ORDO VIRGINUM DIOCESANO

ORDINE DELLE VERGINI

La storia dell'ordo

Un piccolo seme che germoglia

L’Ordo virginum è una forma di vita consacrata la cui presenza nella vita della Chiesa risale ai tempi della primitiva comunità cristiana. Scomparsa nei lunghi secoli medievali e fino al secolo scorso, è stata ripristinata dal Concilio Vaticano II che lo ha riconosciuto ufficialmente come forma di vita consacrata. Il piccolo seme nascosto nel silenzio della terra fertile della Chiesa stava riprendendo vita e avrebbe dato frutti copiosi.

Il 31 maggio 1970 la Sacra Congregazione per il Culto Divino, in applicazione alla Costituzione sulla Liturgia, per mandato speciale del Pontefice, San Paolo VI, promulga il Rito della Consecratio virginum che è inserito nel Pontificale Romano. Tre anni dopo, il 3 giugno del 1973, mentre una commissione di esperti sta ancora lavorando alla traduzione del Rito in lingua italiana, viene consacrata a Roma, con il Rito della Consecratio virginum in latino, Rosella Barbieri, insegnante di latino e greco nei Licei statali. Rosella collabora con il Padre Ignazio Calabuig alla stesura in lingua italiana del Rito, che viene pubblicato definitivamente nel 1980. Ancora due anni e nel 1982 sarà consacrata, ancora a Roma, la biblista Adriana Bottino e negli anni seguenti entrano a far parte dell'Ordo virginum altre donne, tra le quali tuttavia sono presenti alcune religiose, che poi prenderanno altre strade con diverse modalità di consacrazione. Altre consacrazioni si avranno a partire dall' 87 col ritmo di una e poi, dal 1993, anche due all'anno. Alla fine degli anni '90 le consacrate sono 24, di cui 5 della Diocesi suburbicaria di Porto-Santa Rufina. Tra il 1999 e il 2008 si sono avute 19 consacrazioni. A oggi le consacrazioni avvenute nella Diocesi sono 81, ma le consacrate effettivamente presenti sono circa 60 e circa 25 donne sono in cammino formativo verso la consacrazione. Fino al 1989, l'Ordo virginum di Roma faceva capo all'Ufficio Liturgico del Vicariato, perché fin dall'inizio è stato ben chiaro che non si tratta di una forma di vita religiosa, e il servizio ecclesiale delle vergini consacrate era quindi assimilato piuttosto a una forma di vita "liturgica".

L'identità dell'ordo

La specificità dell'Ordo virginum era stata fortemente ribadita dal padre Ignazio Calabuig e da altri prelati che ebbero a che fare con l'Ordo in qualità di delegati o comunque per delega del Cardinale, come Mons. Brandolini, Mons. Paisano, che sosteneva con fermezza il carattere laico dell'Ordo, Mons. Bonetti, che nel 1992 ricevette da mons. Antonelli, allora segretario della CEI, la delega di referente per l'Ordo virginum, nell'intento di costruire un dialogo tra la CEI e le realtà diocesane dell'O.V. Intanto iniziano i convegni nazionali: il primo nel 1988 a Vicenza, poi in altre diocesi e nel 1990 il Convegno Nazionale è a Roma, con la partecipazione del Card. Ugo Poletti. Sono 20 anni dalla promulgazione del Rito nel Pontificale Romano; si studiano i carismi propri dell'Ordo e si coglie l'identità dell'Ordo nella sponsalità e nella Liturgia. Nel 1995 si festeggiano i 25 anni dalla promulgazione del Rito. Avviene a Roma l’incontro dell’Ordo con san Giovanni Paolo II, che rivolge alle vergini consacrate un'esortazione che ne raccoglie tutto il carisma. L’Ordo acquista sempre maggiore visibilità: nell’ottobre 1994 il Sinodo dei Vescovi ha come tema "La vita consacrata e la sua missione nella Chiesa e nel mondo" e il Cardinale Vicario Camillo Ruini dice, nel suo intervento: "Senza porsi in alcun modo in un atteggiamento concorrenziale rispetto alla promozione delle vocazioni religiose, mi sembra giunto il tempo di dare maggiore notorietà e maggior impulso alla vocazione specifica dell'Ordo virginum…". Successivamente, il 26 febbraio 1995, Sua Eminenza ha incontrato le vergini consacrate di Roma segnando una tappa significativa nel cammino dell'Ordo. Da allora non è mai mancata la particolare attenzione del Cardinale Ruini per l'Ordo virginum, che si è arricchito di numerose consacrazioni, mentre anche su scala nazionale le consacrazioni aumentano di numero.

