1 Maggio 2021
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San Pellegrino Laziosi (1265-1345)
San Pellegrino Laziosi
Pellegrino nacque a Forlì intorno al 1265, dalla nobile famiglia dei Laziosi. C’è un episodio controverso dei vari agiografi, ed è quello in cui Forlì si trovò avvolta in tumulti popolari, avvenuti per l’interdetto ricevuto da papa Martino IV Il Priore Generale dei Servi di Maria, s. Filippo Benizi, che trovavasi in visita al convento di Forlì, fu percosso e scacciato dalla città, perché esortava i forlivesi a ritornare sotto l’ubbidienza al Pontefice, tra i ribelli c’era pure Pellegrino diciottenne. Nei vari racconti e citazioni susseguitesi nei secoli si narra che s. Filippo fu percosso con uno schiaffo da Pellegrino.
Sui 30 anni (tra il 1290 e il 1295) entrò nell’Ordine dei Servi di Maria, ma non come sacerdote, per come sia avvenuta questa conversione non ci sono notizie certe, sembra che lo stesso s. Filippo gli abbia concesso l’abito. Contrariamente a quanto prescrivevano le regole antiche il noviziato fu fatto a Siena e non a Forlì.
Trascorso il noviziato, dopo i 30 anni fu rimandato alla città natale dove rimase fino alla morte. Si distinse nell’osservanza della Regola e si dice che si prestava ad atti di profonda penitenza fra i quali prediligeva quello di stare in piedi senza sedersi, esercizio penitenziale che mantenne per trent’anni. Ma giunto sui sessant’anni, quella penitenza gli procurò una piaga alla gamba destra, causata da vene varicose.
La malattia raggiunse un grado di gravità tale che i medici dell’epoca ritennero necessaria l’amputazione della gamba. Durante la notte precedente all’operazione, Pellegrino si alzò e a stenti raggiunse la sala capitolare e davanti all’immagine del crocefisso, pregò con fervore per ottenere la guarigione. Assopitasi sugli scanni, in sogno vide Gesù che sceso dalla Croce lo liberava dal male. Quindi risvegliatosi se ne tornò in cella, dove il mattino seguente il medico venuto per l’amputazione poté constatare l’avvenuta e totale guarigione.
Il miracolo accrebbe la venerazione che i forlivesi avevano per lui. Pellegrino morì il 1° maggio del 1345 consumato dalla febbre, durante gli affollati funerali avvennero due miracoli, liberò una indemoniata e la guarigione di un cieco che il santo benedice sollevandosi dalla bara, fu deposto in un loculo della parete e non in terra, segno già evidente di una venerazione concessa a pochi.
Il suo culto si è esteso in Italia e nel mondo al seguito dell’espandersi dell’Ordine dei Servi.
Il 15 aprile 1609 papa Paolo V autorizzava con il titolo di beato un culto che da tempo immemorabile gli era già tributato e il 27 dicembre 1726 veniva proclamato santo da papa Benedetto XIII.
È compatrono della città di Forlì, invocato come protettore contro le malattie cancerogene.
È quasi sempre raffigurato sorretto dagli angeli, mentre Gesù scende dalla Croce per guarirlo.
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San Riccardo Pampuri (1897-1930)
San Riccardo Pampuri
Erminio Filippo Pampuri nasce il 2 agosto 1897 a Trivolzio (Pavia) da Innocenzo e Angela Campari. Decimo di undici figli, diventa orfano di madre a tre anni, per cui viene accolto dagli zii materni a Torrino, frazione di Trivolzio. Nel 1907 gli muore a Milano il padre.
Dopo gli studi liceali, si iscrive alla facoltà di medicina nell'Università di Pavia, dove partecipa al Circolo Cattolico Severino Boezio e si laurea con il massimo dei voti il 6 luglio 1921.
A 24 anni è medico “condotto” di Morimondo (Milano). Spesso non accetta nulla come onorario, anzi, porta ancora lui i medicinali e il denaro necessario alle famiglie più povere. Al mattino, dopo la Messa, fa ambulatorio in casa, poi riprende le visite. Porta con sé la corona del Rosario e prega la Madonna di sostenerlo e di illuminarlo.
Erminio è tra i militari del servizio sanitario. Fin dalla chiamata alle armi, si prodiga con dedizione tra i soldati e feriti al fronte, rischiando sovente la pelle. Si racconta infatti che, conducendo un carro tirato da una coppia di buoi, per ventiquattro ore sotto la pioggia battente, pone in salvo il materiale sanitario precipitosamente abbandonato.
Appena congedato, al termine della guerra, riprende gli studi di medicina e per l’impresa compiuta, viene decorato con medaglia di bronzo.
Il 21 ottobre 1927 entra a Brescia nel noviziato dei Fatebenefratelli e vi emette la professione religiosa il 24 ottobre 1928: riceve l’umile saio di “fratello” e prende il nome di fra’ Riccardo. Gli viene affidato il gabinetto dentistico. Purtroppo nella primavera del 1929 la salute del “dottorino” peggiora per la tubercolosi.
Il 18 aprile 1930 è trasferito nell'Ospedale del Fatebenefratelli di Milano, dove muore il 1 maggio, a soli 33 anni.
Proclamato beato da Giovanni Paolo II il 4 ottobre 1981, è canonizzato il 1 novembre 1989.
Nelle diocesi di Brescia e di Pavia la sua memoria si celebra il 16 maggio.
Dall’Omelia per l’inizio dell’Anno Giubilare San Riccardo Pampuri
pronunciata da S. Ecc. Mons. Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia (1 maggio 2019)
«[…] San Riccardo: svolgendo con passione e attenzione la sua professione medica, non si è limitato a curare e guarire i suoi malati, o a dare qualche aiuto e sostegno per le situazioni di maggiore povertà, ma ha agito «nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno», ha reso presente con il suo modo di essere e di stare accanto alle persone la tenerezza e la forza di Gesù il Nazareno, colui che «passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui» (At 10,38), il vero buon Samaritano che si muove a compassione davanti all’uomo quasi senza vita, non passa oltre sulla strada, si china sull’umanità ferita e dolorante, si prende cura di noi, versando sulle piaghe dell’esistenza «l’olio della consolazione e il vino della speranza» (Prefazio comune VIII, Gesù buon samaritano).
Tanto che chi veniva a contatto con San Riccardo, chi incrociava la sua figura e la sua umanità vibrante e discreta, era provocato, quasi “costretto” a pensare a Gesù, ad accorgersi della verità e della realtà presente del Signore, nel volto e nell’esistenza di quest’uomo buono, saggio, lieto.
La testimonianza del dottorino di Morimondo, divenuto poi fra Riccardo, è per tutti noi un dono da riscoprire, da custodire».
Preghiera
Signore Gesù, che vi compiaceste di esaltare gli umili, di rivelarvi ai puri e di darvi in premio ai misericordiosi, concedetemi la grazia... che fiducioso vi chiedo per intercessione di San Riccardo Pampuri, esempio luminoso di umiltà, di purezza e di misericordia, a vostra maggior gloria e a salute dell’anima mia.
Preghiera per un ammalato
San Riccardo, medico dei corpi e delle anime, prega per noi il Signore Gesù affinché questo nostro fratello ..... ammalato possa, riacquistare il vigore del corpo ed ottenere serenità dello spirito, pazienza nel dolore e, dopo una felice convalescenza, ritornare insieme con tutti noi a lodare il nome del Signore.