Pantani, un uomo in fuga

“Chi è Marco Pantani? Uno che ha sofferto tanto. E che in bici si è divertito e, soprattutto, ha divertito”. Si autodefiniva così la leggenda del ciclismo, il Pirata, con la sua immancabile bandana, l’orecchino e il pizzetto, che nel 1998 trionfò sia al Giro d’Italia che al Tour de France. La sua vita, tra salite e discese, è, a 15 anni dalla sua morte, al centro dello spettacolo teatrale Pantani – Un uomo in fuga scritto da Giancarlo Porcari.

Uno storytelling. Un viaggio in bici tra musica dal vivo e racconti che andrà in scena sabato prossimo, 23 febbraio, alle ore 21 al Teatro San Paolo di Roma.

A condurci lungo il percorso fatto di amicizia e crescita, è l’attore cicloamatore e scrittore dei brani musicali, insieme al produttore Alessandro D’Orazi, Sandro Scapicchio.

Sandro Scapicchio  racconta lo spettacolo

È la storia di due ragazzi: un musicista romano e quello che in futuro diventerà il grande campione si conoscono al mare, d’estate, e diventano amici.

Non ci sono, precisa Scapicchio “riferimenti giudiziari, ma solo la vicenda sportiva e umana. Non vuole essere uno spettacolo d’inchiesta ma una storia che emoziona”. Che lascia il segno. Anche se “non hai mai visto una corsa di Pantani”.

Un uomo in fuga. Questo il sottotitolo dello spettacolo. “È una doppia fuga, quella del campione che ha costruito le sue vittorie sulle grandi fughe e quella dell’uomo dalla vita” spiega Scapicchio.

Ma da dove è nata l’idea dello spettacolo? “Io da ciclo amatore  – racconta ancora Scapicchio – andavo in giro in bicicletta. E visto il mio pizzetto, la mia pelata, tutti mi dicevano: ‘Aho me pari Pantani’. Così da attore e da musicista è scattata la voglia di scrivere una canzone: ‘La Stanza’”. (Pantani fu ritrovato morto proprio in una stanza d’albergo a Rimini il 14 febbraio 2004).

“Ma sentivo che teatralmente non era all’altezza. Alessandro D’Orazi, sentendola, è rimasto fulminato”. Così, insieme Sandro Scapicchio, ha realizzato altre canzoni e in 30 giorni Giancarlo Porcari ha scritto il testo. In un anno di lavoro è nato lo spettacolo.

A un passo dal cielo

Spettacolo, musica e sport, dunque. Quale messaggio si vuole lanciare? “Un voler denunciare il fatto che nel momento del trionfo siamo pieni di amici e quando siamo nella difficoltà vera, purtroppo, ci voltano tutti le spalle” spiega l’attore e musicista alter ego di Pantani. “Un voler dire: ‘Attenzione’. Quando qualcuno lancia un grido di allarme, le persone che sono vicine dovrebbe cercare di aiutare, anche solo moralmente”.

“Mi piacerebbe lasciarvi con una nota positiva: ‘È come avere le chiavi del cielo’, continua Scapicchio citando la strofa di un brano dello spettacolo. “Quelle chiavi che nel nostro immaginario aprono l’immenso” spiega ricordando il campione mentre si trovava da solo in montagna sulla sua bici. “Spingo più forte su quella salita – va avanti la canzone – io stringo i denti, non posso volare, ho il cuore in gola ma è la mia vita”.

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