L'elaborazione dei lineamenta

A Roma è iniziato frattanto il lavoro di elaborazione dei Lineamenta dell'Ordo virginum, seguito da vicino dal padre Ignazio Calabuig che ha suggerito, corretto, indicato i vari punti di questo testo, divenuto il punto di riferimento dell'O.V. di Roma. In esso si considerano la storia dell'Ordo, i fondamenti biblici della consacrazione verginale e il suo aspetto giuridico, le condizioni necessarie per l'ammissione alla consacrazione, la formazione e la spiritualità della vergine consacrata In appendice è riprodotto il rito della Consacrazione. I Lineamenta vengono pubblicati nel marzo 2003. Nel giugno dello stesso anno il Cardinale Re esprime "vivo apprezzamento per questo lavoro che mostra la sensibilità della Chiesa che vive in Roma verso una realtà così importante come la donazione verginale a Cristo Signore" e il cardinale Ruini, nel ringraziare, esprime anch'egli soddisfazione per la pubblicazione.

Il piccolo seme diviene una pianta robusta

Negli anni successivi, ovvero nel primo decennio del secondo Millennio, l'Ordo virginum in Italia continua ad aumentare di numero. Ogni anno sono convocati i Convegni nazionali, e ad essi partecipano le vergini consacrate, i delegati diocesani, sacerdoti interessati all'Ordo e molti, moltissimi Vescovi. Nel 1995, in occasione del 25mo anniversario della promulgazione del Rito ha luogo a Roma il Congresso Internazionale dell’Ordo e in tale occasione san Giovanni Paolo II si è rivolto alle  vergini presenti con una bellissima esortazione che esprime gli ideali della consacrazione verginale e il suo ruolo nella Chiesa. Nel 2008 c’è il Convegno-pellegrinaggio internazionale dell'Ordo virginum a Roma, momento di incontro e di confronto, seguito con interesse e partecipazione da prelati, studiosi, teologi. A conclusione del pellegrinaggio a Roma viene rivolta alle vergini consacrate la parola illuminata e illuminante del Santo Padre Benedetto XVI, che individua ancora una volta il carisma della vergine consacrata nell'essere sponsa Christi, profondamente radicata nella Chiesa particolare, nei diversi "stili e modalità" di "vivere il dono della verginità consacrata". Nel 2010 si celebra il quarantesimo anno dalla promulgazione del Rito. Le consacrate romane sono 70, e una decina sono in discernimento o in attesa della consacrazione.

La Chiesa diocesana e l’Ordo virginum

Nei primi anni del secondo millennio ci sono stati diversi cambiamenti nella guida della Diocesi: il card. Ruini ha lasciato il suo incarico e gli è succeduto prima il card. Vallini, poi il Card Angelo De Donatis, che guida attualmente la Diocesi.  Mons. Natalino Zagotto ha lasciato il suo ruolo di Vicario episcopale per la Vita consacrata attualmente ricoperto da don Tonino Panfili, mentre è Delegato per l’Ordo virginum padre Agostino Montan che aveva già ricoperto il ruolo di Direttore dell'Ufficio della Vita consacrata e di Delegato dell’Ordo virginum negli anni 2011-2016. Dal 2014 al 2018 al Vescovo ausiliare mons. Giuseppe Marciante era stato affidato l’incarico di Vescovo Delegato dell’Ordo.

