Se una presenza invisibile, silenziosa, espansiva e virale ci ha messo in crisi e ci ha sconvolto, lasciamo che quest’altra Presenza discreta, rispettosa e non invasiva ci chiami di nuovo e ci insegni a non avere paura di affrontare la realtà.

In preparazione alla Solennità del Sacro Cuore e Giornata di Santificazione del Clero, ci lasciamo accompagnare da alcuni passaggi della Lettera di Papa Francesco al Clero romano. Nessuna delle sofferenze o tribolazioni vadano perdute a beneficio dei nostri Pastori.

“Cari fratelli, in quanto comunità presbiterale siamo chiamati ad annunciare e profetizzare il futuro, come la sentinella che annuncia l’aurora che porta un nuovo giorno (cfr Is 21,11): o sarà qualcosa di nuovo, o sarà di più, molto di più e peggio del solito. La Risurrezione non è solo un evento storico del passato da ricordare e celebrare; è di più, molto di più: è l’annuncio della salvezza di un tempo nuovo che risuona e già irrompe oggi: «Proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?» (Is 43,19); è l’ad-venire che il Signore ci chiama a costruire. La fede ci permette una realistica e creativa immaginazione, capace di abbandonare la logica della ripetizione, della sostituzione o della conservazione; ci invita ad instaurare un tempo sempre nuovo: il tempo del Signore. Se una presenza invisibile, silenziosa, espansiva e virale ci ha messo in crisi e ci ha sconvolto, lasciamo che quest’altra Presenza discreta, rispettosa e non invasiva ci chiami di nuovo e ci insegni a non avere paura di affrontare la realtà. Se una presenza impalpabile è stata in grado di scompaginare e ribaltare le priorità e le apparentemente inamovibili agende globali che tanto soffocano e devastano le nostre comunità e nostra sorella terra, non temiamo che sia la presenza del Risorto a tracciare il nostro percorso, ad aprire orizzonti e a darci il coraggio di vivere questo momento storico e singolare. Un pugno di uomini paurosi è stato capace di iniziare una corrente nuova, annuncio vivo del Dio con noi. Non temete! «La forza della testimonianza dei santi sta nel vivere le Beatitudini e la regola di comportamento del giudizio finale» (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 109).