San Filippo Smaldone (1265-1345)
4 Giugno 2021 -
San Filippo Smaldone
Nacque a Napoli, primo figlio di sette, da Antonio e Maria Concetta De Luca, una famiglia agiata nel quartiere di Borgo Loreto, nel 1848. Nel 1858 riceve la prima Comunione in anticipo alle consuetudini e dopo quattro la Cresima, dove avverte la vocazione al sacerdozio, grazie anche al nuovo modo di fare catechismo, più vicino al popolo, di sant'Alfonso Maria de' Liguori.
Ma le trasformazioni politiche e sociali del tempo, gli impongono il seminariato da esterno dal 1863 al 1868. Si dedicò dunque agli studi di teologia e filosofia, non tralasciando di dedicarsi alla catechesi alle opere di carità ai poveri e bisognosi della sua città e l'assistenza ai sordomuti definiti dalla chiesa di allora infedeli e pagani. Purtroppo gli studi furono il suo cruccio, arma di denigrazione del nuovo clero napoletano, che lo giudicò scarsissimo di talento ed insufficiente a proseguire gli studi, costringendolo a scegliere di farsi incardinare in un'altra diocesi. Lui sceglie quella di Rossano Calabro dove grazie alla stima dell'Arcivescovo Pietro Cilento, per le sue alte doti di uomo di carità, viene consacrato sacerdote nel 1871, per poi essere reintegrato finalmente a Napoli nel 1876.
Nel frattempo Filippo aveva acquisito una notevole conoscenza ed esperienza delle problematiche dei Sordomuti, grazie alla strenua collaborazione con don Lorenzo Apicella, direttore della Pia Casa per i sordomuti di Santa Maria ai Monti in Napoli, tant'è che dallo stesso Apicella fu incaricato di organizzare l'assistenza ai sordomuti nel napoletano, a Salerno, Sorrento, Ischia ed Amalfi. Nel 1880 fu inviato a Milano al Congresso Internazionale dei Maestri per Sordomuti, in qualità di esperto e nel 1882 fu nominato Direttore Spirituale dell'Istituto per non udenti di Molfetta.
Nel 1884, a Napoli, scoppia un'epidemia di colera che fece migliaia di vittime tra le quali doveva esserci anche lo stesso Filippo Smaldone, che dopo aver prestato assistenza agli ammalati si ritrovò anch'egli contagiato, al punto tale che le persone più vicine, dandolo per spacciato, pubblicarono sui giornali un necrologio e fecero celebrare messe in suffragio. Per sua fortuna e grazie all'intercessione della Madonna di Pompei si salvò. In quell'anno, ancora convalescente dopo essere guarito dal colera, aveva definito le Regole per la nascente Congregazione delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori, un progetto accarezzato lungamente e che vide finalmente muovere i primi passi nella primavera del 1885, quando insieme a don Luigi Apicella parti per Lecce a fondare il primo Istituto per Sordomuti. Il 27 gennaio 1895 Mons. Salvatore Luigi Zola approva le Regole e nel 1889 Apicella cede la casa di Lecce a Filippo che ne divenne direttore.
Da quel momento l'impegno divenne sempre più grande, con la fondazione di nuove case per i sordomuti a Bari, Lecce sino ad arrivare a Roma e non ci si soffermava solo ai sordomuti, ma anche all'infanzia abbandonata ed alle bambine cieche, ai più bisognosi. Il suo impegno e la sua opera possono essere tranquillamente accostate a quelle di Luigi Orione e Luigi Guanella.
La sua opera di sostegno ed educazione morale dei sordomuti gli valse, tra l'altro, la decorazione Croce pro Ecclesia et Pontefice e la nomina a canonico della Cattedrale di Lecce. Ammalato di diabete, morì il 4 giugno 1923 nella città salentina dove operò per gran parte della sua vita.
Frasi Celebri
Ogni povero, che bussa alla nostra porta, deve trovare sicura rispondenza nel nostro cuore perché è Cristo che chiede e ha bisogno della nostra carità.
Quanto più alto si vuol costruire l’edificio, tanto più profonde devono essere le fondamenta.
Senza umiltà non vi è soda e duratura virtù. La purezza somiglia ad un fiore che, con un raggio troppo vivo di sole, si piega sullo stelo e muore.
Preghiera
Dio di ogni consolazione, che hai chiamato San Filippo Smaldone, sacerdote, ad essere padre e maestro dei sordi, concedi a noi, per sua intercessione, di dedicare la nostra vita al servizio del prossimo per essere da te benedetti nel regno dei cieli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.