L'attività interna dell'Ordo

Dal 2010 a oggi l’OV ha preso vigore e ha approfondito la sua identità: sono state consacrate 25 vergini, ci si incontra una volta al mese per la formazione permanente, si fa due volte all’anno un incontro di preghiera e di condivisione lungo tutta una giornata, e da tre anni a questa parte si fanno insieme gli esercizi spirituali. Vengono avviate iniziative varie: nell’ultimo anno è stato perfino attivato un viaggio-pellegrinaggio in Spagna, sulle orme di Santa Teresa d’Avila e di Sant’Ignazio di Loyola, ed è stata una bellissima esperienza spirituale e umana. Infine, abbiamo ricevuto dal Cardinale Vallini un bellissimo regalo: l’uso dell’ Oratorio del Santissimo Sacramento in Laterano, a fianco della Scala Santa, che è divenuta la nostra sede, dove possiamo riunirci per fare i nostri incontri, parlare, pregare, celebrare l’Eucaristia, fare l’adorazione… È un luogo prezioso dal punto di vista archeologico e artistico, ma è anche la nostra "Porziuncola", come ci disse il Vescovo Marciante nel consegnarcelo. Sull’altare c’è una preziosa tavola del XII secolo che raffigura la "Madonna delle gioie", ed è veramente rappresentativa della gioia che caratterizza il carisma dell’Ordo, pieno di gioia perché consapevole di appartenere interamente a Cristo Sposo, verso il quale si dirige come a una festa di nozze.

A Roma e nel mondo

La sponsalità con Cristo e il dono della vita a Lui, nella Chiesa e con la Chiesa, era sentito nei primi anni in una dimensione prevalentemente individuale e la consacrazione come un atto di consegna totale allo Sposo, vissuto piuttosto in un rapporto solitario. Ma il carisma proprio dell’Ordo, la sponsalità e la diocesanità, prende sempre più un aspetto definitivo di consacrazione pubblica nell’Ordo. Le prime consacrazioni venivano celebrate in cappelle private, ora invece il Rito viene solennemente celebrato nella Basilica di Roma, San Giovanni in Laterano, Mater et caput di tutte le chiese di Roma e del mondo. L’Ordo virginum di Roma accoglie vergini provenienti anche da altre regioni italiane e straniere, che si trovano nella capitale per motivi di studio o di lavoro, e dove frequentano il corso per il discernimento e la formazione iniziale: esse saranno poi consacrate dai loro Vescovi nelle loro Diocesi, dando vita all’Ordo in altre Diocesi anche straniere.

Gli incontri dell’Ordo virginum romano assumono così un aspetto di centralità cosmopolita in cui si fondono culture ed esperienze diverse. Anche nel rapporto con il mondo le vergini consacrate sono inserite nel tessuto di varie realtà, lavorano con impieghi diversi, spesso nel settore pubblico, ma non solo. Occupano posti di prestigio, ma non disdegnano i lavori più umili, si dedicano al volontariato nelle sue forme più svariate o partecipano con assiduità a gruppi di preghiera e di adorazione. La presenza nella città di Università e centri di studio teologico e liturgico permette una formazione teologica di buon livello, ma anche la preparazione culturale delle vergini è in genere di livello medio-alto. Non è escluso alcun tipo di attività lavorativa, mentre alcune vivono nelle loro case una vita di preghiera contemplativa. Il luogo di lavoro diventa tuttavia occasione privilegiata di pastorale e di testimonianza. Per la formazione è stato attivato un corso specifico, con incontri mensili paralleli agli incontri dedicati alla formazione permanente delle consacrate. Si elaborano tuttavia percorsi diversi, mentre si formulano criteri di discernimento e si esamina la dimensione lavorativa. I pilastri della formazione risultano essere incentrati sulla Parola, la Liturgia, la Carità. Si riflette sulla Diocesanità, che per le vergini consacrate è appartenenza e amore alla propria Chiesa locale nella sua realtà presente e partecipazione alla vita della Chiesa locale nella quale sussiste e si manifesta la Chiesa Universale. Mentre il numero delle consacrate aumenta, in questi ultimi anni si ha l'impressione di trovarsi in un momento di svolta. Siamo certe che il Signore Gesù, nostro Dio e Sposo, ci sta conducendo dove Lui vuole, dove Lui sa. Le prospettive future emergono dalle nuove richieste del mondo di oggi, dalla più profonda consapevolezza del nostro carisma che "dal respiro della Diocesi, con le sue tradizioni, i suoi santi, i suoi valori, i suoi limiti e difficoltà" ci porta ad "allargarci al respiro della Chiesa universale" attraverso "la preghiera liturgica che ci è stata consegnata in modo che il nostro io orante si dilati progressivamente fino a che nella preghiera non ci sia più che un grande noi". (Discorso di Benedetto XVI alle vergini consacrate, 25 maggio 2008). Realizzeremo così l'invito del Papa: "Nel dialogo con Dio apritevi al dialogo con tutte le creature, nei cui confronti vi ritrovate madri, madri dei figli di Dio" (ivi).

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