leggere e scrivere, e soprattutto insegna loro a sperare, a riprendere a sperare. Giulia riporta la speranza nei cuori di chi incontra riportandovi la fede. Scopre una elementare reazione chimica e teologale: sperare, credere, amare.

Le donne recluse visitate ridotte a bestie, le donne operarie ridotte anch’esse a bestie, incontrando Giulia riprendono a sperare. E Giulia insegna loro perché sperare: perché “qualcosa” di buono esiste: il Dio che ci ha creato, a Lui dobbiamo credere, non all’uomo che ci sfrutta. La vita e la realtà non finiscono né coincidono con chi ci sfrutta ma si aprono all’orizzonte di chi ci ama. In questo dobbiamo credere e sperare. Sperare, Credere e Amare.

In sintesi, Giulia entra negli istituti di pena, all’epoca vere e proprie discariche sociali, insegna a leggere e scrivere alle detenute, va a cercare i giudici che si dimenticano di processarle, condivide intere giornate con loro, viene insultata e finanche picchiata senza cedere di una virgola. Presenta un progetto di riforma accolto poi nel 1821, redige regolamenti discussi con le detenute e fonda un centro di reinserimento per ex carcerate.

Lucetta Scarafia afferma: “I liberali la accusarono di ogni nefandezza, ma anche i cattolici oltranzisti non apprezzarono il suo anticonformismo e questo spiega tutti i ritardi che si sono accumulati verso la beatificazione”.

Purtroppo le positio delle cause di beatificazione di Carlo e Giulia  sono state avviate separatamente. Papa Francesco ha riconosciuto la venerabilità di Giulia nel 2015, e di Carlo nel 2018. Auguriamoci e preghiamo che il cammino verso la beatificazione  veda Giulia e Carlo uniti. Noi intanto insieme li vogliamo pregare:

 

Ti ringraziamo Padre, per averci donato Giulia e Carlo

che hanno saputo vedere il volto di tuo Figlio

nelle membra più sofferenti e disprezzate

portando amore dove l’amore era stato tolto

riportando la fede in Dio dove il peccato dell’uomo la aveva cancellata

facendo riemergere la speranza dove pareva non ci fosse più nulla da sperare.

Spirito di Dio, donaci il coraggio di vedere la realtà intorno a noi

con gli occhi di Giulia e Carlo.

 

 

FONTI

-Mauro Pianta, www.vaticaninsider.it

-Monica Mondo, www.tempi.it

-Cristina Siccardi, www.santiebeati.it

-Suor Felicia Frascogna, www.santiebeati.it